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Coronavirus, Conte: "Anche ora non farei zona rossa. Un mio partito? Follia"

Politica

Il premier mette a tacere le voci sulla costruzione di un suo partito personale. Oggi è stato ascoltato dalla Pm di Bergamo in merito alla mancata creazione della zona rossa ad Alzano e Nembro. L'audizione è durata circa tre ore. Prima del colloquio si era detto sereno: "Ho agito in scienza e coscienza"

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Il premier Giuseppe Conte lavora al Piano per la ripartenza dopo l’emergenza Coronavirus e, in interviste e ricostruzioni di diversi quotidiani, spazza via le voci sulla costruzione di un suo partito personale. Come ricostruisce il Corriere della Sera, Conte ha chiarito: “Sono qui non per interessi personali, per favorire qualcuno o degli amici, ma solo per spirito di servizio, è un incarico gravoso, ma sarebbe folle da parte mia dedicare anche una sola caloria a questi pensieri” (LA RILEVAZIONE YOUTREND PER SKY TG24 - LE GRAFICHE - LE REAZIONI: PLAYLIST). Il presidente del Consiglio oggi è stato ascoltato dalla Pm di Bergamo in merito alla mancata creazione della zona rossa ad Alzano e Nembro. In un'intervista a La Stampa, si era detto sereno in vista del colloquio: "Ho agito in scienza e coscienza". Per questo motivo, tornando indietro, sottolinea ancora Conte, non farebbe la zona rossa (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI LIVE).

Il Piano per la ripartenza

Il Piano, intanto, alla vigilia degli Stati generali dell’economia, è ancora in via di definizione: “Prima deve essere presentato alle parti sociali e alle imprese”, spiega il premier. Ma emergono già dei temi che si possono anticipare. “Abbiamo il dovere e la responsabilità di recuperare una visione strategica che vada oltre le misure immediate per superare la grave emergenza sanitaria ed economica, misure in parte già prese e in parte da implementare”, spiega il presidente del Consiglio in un'intervista al Sole 24 Ore. Questa crisi, che rappresenta "una grande sofferenza per l'Italia”, va tramutata “in opportunità per rilanciare l'economia con un rigore di più ampio respiro in modo da utilizzare al meglio i finanziamenti in arrivo dall'Europa".

Dall'industria 4.0 plus agli appalti

Il Piano che il premier annuncia essere molto "concreto", prevede "oltre alla conferma di Industria 4.0, una Industria 4.0 plus dedicata proprio alla digitalizzazione". Andrà in ogni caso oltre l'utilizzo del Recovery fund, del Sure e eventualmente del Mes, perché conterrà molte riforme e molte misure che non saranno finanziate con i fondi Ue. Oltre 100 miliardi - spiega Conte - da scongelare con una sorta di estensione del modello Genova: "Non si tratta di cambiare il codice degli appalti. Si tratta di introdurre norme temporanee per superare i vincoli burocratici in modo da far partire subito i cantieri". Si va dalla Roma-Pescara alla Roma-Ancona, dall'Alta velocità Roma-Venezia all'emergenza Sicilia fino alla Ionica.

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Stati generali "non saranno una passerella"

Intanto sabato, 13 giugno, prenderanno il via gli Stati generali a Roma. "Non saranno una passerella, siamo pronti a investire 120 miliardi in infrastrutture. Inviterò di nuovo le opposizioni", ha chiarito Conte a La Stampa. Il premier spera che il centrodestra, che ha detto di no sulla partecipazione al confronto, "ci ripensi, confido di poter recuperare un confronto, magari li inviterò di nuovo alle fine del confronto con le parti sociali". 

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