Elezioni Usa 2024, quali sono gli Stati chiave che decideranno il risultato

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Introduzione

Il 5 novembre gli elettori americani saranno chiamati a scegliere il prossimo presidente degli Stati Uniti. Il testa a testa fra Kamala Harris e Donald Trump è serrato. I sondaggi non danno ancora indicazioni chiare sul favorito o la favorita fra il candidato repubblicano e la democratica. Tutti i voti saranno decisivi, ma alcuni più di altri. Sono quelli degli Swing States, dove la vittoria dell'asinello o dell'elefantino non è scontata. Sono ad esempio i Paesi del Midwest, a cui parlano i candidati vicepresidenti, o della Rust Belt. Ecco la guida di Sky TG24, aggiornata una volta a settimana, sugli Stati chiave per le elezioni Usa 2024, con i contributi di YouTrend.

Quello che devi sapere

Pennsylvania

La Pennsylvania sarà lo Stato più decisivo perché elegge il maggior numero di grandi elettori: 19. Perderlo significa essere costretti a vincere in quasi tutti gli altri sei Swing States. Dal 1992 al 2012 hanno sempre vinto i democratici, ma nel 2016 lo Stato fu l'ago della bilancia per l'arrivo di Trump alla Casa Bianca. I temi più caldi per il tycoon, che parla a una popolazione perlopiù bianca (75%), sono la gestione dell'inflazionione e dell'immigrazione. Harris punta, invece, su diritto all'aborto e sulle battaglie degli studenti universitari.

Michigan

Il Michigan metterà in palio 15 grandi elettori. Qua, il vantaggio dei democratici è risicato ma stabile. Nel 2016 se lo aggiudicò Donald Trump ma nel 2020 gli elettori scelsero Joe Biden. Fino a pochi anni fa, era un fiorente centro manifatturiero e di produzione di automobili, terreno fertile per i dem, vicini a sindacati e lavoratori. I reppubblicani, però, oggi raccolgono ampi consensi nella classe media delle contee rurali bianche, ormai impoverite.

Wisconsin

Chi vince in Wisconsin vince 10 grandi elettori. A rendere lo Stato contendibile, dopo decenni di dominio democratico, è stata la vittoria di Donald Trump nel 2016. Joe Biden nel 2020 lo riportò fra le fila democratiche, ma solo per circa 20mila voti. Fino a qualche anno fa, la classe media del Wisconsin era legata ai sindacati ma, come in tutto il Midwest, la deindustrializzazione ha causato declino economico e forte insoddisfazione nei confronti dell'establishment politico. Per l'asinello e per l'elefantino sarà fondamentale tenere conto di questo sentimento per convincere gli elettori del Wisconsin.

Georgia

Sono 16 i grandi elettori espressi dalla Georgia. Al contrario degli altri Stati in bilico del Midwest, lo Stato di Atlanta è sempre stato una roccaforte repubblicana. Nel 2020, però, Joe Biden l'ha strappata a Donald Trump con soli 11.780 voti di scarto. Oggi, l'arrivo di molti giovani lavoratori e immigrati, che tendenzialmente votano per i democratici, potrebbe spostare l'ago della bilancia a sfavore dei repubblicani. Ma molti georgiani accusano gli effetti di un costo della vita sempre più alto, che il Gop potrebbe imputare all'amministrazione Biden. La gara è sostanzialmente in parità.

Nebraska e Maine

Sono gli unici due Stati che non attribuiscono grandi elettori secondo il maggioritario puro, ma utilizzando un sistema misto. Vincere in entrambi significherebbe ottenere 10 voti elettorali. Qua, la partita fra Harris e Trump è serratissima e anche la campagna si gioca sulla riforma del sistema elettorale, che i repubblicani vorrebbero convertire al maggioritario puro come negli altri Stati. Se i dem dovessero vincere negli Stati in bilico nel Midwest, come da tradizione, e il Gop ottenesse i quattro della Sun Belt, allora Nebraska e Maine sarebbero decisivi per la corsa alla Casa Bianca.

North Carolina

I voti elettorali attribuiti dalla Carolina del Nord sono 16. Se ad aggiudicarseli fosse Kamala Harris, secondo il Voter Power Index dell'analista politico Nate Silver, avrebbe una probabilità del 96,7% di diventare presidente. Non sarebbe lo stesso se il North Carolina scegliesse Donald Trump, con una probabilità di vittoria finale del tycoon del 76,6%. Questo perché storicamente lo Stato è sempre stato a maggioranza repubblicana, anche se oggi il testa a testa è serrato (i sondaggi parlano di una differenza inferiore al punto percentuale a favore dell'uno o dell'altro candidato). Da un lato, spinge verso i dem il segmento demografico dei lavoratori con un alto livello di istruzione nelle città. Dall'altro, il Gop punta sulle aree suburbane e sulla popolazione dei settori economici in crisi, come l'agricoltura.

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