Perché la Carolina del Nord può decidere le sorti delle elezioni Usa

Negli ultimi mesi, soprattutto dopo la discesa in campo di Harris, la Carolina del Nord è passata dall’essere uno Stato tendenzialmente a maggioranza repubblicana a un “toss-up”, ovvero, nel gergo degli analisti statunitensi, uno Stato conteso. Attualmente, infatti, la media dei sondaggi elaborata dal sito di analisi politiche FiveThirtyEight vede Trump in vantaggio di soli 0,8 punti percentuali. Ma in alcune occasioni, nell’ultimo mese, Harris aveva anche lievemente superato l’ex presidente, in una contesa considerata un testa a testa serratissimo. La Carolina del Nord oggi è uno degli Stati più in bilico tra i sette che decideranno le prossime elezioni, ma non è sempre stato così. Fino a pochi anni fa, lo Stato del sud-est era infatti solidamente in mano ai repubblicani, che dal 1980 ad oggi hanno vinto tutte le elezioni presidenziali tranne quella del 2008, quando Obama la spuntò per soli 0,3 punti percentuali. Nel 2016 Trump vinse con 3,6 punti di vantaggio e nel 2020 con 1,3: un margine sempre più sottile, fino ad arrivare alla situazione attuale. Che cosa è cambiato negli ultimi anni? In maniera simile alla Georgia, la Carolina del Nord ha vissuto un boom dei settori dell’high tech, della finanza, della medicina e della biologia, grazie anche alla presenza di tre prestigiose università: Duke University, University of North Carolina at Chapel Hill e la North Carolina University. Ciò ha provocato un enorme afflusso di lavoratori con un alto livello di istruzione - un segmento demografico che tendenzialmente vota per i democratici - soprattutto nelle aree urbane di Charlotte, la città più popolosa, e nel cosiddetto Research Triangle vicino alla capitale Raleigh. Secondo uno studio della stessa University of North Carolina at Chapel Hill, il numero di laureati sarebbe aumentato di 1,4 milioni dal 1990 a oggi, in uno Stato che attualmente conta poco meno di 11 milioni di abitanti. Al contempo, la crisi dei settori economici tradizionali come quella dell’agricoltura e del settore manifatturiero - un tempo la base dell’economia della Carolina del Nord - ha permesso ai repubblicani di guadagnare ulteriore terreno e rafforzare il proprio consenso, grazie anche alle proposte protezioniste di Trump e la promessa di ravvivare i settori in crisi. È questo uno dei motivi principali per cui alle ultime due tornate elettorali hanno prevalso ancora i repubblicani. Un altro è stata una crescita demografica nelle aree urbane e suburbane inferiore rispetto a quella di altri stati del sud come Georgia e Arizona, che dopo più di due decenni di vittorie repubblicane, nel 2020 hanno votato per Biden. I sondaggi suggeriscono che le elezioni di quest’anno potrebbero essere quelle in cui i democratici riescono finalmente nell’impresa di riconquistare la Carolina del Nord, che con i suoi 16 grandi elettori - il secondo Stato chiave che ne assegna di più, a pari merito con la Georgia e dopo la Pennsylvania - potrebbe essere un tassello decisivo per portare alla vittoria l’uno o l’altro candidato. Secondo il Voter Power Index dell’analista politico Nate Silver, se Harris dovesse vincere lo Stato avrebbe una probabilità del 96,7% di diventare presidente. Se invece fosse Trump a prevalere, la sua probabilità di vittoria finale sarebbe del 76,6%. Su Sky tg24 Insider gli approfondimenti sugli altri Swing States: Pennsylvania Michigan Wisconsin Georgia Nebraska e Maine Arizona

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