Gli Stati che decideranno le elezioni Usa: il Wisconsin

Come Pennsylvania e Michigan, il Wisconsin ha fatto parte del cosiddetto “Blue Wall”, un gruppo di Stati che per circa due decenni ha sempre votato per i democratici alle elezioni presidenziali. I repubblicani non vincevano in Wisconsin dal 1984 e nel 2008, durante gli anni di Obama, arrivarono a perdere anche con 14 punti percentuali di scarto. Ma proprio come in Pennsylvania e Michigan, la risicatissima - e per certi versi inaspettata - vittoria dei repubblicana del 2016 ha reso lo Stato contendibile e permesso a Donald Trump di conquistare la Casa Bianca. Nel 2020, Joe Biden riportò i democratici alla vittoria superando Trump di circa 20 mila voti, più o meno lo stesso scarto con cui quest’ultimo sconfisse Clinton nel 2016. Ma in che modo, nel giro di pochi anni, il Wisconsin è passato dall’essere uno Stato a maggioranza democratica a uno Stato in bilico? Perché con Trump è diventato uno Swing State Le dinamiche che hanno portato il Wisconsin a diventare uno Stato in bilico sono molto simili a quelle di Pennsylvania e Michigan: fino a qualche anno fa la sua economia era basata sul settore manifatturiero e la sua classe media era fortemente legata ai sindacati, storicamente allineati alle politiche del partito democratico incentrate sui diritti dei lavoratori. Ma come in tutto il Midwest, la deindustrializzazione causata dalla globalizzazione e dall’avanzamento tecnologico ha causato un grave declino economico e forte insoddisfazione nei confronti dell’establishment politico. Mentre le città sono rimaste a maggioranza democratica, molte aree rurali si sono spostate sempre più verso il Partito Repubblicano, attirate dalle politiche protezionistiche di Trump in tema di economia, commercio e immigrazione - con la speranza di avere indietro i posti di lavoro persi con la deindustrializzazione. Come Biden ha convinto gli elettori del Wisconsin Ma dopo la vittoria di Trump e durante il suo governo, le periferie delle città che storicamente votavano per i repubblicani, hanno iniziato ad allontanarsi dal Partito repubblicano. Spaventati dall’estremismo di Trump, sempre più elettori moderati delle periferie hanno preferito Biden, che per ricostruire una coalizione vincente ha puntato anche sulla mobilitazione dell’elettorato urbano tradizionalmente democratico e su proposte politiche che riavvicinassero il Partito democratico alla classe media impoverita delle contee rurali. Queste hanno consistito principalmente in una politica espansionista basata su investimenti nelle infrastrutture e nelle industrie per favorire la ripresa economica, e nel rendere l’assistenza sanitaria più accessibile. Chi è in vantaggio ora? Oggi la media dei sondaggi del sito di analisi politiche "538" vede Kamala Harris in vantaggio di circa due punti percentuali su Trump in Wisconsin. Secondo gli analisti, lo Stato è sostanzialmente diviso a metà: le contee rurali a maggioranza repubblicana e quelle urbane a maggioranza democratica. La partita si giocherà ancora una volta su questo delicato equilibrio e su chi riuscirà a motivare maggiormente i suoi blocchi di elettori, o a erodere quelli dell’avversario. Come nel resto del Paese, l’economia sarà un tema cruciale, soprattutto in uno Stato dove circa il 40% delle contee non ha ancora recuperato i livelli di ricchezza pre-pandemia. Queste contee sono quasi tutte a maggioranza repubblicana, a dimostrazione di come la frattura politica segua le linee di quella economica. Con i suoi 10 grandi elettori, il Wisconsin non sarà influente quanto altri Stati chiave come Pennsylvania o Georgia, che ne assegnano rispettivamente 19 e 16. Ma visto l’andamento delle ultime otto tornate elettorali, che hanno visto il blocco Pennsylvania-Michigan-Wisconsin votare sempre allo stesso modo, il comportamento elettorale del Wisconsin potrebbe rappresentare dinamiche e cambiamenti più ampi rispetto a quelli interni al singolo Stato. Su Sky tg24 Insider gli approfondimenti sugli altri Swing States: Pennsylvania Michigan