Gli Stati che decideranno le elezioni Usa: Nebraska e Maine

Attraverso l’electoral college, il sistema elettorale che decide le elezioni presidenziali americane, ogni Stato assegna un determinato numero di grandi elettori in base alla sua popolazione. Il candidato che ottiene il maggior numero di voti su base statale vince tutti i grandi elettori e chi supera la quota complessiva di 270 ottiene la presidenza. Ci sono due eccezioni, tuttavia, che non seguono questa regola: il Nebraska e il Maine assegnano i loro grandi elettori utilizzando un sistema misto anziché il maggioritario puro. Il Nebraska ha un totale di cinque voti elettorali: due di questi vengono assegnati al candidato che vince il voto popolare su base statale, mentre i restanti tre sono assegnati in base ai risultati in ciascuno dei tre distretti congressuali. Lo stesso vale per il Maine, che assegna un totale di quattro voti: due su base statale e gli altri due sulla base del risultato nei suoi due distretti congressuali. Il Maine ha adottato questo sistema elettorale nel 1972 e il Nebraska nel 1991, principalmente per due motivi: aumentare la rappresentatività abbandonando il sistema “winner-takes-all”, che non tiene in considerazione i voti delle minoranze, e incoraggiare i candidati a prestare attenzione ai singoli distretti anziché solo all’intero Stato. Nel distretto congressuale del Nebraska che include la capitale Omaha, sia Obama nel 2008 che Biden nel 2020 hanno vinto un grande elettore, mentre i restanti quattro voti sono stati assegnati ai repubblicani. Nel Maine la situazione è speculare: in uno dei due distretti congressuali - quello più rurale nel nord dello Stato - nel 2016 e nel 2020 Trump ha ottenuto la maggioranza, mentre l’altro distretto e il voto popolare su base statale sono stati vinti dai democratici. I sondaggi indicano che alle elezioni del prossimo cinque novembre questo scenario potrebbe facilmente ripetersi. Perché i voti di Nebraska e Maine contano La partita tra Harris e Trump è serratissima e potrebbe giocarsi all’ultimo voto: in particolare, se Harris dovesse vincere i tre Stati in bilico del Midwest tradizionalmente democratici - Pennsylvania, Michigan e Wisconsin - e Trump i quattro Stati della Sun Belt tradizionalmente repubblicani - Carolina del Nord, Georgia, Arizona e Nevada - l’insolito scenario di una parità a 270 voti elettorali diventerebbe realtà. In questo caso, i singoli voti di Maine e Nebraska si rivelerebbero decisivi. Per questo motivo, già la scorsa primavera Trump e il governatore repubblicano del Nebraska Jim Pillen hanno portato avanti un’iniziativa per abrogare il sistema misto e passare al maggioritario puro, poi fallita per la mancanza di voti al Congresso statale. Nelle ultime settimane, i repubblicani hanno rilanciato la proposta, ma qualche giorno fa il senatore statale Mike McDonnell, un ex-democratico recentemente passato al Partito repubblicano, ha dichiarato che non la sosterrà. Senza il suo voto decisivo, l’iniziativa non passerà all’esame del Congresso statale, a meno che un legislatore democratico non cambi idea. In primavera, i politici locali democratici del Maine avevano avvertito che se il Nebraska fosse passato al maggioritario si sarebbero mossi per fare lo stesso e rimettere la gara in equilibrio. Ma ormai sarebbe comunque troppo tardi, dato che le leggi statali del Maine richiedono che ogni nuova norma entri in vigore dopo 90 giorni dall’approvazione. La situazione dovrebbe dunque, per ora, rimanere in equilibrio, a meno di sorprese dell’ultimo minuto dal Nebraska. Su Sky tg24 Insider gli approfondimenti sugli altri Swing States: Pennsylvania Michigan Wisconsin Georgia