
Transnistria, cosa si sa degli attacchi e cosa c'entrano con la guerra Russia-Ucraina
Diversi episodi negli ultimi giorni hanno acceso i riflettori sulla piccola regione separatista filorussa della Moldavia, la cui autoproclamata indipendenza non è riconosciuta dalla comunità internazionale (e neanche da Mosca). La presidente moldava Sandu: esplosioni dovute a scontri interni tra le fazioni presenti nel territorio separatista. Il Cremlino però ha interessi nella zona e potrebbe usarla come trampolino per conquistare Odessa. Kiev accusa Mosca di voler "destabilizzare" l'area

Negli ultimi giorni la Transnistria è diventata un punto caldo legato al conflitto in corso tra Ucraina e Russia. Il 25 aprile si sono registrate esplosioni nell'edificio che ospita il ministero per la Sicurezza statale a Tiraspol, capitale dell’autoproclamata regione separatista filorussa della Moldavia, al confine con l’Ucraina. L’attacco sarebbe avvenuto con colpi di lanciagranate portatile anticarro. Non ci sono state vittime
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Il 26 aprile è stato colpito il centro di trasmissione della radio russa. "Le due antenne più potenti sono state distrutte. Entrambe erano usate per ritrasmettere la radio russa. Nessuno dei dipendenti della stazione radio o la gente del posto sono stati feriti", ha riferito il servizio stampa del ministero dell'Interno della Transnistria citato dalla Tass. Colpita anche un'unità militare vicino a Tiraspol. Le autorità dell'autoproclamato governo hanno deciso di alzare le misure di sicurezza con l'allerta “terrorismo” al livello “rosso”
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Una fonte governativa della regione separatista filo-russa ha commentato che "l'attacco terroristico” contro il ministero della Sicurezza di Stato a Tiraspol "è stato compiuto da tre persone non identificate, arrivate dal territorio ucraino" e "a questo sono collegati altri attacchi terroristici". Kiev ha invece accusato Mosca di voler "destabilizzare" la Transnistria (nella foto l'ingresso di Tiraspol), mentre la presidente moldava Maia Sandu ha detto che le esplosioni sono il risultato di scontri interni tra le fazioni presenti nel territorio separatista
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Il timore è ora che il conflitto in Ucraina possa estendersi al piccolo Paese dell'Europa orientale. La Transnistria, la cui autoproclamata indipendenza non è riconosciuta dalla comunità internazionale, si è separata dalla Moldavia dopo una breve guerra civile in seguito al crollo dell'Unione Sovietica. Il territorio, con una popolazione di circa 500mila abitanti, è fortemente dipendente dalla Russia, che fornisce gas gratuito e ha schierato 1.500 truppe (nella foto una parata militare a Tiraspol)
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Fino a poche settimane fa la Transnistria era conosciuta soprattutto come meta turistica, un luogo in grado di riportare i visitatori ai tempi dell'Urss. Questa piccola lingua di terra tra la Moldavia, di cui fa formalmente parte, e l'Ucraina, è l’ultimo Paese al mondo ad avere la falce e martello nella bandiera. E sono centinaia i viaggiatori che vi si recano ogni anno per ammirare le imponenti architetture sovietiche e i busti di Lenin che ancora campeggiano ovunque
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Questa piccola repubblica separatista filorussa, la cui indipendenza non è riconosciuta nemmeno da Mosca, finì di nuovo sotto i riflettori delle cronache internazionali lo scorso 2 marzo, quando il presidente bielorusso Lukashenko mostrò una mappa che sembrava indicare le possibili direttrici dell'attacco russo all'Ucraina. E a Sud-ovest ce n'era una che puntava sulla Moldova attraverso la Transnistria, che confina a Est con l'oblast ucraino di Odessa

Il governo moldavo, nel timore di essere la prossima preda nel mirino del Cremlino, si affrettò a chiedere l'adesione dell'Unione Europea. Dopo l'annessione della Crimea, le autorità di Tiraspol chiesero invece di essere inglobate dalla Russia, Mosca rispose che non era nell'interesse della Federazione

Mosca però offre consistente sostegno finanziario al territorio, che ospita una base militare russa con 1.500 truppe e, nel villaggio di Cobasna, un deposito con 22mila tonnellate di munizioni, tra i maggiori dell’Europa orientale. Mosca aveva mandato i suoi uomini come forza di pace dopo il conflitto del 1992, durato alcuni mesi e costato oltre 4.000 morti, che segnò la separazione dalla Moldavia, diventata indipendente

Da allora il contingente è rimasto lì per controbilanciare la Romania, Paese Nato con una forte influenza su Chisinau che, come Mosca, aveva addestrato e armato una delle due fazioni in lotta. La Transnistria potrebbe diventare un fronte supplementare per la conquista dello strategico porto di Odessa, distante appena 104 chilometri da Tiraspol (nella foto un cartello filo-russo in città)

Tra le esercitazioni svolte dalla Russia prima dell'invasione, una - conclusasi il 2 febbraio - ebbe come teatro proprio la Transnistria. Mosca affermò che lo scopo delle manovre era proteggere i loro cittadini nella repubblica separatista. Dal 2002 il Cremlino ha cominciato a rilasciare passaporti ai residenti della Transnistria, in maggioranza russofoni. La mossa suscitò le ire di Kiev e Chisinau (nella foto una parata militare a Tiraspol)