Kiev, trincea d'Europa. Diario di una guerra che segnerà la storia del Vecchio Continente

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Dopo i primi dieci giorni di conflitto, ripercorriamo attraverso i reportage degli inviati di Sky TG24 Jacopo Arbarello e Fabrizio Stoppelli l'origine di questa guerra, la sua cronaca, le sue possibili conseguenze

I primi colpi, Vladimir Putin li ha fatti sparare ufficialmente nella notte tra il 23 e il 24 febbraio. Ma la guerra in Ucraina ha radici ben più profonde, e una storia ben più lunga. Perché sono otto anni che il Donbass è terra di combattimenti, e decenni, o meglio secoli, che ucraini e russi condividono storie, confini, contrapposizioni e famiglie (TUTTE LE NEWS LIVE - LO SPECIALE - I VIDEO - IL RACCONTO DEGLI INVIATI).

Prima dei primi colpi, c'era stata la decisione dello Zar del Cremlino di riconoscere le repubbliche indipendentiste di Donetsk e Luhansk.

E con la decisione di riconoscere le due repubbliche, c'era stato il discorso di Vladimir Putin in cui, semplicemente, il presidente russo negava il diritto all'esistenza dell'Ucraina. Un modo per chiarire, senza dichiararlo apertamente, il fine ultimo delle manovre militari.

MOSCOW, RUSSIA - FEBRUARY 22, 2022: Russia's President Vladimir Putin gives comments to the media after a ceremony to sign a declaration on allied cooperation between Russia and Azerbaijan at Moscow's Kremlin. Sergei Guneyev/POOL/TASS/Sipa USA

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La gravità della situazione, a Kiev, era apparsa immediatamente in tutta la sua evidenza. Tanto da decidere, il 23 febbraio, di richiamare i riservisti.

Queste, le premesse. Poi è arrivata la notte tra il 23 e il 24 febbraio. E la prima alba di questa guerra.

Una guerra che Putin pensava di poter condurre come un blitz. Pochi giorni, pochi colpi, poche vittime; grande risultato. Così non è stato, ora lo sappiamo. Ma già all’epoca c’era chi lo diceva chiaramente: questa volta non sarà come otto anni fa, non accadrà quello che è successo in Crimea. Questa volta, dicevano tutti, "combatteremo fino alla fine".

epa10004424 Ukrainian policemen and rescuers inspect debris following shelling in Kharkiv, Ukraine, 09 June 2022 amid the Russian invasion. Russian troops entered Ukrainian territory on 24 February causing fighting and destruction and a humanitarian crisis. According to the UNHCR, more than 6.9 million refugees have fled Ukraine, and a further 7.7 million people have been displaced internally within Ukraine since.  EPA/SERGEY KOZLOV

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È il racconto di due Paesi, il racconto di due città. I due volti della capitale.

Una parte che si prepara a combattere, una parte che si organizza per resistere. Coprifuoco, sirene, rifugi. La normalità cambia faccia. Arriva la brigata Azov. Mentre si fa sempre più forte il "fattore Z": il ruolo, e l’importanza, del presidente Zelensky. Dei suoi messaggi alla nazione, all’opinione pubblica, e – soprattutto – all’Occidente: "Non ho bisogno di un passaggio, ho bisogno di munizioni", la sua risposta a chi gli proponeva un "passaggio sicuro" per fuggire dal Paese sotto attacco.

KIEV, UKRAINE - FEBRUARY 24: (----EDITORIAL USE ONLY â MANDATORY CREDIT - "UKRAINIAN PRESIDENCY / HANDOUT" - NO MARKETING NO ADVERTISING CAMPAIGNS - DISTRIBUTED AS A SERVICE TO CLIENTS----) President of Ukraine Volodymyr Zelenskyy holds a press conference in regard of Russia's attack on Ukraine in Kiev, Ukraine on February 24, 2022. (Photo by Ukrainian Presidency/Handout/Anadolu Agency via Getty Images)

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Nel giro di una settimana, da capitale piena di musica e luci, negozi e vita Kiev diventa una città grigia, bagnata dalla pioggia, che vive al chiuso quando non vive sotto terra. Non si spezza, ma soffre. Non si piega, ma aspetta.

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Aspetta l'attacco, che Putin – per ora – non vuole ancora sferrare del tutto. Nel frattempo, si svuota. La città, e il Paese. Più di un milione di persone ha lasciato l’Ucraina nel giro di 10 giorni; c'è chi fugge all’estero, c'è chi organizza la resistenza a Leopoli: 550 chilometri a ovest, al confine con la Polonia, più di 20 checkpoint, 14 ore di viaggio.

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Leopoli, dove l’intera popolazione si prepara all’arrivo dei russi.

Se l’esercito di Mosca dovesse prendere Kiev, questa sarebbe la capitale della resistenza. Se l’esercito di Mosca dovesse arrivare fino a qui, questa sarebbe l’ultima resistenza.

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