
Secondo i cittadini scesi in strada, rappresenterebbe un pericolo per la democrazia del Paese perché accentra nelle mani del governo molti poteri ora affidati alla Corte suprema. La riforma è stata presentata dal ministro della Giustizia, Yariv Levin, ed è sostenuta sia dai partiti della destra nazionalista laica, come il Likud di Netanyahu, sia dai partiti ultraortodossi. Nei giorni scorsi il premier ha licenziato il ministro della difesa, Yoav Gallant, che aveva sollevato dubbi sulla nuova legge

La decisione del premier israeliano Benyamin Netanyahu di licenziare il ministro della Difesa, Yoav Gallant, contrario alla riforma della Giustizia, ha scatenato un'ondata di poteste in Israele. Da settimane i cittadini manifestano contro il provvedimento che vuole rivedere il sistema giudiziario, proposto dal nuovo governo del primo ministro
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Secondo i cittadini in protesta, la riforma della Giustizia proposta da Netanyahu rappresenta un pericolo per la democrazia del Paese perché accentra nelle mani del governo molti poteri, ora affidati alla Corte suprema
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La riforma sposterebbe così il controllo di alcune materie, oggi gestite dalla Corte suprema, nelle mani dell'esecutivo, guidato da Netanyahu, sottraendolo al potere giudiziario
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La riforma è stata presentata dal ministro della Giustizia, Yariv Levin, ed è sostenuta sia dai partiti della destra nazionalista laica, come il Likud di Netanyahu, sia dai partiti ultraortodossi
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Netanyahu si trova sotto processo per corruzione e altri reati, la sua difesa ritiene che le accuse siano motivate solo dal punto di vista politico

La Corte suprema in Israele rappresenta un vero e proprio contraltare al potere politico in quanto il Paese non ha una Costituzione, ma ha delle leggi fondamentali. Inoltre, il Parlamento è formato da una sola camera e il presidente ha meno poteri rispetto ai suoi omologhi di altri Paesi democratici

Gallant, prima di essere sollevato dall'incarico da Netanyahu, aveva chiesto di fermare la riforma fino al 26 aprile per avere il tempo di ritrovare l'unità nazionale e aveva anche parlato di “un pericolo chiaro, immediato e concreto alla nostra sicurezza”

Le affermazioni di Gallant hanno creato una frattura all'interno della maggioranza di governo e anche all'interno dello stesso Likud, il partito di Netanyahu

Uno dei punti critici della riforma è quello che consentirebbe alla Knesset, il parlamento israeliano, di ribaltare le decisioni della Corte suprema con una maggioranza di 61 voti su 121 seggi. Un obiettivo facilmente raggiungibile per la maggioranza di governo che al momento conta 64 seggi

La riforma, inoltre, priverebbe la Corte suprema del potere di controllare e rivedere le leggi fondamentali che rappresentano la base legislativa della democrazia israeliana

Un terzo punto mira a modificare la selezione dei giudici della Corte suprema: oggi i magistrati sono selezionati partendo da un panel indipendente. La riforma attribuirebbe un potere maggiore al governo, indebolendo il principio di parità
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