Boris Johnson, dagli scandali alle dimissioni: l'ex premier Uk compie 60 anni. FOTO
Compie 60 anni l’ex primo ministro britannico Boris Johnson. Ex giornalista, ha guidato il governo per 3 anni, dopo il fallimento di Theresa May, e con la Brexit ha portato Londra lontana da Bruxelles. Travolto dagli scandali, dal Partygate al caso Pincher, nel luglio 2022 il suo governo ha perso pezzi importanti e alla fine Bojo ha deciso di dimettersi da leader dei Tory. LA FOTOGALLERY
- Oggi, 19 giugno 2024, l’ex primo ministro britannico Boris Johnson spegne 60 candeline. Ex giornalista, ha guidato il governo per 3 anni. È arrivato al numero 10 di Downing Street nel luglio del 2019: tre anni dopo, nel luglio del 2022 e dopo aver affrontato la Brexit e la pandemia, il premier britannico ha dato le dimissioni. Travolto dagli scandali, dal Partygate al caso Pincher, il suo governo ha perso molti pezzi e la richiesta di un passo indietro era arrivata da più parti. Ecco la sua fotostoria
- Boris Johnson è nato il 19 giugno 1964 a New York, dove il padre Stanley (politico e scrittore) studiava alla Columbia University. I genitori sono però inglesi. Ecco perché il premier ha avuto la doppia cittadinanza. Rinuncia alla cittadinanza americana nel 2016, quando inizia la sua ascesa nel partito conservatore. Una scelta motivata dalla convinzione che, per un politico di livello nazionale, non fosse corretto avere un doppio passaporto
- Dopo la laurea, inizia la carriera da giornalista. Passa dalle redazioni di The Times e Daily Telegraph. Si fa notare, tra l'altro, per le sue corrispondenze (euroscettiche) da Bruxelles. Nonostante a Bruxelles nascano polemiche legate all'attendibilità dei suoi articoli, Johnson arriva alla direzione del settimanale The Spectator
- Si è sposato tre volte e ha otto figli: le prime nozze nel 1987 con Allegra Mostyn-Owen; le seconde, nel 1993, con Marina Wheeler, con cui ha avuto quattro figli; poi è nato il quinto figlio, da una relazione con la consulente d'arte Helen MacIntyre; il terzo matrimonio nel 2021 con Carrie Symonds, più giovane di ventiquattro anni, ex responsabile della strategia e della comunicazione dei Tories. Symonds, attuale compagna di Johnson, ha dato al premier tre figli
- L'esordio di Boris Johnson in politica risale al 2001, quando viene eletto al Parlamento inglese con i conservatori. Si distingue, rispetto ai colleghi di partito, per le sue posizioni "liberal”. Nel 2008 si candida a sindaco di Londra e batte al ballottaggio il laburista Ken Livingstone. Pioniere del bike sharing, il sindaco si fa notare anche per alcune gaffe. Famosa è quella in cui si fa prendere la mano durante una partita di rugby e travolge un bambino
- Nel 2012, anno in cui Londra ospita i Giochi olimpici, Johnson viene riconfermato alla guida della città. E alla fine del secondo mandato ha ancora un consenso che supera il 50%. Entra in Parlamento nel 2015. Per molti è il sicuro leader Tory, ma passa qualche anno più del previsto prima di arrivare al vertice
- Johnson diventa una delle figure più importanti a favore del "Leave" nella campagna per il referendum sulla Brexit del 23 giugno 2016. Con la vittoria della Brexit e le dimissioni dell'allora premier David Cameron, Johnson viene nominato ministro degli Esteri nel nuovo governo di Theresa May. Si dimetterà nel luglio 2018 per protesta contro la linea morbida sull'uscita dall'Unione europea
- May si incastra tra Bruxelles e Londra e lo stallo sulla Brexit mette in crisi il suo mandato. Johnson, nel frattempo eletto leader dei Tory, entra così a Downing Street: il 23 luglio 2019 è ufficialmente proclamato leader del Partito Conservatore, il giorno dopo la regina Elisabetta II, dopo aver accettato le dimissioni di Theresa May dalla carica di Primo ministro, incarica BoJo di formare il nuovo governo
- Tra bocciature e polemiche per aver sospeso il Parlamento britannico per alcune settimane, il 17 ottobre 2019 Johnson raggiunge l'accordo con l'Ue per portare Londra lontana da Bruxelles. Il primo febbraio del 2020 l'addio del Regno Unito all'Europa è diventato ufficialmente realtà
- La pandemia globale di Coronavirus dichiarata ufficialmente dall'Oms a marzo del 2020 ha costretto a mettere da parte ogni altra questione per fronteggiare l'emergenza sanitaria. Il 12 marzo del 2020 il premier britannico, rispetto all'emergenza Coronavirus, dichiara che la crisi durerà mesi e che molte famiglie avrebbero perso i loro cari. Johnson non aveva previsto misure di contenimento, salvo poi tornare sui suoi passi mettendo il Regno Unito in lockdown come diversi altri Paesi del mondo
- Alla fine di marzo 2020 anche Boris Johnson è risultato positivo al Covid-19. Le sue condizioni peggiorano nell'arco di una settimana e il premier viene ricoverato in terapia intensiva il 6 aprile 2020. Il 12 aprile viene dimesso
- Durante il suo mandato il premier deve fare i conti anche con alcuni scandali. In particolare, a cavallo tra il 2021 e il 2022 scoppia il Partygate: emergono diverse testimonianze di feste a Downing Street, alcune con BoJo presente e poi multato, in periodi in cui il Paese era in lockdown e non erano permesse. La popolarità di Johnson comincia a scendere, ma il governo va avanti e viene respinto anche un voto di sfiducia
- Nel luglio 2022 nuovo caso: uno scandalo sessuale investe Chris Pincher, obbligato dalle rivelazioni del Sun a dimettersi dalla carica strategica di deputy chief whip dopo essersi ubriacato in un club e aver "palpeggiato" due uomini. Johnson è costretto ad ammettere di essere stato informato almeno su uno dei tanti sospetti precedenti circolati sul suo alleato. Si scusa, dice che non ci può essere spazio nel governo per "predatori sessuali", definisce "un errore" il mancato siluramento di Pincher
- Il 7 luglio 2022 Johnson si dimette da leader dei Tory: "Lascio, ma non avrei voluto farlo. È il miglior lavoro del mondo, ma nessuno è indispensabile". Resterà primo ministro fino ai primi di settembre, pochi giorni prima della morte della Regina Elisabetta
- Caduto in disgrazia sulla scena politica del Regno Unito, le sue gaffe continuano comunque a far parlare di lui. L’ultima in ordine di tempo risale allo scorso maggio. L’ex primo ministro è stato allontanato nel South Oxfordshire dal proprio seggio elettorale mentre cercava di votare durante le elezioni locali, per aver dimenticato di portare con sé il documento d’identità completo di foto “accettabile”, previsto da una legge elettorale da lui introdotta nel 2022