Francia, ipotesi patrimoniale super-ricchi. Come funzionerebbe? Il confronto con l'Italia
Il caos politico che sta attraversando Parigi è prima di tutto un'importante crisi economica. Per superarla si è tornati a parlare della proposta dell'economista Gabriel Zucman su una tassazione del 2% sui patrimoni superiori ai 100 milioni di euro. Le persone coinvolte sarebbero meno di 2mila, le entrate per lo Stato tra i 15 e i 20 miliardi di euro. L'impatto è lo stesso che un progetto simile avrebbe in Italia. Anche di questo si è parlato nella puntata di "Numeri" andata in onda il 7 ottobre
FRANCIA, TRA CRISI DI GOVERNO ED ECONOMICA
- Il premier dimissionario francese Sébastien Lecornu è impegnato nelle consultazioni per mettere in piedi un nuovo governo provvisiorio, sempre che alla fine non si vada alle urne anticipate, come chiedono sinistra e destra. Fondamentale sarà riuscire a varare una legge di Bilancio per il 2026, nel complicato quadro economico in cui versa il Paese. In questo contesto si torna a discutere di una patrimoniale sui super-ricchi. Anche di questo si è parlato nella puntata di Numeri, approfondimento di Sky TG24, del 7 ottobre
L'INDEBITAMENTO FRANCESE
- La crisi di governo in corso, la quinta dal 2024, nasce dal buco di bilancio dei conti pubblici: la Francia spende molto più di quello che incassa e il deficit, che secondo le regole europee dovrebbe rimanere sotto il 3%, per il 2026 va verso il 5,7%. Intanto crescono anche gli interessi pagati sul debito: dai 59 miliardi di euro del 2024 si dovrebbe passare a 75 miliardi nel 2029 e poi a 100 miliardi nel 2029
LA TASSA ZUCMAN, PROPOSTA DI PATRIMONIALE SUI SUPER-RICCHI FRANCESI
- Come risanare i conti? La sinistra ha avanzato l'idea della "tassa Zucman", dal nome dell’economista che l'ha ideata. Si tratterebbe di prelevare il 2% da tutti i patrimoni sopra i 100 milioni di euro. Pochissime le persone che sarebbe colpite, tra le 1800 e le 2mila, ma altissimo il gettito che ne deriverebbe, stimato tra i 15 e i 20 miliardi di euro all’anno
UN'ADDIZIONALE PER ARRIVARE AL 2%
- Va detto che, così come è stata pensata da Gabriel Zucman (in foto), la patrimoniale sarebbe però soltanto un’addizionale, nel senso che andrebbe ad affiancare le tasse già versate solamente quando queste si fermassero al di sotto del 2%
APPROVATA DALLA CAMERA, RESPINTA DAL SENATO
- La proposta, sia pure in un'aula semivuota, all'inizio di quest'anno era già stata approvata dalla Camera francese, per poi però essere respinta dal Senato. Forse non se ne farà nulla, ma resta comunque un'idea a cui si guarda con interesse - soprattutto a sinistra - e il dibattito è ancora acceso
LA SIMULAZIONE IN ITALIA
- Cosa succederebbe se la stessa tassa venisse applicata anche in Italia? I risultati finirebbero per essere molto simili a quelli raggiungibili in Francia. Il patrimonio a cui far riferimento sarebbe di 800 miliardi di euro, nelle mani di circa 2600 persone, e lo Stato incasserebbe un gettito annuo di 16 miliardi di euro
L'ITALIA ATTIRA SEMPRE PIÙ SUPER-RICCHI
- In Italia approvare una tassa simile potrebbe però per essere ancora più difficile che in Francia: in questi anni, grazie a un sistema di flat tax che avvantaggia i più facoltosi, sempre più super-ricchi si sono trasferiti nel Bel Paese. Nel 2025 siamo a quota 3600, dietro solo ad Emirati Arabi e Stati Uniti e addirittura davanti alla Svizzera
LE PROPOSTE DEL RASSEMBLEMENT NATIONAL PER LA CRISI IN FRANCIA
- Tornando alla Francia, la tassa Zucman non è l’unica ipotesi sul tavolo risollevare le sorti del Paese. Il Rassemblement National, al momento il primo partito secondo i sondaggi, pensa più che altro a un imponente piano di tagli: 18 miliardi in meno per le spese sociali per gli stranieri, 8 miliardi in meno ai contributi Ue, 60 miliardi in meno per la burocrazia
IL COSTO DEL PROGRAMMA DEL RASSEMBLEMENT NATIONAL
- Non sembra però che l'opposizione a oggi abbia ancora la maturità politica per andare a definire, e risolvere, il buco di bilancio. La proposta che ha fatto cadere il governo di François Bayrou, lasciando il passo a Lecornu, valeva più o meno 48 miliardi di euro. Il Rassemblent National nel 2022 aveva previsto un piano addirittura da 104 miliardi di euro (seppur ridotti a 14 e mezzo nel 2024)
PER LA FRANCE INSOUMISE IL DEBITO NON È UN PROBLEMA
- Dall'altra parte dello schieramento politico, il leader della sinistra della France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, negli scorsi giorni aveva detto non solo che "l'entità del debito francese non è catastrofica", ma anche che tutto sommato "il debito ha arricchito" la Francia. Per Mélenchon non si tratta quindi di un problema
IL COSTO DEL PROGRAMMA PROPOSTO NEL 2024 DAL NUOVO FRONTE POPOLARE
- Lo scorso anno, il Nuovo Fronte Popolare - gruppo politico dalle diverse anime di sinistra formatosi per sbarrare la strada al Rassemblement National, di cui fa parte anche La France Insoumise - aveva proposto un programma che, secondo i calcoli della Fondazione Ifrap, avrebbe comportato spese aggiuntive per ben 160 miliardi di euro all'anno