Introduzione
A New York si è aperta la Settimana ad Alto Livello dell’80esima sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che fino a lunedì prossimo vedrà alternarsi sul podio del Palazzo di Vetro tutti i principali leader mondiali. In un contesto contrassegnato da una profonda crisi di liquidità, anche a causa dei mancati contributi al bilancio Onu da parte degli Usa, come da tradizione decennale, il primo a parlare, dopo il segretario generale dell'Onu e la presidente dell'Assemblea Generale, è stato il presidente del Brasile, Luis Inacio Lula da Silva, seguito dal capo della Casa Bianca, Donald Trump, in qualità di Paese ospitante.
Quello che devi sapere
Trump: "Onu non ha dato una mano agli Usa per far finire le guerre"
"Ho fatto terminare sette guerre, in sette mesi", ma in questo contesto l'Onu " non ha dato una mano per far finire i conflitti", ha detto il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump all'Assemblea, aggiungendo che a lavorare per la pace sono stati gli Usa, "ma non le Nazioni Unite". "Per gli Usa questa è una nuova età dell'oro" ha aggiunto: "Ho costruito l’economia più forte degli Stati Uniti". Poi un passaggio sull'immigrazione: "Ora quando si arriva illecitamente negli Usa, o si va in prigione, o si torna da dove si arriva".
La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt in giornata ha confermato che il presidente Usa avrà incontri bilaterali con Zelensky e Von der Leyen. A margine vedrà anche il presidente argentino Javier Milei e il segretario generale dell’Onu António Guterres. È inoltre previsto un vertice congiunto con i leader di Qatar, Arabia Saudita, Indonesia, Turchia, Pakistan, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Giordania. In serata parteciperà a un ricevimento con i capi di Stato e di governo presenti all’Onu.
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Il dibattito generale
Alle 15 ora italiana ha preso il via il Dibattito Generale e, nel corso della giornata, si terranno due riunioni del Consiglio di Sicurezza, una su Gaza e l'altra sull'Ucraina. Il Dibattito Generale costituisce tradizionalmente l'evento centrale della Settimana ad Alto Livello. Il tema scelto dalla neo-eletta presidente dell'Assemblea Generale, l'ex ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, è "Better together: 80 years and more for peace, development and human rights". Tra le grandi questioni di attualità internazionale che domineranno prevedibilmente il Dibattito Generale spicca, oltre a Gaza, anche la crisi in Ucraina, con l'atteso incontro a margine tra il segretario di Stato Marco Rubio ed il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.
Gli interventi di oggi
Tra gli interventi di oggi anche quelli del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, e dei leader di Giordania, Egitto e Qatar. L'emirato è stato teatro nelle scorse settimane di un raid aereo israeliano che ha preso di mira la leadership di Hamas a Doha. Parleranno poi il presidente francese, Emmanuel Macron, e quello polacco, Karol Nawrocki, il cui Paese è stato di recente al centro delle cronache internazionale per la violazione del suo spazio aereo ad opera di presunti droni russi.
Guterres: "I principi dell'Onu sono sotto assedio"
"Siamo entrati in un'epoca di sconvolgimenti sconsiderati e di incessante sofferenza umana. I principi delle Nazioni Unite che avete istituito sono sotto assedio, i pilastri della pace e del progresso stanno cedendo sotto il peso dell'impunità, della disuguaglianza e dell'indifferenza", ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres aprendo i lavori dell'80esima Assemblea Generale. "Nazioni sovrane invase, la fame trasformata in arma, la verità messa a tacere - ha aggiunto - Ognuno di essi è un avvertimento".
"Il nostro mondo sta diventando sempre più multipolare - ha aggiunto - Questo può essere positivo, perché riflette un panorama globale più diversificato e dinamico. Ma la multipolarità senza istituzioni multilaterali efficaci provoca il caos, come l'Europa ha imparato a sue spese, dando origine alla Prima Guerra Mondiale".
"Troppo spesso la Carta delle Nazioni Unite viene sventolata quando fa comodo e calpestata quando non fa comodo. Ma la Carta non è facoltativa, è il nostro fondamento. E quando il fondamento si rompe, tutto ciò che vi è costruito sopra si rompe", ha proseguito il segretario generale dell'Onu. "In tutto il mondo, vediamo Paesi che si comportano come se le regole non si applicassero a loro - ha aggiunto - Vediamo esseri umani trattati come inferiori. E dobbiamo denunciarlo, l'impunità è la madre del caos e ha generato alcuni dei conflitti più atroci dei nostri tempi".
Guterres: "Senza due Stati non ci sarà pace"
"I palestinesi hanno diritto ad avere uno Stato" e "senza la soluzione a due stati in Medio Oriente non ci sarà pace, ma prevarrà l'estremismo e il radicalismo", ha dichiarato Guterres. "Nulla può giustificare i terribili attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre, da me ripetutamente condannati, e nulla può giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese e la distruzione sistematica di Gaza - ha aggiunto - Serve un cessate il fuoco permanente, che tutti gli ostaggi siano rilasciati ora, e pieno accesso umanitario ora - ha aggiunto - non dobbiamo cedere sull'unica risposta praticabile per una pace sostenibile in Medio Oriente: una soluzione a due Stati".
Il caso del microfono spento di Erdogan
Intanto un polverone di polemiche si è alzato oggi sui media turchi e sul web, dopo che nella notte il microfono del presidente Erdogan si è spento, troncando il finale dell'intervento del leader nella conferenza di Alto Livello sulla Palestina di New York, evento preparatorio all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La fine anticipata dell'intervento di Erdogan ha scatenato reazioni opposte nei media, divisi come sempre tra la difesa a spada tratta del presidente e la critica esasperata di quest'ultimo. "Sabotaggio" è il termine che hanno utilizzato i media vicini al governo turco, bollando la chiusura del microfono come un "atto deliberato", compiuto "nell'interesse degli Usa e di Israele", contro un leader che "è stato l'unico a mostrare coraggio nella difesa dei palestinesi" e che ha "sempre sostenuto la prospettiva dei due Stati". Il ministero delle comunicazioni di Ankara ha emesso una nota in cui ha specificato che il microfono è stato spento quando il tempo massimo, vale a dire 5 minuti, destinato agli interventi, era stato raggiunto. Niente sabotaggio, quindi, ma solo rispetto delle procedure.
Gli interventi di domani e dei prossimi giorni
Mercoledì sarà la volta del leader ucraino Volodymyr Zelensky, che a margine dell'Assemblea dovrebbe incontrare Trump, mentre sembrano affievolirsi le speranze di organizzare un faccia a faccia con Putin. Nella notte tra mercoledì e giovedì (ora italiana) è previsto l’intervento della premier Giorgia Meloni, atterrata questa notte a New York. Giovedì invece ci sarà il discorso in video-collegamento del presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, a cui gli Stati Uniti hanno negato il visto d'ingresso, mentre il giorno successivo sarà il turno del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, del premier cinese Li Qiang e del capo del governo capo del governo britannico, Keir Starmer.
Per approfondire: Onu, Meloni: "Riconosceremo la Palestina solo con ostaggi liberi e Hamas fuori da Gaza"
Conferenza su Gaza
Alcuni eventi di alto livello si sono tenuti già a New York. Tra questi la Conferenza sulla 'risoluzione pacifica della questione palestinese e l’attuazione della soluzione dei due Stati, co-presieduta da Francia e Arabia Saudita. L'evento è stato caratterizzato dal riconoscimento ufficiale dello Stato palestinese da parte della Francia e di altri Paesi, tra cui Andorra, Australia, Belgio, Canada, Lussemburgo, Portogallo, Malta, Regno Unito, San Marino.
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La posizione italiana
Per l'Italia ha parlato il ministro degli Esteri Antonio Tajani che, sottolineando come "la situazione umanitaria a Gaza" sia "catastrofica", ha ricordato che "la nostra posizione è chiara. L'Italia è contraria all'occupazione della Striscia di Gaza e a qualsiasi idea di trasferimento della sua popolazione". "Deploriamo la decisione del governo israeliano di espandere gli insediamenti in Cisgiordania", ha dichiarato ancora, per poi aggiungere: "Condanniamo inoltre con la massima fermezza i recenti attacchi terroristici compiuti da Hamas contro la popolazione civile israeliana a Gerusalemme”. Il titolare della Farnesina ha poi sottolineato che "non deve esserci futuro per Hamas a Gaza". "Un futuro pacifico per la regione deve iniziare con una Gaza libera da Hamas e riunificata con la Cisgiordania, sotto un'Autorità palestinese rafforzata e riformata", ha aggiunto, per poi sottolineare che "è fondamentale soddisfare le esigenze di sicurezza di israeliani e palestinesi”.
Per approfondire: Cosa significa riconoscere lo Stato palestinese e quali Paesi lo hanno fatto. LA MAPPA
Il tema Iran
Grande rilevanza anche alla questione del programma nucleare iraniano e lo 'snap back' delle sanzioni Onu contro la Repubblica islamica, che torneranno in vigore alla mezzanotte del 28 settembre se nei prossimi giorni non si raggiungerà una nuova intesa diplomatica con Teheran. Centrale sarà anche l'attenzione sul continente africano. Oltre a possibili riunioni sul tema Libia, Sant'Egidio organizza un evento con il presidente della Repubblica Centrafricana il 24 settembre. Non mancheranno inoltre la tradizionale riunione sui Balcani occidentali ospitata dall'Italia,e gli appuntamenti a livello ministeriale Cae, G7 e G20.
Il successore di Guterres
Sullo sfondo delle discussioni a New York potrebbe emergere anche il tema della scelta del prossimo segretario generale delle Nazioni Unite considerato che il mandato di Antonio Guterres scade il 31 dicembre 2026 e che il processo di selezione inizia tipicamente un anno prima della scadenza del mandato. All'incarico ambiscono diversi candidati di peso dell'America Latina e Caraibi, gruppo regionale cui spetta esprimere il prossimo segretario generale.
Il progetto di riforma dell’Onu
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite celebra l'ottantesimo anniversario dell'Onu. Una ricorrenza che il segretario generale António Guterres ha voluto legare al progetto di riforma "UN80", puntando a ripensare la struttura delle Nazioni Unite e renderla più agile, meno costosa e più capace di fronteggiare le sfide globali. In questo quadro, si inserisce anche il tema della riforma più generale della governance del Palazzo di Vetro. L’Italia ribadirà l'adesione ai principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite e il sostegno al processo di riforma in corso che, hanno sottolineato fonti italiane, è essenziale per rendere le istituzioni dell'Onu meno burocratiche, più snelle e orientate alla concreta gestione delle sfide comuni. Roma aderisce al Gruppo "Uniting for Consensus", coalizione di nazioni che – hanno ricordato sempre fonti italiane – propone di rendere il Consiglio di sicurezza più democratico, trasparente, inclusivo e rappresentativo, in particolare dell'Africa e delle nazioni del Sud del mondo. Per la coalizione, la creazione di nuovi seggi permanenti ostacolerebbe il raggiungimento di questi obiettivi.
New York blindata
Circa 150 tra capi di Stato e di governo, ministri degli esteri e relativi staff stanno confluendo su Midtown Manhattan. Non ci sono al momento minacce credibili specifiche rivolte contro l’Assemblea Generale, ma numerosi isolati sono blindati da migliaia di agenti della polizia di New York e dal Secret Service, mentre dall'alto elicotteri e un esercito di droni vigilano sul "quadrilatero rosso" che dall'East River arriva fino a Madison Avenue e dalla 34esima al ponte della 59esima: l'operazione di "situational awareness" serve a capire in tempo reale cosa succede nella città soprattutto attorno al quartier generale delle Nazioni Unite. "È una delle più vaste e complesse operazioni mai dispiegate nella storia", ha detto la capo della polizia Jessica Tisch facendo osservare che quest'anno il livello di allerta è particolarmente alto per la coincidenza dell’Assemblea Generale, che offre l'opportunità, fuori dai cancelli del Palazzo di Vetro, di organizzare proteste pro-Pal, con le feste ebraiche di Rosh Hashanah e le tensioni negli Usa seguite all'assassinio dell'attivista conservatore Charlie Kirk. Diverse le manifestazioni pro-Gaza in programma.
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