Introduzione
Passi avanti verso una possibile soluzione al conflitto in Ucraina. Nel vertice a Washington con Trump, Zelensky e i leader europei sono stati toccati diversi punti, tra cui quello determinante delle garanzie di sicurezza per Kiev. Già nel vertice in Alaska il Cremlino ha accettato che l’Ucraina abbia delle garanzie. I dettagli verranno definiti entro 10 giorni. Intanto cresce la possibilità di un bilaterale tra Putin e Zelensky entro fine agosto (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI LIVE)
Quello che devi sapere
Zelensky: “Che garanzie voglio? Tutte”
Già durante il suo bilaterale con Donald Trump nello studio Ovale, Volodymyr Zelensky ha fornito maggiori dettagli sulle garanzie di sicurezza che desidera per porre fine alla guerra in Ucraina. In sintesi ha risposto che le vuole "tutte". Poi è entrato nel dettaglio. "Innanzitutto, un forte esercito ucraino: armi, personale, addestramento e intelligence. Per il resto discuteremo con i nostri partner”
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Trump: “Putin ha accettato garanzie di sicurezza per Kiev”
Ieri Donald Trump parlando con i leader europei ha spiegato che durante il suo summit in Alaska con Vladimir Putin, il leader russo ha "accettato che l'Ucraina abbia garanzie di sicurezza”. Trump ha quindi rassicurato Zelensky e gli europei sul coinvolgimento americano nelle garanzie per Kiev
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Usa si coordineranno con Europa su garanzie a Kiev
“Durante un incontro molto buono" con il presidente Volodymyr Zelensky e i leader europei, "abbiamo discusso delle garanzie di sicurezza per l'Ucraina, che saranno fornite da vari Paesi europei, in un coordinamento con gli Stati Uniti”, ha detto Trump sul suo social Truth
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Entro quando
I Paesi occidentali formalizzeranno le garanzie di sicurezza per l'Ucraina entro 10 giorni, ha detto Zelensky, lasciando intendere che le trattative continueranno serrate. "Stiamo valutando garanzie stile articolo 5 della Nato", ha messo in evidenza il segretario generale Mark Rutte in un'intervista a Fox, precisando che non si è parlato dell'eventuale dispiegamento di truppe americane. "Lavoreremo nei prossimi giorni, abbiamo bisogno di discutere più dettagli", ha aggiunto
Kiev: 100 miliardi di armi Usa per garanzie
Secondo quanto riporta il Financial Times citando alcuni documenti, l'Ucraina si sarebbe offerta di acquistare 100 miliardi di dollari di armi americane finanziate dall'Europa come parte di un accordo per ottenere le garanzie statunitensi sulla sua sicurezza dopo un accordo di pace con la Russia. La proposta prevede anche un accordo fra Kiev e Washington per produrre droni con aziende ucraine
Cosa può succedere
Come detto, le garanzie di sicurezza per l'Ucraina sono state al centro dei colloqui alla Casa Bianca fra il presidente americano Donald Trump, quello ucraino Volodymyr Zelensky e i leader europei. Nessuno si è sbilanciato o ha fornito dettagli su che tipo di forza potrebbe essere necessaria per assicurarsi che la Russia non invada ancora ma le alternative, secondo gli esperti militari interpellati dal New York Times, sono almeno tre
Le ipotesi sul tavolo
La prima è una 'forza di peacekeeping' presumibilmente armata per integrare l'esercito ucraino. Potrebbe essere solo a scopo difensivo ma presenta un problema: per essere un deterrente credibile ci vorrebbero decine di migliaia di soldati. Una seconda opzione è una forza 'tripwire', molto più piccola e non in grado di organizzare una vera e propria difesa. La teoria si basa però sul fatto che la Russia esiterebbe a uccidere europei non ucraini in una possibile invasione. La terza alternativa è quella di creare una forza di osservazione composta da qualche centinaio di soldati, con il compito di riferire su possibili azioni militari in arrivo. Una forza simile non sarebbe comunque abbastanza numerosa da organizzare alcun tipo di difesa
Cosa vogliono Kiev e l’Europa
L'Occidente vuole evitare che quanto accaduto in Ucraina si ripeta. Il primo elemento, apparentemente condiviso sia dall'Europa che dagli Stati Uniti, è quello di rafforzare le forze armate ucraine, in modo che possano tenere a bada Vladimir Putin. Si tratta del modello israeliano - o "porcospino d'acciaio", come va ripetendo da mesi Ursula von der Leyen - per la prima volta evocato dall'ex consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jack Sullivan. Potrebbe prevedere un'intesa sull'assistenza militare americana - come avviene per Israele - e persino esercitazioni congiunte. L'Europa, con il piano di riarmo, si è portata avanti, dato che prevede d'integrare l'industria della difesa ucraina con la propria, anche in ottica di adesione all'Ue, considerata in sé una garanzia di sicurezza (l'articolo 42.7 del trattato di Lisbona prevede infatti il mutuo intervento nel caso di aggressione militare, ma l'ingresso di Kiev nell'Ue non avverrà a breve, se mai avverrà). Mosca, in questo caso, dovrebbe accettare una cooperazione militare "senza limiti" tra l'Ucraina e l'Occidente
Il modello articolo 5 Nato
C'è poi l'ipotesi delle garanzie vere e proprie. Il modello articolo 5 - il famoso 'uno per tutti e tutti per uno' della Nato - va in questa direzione, ma Donald Trump ha già chiarito che non intende estendere l'ombrello protettivo dell'Alleanza Atlantica a Kiev. Una delle richieste base di Putin, d'altra parte, è che l'Ucraina non entri mai nella Nato e quindi difficilmente accetterebbe il rientro "dalla finestra" di ciò che ha sbarrato murando la porta. Le garanzie quindi non potrebbero che essere bilaterali: cioè ogni capitale verso Kiev, sulla falsariga dell'infausto memorandum di Budapest del 1994, quando Washington, Londra e Mosca s'impegnarono a "garantire" l'integrità territoriale dell'Ucraina in cambio dello smaltimento delle armi nucleari. Un precedente che Zelensky vuole evitare, poiché quelle promesse non furono mantenute
Le truppe
La cosiddetta Coalizione dei Volenterosi è arrivata a ipotizzare persino l'invio di truppe sul suolo ucraino, però come forza di "rassicurazione" e non certo "d'interposizione". I soldati occidentali, insomma, non pattuglieranno mai la linea del fronte, semmai si arriverà ad un cessate il fuoco e ad un congelamento del conflitto "de facto". Da Praga, l'anno passato, era arrivata la proposta di proteggere almeno i cieli dell'Ucraina occidentale, con il dispiegamento di batterie di contraerea Nato. La Turchia aveva immaginato una missione di Paesi neutrali - non Nato - per monitorare il cessate il fuoco o gli attacchi ai civili (respinta sulle prime dalla Russia), ipotesi che parrebbe essere tornata in campo dopo il summit in Alaska, purché ne facciano parte alcuni Paesi Brics (Cina in testa)
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