Usa, la lettera della Casa Bianca diventata virale non è stata corretta da Harvard

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Nei giorni scorsi la Segretaria all’Istruzione americana Linda McMahon ha scritto all’ateneo per annunciare che  non avrà diritto a nuove sovvenzioni federali. Il testo però è stato oggetto di critiche da parte di diversi utenti per il linguaggio utilizzato, e una versione ‘corretta’ della lettera è diventata virale. Non si tratta però di una risposta di Harvard, ma di un contenuto pubblicato su X da un utente che voleva “fosse uno scherzo”

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Nei giorni scorsi è diventata virale online l’immagine di correzioni in rosso fatte alla lettera inviata dalla Segretaria all’Istruzione Usa Linda McMahon all’università di Harvard, nella quale veniva annunciato che il college non avrà diritto a nuove sovvenzioni federali. Alcuni post sui social hanno fatto intendere che le correzioni fossero state fatte da Harvard come una sorta di risposta: l’immagine però - come ricostruito da fact-checkers come AFP, Snopes e Facta - non proviene dall’università di Harvard ma è stata creata e pubblicata da un utente su X, che ha chiarito alla stessa AFP di averlo fatto in modo scherzoso. E non c’è traccia sul sito o gli account social dell’ateneo di un simile contenuto in risposta alla lettera dell’amministrazione di Donald Trump.

Che cosa è successo

Il 5 maggio la Segretaria all’Istruzione dell’amministrazione Trump, Linda McMahon, ha pubblicato sul suo account X una lettera indirizzata all’università di Harvard. Nel testo viene comunicato al'ateneo che non avrà diritto a nuove sovvenzioni federali. Secondo alcuni media, si sarebbe trattato di una mossa per  costringere Harvard a tornare al tavolo negoziale nel quale il governo degli Stati Uniti vorrebbe imporre la sua visione politica all’università. Nella lettera indirizzata ad Alan M. Garber, il rettore di Harvard, Linda McMahon ha criticato l'università per "una gestione disastrosa”. Il testo pubblicato online, tuttavia, è stato criticato da diversi utenti per il linguaggio utilizzato.

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Le correzioni non sono di Harvard

Dopo la pubblicazione della lettera, ha iniziato a circolare online una versione del testo con apposte diverse correzioni alla grammatica e allo stile linguistico utilizzato. E secondo alcuni post sui social, le correzioni sarebbero una ‘risposta’ di Harvard al messaggio dell’amministrazione americana. Tuttavia non è così: AFP è infatti risalita alla fonte dell’immagine, che è risultato essere un utente che ha pubblicato un post su X il 6 maggio. Lo stesso utente ha confermato ad AFP di aver creato l’immagine e di essere stato sorpreso dalla viralità del contenuto: al 12 maggio il post su X ha oltre 19 milioni di visualizzazioni. “Volevo che fosse uno scherzo”, ha detto in una mail ad AFP. Inoltre ha specificato in diversi altri post su X che l’immagine non era legata a Harvard e ha scritto in risposta a un altro utente di non aver mai detto di essere affiliato ad Harvard. Infine, riporta ancora AFP, non esiste nessun messaggio di quel tenore sul sito di Harvard o sui social dell’università.

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Screen post su X
Screen da X

La vera risposta di Harvard

La vera risposta dell’università di Harvard è stata pubblicata il 6 maggio sul sito dell’ateneo: “Abbiamo ricevuto un’altra lettera dall’amministrazione”, comunica il portavoce di Harvard, “che raddoppia le richieste che imporrebbero un controllo senza precedenti e improprio sull’università e che avrebbe terribili implicazioni per l’istruzione superiore. La lettera contiene nuove minacce di congelare illegalmente i fondi per la ricerca salvavita e per l’innovazione, come ritorsione contro Harvard per avere presentato una causa il 21 aprile”. Il comunicato conclude dicendo che l’università “continuerà a rispettare la legge, promuovere e incoraggiare il rispetto per la diversità di opinione e combattere l’antisemitismo nella nostra comunità. Harvard continuerà anche a difendersi dagli sforzi illegali del governo volti a soffocare la ricerca e l'innovazione che rendono gli statunitensi più sicuri e protetti”.

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