Hamas ha pubblicato un video di due ostaggi israeliani: secondo i media locali si tratterebbe di Elkana Bohbot e Yosef-Haim Ohana. Intanto, è stata smentita via Twitter all'indiscrezione riportata anche dai media israeliani sulla disponibilità del presidente Usa Donald Trump a riconoscere lo Stato di Palestina. Gli Stati Uniti hanno annunciato che Israele non parteciperà al piano di distribuzione di aiuti alimentari nella Striscia di Gaza
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L'ala militare di Hamas ha pubblicato un video di due ostaggi israeliani nelle mani del gruppo dal 7 ottobre del 2023. Secondo quanto riferito dai media locali, il video mostra Elkana Bohbot e Yosef-Haim Ohana. Il Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi ha chiesto di non diffondere il video fino all'approvazione dei parenti dei due ostaggi.
E' stata smentita via Twitter all'indiscrezione riportata anche dai media israeliani sulla disponibilità del presidente Usa Donald Trump a riconoscere lo Stato di Palestina.
Gli Stati Uniti hanno annunciato che Israele non parteciperà al piano di distribuzione di aiuti alimentari alla Striscia di Gaza, dove il cibo scarseggia da quando Israele ha deciso di bloccare tutte le consegne più di due mesi fa. "Gli israeliani saranno coinvolti nel garantire la necessaria sicurezza militare, perché questa è una zona di guerra, ma non saranno coinvolti nella distribuzione del cibo o nel suo trasporto a Gaza", ha affermato l'ambasciatore degli Stati Uniti in Israele Mike Huckabee in una conferenza stampa.
Intanto, Usa e Israele hanno discusso "al livello più alto" della possibilità che Washington guidi un governo temporaneo nel periodo successivo alla guerra nella Striscia di Gaza. Le fonti hanno aggiunto che le discussioni si sono concentrate sull'opzione di istituire un governo di transizione guidato da un funzionario americano che supervisionerebbe Gaza finché non sarà smilitarizzata e stabilizzata e finché non sarà istituito un governo palestinese.
L'inviato di Donald Trump per il Medio Oriente Steve Witkoff terrà nuovi colloqui con l'Iran domenica in Oman. Lo riferiscono fonti informate alla Afp.
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Trump sull'Iran: "Accordo o faremo saltare in aria le centrifughe nucleari"
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Abu Mazen ha compiuto 90 anni: la carriera politica del presidente della Palestina
Nato il 26 marzo 1935 a Safed, è presidente della Palestina dal 2005. Esponente dell'ala moderata di al-Fatàh, del quale fu fra i fondatori nel 1957, entrò nell'OLP nel 1981 ed ebbe una parte di primo piano negli accordi di Oslo del 1993. Nel 2004 prese il posto di Arafat. LA STORIA DEL LEADER
Tregua Israele-Hamas, chi sono gli ostaggi liberati finora
L'accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. COSA SAPPIAMO
Israele, rimosso il comandante responsabile dell'uccisione dei soccorritori a Rafah
Destituito il comandante della brigata Golani, coinvolto nell’attacco del 23 marzo contro un convoglio di ambulanze nel Sud di Gaza, in cui sono stati uccisi 15 operatori sanitari. Ma un'indagine interna respinge l'ipotesi di violazioni etiche e parla soltanto di un "errore professionale". LA DECISIONE
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Il ministro della Difesa Israel Katz ha dichiarato ''emergenza nazionale'' in Israele a causa dell'incendio partito dai boschi sopra Gerusalemme e che ha portato alla chiusura dell'autostrada verso Tel Aviv. Un incendio di cui ancora non si conosce l'origine, ma che è scoppiato in concomitanza con un appello rivolto da Hamas ai suoi sostenitori attraverso Telegram. ''Bruciate Israele'', si legge in un post, ''bruciate i boschi, le foreste, le case dei coloni, tutto ciò che potete''. LE IMMAGINI
23enne israeliana già ostaggio di Hamas denuncia: "Violentata da un personal trainer"
La ragazza franco-israeliana, 23 anni, era stata rapita dai terroristi durante il festival musicale Nova il 7 ottobre 2023 e rilasciata dopo 55 giorni di prigionia. Ha coraggiosamente parlato della sua vicenda nel corso di un'intervista concessa al canale israeliano Canale 12. LA DENUNCIA
La Papamobile di Bergoglio diventa una clinica mobile per i bambini di Gaza
È stato chiesto alla Caritas di Gerusalemme di allestire la Papamobile di Papa Francesco per farne una piccola clinica mobile per i bambini di Gaza. La richiesta è stata effettuata dal Pontefice stesso prima di morire. LEGGI L'ARTICOLO
Gb, lettera shock di un gruppo di legali pro-Israele: "Guerra a Gaza potrebbe ridurre obesità"
La carestia a Gaza potrebbe ridurre i livelli di obesità e aumentare l'aspettativa di vita dei palestinesi. Questo il contenuto shock di una lettera che Jonathan Turner, ceo di Uk lawyers for Israel (Uklfi), gruppo di avvocati pro- Israele, ha inviato alla segreteria della cooperativa di consumatori britannici 'Co-operative group', contestando una mozione che deve essere discussa all'assemblea generale per chiedere lo stop alla vendita di prodotti israeliani nel Regno Unito. Nel testo si citano 186.000 vittime gazawi, un dato estrapolato da una lettera scritta da alcuni scienziati e pubblicata da "The Lancet" l'anno scorso. La stima è stata definita da Turner come "totalmente falsa e forviante" in quanto sarebbero state contate anche le vittime indirette dalla guerra.
“La lettera (di Lancet) ha anche ignorato fattori che potrebbero aumentare l’aspettativa di vita media a Gaza - scriveva Turner - Tenendo presente che uno dei problemi di salute più grandi a Gaza, prima dell’attuale guerra, era l’obesità”. La dichiarazione shock è stata definita "disgustosa" dagli attivisti del Palestine solidarity campaign (Psc), organizzazione che lotta per i diritti del popolo palestinese. "Mentre i bambini nella striscia di Gaza affrontano il crescente rischio di morire di fame o malattia - afferma Ben Jamal, direttore di Psc - l'indicazione del capo di Uklfi, secondo cui potrebbero trarre beneficio dalla perdita di peso, è assolutamente ripugnante".
Chris Doyle, direttore del Council for Arab-British Understanding (Caabu), ha definito “atroci” le opinioni espresse da Turner: "Che gentile da parte di Israele mettere 2,3 milioni di palestinesi a dieta forzata per migliorare i loro livelli di obesità".
Fonti palestinesi: "15 morti in attacchi israeliani su Gaza"
Sono almeno 15 le persone uccise in attacchi e conflitti a fuoco con le forze israeliane in diverse località della Striscia di Gaza. "Quindici persone sono morte a causa dei raid aerei israeliani su Gaza dall'alba", ha detto un funzionario della Protezione civile palestinese. L'esercito israeliano, che il 18 marzo ha ripreso l'offensiva contro il movimento islamista palestinese di Hamas nella Striscia di Gaza dopo una tregua di due mesi, non ha ancora commentato l'annuncio. L'attacco più mortale - cinque morti, secondo la fonte - è stato compiuto contro una tenda che ospitava sfollati a Gaza City. Una coppia e i loro tre figli sono stati uccisi nel sonno, ha raccontato un uomo che si è identificato come il nonno materno. Tra le altre dieci vittime contate sabato, quattro persone uccise in un attacco su Deir al-Balah, un bambino ucciso da una cannonata sparata da una nave israeliane al largo di Rafah e un'altra persona che ha perso la vita in un attacco a una cucina solidale a Gaza City. Atteso in Israele sabato, il nuovo capo della diplomazia tedesca, Johann Wadephul, ha chiesto da Berlino "seri colloqui in vista di un cessate il fuoco" a Gaza, dove la situazione umanitaria "è ormai insostenibile". Domani Wadephul incontrera' l'omologo israeliano Gideon Saar, e poi il primo ministro Benjamin Netanyahu.
Hamas diffonde video con due ostaggi israeliani (2)
I due uomini vengono ripresi in uno spazio piccolo e ristretto: uno è seduto a gambe incrociate, con la testa rasata e un braccio tatuato, e agita le mani, mentre l'altro è sdraiato sotto una coperta, visibilmente indebolito e in silenzio. Parlando sotto costrizione, come tutti gli ostaggi che appaiono nei video delle Brigate Ezzedine al-Qassam, l'uomo con la testa rasata spiega che il suo compagno versa in condizioni fisiche e mentali molto difficili e invita i leader israeliani a porre fine alla guerra a Gaza. Rispettivamente di 24 e 36 anni, Yossef-Haim Ohana ed Elkana Bohbot sono stati rapiti al festival musicale Nova, nel sud di Israele, durante l'attacco del 7 ottobre che ha scatenato la guerra nella Striscia di Gaza. Entrambi erano già apparsi in video diffusi da Hamas dopo il loro rapimento.
Ambasciatore Usa smentisce che Trump riconosca Palestina
Smentita via Twitter all'indiscrezione riportata anche dai media israeliani sulla disponibilità del presidente Usa Donald Trump a riconoscere lo Stato di Palestina. "Il Jerusalem Post ha bisogno di fonti migliori di questa "fonte" non identificata", scrive l'ambasciatore americano in Israele Mike Huckabee. "Mio nipote Teddy, di 4 anni, è più affidabile. E fidatevi di Teddy. Questa notizia è una sciocchezza. @Israel non ha un amico migliore di @POTUS!"
Hamas diffonde video con due ostaggi israeliani
L'ala militare di Hamas ha pubblicato un video di due ostaggi israeliani nelle mani del gruppo dal 7 ottobre del 2023. Secondo quanto riferito dai media locali, il video mostra Elkana Bohbot e Yosef-Haim Ohana. Il Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi ha chiesto di non diffondere il video fino all'approvazione dei parenti dei due ostaggi.
Schlein: "Cessate fuoco immediato e sanzioni a Israele"
"Per Gaza chiediamo nuovamente un cessate il fuoco immediato, il riconoscimento dello Stato di Palestina, le sanzioni per il governo Netanyahu che porta avanti questo conflitto per interessi personale e politico e non gli interessa della sorte degli ostaggi". Lo ha detto la segreteria del Pd, Elly Schlein, oggi a Terni per inaugurare la sede provinciale del Partito democratico.
Giornalisti da Gaza: "Ci aspettiamo molto da Leone XIV"
"Ci aspettiamo molto dal nuovo Papa, Leone XIV: può fare tanto, la sua voce e il suo intervento possono avere un effetto molto forte sui governi di tutto il mondo, per influire con passi concreti e mettere fine alla guerra e ai bombardamenti". Lo ha detto oggi a Udine Wael Al-Dahdouh, giornalista palestinese che ha vinto il Premio Terzani 2025, insieme al collega Safwat Al-Kahlout, "per il loro coraggio - spiegano gli organizzatori - nel raccontare la guerra a Gaza per Al Jazeera". I due reporter hanno incontrato la stampa prima della cerimonia di consegna del riconoscimento, in programma questa sera a Udine nell'ambito del festival vicino/lontano. "Potrebbe essere un primo passo - ha continuato Al-Dahdouh - gli altri seguiranno dopo la fine della guerra". Durante la conferenza stampa, Al-Dahdouh ha ricordato la sua tragedia personale. "Mi sento responsabile per quello che è successo alla mia famiglia, trucidata in modo orrendo - ha raccontato -, ma ho trovato in me una forza oltre l'ordinario, quasi soprannaturale, per continuare a fare il mio lavoro". A sottolineare il significato del riconoscimento, le parole della presidente di giuria Angela Terzani Staude. "Mai, nella storia, il tributo pagato dal giornalismo è stato così pesante - ha evidenziato -: giornalisti, fotoreporter e operatori della comunicazione a Gaza scontano ogni giorno con la loro vita, e spesso anche con quella dei loro cari, l'impegno a testimoniare i fatti dall'interno e impedire una narrazione unilaterale e controllata". Il premio 2025 è stato assegnato simbolicamente a tutti i giornalisti caduti nella Striscia. "Crediamo che il premio più grande - ha concluso Al-Kahlout - sia arrivare alla fine delle uccisioni dei giornalisti e di tutti i cittadini a Gaza".
Delegazione italiana a Rafah 16-19 maggio, martedì conferenza stampa a Roma
Martedì prossimo alle ore 13 presso la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, in via delle Botteghe Oscure 54 a Roma, si terrà la conferenza stampa, promossa dall’Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (Aoi), Arci e Assopace Palestina di presentazione della delegazione italiana in partenza dal 16 al 19 maggio per il valico di Rafah e la Striscia di Gaza.
Al convoglio umanitario parteciperanno, oltre agli operatori e alle operatrici delle organizzazioni della società civile, anche 15 parlamentari, 2 eurodeputati, 13 giornaliste e giornalisti, accademici ed esperte di diritto internazionale.
Alla conferenza stampa verranno presentati obiettivi umanitari, finalità politiche e programma della missione. Interventi: messaggio di Issam Younis, direttore del Al Mezan Center for Human Rights in Gaza; Silvia Stilli, presidente di Aoi; Walter Massa, presidente di Arci; Luisa Morgantini, presidente di Assopace Palestina; Stefania Ascari, M5s; Laura Boldrini, Pd; Marco Grimaldi, Alleanza Verdi e Sinistra; Cecilia Strada, membro del Parlamento Europeo Alleanza progressista di Socialisti e Democratici (in collegamento).
Anna Foa: "Portare i palestinesi via da Gaza è pulizia etnica"
Portare i palestinesi di Gaza altrove, in un altro Paese, è "pulizia etnica". Lo ha detto senza mezzi termini la storica, docente e scrittrice Anna Foa, che oggi ha presentato nella Loggia del Lionello il suo libro "Il suicidio di Israele" (Laterza) nell'ambito del festival vicino/lontano. Anche per scongiurare il trasferimento di oltre due milioni di palestinesi, occorre "costituire subito uno Stato palestinese", un passaggio fondamentale nonostante la frammentazione delle realtà urbane palestinesi, uno Stato perché costituirebbe una entità con regole molto precise. L'intellettuale, ebrea, si è anche soffermata sulla crescente "protesta in Israele contro il governo Netanyahu. Dopo il 7 ottobre si era interrotta ma ora è ripresa ed è forte. Ma si hanno poche notizie fuori di Israele di questo; così come, ad esempio, dei soldati che si rifiutano di andare a combattere a Gaza". Foa ha ricordato l'episodio di "un ufficiale israeliano che si è rifiutato di far soccorrere una bimba ferita di sei anni, unica sopravvissuta di tutta la famiglia, e ha fatto uccidere i due soccorritori che invece volevano farlo: è stato individuato e condannato dalla Corte penale internazionale. Occorrono questi atti, e dovrebbero essere fatti anche nei confronti di Hamas". Foa ha criticato in particolare il governo in carica e la diaspora, "appiattita su Israele", ed è convinta che "continuando con questa politica, Netanyahu arriverà all'Iran. Ma Trump non sembra così convinto di questa ipotesi". Infine, sul massacro del 7 ottobre 2023, Foa ha detto che è il frutto del "trasferimento di 26 divisioni dal confine con Gaza in altre zone per difendere i coloni". "La capacità del Mossad - ha aggiunto - è esagerata, Netanyahu, che è il primo premier israeliano a non venire dall'esercito, ha messo nei posti chiave suoi uomini, non sempre competenti".
Media: "Trump potrebbe riconoscere stato Palestina durante visita Arabia Saudita"
Alla vigilia della partenza di Donald Trump per la sua missione in Arabia Saudita, arrivano rivelazioni riguardo alla possibilità che il grande annuncio sul Medio Oriente a cui ha fatto riferimento lo stesso presidente sarebbe una dichiarazioni di riconoscimento dello Stato palestinese. La notizia, pubblicata dal sito specializzato The Media Line che cita fonti diplomatiche del Golfo, viene oggi ripresa dalla stampa israeliana.
"Il presidente Trump farà una dichiarazione riguardo allo Stato di Palestinese e al riconoscimento americano e sul fatto che sarà creato uno stato palestinese senza la presenza di Hamas", afferma la fonte per la quale "se questo annuncio sarà fatto, sarà la più grande dichiarazione che cambierà gli equilibri e più Paesi si uniranno agli accordi di Abramo".
Lo stesso sito, però, cita un ex diplomatico del Golfo, Ahmed al-Ibrahim che è scettico su questa possibilità, affermando di non aspettarsi che l'annuncio anticipato da Trump riguarderà la Palestina. "Il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi e il re giordano Abdullah II non sono stati invitati, sono i Paesi più vicina dalla Palestina e sarebbe importante la loro presenza in un evento del genere", argomenta riferendosi al summit tra Paesi del Golf e Usa che si svolgerà a Riad durante la visita di Trump, che parte per la regione il 13 maggio.
Marcia a Madrid per Gaza e per l'embargo alle armi di Israele
Alcune migliaia di persone hanno partecipato oggi alla marcia unitaria che si è snodata nel centro di Madrid "contro il genocidio a Gaza" e per rivendicare l'embargo di armi ad Israele da parte del governo spagnolo. Il corteo, aperto da uno striscione con la scritta 'stop al genocidio in Palestina! Viva la lotta del popolo palestinese!' è partito alle 12 dalla Plaza di Atocha per culminare due ore dopo nella centrale Puerte del Sol. Alla mobilitazione organizzata dalla Rete Solidale contro l'Occupazione della Palestina (Rescop), hanno partecipato manifestanti provenienti da numerose regioni da nord al sud della penisola, dalla Catalogna all'Andalusia, al grido di 'Israele assassina, Europa patrocina!' o, anche, ' 'Ogni bambino morto è un figlio nostro'. Alla protesta, una settimana dopo che il governo spagnolo ha rescisso un contratto per l'acquisto di 13 milioni di proiettili per 6,6 milioni di euro da un'azienda di Israele, hanno aderito anche rappresentanti delle forze della sinistra Podemos e Izquerda Unida. Secondo un'inchiesta del Centro Delàs, la Spagna ha importato da Israele più armi e munizioni di sempre fra l'ottobre 2023, quando è cominciata l'offensiva israeliana a Gaza in risposta all'attentato di Hamas del 7 ottobre, ad oggi. E nonostante l'impegno del governo a interrompere la compravendita di armi. "Il governo spagnolo deve rompere le relazioni con Israele il cui presidente è accusato di crimini contro l'umanità. Invece continua a vendergli e comprare armi con il denaro di tutti", ha denunciato la portavoce di Rescop, Hania Faydi, all'inizio della manifestazione. Madrid ha riconosciuto formalmente lo Stato di Palestina il 28 maggio 2024 unendosi ai 140 Paesi che già lo avevano fatto.
Continua sospensione voli compagnie straniere su Tel Aviv
Le compagnie aeree internazionali continuano a prolungare la sospensione dei voli verso Israele dopo che un missile Houthi ha colpito la zona dell'aeroporto Ben Gurion all'inizio della settimana, scrive il Times of Israel. La compagnia aerea low cost ungherese Wizz Air estende la cancellazione dei suoi voli per Tel Aviv fino al 14 maggio, mentre la compagnia aerea italiana ITA sospendera' i suoi servizi fino al 19 maggio.
Greenpeace a Madrid tinge di rosso fontana contro genocidio Gaza
Attivisti di Greenpeace hanno tinto di rosso l'acqua dell'emblematica fontana di Nettuno, nel centro di Madrid, poco distante dal Congresso spagnolo, per "denunciare il genocidio in corso a Gaza e reclamare al governo un embargo delle armi a Israele". Vari litri di pittura colore rosso sangue, biodegradabile, sono stati riversati nella fontana neoclassica di marmo bianco progettata da Ventura Rodriguez nella piazza Cànovas del Castillo, da contenitori sui quali era scritto 'Embargo di armi a Israele Subito!'. "Mentre Israele commette un genocidio senza precedenti, che ci sta lasciando alcune delle immagini più strazianti, crudeli e disumane viste finora, il nostro paese continua ad alimentare la macchina da guerra, sporcandosi le mani di sangue", ha denunciato la portavoce di Greenpeace, Valentina Carvajal, rivendicando l'embargo. Questo, ha spiegato, "significa porre fine a tutto il commercio di armi con Israele e vietare ogni attività a sostegno dei crimini di guerra contro il popolo palestinese", ha aggiunto.
Giornalisti Gaza: Papa può fare molto per fermare guerra
Papa Leone XIV “può fare tanto per Gaza”, può assumere una posizione “a difesa della giustizia per le vittime di questa catastrofe” e da leader religioso “può influenzare in modo significativo popoli e governo di tutto il mondo, affinché si prendano misure almeno per mettere fine ai bombardamenti israeliani". E’ l’auspicio espresso dal noto giornalista palestinese Wael al-Dahdouh, capo dell’ufficio di corrispondenza di Al Jazeera a Gaza, dove nella guerra in corso tra Hamas e Israele ha visto uccisi sua moglie, tre figli e altri 10 membri della sua famiglia. Insieme al collega Safwat al-Kahlout, originario nel Nord della Striscia e anche lui giornalista per l’emittente qatariota, questa sera ritireranno simbolicamente il premio Tiziano Terzani, nell’ambito del Festival Vicino/Lontano a Udine, a nome di tutti i 214 giornalisti e le giornaliste palestinesi uccisi a Gaza. Sulla scia di una "auspicabile forte presa di posizione" del nuovo Papa, al-Dahdoudh spera che si compiano passi soprattutto da parte delle “istituzioni europee, ma anche di sindaci, associazioni umanitarie, sindacati e organizzazioni a difesa della libertà di stampa” per difendere la popolazione di Gaza e i giornalisti palestinesi ancora sul campo. “Ho dato il mio sangue, il mio sudore, il mio tempo per trasmettere al mondo quello che succede a Gaza, per me è una missione umanitaria, ma il mondo cosa ci sta dando indietro?”, si chiede il reporter diventato famoso anche per aver appreso in diretta della morte della sua famiglia sotto i bombardamenti israeliani. “Si possono fare progetti, manifestazioni, usare mezzi di pressione sull’Ue, perché cerchi di fermare Israele, perché vengano rispettate le convenzioni e le leggi sulla protezione dei giornalisti”, prosegue al-Dahdoudh, “il silenzio che abbiamo sentito intorno a noi sulla nostra condizione ci uccideva proprio come i raid israeliani, nessuno deve convincersi in Europa che non si può fare nulla e rassegnarsi quindi a guardare impotente quanto succede sotto gli occhi di tutti”. “Quando è scoppiata la guerra in Ucraina, ero in Italia”, racconta il collega al-Kahlout, che ha collaborato da producer con numerose testate internazionali, “e mi è sembrato molto bello vedere che l’Europa apriva le porte ai profughi ucraini, mi dicevo che la Ue stava rispettando i diritti umani su cui si fondava”. Ma oggi, denuncia, “davanti alla guerra a Gaza tutti questi valori, le convenzioni, il diritto internazionale sembra siano stati congelati, nessun passo serio come quello fatto con l’Ucraina è stato fatto per Gaza, anzi l’Occidente continua a inviare a Israele le armi che uccidono i nostri bambini”. “La Striscia di Gaza, tanto più adesso davanti ai piani di deportazione del governo di Netanyahu che ci terrorizzano, rappresenta una sfida morale per l’Europa come civiltà”, conclude al-Dahdoudh, “può fallire con gli effetti che ne conseguiranno oppure può compiere passi avanti verso la giustizia umana”.
Silvestri (M5s): "Vogliamo l'embargo totale sulle armi d'Israele"
"In commissione Esteri ho chiesto al governo di sapere se stiamo continuando a spendere i soldi delle tasse dei cittadini e delle cittadine italiane per comprare armi dal governo Netanyahu, cioè da chi sta compiendo un genocidio ai danni del popolo palestinese. Ci hanno risposto di sì perché 'la valutazione politica degli acquisti delle armi segue riflessi di legge' e non è una valutazione che facciamo da Paese a Paese". Lo dichiara sui social Francesco Silvestri, deputato M5S. "Tutto questo come se in questo momento Israele fosse un Paese uguale agli altri. No: è un Paese il cui governo sta compiendo un genocidio e quindi serve un embargo totale, sia negli acquisti che nella vendita di armi. Sono mesi che il Movimento 5 Stelle continua a chiederlo".
Media Israele: "Trump riconoscerà lo Stato della Palestina"
Secondo fonti diplomatiche dei Paesi del Golfo persico Donald Trump sarebbe pronto ad annunciare il riconoscimento dello Stato della Palestina. Lo riporta il Jerusalem Post, ricordando come da giorni circolino le voci di una grande e imminente annuncio da parte del presidente americano atteso nei prossimi giorni in Medio Oriente dove parteciperà anche al summit dei Paesi del Golfo ospitato dall'Arabia Saudita. Negli ultimi giorni diversi media statunitensi hanno parlato della frustrazione di Trump per la linea portata avanti dall'alleato Benyamin Netanyahu, con il quale sarebbe calato il gelo.
Appello dei gruppi al Pe: "Crisi a Gaza intollerabile"
Noi, leader dei gruppi politici Ppe, S&D, Renew Europe, Verdi/Efa e Left al Parlamento Europeo, esprimiamo la nostra profonda preoccupazione per la minaccia di un'ulteriore escalation militare nella Striscia di Gaza e protestiamo contro tutte le violazioni del diritto internazionale in questo conflitto, comprese tutte le dichiarazioni che prevedono cambiamenti territoriali o demografici nella zona". Lo fanno sapere i gruppi in una nota. Non si sono associati all'iniziativa Ecr e i Patrioti per l'Europa. "Chiediamo un intervento internazionale immediato ed efficace per alleviare l'intollerabile crisi umanitaria a Gaza". "Chiediamo un'azione internazionale immediata ed efficace per alleviare l'intollerabile crisi umanitaria a Gaza, sullo sfondo del blocco imposto dal governo israeliano che impedisce agli aiuti umanitari di raggiungere la popolazione civile che vive in condizioni disumane", si legge. "Ribadiamo il nostro appello al pieno rispetto del diritto internazionale umanitario e condanniamo qualsiasi atto di politicizzazione o militarizzazione degli aiuti umanitari. Chiediamo alle autorità israeliane di intervenire immediatamente, in cooperazione con le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie, per garantire l'accesso illimitato all'assistenza umanitaria essenziale alla popolazione palestinese di Gaza. Chiediamo la cessazione immediata e duratura delle violenze. Esigiamo il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi israeliani ancora detenuti. Condanniamo qualsiasi dichiarazione che proponga lo sfollamento forzato di persone o modifiche territoriali, insistendo sul pieno rispetto del diritto internazionale. Chiediamo inoltre che si ponga fine all'impunità per le flagranti violazioni del diritto internazionale umanitario commesse durante le ostilità", proseguono. "Continuiamo a chiedere che l'Ue compia sforzi diplomatici proattivi per giungere a un cessate il fuoco permanente. Ribadiamo l'impegno del Parlamento europeo a favore di una soluzione negoziata che preveda due Stati, sulla base dei confini del 1967, con Israele e Palestina come vicini democratici e sovrani con Gerusalemme come capitale condivisa, che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, quale unica via praticabile per una pace e una stabilità durature in Medio Oriente. Ribadiamo che non vi può essere alcuna prospettiva di pace, sicurezza e stabilità per Gaza, né di riconciliazione tra la popolazione israeliana e quella palestinese, fintantoché Hamas continuerà a svolgere un ruolo nella Striscia di Gaza. L'entità della distruzione e delle sofferenze umane a Gaza richiede un impegno internazionale globale da parte dell'Ue e della comunità internazionale. Plaudiamo pertanto al lavoro svolto dai paesi arabi per un piano di ricostruzione credibile per Gaza, che possa anche fungere da piattaforma per la pace e la sicurezza regionali".
Tajani: "L'Ue dev'essere più protagonista di pace nel mondo"
Un'Europa "più centrale" e "protagonista di pace nel mondo" è quanto auspicato dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un messaggio inviato agli studenti del Ventotene Europa Festival 2025, nel quale prefigura una "Rivoluzione pacifica, con una serie di modiciche all'assetto politico dell'Ue, compresi l'elezione diretta del presidente e l'abbandono dell'unanimità nelle decisioni. "Il primo messaggio al mondo di Papa Leone XIV, 'La pace sia con voi!' - scrive Tajani -, è un richiamo alla responsabilità di tutti, da chi ha ruoli di Governo a ogni cittadino, credente o meno, a impegnarsi costantemente per la pace. L'Unione europea è nata con questo obiettivo che ne rappresenta l'essenza profonda. In un momento così delicato nello scenario mondiale, l'unico modo per guardare al futuro con fiducia è sapersi parte di questa grande Casa comune chiamata Europa e non c'è luogo più simbolico che Ventotene per ricordare il ruolo chiave che l'Italia e gli italiani hanno avuto e avranno per il successo dell'Unione Europea. L'edizione di quest'anno del Ventotene Europa Festival, scrive ancora, "è opportunamente dedicata a un tema urgente oggi per tutti i partner europei, scossi dalla guerra in Ucraina e dalle politiche di riarmo decise da Bruxelles: si andrà verso una maggiore integrazione o verso una disintegrazione dell'Unione? Personalmente - aggiunge Tajani - auspico per l'Europa una visione di lungo periodo unitaria, pragmatica, realistica. Serve una 'rivoluzione pacifica' che permetta all'Europa di essere più centrale, a partire dalle riforme istituzionali sempre più urgenti: un solo presidente eletto direttamente i cittadini, che sia Presidente della Commissione e presidente del Consiglio, oltre a dare più potere al Parlamento europeo, che deve avere finalmente l'iniziativa legislativa. E poi il progressivo allontanamento dalle decisioni all'unanimità, per essere più efficaci di fronte alle sfide globali e una vera difesa europea, che non significa essere guerrafondai ma garantire più sicurezza ai nostri confini e nelle nostre strade, oltre a poter essere protagonisti di pace nel mondo", conclude Tajani.
Ministro Iran visita Arabia Saudita in vista del tour di Trump
l ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha lasciato Teheran questa mattina per Gedda, in Arabia Saudita. Visiterà anche il Qatar nel pomeriggio per partecipare a una conferenza sul dialogo Iran-Arabia Saudita. Citato dall'agenzia Irna, Araghchi ha dichiarato ieri che la sua visita a Riad si svolgerà in continuità con le consultazioni bilaterali con i sauditi sul dialogo in corso fra Iran e Stati Uniti. "Teheran ritiene che qualsiasi possibile accordo con Washington dipenda in larga misura dalle preoccupazioni dei Paesi della regione circa le attività nucleari dell'Iran e anche dai loro interessi comuni con l'Iran". Teheran e Washington hanno in programma un quarto round di colloqui in Oman domani. Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha intenzione di visitare Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti fra il 13 e il 16 maggio.
Media: "L'Iran si prepara a consegnare lanciatori alla Russia"
L'Iran si prepara a consegnare alla Russia lanciatori Fath-360 per missili balistici a corto raggio che, secondo gli Stati Uniti, Teheran aveva già inviato a Mosca l'anno scorso per essere utilizzati contro l'Ucraina: lo scrive l'agenzia di stampa Reuters, che cita due funzionari della sicurezza occidentali e un funzionario regionale. Con una gittata di 120 km, i Fath-360 fornirebbero alle forze armate di Mosca una nuova arma da usare contro le truppe ucraine in prima linea, gli obiettivi militari nelle vicinanze e i centri abitati vicino al confine con la Russia, secondo gli analisti.
Borrell: "A Gaza Israele sta commettendo un genocidio"
Josep Borrell, l'ex Alto Rappresentante della Politica estera Ue ha accusato Israele di "genocidio" a Gaza. "Stiamo assistendo alla piu' grande operazione di pulizia etnica dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, con l'obiettivo di creare una splendida meta turistica una volta che tutte le milioni di tonnellate di macerie saranno state rimosse da Gaza e i palestinesi saranno morti o se ne saranno andati", ha affermato il politico spagnolo, citato dal Guardian, facendo riferimento al piano per la Striscia proposto dal presidente Usa Donald Trump che prevede una ricostruzione in stile 'Riviera'. "Sappiamo tutti cosa sta succedendo li', e abbiamo tutti sentito gli obiettivi dichiarati dai ministri di Netanyahu, che sono chiare dichiarazioni di intenti genocidi.
Unrwa: molto difficile distribuire gli aiuti a Gaza senza l'Onu
È "molto difficile" immaginare di distribuire aiuti umanitari a Gaza senza l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), ha affermato venerdì un portavoce dell'organizzazione. "È impossibile sostituire l'Unrwa in un posto come Gaza. Siamo la più grande organizzazione umanitaria", ha dichiarato la portavoce Juliette Touma in una conferenza stampa ad Amman. Dal 2 marzo non è più consentito l'ingresso di aiuti umanitari nel territorio palestinese, dove vivono 2,4 milioni di persone. Israele ha ripreso la sua offensiva il 18 marzo. Le autorità israeliane affermano che il blocco mira a costringere Hamas a rilasciare gli ostaggi ancora detenuti a Gaza dopo l'attacco senza precedenti del movimento islamista del 7 ottobre 2023. Israele, che accusa Hamas di dirottare gli aiuti, ha anche suggerito di distribuirli ai centri controllati dai militari, una proposta ampiamente criticata dalle Nazioni Unite e dalle organizzazioni umanitarie. "Non parteciperemo ad alcuna operazione di aiuto che non rispetti i nostri principi umanitari di indipendenza, umanità e imparzialità", ha affermato venerdì Rolando Gomez, portavoce delle Nazioni Unite a Ginevra.
Usa annunciano distribuzione di aiuti a Gaza senza Israele
Gli Stati Uniti hanno annunciato che Israele non parteciperà al piano di distribuzione di aiuti alimentari alla Striscia di Gaza, dove il cibo scarseggia da quando Israele ha deciso di bloccare tutte le consegne più di due mesi fa. "Gli israeliani saranno coinvolti nel garantire la necessaria sicurezza militare, perché questa è una zona di guerra, ma non saranno coinvolti nella distribuzione del cibo o nel suo trasporto a Gaza", ha affermato l'ambasciatore degli Stati Uniti in Israele Mike Huckabee in una conferenza stampa.