Trump tra dazi, Groenlandia e guerra in Ucraina: i primi 100 giorni della sua presidenza

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Introduzione

È tempo di bilanci per Donald Trump: oggi, 29 aprile, scattano i primi 100 giorni della sua seconda presidenza. Molto è già successo dallo scorso 20 gennaio, giorno del suo insediamento alla Casa Bianca, dalla raffica di ordini esecutivi firmati non appena è entrato in carica all’applicazione di nuovi dazi sulle merci internazionali (anche se quelli più discussi, le tariffe “reciproche” con tutti gli Stati esteri, sono per ora sospesi, fatta eccezione per quelli con la Cina).

 

Misure che non hanno convinto del tutto i cittadini statunitensi: per il Washington Post e Cnn il gradimento di Trump tra la popolazione è il più basso della storia per i primi giorni di una presidenza (rispettivamente al 39% e al 41%).

Quello che devi sapere

Time: “Tra i 100 giorni più destabilizzanti per gli Usa”

  • Il Time descrive i primi 100 giorni del secondo mandato di Trump come alcuni tra i più “destabilizzanti nella storia americana”, caratterizzati da “un'ondata di prese di potere, cambiamenti strategici e attacchi diretti che hanno lasciato avversari, interlocutori internazionali e perfino molti sostenitori sbalorditi”.

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I dazi

  • Momento centrale dei mesi trascorsi è stato il Liberation Day del 2 aprile, quando Trump ha fatto entrare in vigore i tanto discussi dazi. Al momento sono in vigore tariffe del 10% su tutti i prodotti importati da qualsiasi Paese estero, mentre quelle più alte sono state temporaneamente bloccate. 
  • Non è così per Pechino, con cui è di fatto iniziata una nuova guerra commerciale: Washington applica dazi del 145% sulle merci cinesi, la Cina del 125% su quelle americane. Ci sono poi le tariffe del 25% su acciaio, alluminio, sulle automobili e sulle componenti per assemblarle.
  • Non è chiaro cosa succederà in futuro. I negoziati con l'Unione Europa appaiono in salita e quelli con la Cina devono, almeno formalmente, ancora iniziare, lasciando intravedere mesi di febbrili manovre per rimuovere l'incertezza e le nubi di recessione che si stanno addensando sull'economia.

Per approfondire: Dazi, rallentamento economico in vista: ecco cosa cambia per le imprese

Trasformare Gaza in una Riviera

  • Sul fronte della guerra a Gaza, non sono state particolarmente apprezzate (se non da Israele) le dichiarazioni di Trump nella conferenza stampa dello scorso 5 febbraio insieme al premier israeliano Benjamin Netanyahu. In quell’occasione ha ventilato l’ipotesi di un controllo statunitense della Striscia e di una sua ricostruzione per trasformarla in una sorta di “Riviera del Medio Oriente”, mentre la popolazione dovrebbe nel mentre spostarsi nei Paesi vicini (senza specificare quali)

Trasformare Gaza in una Riviera

La guerra in Ucraina

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La guerra in Ucraina

I tagli agli uffici governativi

  • Complice Elon Musk e il Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE), Trump ha lanciato una massiccia spending review, tagliando migliaia di posti di lavoro e chiudendo molti uffici governativi, anche se gli iniziali 'risparmi' sono stati mangiati proprio dai costi per le migliaia di licenziamenti effettuati.
  • In vista dell'uscita di Musk dal governo, l'amministrazione Trump si sta muovendo per rafforzare il controllo sulle assunzioni privilegiando chi è "fedele alla legge e alle politiche del presidente". Anche il Doge, di cui Trump è orgoglioso, si è attirato decine di cause per i suoi tagli ritenuti indiscriminati.

Per approfondire: Il DOGE non sta diminuendo il deficit Usa, lo sta aumentando

La lotta alla diversità e alla cultura woke

  • Il presidente ha tirato dritto nella sua battaglia contro "la tirannia del politicamente corretto" e della "cultura woke". Si è quindi mosso appena insediato per abolire le misure a tutela delle minoranze messe in campo dal suo predecessore Joe Biden nell’ambito del programma DEI – Diversity, Equality and Inclusion (diversità, uguaglianza e inclusione), che promuoveva l’assunzione di persone appartenenti a qualche minoranza all’interno delle istituzioni federali, delle aziende e della società americana nel suo insieme.
  • Trump ha anche preso di mira le persone transessuali o non binarie: gli Stati Uniti riconoscono ormai solamente due sessi, maschio e femmina, e i cittadini transgender non sono più accolti nelle forze armate.

La lotta alla diversità e alla cultura woke

Le mire espansionistiche

  • Fin da subito Trump ha detto di voler annettere agli Stati Uniti il Canada e la Groenlandia (anche utilizzando la forza) di voler riportare il Canale di Panama sotto il controllo di Washington 

L’emergenza migranti

  • Trump agli americani presenta come promessa mantenuta nei primi 100 giorni quella di aver domato l'emergenza migranti. Gli arrivi al confine con il Messico sono crollati e le deportazioni di migranti senza documenti sono in aumento, anche se l'obiettivo di un milione di espulsioni in un anno appare irraggiungibile. I successi sull'immigrazione sono stati ottenuti non senza polemiche: le deportazioni sono state infatti accompagnate da una lunga serie di azioni legali, le ultime in ordine temporale riguardanti tre cittadini americani minorenni inviati in Honduras insieme alle loro madri

La popolarità di Trump a picco nei sondaggi

  • Fra la stretta sui migranti ritenuta eccessiva e l'azione di Musk, oltre che per i timori di una recessione causata dai dazi, il presidente è in forte calo nei sondaggi. Per l'Associated Press, quattro americani su 10 lo ritengono un presidente "terribile"
  • Valutazioni che non sembrano preoccupare Trump: in un Casa Bianca ben più stabile rispetto al caos del primo mandato - fatta eccezione per il caso Pete Hegseth - il presidente tira dritto e guarda avanti, sognando forse anche un terzo mandato nel 2028 come indicato anche dai cappellini in vendita sul suo sito

I prossimi 100 giorni

  • Ora si guarda ai prossimi 100 giorni: Trump punta a concentrarsi su accordi commerciali e sui colloqui di pace, preparando molti "siluri sott'acqua", scrive Reuters citando alcuni funzionari. 

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I prossimi 100 giorni