Il segretario di Stato durante il Pontificato di Jorge Mario Bergoglio ha detto che “solo la misericordia guarisce e crea un mondo nuovo, spegnendo i fuochi della diffidenza, dell'odio e della violenza: questo è il grande insegnamento di Papa Francesco”
"Solo la misericordia guarisce e crea un mondo nuovo, spegnendo i fuochi della diffidenza, dell'odio e della violenza: questo è il grande insegnamento di Papa Francesco”. A dirlo è stato oggi il cardinale Pietro Parolin, già segretario di Stato, che ha presieduto la seconda messa dei “novendiali” in suffragio del Pontefice scomparso. Di fronte a circa 200mila fedeli presenti al rito, Parolin ha detto che "Papa Francesco è stato testimone luminoso di una Chiesa che si china con tenerezza verso chi è ferito e guarisce con il balsamo della misericordia; e ci ha ricordato che non può esserci pace senza il riconoscimento dell'altro, senza l'attenzione a chi è più debole e, soprattutto, non può esserci mai la pace se non impariamo a perdonarci reciprocamente, usando tra di noi la stessa misericordia che Dio ha verso la nostra vita” (Fedeli in coda per l’omaggio alla tomba a Santa Maria Maggiore. FOTO).
“Smarriti per morte Papa come apostoli per quella di Gesù”
"L'immagine iniziale che il Vangelo ci offre in questa domenica può rappresentare bene anche lo stato d'animo di tutti noi, della Chiesa e del mondo intero. Il Pastore che il Signore ha donato al suo popolo, Papa Francesco, ha terminato la sua vita terrena e ci ha lasciati”, ha detto il cardinale Pietro Parolin. “Il dolore per la sua dipartita, il senso di tristezza che ci assale, il turbamento che avvertiamo nel cuore, la sensazione di smarrimento: stiamo vivendo tutto questo, come gli apostoli addolorati per la morte del Signore. Eppure, il Vangelo ci dice che proprio in questi momenti di oscurità il Signore viene a noi con la luce della risurrezione, per rischiarare i nostri cuori. Papa Francesco ce lo ha ricordato fin dalla sua elezione e ce lo ha ripetuto spesso, mettendo al centro del pontificato quella gioia del Vangelo".
“L’eredità di Papa Francesco diventi vita vissuta”
Parolin, applaudito dai fedeli, ha detto che “il nostro affetto per lui, che si sta manifestando in queste ore, non deve restare una semplice emozione del momento; la Sua eredità dobbiamo accoglierla e farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri”. Il cardinale ha sottolineato che “noi possiamo rialzarci dopo le nostre cadute e guardare al futuro solo se abbiamo qualcuno che ci ama senza limiti e ci perdona. E, perciò, siamo chiamati all'impegno di vivere le nostre relazioni non più secondo i criteri del calcolo o accecati dall'egoismo, ma aprendoci al dialogo con l'altro, accogliendo chi incontriamo lungo il cammino e perdonando le sue debolezze e i suoi errori”.
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Parolin ad adolescenti venuti per Giubileo,'è presente il mondo'
Rivolgendosi poi ai ragazzi presenti a Roma per il Giubileo degli Adolescenti, Parolin ha detto: “La gioia pasquale, che ci sostiene nell'ora della prova e della tristezza, oggi è qualcosa che si può quasi toccare in questa piazza; la si vede impressa soprattutto nei vostri volti, cari ragazzi e adolescenti che siete venuti da tutto il mondo a celebrare il Giubileo". Il cardinale ha aggiunto: "Venite da tante parti: da tutte le Diocesi d'Italia, dall'Europa, dagli Stati Uniti all'America Latina, dall'Africa all'Asia, dagli Emirati Arabi … con voi è realmente presente il mondo intero! A voi rivolgo un saluto speciale, che rivolgo pure ai vescovi che vi hanno accompagnato, ai sacerdoti, ai catechisti, col desiderio di farvi sentire l'abbraccio della Chiesa e l'affetto di Papa Francesco, che avrebbe desiderato incontrarvi, guardarvi negli occhi, passare in mezzo a voi per salutarvi". E ancora “di fronte alle tante sfide che siete chiamati ad affrontare - ricordo, ad esempio, quella della tecnologia e dell'intelligenza artificiale che caratterizza in modo particolare la nostra epoca - non dimenticate mai di alimentare la vostra vita con la vera speranza che ha il volto di Gesù Cristo. Nulla sarà troppo grande o troppo impegnativo con Lui! Con Lui non sarete mai soli né abbandonati a voi stessi, nemmeno nei momenti più brutti!”.
Le messe dei “novendiali”
La messa celebrata oggi in Piazza San Pietro era la seconda dei “novendiali” in suffragio di Papa Francesco. La piazza è stata affollata anche perché il rito ha coinciso con il Giubileo degli adolescenti, uno degli eventi giubilari più attesi di questo anno santo, cui si sono iscritti oltre 80 mila adolescenti dall'Italia e da vari Paesi del mondo. A causa della morte del Pontefice, è stata invece rinviata la canonizzazione di Carlo Acutis, che avrebbe dovuto aver luogo oggi. Le messe dei “novendiali” vengono celebrate per nove giorni consecutivi, a partire da quella esequiale presieduta ieri in Piazza San Pietro dal cardinale decano Giovanni Battista Re: esse sono aperte a tutti, ma prevedono ogni giorno la partecipazione di un gruppo diverso, tenuto conto dei suoi legami con il Papa scomparso. Quella di oggi era dedicata ai dipendenti e ai fedeli della Città del Vaticano. Le prossime saranno celebrate ogni giorno, fino a domenica 4 maggio, alle 17 nella Basilica di San Pietro.