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Ucraina, vertice coalizione volenterosi. Macron: “Russia finge di negoziare”

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Vertice Parigi, Macron: Kiev deve diventare una potenza militare
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Vertice Parigi, Macron: Kiev deve diventare una potenza militare
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A Parigi nuovo incontro di coordinamento per cercare una soluzione sulle garanzie di sicurezza per Kiev. Meloni: “Devono trovare fondamento nel contesto euroatlantico”. Presente anche Zelensky. Scholz: "Tutti d'accordo, avanti sul sostegno all'Ucraina". Manca unanimità sull’opzione di una missione di peacekeeping. Macron annuncia: “Squadra Francia-Gb in Ucraina per formare esercito”. Ancora: "Ci sarà una forza di rassicurazione" composta da "diversi Paesi europei" in caso di pace. Nessuno stop alle sanzioni per ora

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La “coalizione dei volenterosi” si è riunita a Parigi per un nuovo vertice di coordinamento con l’obiettivo di trovare una possibile quadra su che tipo di garanzie di sicurezza dare all'Ucraina - compresa una missione di peacekeeping - in vista dell'accordo di pace, sempre che le spinte di Donald Trump sulle parti in guerra portino risultati (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI). Attorno a Emmanuel Macron, nei saloni dell'Eliseo, hanno partecipato i rappresentanti di una trentina di Paesi. Per l’Italia c'era la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha ribadito: per Kiev servono "garanzie di sicurezza solide e credibili che devono trovare fondamento nel contesto euroatlantico". Fra i partecipanti al vertice anche il premier britannico Keir Starmer, chiamato a guidare con Macron gli sforzi della coalizione, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il vicepresidente turco Cevdet Yilmaz, il capo della Nato Mark Rutte e i vertici dell'Unione europea. Presente anche Volodymyr Zelensky che già ieri aveva avuto una cena di lavoro con Macron. Il presidente francese ha annunciato altri 2 miliardi di euro di aiuti militari. Intanto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, commenta che "Londra e Parigi continuano a escogitare piani per l'intervento militare in Ucraina. Tutto questo è mascherato da una sorta di missione di mantenimento della pace".

Macron: "Russia non vuole pace"

L'ultima volta, quando il premier britannico Keir Starmer li aveva convocati in videoconferenza, circa 25-30 leader si erano connessi. Oggi l'ordine del giorno era articolato attorno a 4 grandi punti: il proseguimento degli aiuti militari all'Ucraina e il contributo di ogni Paese, le modalità di un cessate il fuoco "completo", la preparazione di un potenziale "dopo-tregua" e le condizioni del dispiegamento di una forza europea in Ucraina per garantire la pace, iniziativa che vede in prima linea la coppia franco-britannica. Sul tema Macron ha annunciato l'invio di "un'equipe franco-britannica" per "preparare quello che sarà l'esercito ucraino di domani". Sull'invio di peacekeeper in Ucraina, "non c'è l'unanimità" tra i volenterosi ma "non serve l'unanimità perché questa missione prenda vita", ha aggiunto il presidente francese che immediatamente prima dell'inizio del vertice aveva telefonato a Donald Trump. Macron ha poi annunciato: "Ci sarà una forza di rassicurazione" composta da "diversi Paesi europei" nel caso di raggiungimento della pace in Ucraina. Ha poi precisato che avrà base "in alcuni luoghi strategici" dell'Ucraina "in caso di pace". Tali forze "avranno un carattere di dissuasione nei confronti di una potenziale aggressione russa", ha aggiunto. Tuttavia "non saranno destinate a essere forze di mantenimento della pace, non saranno forze presenti sulla linea di contatto né destinate a sostituirsi all'esercito ucraino", ha spiegato. Il capo dell'Eliseo ha poi ribadito: "Continueremo a sostenere militarmente l'esercito ucraino". La Russia "finge di negoziare" per arrivare a un accordo, ma "non vuole alcun tipo di pace".

Scholz: "Tutti d'accordo, avanti sul sostegno all'Ucraina"

"Tutti gli Stati riuniti qui sono d'accordo sul fatto che l'Ucraina abbia ancora bisogno di sostegno e che lo otterrà", ha detto invece Olaf Scholz, parlando alla stampa tedesca, alla conclusione del vertice di Parigi. I partecipanti, a quanto si apprende da fonti Ue, hanno espresso "dubbi" sul fatto che la Russia rispetti la tregua. "Tutti sono determinati a continuare a supportare Kiev fino a che non verrà raggiunta una pace giusta e durevole", si apprende ancora. Il leader ucraino Voldymyr Zelensky ha ribadito che "la Russia non vuole alcun tipo di pace".

Starmer: "Nessuno stop alle sanzioni a Mosca per ora"

È stato deciso all'unanimità che "non è il momento di revocare le sanzioni, quali che siano", ha detto ancora Macron. "Non ha senso una politica di revoca delle sanzioni prima che la pace non sia chiaramente raggiunta", ha aggiunto il presidente francese, lamentando poi il fatto che non ci sia "alcuna risposta russa" alle proposte di pace. "Non è ancora il momento di revocare le sanzioni", gli ha fatto eco il premier britannico Starmer, rivolgendosi ai media con al fianco il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e lasciando il meeting assieme a lui. Starmer ha poi rivendicato il sostegno dei Paesi della cosiddetta coalizione dei volenterosi "in un momento cruciale". Un sostegno destinato a proseguire "per tutto il tempo necessario", ha insistito, dopo gli aiuti assicurati "in tre anni di guerra". L'Europa si sta "mobilitando" in quanto continente, dentro e fuori i confini dell'Ue, "come non si vedeva da decenni", ha sottolineato ancora il premier britannico. Starmer, in una conferenza stampa dopo il vertice, ha poi insistito sulla necessità della cosiddetta "coalizione dei volenterosi" per garantire "una pace attraverso la forza" e la sicurezza dell'Ucraina di fronte alla Russia. Ma ha anche ribadito che "il sostegno degli Usa" è indispensabile per imporre a Mosca un vero cessate il fuoco e assicurare agli alleati le garanzie del caso. Il primo ministro britannico ha poi precisato che la questione di un invio di peacekeeper in Ucraina è ancora prematura, in mancanza di un accordo di tregua operativo. Ma ha comunque rassicurato che vi sarà "un voto del Parlamento" prima di un via libera alla missione di un contingente del Regno Unito.

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La posizione di Meloni

Dopo il vertice di Parigi, Palazzo Chigi ha diffuso una nota che spiega la posizione della premier Giorgia Meloni. “L'incontro ha permesso di ribadire l'impegno dei partner europei e occidentali per una pace giusta e duratura, che necessita del continuo sostegno all'Ucraina e di garanzie di sicurezza solide e credibili che” Meloni “ha riaffermato debbano trovare fondamento nel contesto euroatlantico, anche sulla base di un modello che in parte possa ricalcare quanto previsto dall'articolo 5 del Trattato di Washington”, si legge nel comunicato. Su questa ipotesi, si legge ancora nella nota di Palazzo Chigi, "il presidente Macron ha sollevato con interesse l'opportunità di un approfondimento tecnico, che” la premier “ha accolto con favore". "Ora è importante poter estendere il cessate il fuoco parziale alle infrastrutture civili, come le scuole e gli ospedali, con l'obiettivo di raggiungere un cessate il fuoco totale", ha sottolineato Meloni nel corso del vertice. La premier ha ribadito che “non è prevista alcuna partecipazione italiana a una eventuale forza militare sul terreno” e ha sottolineato “l'importanza di continuare a lavorare con gli Stati Uniti per fermare il conflitto e raggiungere una pace che assicuri la sovranità e la sicurezza dell'Ucraina, auspicando il coinvolgimento di una delegazione americana al prossimo incontro di coordinamento". Nel corso della riunione, ha spiegato ancora Palazzo Chigi, “i leader hanno anche discusso l'importanza di una efficace attuazione e monitoraggio del cessate il fuoco, su cui si sta facendo spazio un possibile ruolo delle Nazioni Unite, in linea con la posizione del governo italiano”.

Von der Leyen: “Anticipiamo la parte Ue dei prestiti del G7 per l'Ucraina”

Dopo il vertice ha parlato anche Ursula von der Leyen. "Ho avuto un incontro molto positivo con la coalizione dei Volenterosi. È diventata più grande, più forte e molto determinata", c'è stata "un'ampia discussione su come intensificare il supporto all'Ucraina nel breve termine, finanziariamente e militarmente, le esigenze militari dell'Ucraina che devono essere soddisfatte, ma anche le esigenze finanziarie. E qui posso contribuire dicendo che anticiperemo la parte Ue dei prestiti del G7 per l'Ucraina", ha annunciato la presidente della Commissione europea in un video su X. Il "secondo argomento", ha aggiunto von der Leyen, è "mantenere la pressione sulla Russia". “È molto chiaro che le sanzioni rimangono in vigore. Ciò che vogliamo è un accordo di pace giusto e duraturo. Questo è l'obiettivo", ha ribadito. "Il terzo punto chiave è stato il sostegno a lungo termine per l'Ucraina e la nostra posizione di difesa europea. Qui, ovviamente, il piano di 'Prontezza 2030' è cruciale. Fornisce fino a 800 miliardi di euro di possibilità di investimento nella difesa per gli Stati membri".

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Gli scenari

Lo scenario a 4 livelli d'interposizione - l'Onu a monitorare la tregua, le forze armate ucraine armate sino ai denti a dissuadere la Russia, i volenterosi come prima linea di garanzia e infine il 'backstop' americano - potrebbe essere una buona base ma sono ancora molti gli interrogativi da sciogliere, primo su tutti se Vladimir Putin accetterà mai lo schema e, subito a ruota, se Donald Trump è disposto a imporlo. Parigi e Londra non sembrano infatti inclini a strappare, al di là dell’autonomia strategica dell'Europa. Rutte lo ha detto chiaramente. Non è il momento di "fare da soli", né per Bruxelles né per Washington. Anche perché lo scudo nucleare Usa "non è sostituibile”.

Cosa fa l’Italia

Intanto l’Italia ha ribadito che non è disponibile a inviare proprie truppe militari in Ucraina nello scenario proposto da Francia e Germania. Diverso sarebbe se prendesse corpo una missione di "monitoraggio" sotto l'egida dell'Onu. Questa linea, ribadita da Meloni al vertice, era emersa ieri da un incontro tenuto a Palazzo Chigi. Il comunicato ufficiale aveva messo nero su bianco la posizione condivisa, dopo giorni di forti fibrillazioni, soprattutto fra Salvini e Tajani. Si indicava il "contesto euroatlantico" come cornice in cui costruire "garanzie di sicurezza solide ed efficaci" per Kiev, "insieme ai partner europei e occidentali e con gli Usa". Si sottolineava che l'idea di mutuare l'articolo 5 della Nato (sulla difesa collettiva di un alleato attaccato) "sta riscontrando sempre più interesse tra i partner internazionali". E soprattutto si ribadiva che "non è prevista alcuna partecipazione nazionale a una eventuale forza militare sul terreno".

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