
Trump dà "l'ultimo avvertimento" ad Hamas perché liberi subito tutti gli ostaggi vivi e restituisca i cadaveri di quelli uccisi. Altrimenti "ci sarà l'inferno da pagare", minaccia il presidente Usa. E avverte: "La leadership" del movimento islamista di Gaza "lasci ora, finché ne ha ancora la possibilità". Trump ha ricevuto ieri otto degli ostaggi già liberati. Hamas conferma intanto contatti diretti con l'inviato di Washington
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Trump dà "l'ultimo avvertimento" ad Hamas perché liberi subito tutti gli ostaggi vivi e restituisca i cadaveri di quelli uccisi. Altrimenti "ci sarà l'inferno da pagare", minaccia il presidente Usa. E avverte: "La leadership" del movimento islamista di Gaza "lasci ora, finché ne ha ancora la possibilità". Trump ha ricevuto ieri otto degli ostaggi già liberati. Hamas conferma intanto contatti diretti con l'inviato di Washington.
Approfondimenti:
- Accordo Israele-Hamas, in migliaia festeggiano la tregua per le strade di Gaza
- Tregua Israele-Hamas: ecco chi sono gli ostaggi liberati finora
- Tregua a Gaza, accordo tra Israele e Hamas. Le reazioni internazionali, da Trump a Biden
- Tregua a Gaza, migliaia di sfollati verso casa. Entrano gli aiuti. LE FOTO
- Tregua Gaza, chi sono le prime 3 ragazze israeliane liberate da Hamas
- Dalla difesa alle infrastrutture, Russia e Iran sempre più vicini
- Gaza secondo Trump,il video realizzato con l'Ai con statue d'oro e resort di lusso
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Segui il liveblog del 7 marzo 2025 sulla tregua in Medio Oriente
Rubio: toglieremo il visto a studenti stranieri pro-Hamas
"Coloro che sostengono organizzazioni terroristiche, tra cui Hamas, minacciano la nostra sicurezza nazionale. Gli Stati Uniti avranno tolleranza zero per gli stranieri che sostengono i terroristi. I trasgressori della legge americana, compresi gli studenti internazionali, rischiano il diniego o la revoca del visto e l'espulsione". Lo ha detto il segretario di Stato americano Marco Rubio.
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Tregua Israele-Hamas, chi sono gli ostaggi liberati finora
L'accordo per un cessate il fuoco sulla Striscia di Gaza è scattato il 19 gennaio. Durante la prima delle tre fasi saranno in tutto 33 le persone riconsegnate allo Stato ebraico (anche se quelle vive sono 25). In cambio vengono liberati centinaia di prigionieri palestinesi. Dalle donne portate via dai kibbutz israeliani ai partecipanti rapiti durante il festival di Nova: ecco chi sono gli ex ostaggi. DI CHI SI TRATTA
Dalla difesa alle infrastrutture, Russia e Iran sempre più vicini
Mosca e Teheran sono sempre più vicini. I presidenti Putin e Pezeshkian hanno firmato un "trattato di partenariato strategico globale" con cui è stata potenziata la cooperazione militare e d'intelligence. Un accordo definito "una vera svolta" che amplierà la proiezione russa nel settore dell'energia nucleare iraniana. LEGGI L’ARTICOLO
Trump: 'Negoziamo con Hamas su ostaggi ma non paghiamo'
L'Amministrazione Trump sta ''negoziando con Hamas'' per liberare gli ostaggi che si trovano ancora nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato il presidente Usa Donald Trump incontrando i giornalisti allo Studio Ovale. "Stiamo discutendo con Hamas. Stiamo aiutando Israele in queste discussioni, perché stiamo parlando di ostaggi israeliani e non stiamo facendo nulla a favore di Hamas. Non stiamo dando soldi", ha detto il presidente.
"Bisogna negoziare. C'è una differenza tra negoziare e pagare. Vogliamo far uscire queste persone" dalla Striscia di Gaza, ha aggiunto Trump.
La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata
L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. IL PUNTO
Trump: "Una vergogna che Hamas abbia ancora 59 ostaggi"
E' ''una vergogna'' che Hamas trattenga ancora 59 ostaggi nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato il presidente americano Donald Trump parlando con i giornalisti.
Guerra Israele, Iran annuncia terzo attacco missilistico "al momento opportuno"
L'Iran ha annunciato che effettuerà una terza ondata di attacchi missilistici contro Israele "al momento opportuno". Lo ha detto il numero due dei Guardiani della rivoluzione, generale Ali Fadavi, in dichiarazioni riportate dall'agenzia di stampa iraniana Mehr e riprese da Times of Israel. Nel corso del 2024, Teheran lanciò due attacchi contro Israele scatenando la reazione dello Stato ebraico: in particolare la seconda risposta israeliana, a ottobre, distrusse gran parte dei sistemi di difesa aerea iraniana e alcune importanti strutture militari. LEGGI L’ARTICOLO
Quanto costerà ricostruire la Striscia di Gaza? La conta dei danni
Una devastazione senza precedenti. Oggi, più della metà della Striscia di Gaza è completamente rasa al suolo. Secondo gli esperti, non si è mai registrato un simile livello di distruzione in un'area così piccola e densamente popolata. Le stime per la ricostruzione di Gaza, che potrà essere avviata solo dopo il completamento delle tre fasi dell'accordo di tregua tra Israele e Hamas, sono esorbitanti. Ecco le ultime stime su quanto costerà ricostruire Gaza dopo la devastazione causata dal conflitto tra Hamas e Israele e sulla conta dei danni. PER SAPERNE DI PIÙ
Usa: "Piano dell'Egitto su Gaza non soddisfa le aspettative"
Il piano egiziano su Gaza "non soddisfa le aspettative" di Trump: lo rende noto il dipartimento di Stato Usa.
La situazione a Gaza e il ruolo degli Usa: i possibili scenari su rifugiati e aiuti
Dallo scoppio della guerra tra Israele e Hamas si è aggravata la situazione degli sfollati palestinesi che da anni trovano accoglienza nei Paesi dell'area come Giordania e Libano. Mentre la tregua vacilla, la proposta del presidente americano Trump sul futuro della Striscia rischia di aumentare il numero di rifugiati. Anche di questo si è parlato nella puntata dell'11 febbraio di "Numeri", approfondimento di Sky TG24. LEGGI QUI
Siria, riscoppia la guerra civile tra sunniti e alawiti
Si riaccende la guerra civile in Siria con sanguinosi scontri, senza precedenti negli ultimi tre mesi, tra forze governative sunnite e uomini armati alawiti nella regione costiera, per decenni rimasta la roccaforte dei clan alleati della famiglia Assad, al potere per più di mezzo secolo fino alla caduta del regime lo scorso dicembre. La cronaca racconta di almeno 13 uccisi tra le forze governative sunnite in un agguato teso da non meglio precisati uomini armati alawiti nella regione di Latakia, principale porto della Siria e nei cui paraggi sorge la base aerea russa di Hmeimim. L'agguato è stato compiuto contro pattuglie della direzione della Sicurezza generale. Questa è la sigla governativa che di fatto, da tre mesi circa, raggruppa i miliziani sunniti della disciolta coalizione jihadista di Hay'at Tahrir ash Sham (Hts), giunta al potere lo scorso 8 dicembre sotto la guida del suo leader Jolani, ex leader qaidista, dopo un'offensiva lampo, sostenuta dalla Turchia, contro l'allora potere di Assad, per decenni appoggiato da Iran e Russia. Proprio l'Iran e la Russia sono chiamati in causa da alcuni media siriani e libanesi come "mandanti" dell'agguato compiuto oggi da "miliziani alawiti" nel distretto di Jabla, a sud di Latakia. E un sedicente "Consiglio militare per la liberazione della Siria" ha diffuso il suo primo comunicato annunciando la volontà di combattere "l'attuale regime estremista e terrorista". Immagini diffuse sui social e in seguito verificate in maniera indipendente hanno mostrato alcuni cadaveri senza vita a terra e in un bagno di sangue, con evidenti tracce di colpi di arma da fuoco al capo.
M.O.: inviato Usa, piano Egitto "primo passo in buona fede"
L'inviato degli Stati Uniti in Medio Oriente, Steve Witkoff, ha elogiato l'Egitto per aver elaborato un nuovo piano su Gaza, senza approvare i dettagli dell'alternativa proposta alle richieste di Trump di sfollare in massa i palestinesi. "Abbiamo bisogno di piu' discussioni al riguardo, ma e' un primo passo in buona fede da parte degli egiziani", ha detto ai giornalisti Witkoff.
Erdogan: "Oltre 130mila rientrati in Siria nel dopo Assad"
Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha affermato che da quando è caduto il regime di Bashar al Assad, l'8 dicembre, sono rientrati in Siria oltre 130mila siriani che vivevano in Turchia come rifugiati. "Dalla rivoluzione, 133mila siriani sono tornati nelle loro terre volontariamente e in modo onorevole", ha detto Erdogan, aggiungendo che in questo modo arrivano ad essere in totale 873mila i siriani rifugiati in Turchia che sono rientrati in Siria negli ultimi anni. "Non costringeremo nessuno a tornare ma faciliteremo il viaggio per coloro che lo vogliono", ha detto il presidente turco, come riferisce la tv di Stato Trt.
Hamas: "Impegnati a rispettare l'accordo per la tregua"
Hamas ha confermato il suo impegno a rispettare l'accordo di cessate il fuoco siglato con Israele a metà gennaio. Lo hanno reso noto le Brigate Ezzedin al Qassam, braccio armato del movimento.
Siria, forti tensioni e scontri nelle regioni costiere
Forti tensioni popolari e scontri armati sono in corso nella regione costiera siriana, a maggioranza alawita e dove si concentrano membri dei clan per anni alleati della famiglia Assad al potere fino a tre mesi fa. Lo riportano media siriani e testimoni oculari all'ANSA, secondo cui gli scontri e le tensioni sono in corso nel distretto costiero di Jabla e nelle regioni di Tartus e Latakia. Il numero delle vittime negli scontri a fuoco tra armati alawiti e forze di sicurezza del nuovo governo, rappresentato dall'autoproclamato presidente Ahmad Sharaa (Jolani), non è ancora stato diffuso dalle varie fonti ma in rete circolano video, la cui autenticità è stata verificata, che mostrano in due diverse località della costa alcuni corpi senza vita a terra. Parallelamente, le autorità religiose alawite della regione costiera siriana hanno invitato la popolazione a scendere in strada per manifestare contro il "clima di terrore" e contro le "violazioni ripetute" da parte degli uomini di Sharaa.
Da Gaza passano in Egitto altri 38 feriti
Una fonte della sicurezza sul versante egiziano del valico di Rafah, contattata per telefono, ha riferito che "38 feriti" provenienti da Gaza sono arrivati in Egitto accompagnati da "55 loro familiari". "Il valico di Rafah apre le porte per accogliere palestinesi feriti e malati", aveva scritto stamattina su X la tv pubblica egiziana al Qaera riferendosi a punto di passaggio fra la Striscia di Gaza e l'Egitto. Dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, fino al primo marzo, erano già arrivati in Egitto 1.120 i feriti e malati palestinesi assieme a 2.376 loro accompagnatori.
Media, esercitazioni Israele-Usa: focus su minacce regionali
L'aeronautica militare israeliana e quella statunitense hanno condotto questa settimana un'esercitazione aerea congiunta, volta a rafforzare la cooperazione militare e a migliorare le capacità operative integrate. Lo ha affermato oggi l'Idf, riporta il sito Ynet, titolando "Prepararsi all'Iran?". L'esercitazione ha visto la partecipazione di caccia israeliani F-35i e F-15i che volavano insieme a un bombardiere strategico statunitense B-52, mettendo alla prova il coordinamento in una serie di scenari operativi. Le esercitazioni sono state concepite per rafforzare la connettività tra le due forze e migliorare la loro capacità di affrontare le minacce regionali, ha affermato l'Idf in una nota. Secondo la dichiarazione, l'esercitazione congiunta è stata condotta nell'ambito della cooperazione tra l'Idf e il Comando centrale statunitense (Centcom), a dimostrazione della crescente partnership strategica tra i due eserciti.
Video "Trump Gaza", il creatore Solo Avital: "Pubblicato senza mio consenso"
Il filmato era inteso come una satira politica dell'"idea megalomane" di Trump – ha spiegato il regista di Los Angeles -, siamo narratori, non provocatori, a volte realizziamo pezzi satirici come questo ed è così che avrebbe dovuto essere". LEGGI L'ARTICOLO
Nuovo capo dell'Idf: "Ci stiamo preparando per tornare a combattere contro Hamas"
Le Idf si stanno ''preparando per tornare a combattere'' contro i miliziani di Hamas nella Striscia di Gaza. Lo ha affermato, nel suo primo giorno in carica, il nuovo capo di Stato maggiore dell'esercito israeliano, Eyal Zamir. Incontrando le comunità israeliane che vivono al confine con la Striscia di Gaza, Zamir ha detto che "dobbiamo sconfiggere Hamas. Ci stiamo anche preparando a riprendere a combattere. Gli ostaggi sono la nostra massima priorità".

©Ansa
Domani primo venerdì Ramadan, rafforzata la sicurezza a Gerusalemme
Misure di sicurezza rafforzate a Gerusalemme in vista del primo venerdì del mese di Ramadan, sacro per i musulmani, mentre resta alta la tensione intorno alla crisi a Gaza, con il cessate il fuoco che appare sempre più in bilico. Circa 3mila agenti saranno schierati domani per garantire l'ordine sulla Spianata delle Moschee (luogo che gli ebrei chiamano Monte del Tempio), nella Città Vecchia di Gerusalemme. Secondo i media locali, l'accesso alla Spianata per la preghiera del venerdì, appuntamento 'delicato' che con la crisi a Gaza assume ancora più rilevanza per i musulmani, sarà limitato a 10mila fedeli.
La Spianata delle Moschee - che è sotto custodia della Giordania mentre Israele è responsabile della sicurezza - è un complesso dove si trovano la Cupola della Roccia e la moschea di Al Aqsa, il terzo più importante luogo sacro per i musulmani dopo La Mecca e Medina. In passato in questo luogo sensibile si sono registrate violenze durante il mese di Ramadan. Nei giorni scorsi Hamas ha esortato i palestinesi alla mobilitazione per protestare contro Israele.
La Francia: "Il piano per Gaza dovrà escludere totalmente Hamas"
Il movimento islamista palestinese Hamas dovrà essere "completamente" escluso dalla governance a Gaza dopo la guerra, ha sottolineato oggi il portavoce del ministero degli Esteri francese, esprimendo soddisfazione per il piano di ricostruzione di Gaza proposto dagli stati della Lega araba al vertice del Cairo. Il piano "rappresenta una base seria e credibile per rispondere fin da oggi ai bisogni di ricostruzione, di governance e di sicurezza alla fine della guerra a Gaza", ha dichiarato il portavoce, Christophe Lemoine. Precisando poi però che "il piano deve escludere totalmente Hamas dalla governance di Gaza, dove deve essere disarmato, e fornire solide garanzie di sicurezza ad Israele". "La Francia farà interamente la propria parte se questo piano dovesse essere adottato", ha aggiunto Lemoine, sottolineando la necessità di "rivitalizzare l'Autorità palestinese".
Escrementi e scritte ProPal in cantiere Museo Shoah a Roma
Un lucchetto e un volantino imbrattati di escrementi e scritte pro Palestina sono stati trovati intorno alle 13.30 dal direttore dei lavori del cantiere per la costruzione del Museo della Shoah a Roma. Tra le frasi "Gaza Libera". Sulla vicenda indaga la Digos.
Fonte: "Usa offre ad Hamas 2 mesi tregua per 10 ostaggi"
Gli Usa hanno offerto ad Hamas l'estensione della tregua a Gaza per due mesi in cambio della liberazione di 10 ostaggi vivi. E' quanto ha riferito una fonte palestinese all'emittente emiratina Sky News Arabia, precisando che la proposta americana prevede anche l'apertura dei valichi e la ripresa dell'ingresso degli aiuti umanitari. Hamas, ha aggiunto la fonte, sta ancora studiando la sua risposta.
Francia: "Hamas sia totalmente escluso da futuro Gaza"
Hamas deve essere "totalmente" escluso dalla gestione di Gaza dopo la guerra. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri francese, accogliendo con favore il piano di ricostruzione per Gaza proposto dall'Egitto e approvato dalla Lega araba durante il vertice al Cairo. Questo progetto "costituisce una base seria e credibile per rispondere oggi alle esigenze di ricostruzione, di governance e di sicurezza in seguito alla guerra di Gaza", ha dichiarato Christophe Lemoine. "Questo piano deve escludere completamente dal governo di Gaza Hamas, che deve essere disarmato, e fornire forti garanzie di sicurezza a Israele", ha aggiunto. Al contrario del piano avanzato dal presidente Usa Donald Trump, il piano egiziano prevede la ricostruzione della Striscia senza sfollare la popolazione palestinese.
Katz: "Rilascio ostaggi o riprenderemo guerra a Gaza con intensità mai vista"
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha minacciato di ricominciare la guerra contro Gaza con "un'intensità mai vista" se non dovessero essere rilasciati gli ostaggi israeliani ancora nella Striscia. Katz ha assicurato che tutti i prigionieri torneranno a casa, compresi quelli uccisi "dal vile popolo della Striscia di Gaza", riporta il Times of Israel.
"L'accordo di cessate il fuoco con l'omicida Hamas e i pesanti prezzi che Israele ha pagato, ed è disposto a continuare a pagare, nell'ambito della sua attuazione, hanno lo scopo di ottenere il rapido rilascio di tutti gli ostaggi israeliani ancora in vita, che sono detenuti nelle condizioni più dure a Gaza, e di portare tutti gli ostaggi che non sono vivi per la sepoltura in Israele - ha detto Katz - Una cosa è chiara: i combattimenti termineranno con due chiari risultati: il rilascio di tutti i nostri ostaggi e la sconfitta di Hamas".
Polizia dichiara stato di massima allerta per Ramadan (2)
La scorsa settimana, il canale televisivo israeliano 12 ha assicurato che le autorità israeliane stavano limitando l'accesso all'Explanada de las Mezquitas, che ospita Al Aqsa, agli uomini di età superiore ai 55 anni, alle donne di età superiore ai 50 anni e ai bambini di eta' inferiore ai 12 anni, molti dei quali residenti in Cisgiordania. Il portavoce del governo israeliano per la stampa internazionale, David Mencer, in precedenza aveva invece affermato con una nota che "non ci sarebbero state restrizioni, se non per motivi di sicurezza". Lo scorso anno, durante il primo Ramadan dall'inizio della guerra nella Striscia di Gaza, Israele aveva applicato in quella zona restrizioni simili. La Spianata delle Moschee, che gli ebrei israeliti chiamano Monte del Tempio, è il terzo luogo più sacro dell'Islam e il primo dell'Ebraismo, ed è spesso al centro di tensioni tra le autorità e la popolazione palestinese.
Polizia dichiara stato di massima allerta per Ramadan
La polizia israeliana ha dichiarato lo stato di massima allerta a Gerusalemme per il primo venerdi' del Ramadan, il mese sacro dell'Islam. L'annuncio arriva prima dell'appello di Hamas a infrangere le restrizioni imposte dalle autorità israeliane sulla Spianata delle Moschee. Le misure di rafforzamento delle operazioni includeranno l'invio in citta' di 3.000 poliziotti per "mantenere l'ordine e la sicurezza", in particolare nei punti di controllo perimetrali di Gerusalemme, Gerusalemme Est e nelle strade della Città Vecchia ", ha affermato la polizia in una nota, spiegando che il maggiore dispiegamento di uomini permettera' di "rispondere in modo efficace a qualsiasi scenario, impedendo ogni tipo di provocazioni volte a incitare alla violenza o al terrorismo". Lo scorso venerdì Hamas ha dichiarato che durante il Ramadan si sarebbe tenuta una grande congregazione nella moschea di Al Aqsa e che "si sarebbero infrante le restrizioni dell'occupazione sionista e le sue misure militari nella città occupata di Gerusalemme". Il gruppo palestinese ha incoraggiato tutti i fedeli a "intensificare, durante i giorni del mese sacro, la presenza e gli spostamenti" verso l'Explanada de las Mezquitas, che può ospitare fino a 400.000 persone.
Wafa, un morto e diversi feriti in raid Idf a Gaza
E' di un morto e diversi feriti il bilancio di un attacco con droni israeliani nel quartiere Shejaiya di Gaza City. Lo ha riferito l'agenzia di stampa palestinese Wafa. Nessun commento finora dalle forze armate israeliane, che sono ancora schierate in una zona cuscinetto lungo il confine della Striscia.
Fonti mediche palestinesi: "Oggi a Gaza 6 morti e 7 feriti"
Fonti mediche palestinesi hanno riferito all'agenzia Wafa che sei palestinesi uccisi e sette feriti sono arrivati ;;negli ospedali della Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. "Un certo numero di vittime è ancora sotto le macerie degli edifici distrutti, ma le ambulanze e gli equipaggi della protezione civile non riescono a raggiungerli". Non è chiaro quali siano le circostanze dell'attacco. Il numero di palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza - aggiunge la Wafa - è salito, dal 7 ottobre 2023, a 48.446 e il numero di feriti a 111.852.
Houthi: "Organizzazione terroristica per Usa? Misura senza alcuna legittimità"
Il movimento ribelle Houthi ha replicato duramente alla decisione degli Stati Uniti di riclassificarlo come organizzazione terroristica straniera, affermando che la misura "non ha alcuna legittimità". Secondo Mohamed Ali al Houthi, presidente del Comitato Rivoluzionario del gruppo, la priorità assoluta in questo momento dovrebbe essere la situazione nella Striscia di Gaza e la consegna di aiuti umanitari alla popolazione palestinese.
"Fornire aiuti a Gaza è più importante per noi rispetto alla classificazione imposta dagli Stati Uniti, che non ha alcuna legittimità", ha dichiarato Al Houthi, leader del governo ad interim istituito dai ribelli dopo la presa della capitale yemenita Sana'a nel 2015. Attraverso il suo profilo X, Al Houthi ha condannato il sostegno di Washington a Israele, in particolare dopo l’imposizione di un nuovo blocco agli aiuti umanitari destinati a Gaza. Ha inoltre accusato gli Stati Uniti di "ostacolare gli accordi di pace" e ha definito la loro decisione di inserire nuovamente gli Houthi nella lista dei gruppi terroristici come un atto di "terrorismo".
Il Dipartimento di Stato americano ha da poco annunciato il reinserimento del gruppo nella lista delle organizzazioni terroristiche, imponendo anche sanzioni contro otto comandanti Houthi, accusati di guidare il traffico di armi verso le zone dello Yemen sotto il controllo dei ribelli e di reclutare civili per combattere al fianco delle forze russe in Ucraina in cambio di finanziamenti.
No comment del Cairo sull'ultimatum di Trump ad Hamas
Il Cairo sostanzialmente non commenta l'ultimatum del presidente statunitense Donald Trump ad Hamas ma conferma che per il movimento islamico al potere a Gaza il piano arabo di ricostruzione della Striscia non prevede alcun ruolo. A una domanda sulle minacce di Trump ad Hamas, il portavoce del ministero degli Esteri egiziano - l'ambasciatore Tamim Khallaf - si è limitato a dichiarare che "continueremo a collaborare strettamente con i nostri partner statunitensi e con il Qatar per portare avanti la seconda e la terza fase dei negoziati per il cessate il fuoco al fine di garantire il rilascio di tutti gli ostaggi e dei detenuti palestinesi". Riecheggiando le conclusioni del vertice della Lega araba dell'altro ieri al Cairo e rispondendo a una domanda ruolo del movimento palestinese, Khallaf ha definito "importante che Hamas non faccia parte della struttura. Non riteniamo che Hamas sia parte della soluzione".
Siria, in 3 mesi 188 bimbi feriti o uccisi da ordigni inesplosi
Mine antiuomo e ordigni inesplosi in Siria hanno ferito o ucciso almeno 188 bambini in circa tre mesi, da quando il presidente Bashar al-Assad e' stato rovesciato a dicembre. E' quanto ha denunciato Save the Children, precisando che di questi oltre 60 sono morti. "Gran parte della Siria è costellata di mine e residuati bellici esplosivi dopo 13 anni di conflitto", ha affermato Bujar Hoxha, direttore per la Siria per l'organizzazione umanitaria, ricordando che dallo scorso dicembre a oggi "le mine antiuomo e i residuati bellici esplosivi hanno causato almeno 628 vittime, piùdi due terzi del numero totale di vittime per tutto il 2023". Da qui l'appello alle autorità di transizione e alla comunità internazionale di accelerare il processo di bonifica nel Paese. Un rapporto dell'Ong Humanity and Inclusion uscito il mese scorso aveva messo in guardia sui pericoli posti dalle munizioni inesplose rimaste dalla devastante guerra civile scoppiata nel 2011: si stimava che tra 100.000-300.000 di circa un milione di munizioni utilizzate durante la guerra non siano mai esplose.
Fonti: "Colloqui positivi Usa-Hamas-Egitto-Qatar su Gaza"
Rappresentanti americani hanno tenuto colloqui con leader di Hamas e mediatori di Egitto e Qatar nella notte. Lo hanno riferito fonti egiziane, citate da Reuters, secondo le quali i colloqui hanno riguardato chi governerà la Striscia di Gaza dopo la guerra e sono stati fatti nomi specifici. Le fonti hanno affermato che gli incontri "si sono conclusi in modo positivo", indicando una transizione verso la seconda fase dell'accordo di cessate il fuoco tra Hamas e Israele. L'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato al Times of Israel di non essere a conoscenza "di progressi rispetto a colloqui sulla seconda fase".
Idf, 90 sospetti arrestati in Cisgiordania la settimana scorsa
"La settimana scorsa le forze di sicurezza hanno effettuato operazioni antiterrorismo in tutta la Giudea e la Samaria (Cisgiordania, ndr), hanno arrestato 90 sospetti ricercati e hanno confiscato 14 fucili e migliaia di shekel di fondi terroristici": lo annuncia su Telegram l'esercito israeliano (Idf). "Le forze di sicurezza continuano a operare nella Samaria settentrionale", prosegue il messaggio, aggiungendo che a Jenin sono stati "eliminati terroristi" e sono stati arrestati circa 30 sospetti ricercati.
Hamas: "Minacce Trump incoraggiano Israele abbandonare tregua" (2)
Il portavoce di Hamas, Hazem Qasim, ha affermato che le parole di Trump hanno spinto Israele a ignorare i termini di un cessate il fuoco in vigore dal 19 gennaio. "Queste minacce complicano le questioni relative all'accordo di cessate il fuoco e incoraggiano l'occupazione a evitare di implementarne i termini", ha affermato Qasim, esortando gli Stati Uniti a fare pressione su Israele affinché entri nella seconda fase del cessate il fuoco.
Ankara: "Pieno sostegno Turchia a piano Lega Araba"
La Turchia sostiene ufficialmente il piano di ricostruzione per Gaza presentato ieri dalla Lega Araba. "La nostra linea prevede il pieno supporto alle iniziative che permettano di raggiungere un cessate il fuoco permanente, dare il via alla ricostruzione di Gaza e garantire ai palestinesi una vita pacifica nella propria terra". Si legge nel comunicato emesso dal Ministero degli Esteri di Ankara in seguito al summit della Lega Araba che ha avuto luogo al Cairo, durante il quale è stato approvato un piano di 53 miliardi di dollari per la ricostruzione di Gaza. Un piano alternativo alla proposta presentata dal presidente americano Donald Trump, che aveva proposto la conversione della Striscia in una "Riviera del Medio Oriente", attraverso l'espulsione dei palestinesi da Gaza verso altri Paesi arabi.
Lascia capo ufficio Usa per palestinesi: "Non mi piace linea"
Il capo dell'ufficio Usa per gli Affari palestinesi a Gerusalemme, Hans Wecksel, ha annunciato le dimissioni, perché non gli "piace la direzione in cui sta andando" Washington e l'amministrazione Trump con il piano su Gaza. Wecksel, che lascerà il suo incarico alla fine del mese, è un veterano del dipartimento di Stato che in precedenza ha prestato servizio negli Emirati Arabi Uniti, in Libano e in Turchia, ed è stato anche direttore dell'antiterrorismo in Medio Oriente e in Asia meridionale e centrale. L'ufficio per gli Affari palestinesi è stato istituito nel 2022 su iniziativa dell'allora presidente Joe Biden, nel tentativo di ribaltare la decisione dell'amministrazione Trump di chiudere il consolato americano a Gerusalemme.
Nuovo capo Idf Zamir annuncia round di nomine
Il nuovo capo di Stato maggiore dell'Idf, Eyal Zamir, ha annunciato una serie di nomine attese da tempo. La lista di promozioni preparata dal suo predecessore, Herzi Halevi, era stata bloccata dal ministro della Difesa, Israel Katz, convinto che non dovesse essere lui a indicare nuovi comandanti, avendo fallito nel suo ruolo alla luce dell'attacco del 7 ottobre. L'elenco annunciato da Zamir comprende un nuovo generale di brigata e 27 nuovi colonnelli, insieme alla nomina di due generali: Yaniv Asor a capo del Comando meridionale e Itzik Cohen a capo della Direzione delle operazioni. Asor sostituirà Yaron Finkelman, che aveva annunciato le dimissioni in concomitanza con Halevi a fine gennaio, mentre Cohen sostituirà Oded Basyuk che ha annunciato il suo ritiro due giorni fa.
Hamas: "Minacce Trump incoraggiano Israele ad abbandonare tregua"
Le minacce del presidente degli Stati Uniti Donald Trump "incoraggiano" Israele ad abbandonare l'accordo di tregua, afferma Hamas. Ieri Trump ha dato "l'ultimo avvertimento" ad Hamas perchè liberi subito tutti gli ostaggi e restituisca immediatamente tutti i cadaveri delle persone che ha assassinato, altrimenti - ha minacciato - "ci sarà l'inferno da pagare più tardi!". Inoltre, il presidente americano ha affermato che "per la leadership - di Hamas - ora è il momento di lasciare Gaza, finché avete ancora una possibilità".
Hamas: "Trump deve fare pressione su Netanyahu se vuole liberare ostaggi"
Il portavoce di Hamas a Gaza, Hazem Qassem, ha affermato che le ripetute minacce del presidente degli Stati Uniti Donald Trump "mettono a repentaglio il cessate il fuoco", aggiungendo che gli ostaggi saranno rilasciati solo tramite negoziati. "Se vuole che gli ostaggi vengano rilasciati, deve fare pressione su Netanyahu affinché inizi i negoziati sulla seconda fase dell'accordo", ha detto Qassem. Il portavoce di Hamas ha osservato che l'organizzazione teme che Israele "sfrutti le dichiarazioni di Trump per intensificare il blocco di Gaza e la sua politica di affamare la popolazione".
Hamas a favore comitato indipendente gestione Gaza
Il governo di Gaza, controllato da Hamas, ha espresso il suo sostegno alla formazione di un comitato composto da figure "competenti e indipendenti" per gestire la Striscia di Gaza dopo la guerra. "Accogliamo con favore tutti gli sforzi volti ad alleviare le sofferenze del nostro popolo alla luce del genocidio in corso perpetrato dall'occupazione (israeliana), compresi gli accordi per l'amministrazione della Striscia di Gaza attraverso un comitato composto da personalità nazionali competenti e indipendenti", ha affermato in una nota Salama Maaruf, direttore dell'ufficio stampa governativo. Questo parere è in linea con il piano di ricostruzione del territorio presentato al summit arabo tenutosi in Egitto due giorni fa. Il governo di Gaza ha assicurato di essere pronto a sostenere questi sforzi, purché il loro scopo sia "nell'interesse del popolo di Gaza e metta fine alla divisione". A questo proposito, Maaruf ha affermato che la struttura amministrativa e i funzionari governativi sono disponibili a lavorare nell'ambito di questa nuova missione di amministrazione dell'enclave e "continueranno a svolgere le loro funzioni e responsabilita' nazionali per garantire la continuita' dei servizi forniti ai cittadini e supportare il lavoro del comitato sopra menzionato". Il piano di ricostruzione annunciato dal presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi prevede una fase iniziale di "rapida ripresa" a Gaza, durante la quale l'enclave verrebbe sgomberata dalle macerie nell'arco di un periodo di sei mesi e sette aree verrebbero rese disponibili per ospitare piu' di 1,5 abitanti di Gaza. In seguito, alcuni media palestinesi hanno sottolineato il ritorno dell'Autorita' Nazionale Palestinese (Anp), che ora governa piccole parti della Cisgiordania, data l'occupazione israeliana. Il comitato tecnocratico proposto da Al Sisi era gia' sul tavolo delle trattative tra gli antagonisti Hamas e Fatah - la principale forza dell'Anp - anche se quest'ultima alla fine si e' tirata indietro, secondo quanto denunciato dagli islamisti. Sui media palestinesi sta circolando una lista di circa 15 nomi, tra i cui potenziali membri figurano vari funzionari delle autorita' civili di Gaza, ex ministri del governo palestinese e altri professionisti e accademici.
Creatore video Trump Gaza, pubblicato senza mio consenso
Il controverso video virale "Trump Gaza" generato dall'intelligenza artificiale era inteso come una satira politica dell'"idea megalomane" di Trump, ma è stato pubblicato senza il consenso del suo ideatore. A parlare è Solo Avital, regista di Los Angeles, cittadino statunitense nato in Israele, che ha raccontato il dietro le quinte del filmato che ha raggiunto un vastissimo pubblico e scatenato valanga di critiche. "Siamo narratori, non provocatori, a volte realizziamo pezzi satirici come questo ed è così che avrebbe dovuto essere. Questa è la dualità della satira: dipende dal contesto che ci metti per creare la battuta finale. Qui non c'era contesto ed è stato pubblicato senza il nostro consenso o la nostra conoscenza", ha affermato Avital. Il regista ha spiegato di aver creato il video in meno di otto ore mentre sperimentava strumenti di intelligenza artificiale all'inizio di febbraio con la piattaforma Arcana AI, quando ha deciso di realizzare "una satira su questa idea megalomane di mettere statue [a Gaza]" per vedere cosa avrebbe potuto fare lo strumento. Ha poi condiviso il videoclip con degli amici, mentre il suo socio in affari - Ariel Vromen, regista del film 'The Iceman' -lo ha pubblicato sul suo account Instagram per alcune ore, prima che Avital lo incoraggiasse a rimuoverlo con la motivazione che "potrebbe essere un po' insensibile e non vogliamo schierarci". Avital e Vromen hanno anche condiviso una prima versione del filmato con Mel Gibson, che Trump ha nominato ambasciatore speciale a Hollywood a gennaio e che in precedenza aveva collaborato con la loro societa' EyeMix e con Arcana. La prima volta che Avital ha saputo che il video aveva raggiunto un pubblico più ampio è stato quando si è svegliato con migliaia di messaggi sul suo telefono, mentre gli amici lo avvisavano del post di Trump, sottolineando che la sua diffusione cosi' vasta lo aveva "sorpreso da morire". I creatori hanno precisato, inoltre, che Gibson ha negato successivamente di aver condiviso il loro video con il presidente Usa.
Capo stato maggiore Idf, "Nostra missione è la vittoria"
Per il nuovo capo di stato maggiore delle Idf, tenente generale Eyal Zamir, il ritorno degli ostaggi è "un nostro dovere morale". Lo ha affermato il generale Zamir nella sua prima missiva trasmessa all'esercito israeliano, nella quale sottolinea che la sua missione principale sara' "la vittoria e la sconfitta del nemico". "Non resteremo in silenzio fino al ritorno dei nostri fratelli dai tunnel della prigionia, questo è il nostro dovere morale", ha aggiunto il neo capo di stato maggiore. Decanta inoltre i "grandi successi" dell'esercito, mentre avverte delle "molte sfide che ci attendono: avremo giorni difficili, ma avremo anche giorni migliori davanti a noi", ha concluso, secondo quanto riferito dal quotidiano Times of Israel.
Rubio, 'Hamas prenda seriamente le parole di Trump'
"La gente non si rende conto che il Presidente incontra queste persone, ascolta le loro storie, è indignato e giustamente. È stanco di guardare questi video ogni fine settimana in cui vengono rilasciati ostaggi emaciati e corpi che a volte non sono quelli giusti...ha perso la pazienza. Non dice queste cose senza pensarci, come la gente sta scoprendo in giro per il mondo. Se dice che farà qualcosa, la farà. E quindi è meglio che lo prendano sul serio". Lo ha detto a Fox News il Segretario di Stato americano Marco Rubio esortando Hamas a prendere sul serio le minacce di Trump.
In precedenza, Trump aveva lanciato un ultimatum ai leader di Hamas chiedendo loro di liberare gli ostaggi e di fuggire. "Rilasciate tutti gli ostaggi ora, non più tardi, e restituite immediatamente tutti i cadaveri delle persone che avete assassinato, altrimenti per voi è finita", ha scritto sulla sua piattaforma Truth Social dopo aver incontrato alla Casa Bianca un gruppo di ostaggi liberati.
Trump ha incontrato otto degli ostaggi liberati a Gaza
Donald Trump "ha incontrato otto degli ostaggi rilasciati a Gaza e ha ascoltato attentamente le loro strazianti storie. Gli ostaggi hanno ringraziato il presidente per i suoi sforzi costanti per riportare tutti gli ostaggi a casa". Lo rende noto la Casa Bianca.
Trump: leadership Hamas lasci ora Gaza finché può
"Per la leadership - di Hamas - ora è il momento di lasciare Gaza, finché avete ancora una possibilità. Inoltre, dico al popolo di Gaza: un futuro meraviglioso ti attende, ma non se tieni degli ostaggi. Se lo fai, sei morto! Prendi una decisione intelligente. Rilascia gli ostaggi ora, o ci sarà l'inferno da pagare più tardi!". Lo scrive Donald Trump su Truth.