
Il primo ministro israeliano ha aggiornato il presidente degli Stati Uniti sullo stato di avanzamento dei negoziati sulla guerra a Gaza e la liberazione degli ostaggi. I prossimi due giorni di colloqui a Doha saranno fondamentali per capire se è possibile raggiungere un accordo, ha riferito l'emittente Channel 12 citando alti funzionari israeliani della delegazione attualmente in Qatar
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Chiuso "il 90% dei dettagli dell'accordo" per lo scambio tra ostaggi e prigionieri che dovrebbe consentire un cessate il fuoco al Gaza. Lo scrive il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha aggiornato il presidente deglli Stati Uniti sullo stato di avanzamento dei negoziati sulla guerra a Gaza e la liberazione degli ostaggi. Lo ha riferito il suo ufficio, dopo la conferma della conversazione telefonica intercorsa tra i due leader.
Secondo quanto riportato dai media israeliani, l'iviato Usa Witkoff ha dichiarato al primo ministro Netanyahu, durante il loro incontro, che il presidente eletto degli Stati Uniti Trump vuole un accordo sul rilascio di ostaggi entro il suo insediamento, il 20 gennaio.
Intanto l'esercito israeliano ha emesso un ordine di evacuazione per i civili del campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza, ordinando loro di raggiungere la zona umanitaria di Mawasi, sulla costa. Quattro soldati israeliani sono morti in combattimento nel nord della Striscia di Gaza. Gli Houthi attaccano una portaerei Usa nel mar Rosso.
Israele "non permetterà che la Cisgiordania diventi Gaza o il Libano meridionale. Chiunque si impegni nel terrore come nella Striscia, sarà trattato come a Gaza. Lavoreremo per tagliare le braccia della piovra iraniana nei campi profughi in Cisgiordania e per mantenere la sicurezza delle comunità e dei residenti". Lo ha dichiarato il ministro della Difesa Israel Katz.
Approfondimenti:
- Siria, caduta del regime di Assad: festeggiamenti per le strade di Damasco
- Bashar al-Assad, chi è il presidente della Siria "cacciato" dai ribelli jihadisti
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- Hezbollah, cosa sapere sul gruppo antisionista libanese
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Bashar al-Assad, il ritratto dell'ex presidente della Siria cacciato dai ribelli jihadisti
Dopo l'ingresso dei miliziani insorti a Damasco, il presidente è scappato dal Paese: è a Mosca, dove gli è stato concesso asilo. Al potere dal 2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil, primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli ultimi giorni il suo regime è stato rovesciato dall'invasione di vari gruppi ribelli, tra cui forze jihadiste filo-turche. È accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. IL PROFILO
La Polonia garantisce immunità a Netanyahu, Ue: "Rispettare mandato d'arresto"
Lo ha sottolineato un portavoce della Commissione commentando la decisione di Varsavia di garantire "libero accesso" al premier israeliano per la cerimonia degli 80 anni della liberazione di Auschwitz-Birkenau nonostante la sentenza della Cpi. LEGGI L'ARTICOLO
Guerra Medioriente, proseguono negoziati per tregua a Gaza

Guerra Israele e Siria, allarme Onu: sanità di Gaza è sull'orlo del collasso totale
Secondo le Nazioni Unite, l'assistenza sanitaria nel territorio palestinese è in crisi a causa degli attacchi israeliani contro gli ospedali della Striscia di Gaza. Sirene in Israele per un missile lanciato dallo Yemen: intercettato, nessun ferito. Il dipartimento generale dei Media Esteri del ministero della Cultura e dell'orientamento islamico dell'Iran ha confermato in una nota l'arresto di Cecilia Sala "per aver violato le leggi della Repubblica islamica dell'Iran" LEGGI
Hezbollah, cosa sapere sul gruppo antisionista libanese
Tra i protagonisti dell'escalation di tensione in Medio Oriente c’è anche l’organizzazione militare e politica libanese. Sostenuta ideologicamente e finanziariamente dall’Iran, controlla una larga parte del Paese, quasi “uno Stato nello Stato”, e partecipa attivamente alla vita politica. Il suo leader è stato a lungo - dal 1992 - Hassan Nasrallah, che ha guidato il gruppo fino al 28 settembre 2024, quando è stato ucciso da un attacco israeliano su Beirut.L'ANALISI
Morta un'israeliana ferita a novembre da un razzo di Hezbollah
Una donna di 75 anni, Tamar Edri, gravemente ferita lo scorso novembre da un lancio di razzi da parte del guerriglieri sciiti libanesi Hezbollah sulla città nordisraeliana di Nahariya, è morta per le ferite allora riportate. Lo ha reso noto la municipalità di Nahariya, come riferisce Times of Israel online. Tamar Edri rimase ferita il 25 novembre, alla vigilia dell'entrata in vigore un fragile cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah. Quel giorno, anche un'altra persona anziana e un soldato rimasero gravemente feriti per i colpi di Hezbollah, mentre decine di altre persone rimasero leggermente ferite, ricorda la stessa fonte.
Vance, 'inferno di Trump implica eliminazione ultimi due battaglioni Hamas'
Il vicepresidente eletto degli Stati Uniti JD Vance, ha provato a spiegare a Fox News le implicazioni della promessa di Donald Trump di “scatenare l'inferno” se gli ostaggi non saranno liberati entro il 20 gennaio. “Significa permettere agli israeliani di eliminare gli ultimi due battaglioni di Hamas e la loro leadership. Significa imporre sanzioni molto aggressive e sanzioni finanziarie a coloro che sostengono le organizzazioni terroristiche in Medio Oriente. Significa fare davvero il lavoro della leadership americana”, ha detto Vance.
Il vicepresidente entrante sostiene che la minaccia è anche ciò che ha portato ai recenti progressi nelle trattative in corso a Doha. “Speriamo che si arrivi a un accordo verso la fine dell'amministrazione Biden, forse l'ultimo giorno o due - ha detto - Ma a prescindere da quando si troverà un accordo, sarà perché la gente è terrorizzata dal fatto che ci saranno conseguenze per Hamas”.
Fonti israeliane, 'a Doha condizioni ottimali per chiudere accordo'
"È possibile raggiungere un accordo finale. Le condizioni per la chiusura sono ottimali". Lo hanno riferito alti funzionari israeliani all'emittente Channel 12 News, aggiornando così sullo stesso dei negoziati in corso a Doha per il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas. Sempre le fonti dell'emittente hanno aggiunto che i prossimi due giorni saranno decisivi per il raggiungimento di un'intesa.
Fonti Israele: a Doha condizioni ottimali per chiudere accordo
"È possibile raggiungere un accordo finale. Le condizioni per la chiusura sono ottimali". Lo hanno riferito alti funzionari israeliani all'emittente Channel 12 News, aggiornando così sullo stesso dei negoziati in corso a Doha per il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas. Sempre le fonti dell'emittente hanno aggiunto che i prossimi due giorni saranno decisivi per il raggiungimento di un'intesa
Biden a Netanyahu, 'serve un cessate il fuoco immediato'
L'ufficio del primo ministro israeliano conferma in una nota che Benyamin Netanyahu ha parlato al telefono con il presidente americano Joe Biden dei progressi nei negoziati per il rilascio degli ostaggi e lo ha aggiornato sul mandato dato alla delegazione negoziale a Doha, al fine di promuovere la liberazione dei rapiti. Il primo ministro ha espresso il suo ringraziamento al presidente Biden e al presidente eletto Donald Trump per la cooperazione.
Netanyahu, 'riferito a Biden del mandato ai negoziatori a Doha'
L'ufficio del primo ministro israeliano conferma in una nota che Benyamin Netanyahu ha parlato al telefono con il presidente americano Joe Biden dei progressi nei negoziati per il rilascio degli ostaggi e lo ha aggiornato sul mandato dato alla delegazione negoziale a Doha, al fine di promuovere la liberazione dei rapiti. Il primo ministro ha espresso il suo ringraziamento al presidente Biden e al presidente eletto Donald Trump per la cooperazione.
Casa Bianca, telefonata Biden-Netanyahu sugli ostaggi
Joe Biden e Benjamin Netanyahu hanno avuto un colloquio sull'accordo per gli ostaggi nelle mani di Hamas a Gaza. Lo riferisce la Casa Bianca.
I social da Gaza: 'Per fame una famiglia ha mangiato un delfino'
"La gente di Gaza ha fame, quindi gli è concesso mangiare qualunque cosa. Non c'è spazio per discorsi sulla crudeltà sugli animali nelle circostanze in cui vive la popolazione". E' il messaggio postato sui social nella Striscia insieme con la foto di un palestinese che tiene in braccio un grosso delfino dopo averlo trovato spiaggiato e recuperato per mangiarlo con la sua famiglia. Lo riporta Ynet. Dall'inizio della guerra sono stati documentati casi in cui gli abitanti della di Gaza hanno mangiato anche cavalli e asini.
Katz, Cisgiordania non diventerà come Gaza o sud Libano
Il ministro della Difesa Israel Katz ha avvertito che Israele "non permetterà che la Cisgiordania si trasformi in Gaza o nel Libano del sud". Lo ha detto durante un'operazione militare in corso a Qabatiya, vicino a Jenin, come riporta il quotidiano The Times of Israel. "Chiunque si dedichi al terrore come a Gaza sara' trattato come a Gaza. Lavoreremo per tagliare le braccia della piovra iraniana nei campi profughi in Giudea e Samaria (nome israeliano della Cisgiordania occupata) e per mantenere la sicurezza delle comunità e dei residenti", ha dichiarato Katz, secondo una nota rilasciata dal suo ufficio.
Netanyahu incontra Ben Gvir e Smotrich sugli ostaggi
I ministri Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, considerati i ministri più estremisti dell'ala destra del governo israeliano, hanno incontrato oggi il premier Benyamin Netanyahu per discutere i dettagli dell'accordo per la liberazione degli ostaggi e un cessate il fuoco a Gaza in fase di negoziazione a Doha. Entrambi noti per la forte opposizione all'intesa, hanno esaminato insieme al primo ministro i punti chiave del piano. Secondo i media israeliani, Netanyahu starebbe cercando di ottenere il sostegno dei suoi alleati di governo per portare avanti l'accordo, che potrebbe essere concluso entro il 20 gennaio.
Media: “A breve telefonata Biden-Netanyahu sugli ostaggi”
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden dovrebbe sentire telefonicamente il primo ministro Benjamin Netanyahu "a breve" per discutere delle trattative in corso sul rilasscui degli ostaggi. Lo ha detto alla Cnn il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan. "Siamo molto molto vicini (a un accordo su Gaza) e tuttavia lontani perché non ci siamo ancora. È possibile farlo prima del 20 gennaio, ma non ne sono sicuro", ha affermato Sullivan, riecheggiando ampiamente l'ottimismo unito alla cautela che Biden e il segretario di Stato americano Antony Blinken hanno espresso nei commenti della scorsa settimana sullo stato dei colloqui.
Tripodi: “Valutare moratoria sanzioni per aiutare popolo siriano”
Si è svolta oggi a Riad la seconda riunione ministeriale "Aqaba Format +" sulla Siria. Per l'Italia vi ha preso parte il sottosegretario agli Esteri Maria Tripodi, su delega del ministro Tajani. L'amicizia fra Italia e Siria ha radici storiche, come testimoniato dalla visita di Tajani a Damasco di venerdì scorso, nel corso della quale il ministro degli Esteri ha espresso la volontà di assistere il popolo siriano e incoraggiare il nuovo corso politico, preservando l'unità territoriale e la sovranità della Siria e promuovendo una transizione politica pacifica e inclusiva che rispetti i diritti umani e tuteli tutte le componenti della società siriana dopo decenni di dittatura e di oppressione. Durante la riunione è stata ribadita la posizione italiana, che suggerisce la necessità di una seria riflessione sull'attuale quadro sanzionatorio - essenzialmente diretto a punire il regime di Bashar Al Assad - partendo dall'eliminazione di misure settoriali in aree chiave per la vita della popolazione, come energia, carburante e infrastrutture. Ciò permetterebbe, infatti, di incrementare rapidamente le attività di assistenza umanitaria e di liberare il campo agli sforzi della comunità internazionale, volti a migliorare le condizioni economiche complessive di un Paese strategico per la stabilità della regione. A margine dei lavori, il sottosegretario Tripodi ha avuto degli scambi con i ministri degli Esteri di Siria, Libano, Giordania, Egitto, Iraq.
Katz: “Israele non permetterà che la Cisgiordania diventi Gaza”
Israele "non permetterà che la Cisgiordania diventi Gaza o il Libano meridionale. Chiunque si impegni nel terrore come nella Striscia, sarà trattato come a Gaza. Lavoreremo per tagliare le braccia della piovra iraniana nei campi profughi in Cisgiordania e per mantenere la sicurezza delle comunità e dei residenti". Lo ha dichiarato il ministro della Difesa Israel Katz durante una valutazione delle operazioni militari e di sicurezza nell'area. Katz è stato aggiornato sull'ampia operazione condotta dall'Idf nel fine settimana a Qabatiya, vicino a Jenin, sulle operazioni della polizia di frontiera nei campi profughi della Cisgiordania e sulla recente operazione culminata ieri sera con l'arresto di una cellula terroristica pronta a compiere un attentato. Dal 7 ottobre, le truppe hanno arrestato circa 6.000 palestinesi ricercati in Cisgiordania, tra cui più di 2.350 affiliati ad Hamas. Secondo il ministero della Salute dell'Autorità nazionale palestinese, in questo periodo sono stati uccisi più di 835 palestinesi della Cisgiordania. L'esercito israeliano afferma che la stragrande maggioranza di loro erano uomini armati uccisi in scontri a fuoco, rivoltosi che si sono scontrati con le truppe o terroristi che hanno compiuto attacchi. Nello stesso tempo, 46 persone, tra cui personale di sicurezza israeliano, sono state uccise in attacchi terroristici in Israele e in Cisgiordania. Altri sei membri delle forze di sicurezza sono stati uccisi in scontri con terroristi in Cisgiordania.
Comunità ebraica a Pizzaballa: “Amareggiati dalle parole del Papa”
Una lettera al Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, è stata inviata dalla comunità ebraica italiana in Israele che si dice "profondamente amareggiata dalle dichiarazioni del Papa, che quasi quotidianamente critica l'esercito israeliano con pesanti accuse di crudeltà, mentre il terrorismo di matrice palestinese è stato menzionato solo marginalmente, senza evidenziare il fatto che i terroristi usano i loro bambini come scudi umani e trasformano ospedali e luoghi di culto in centri militari". La missiva ha l'obiettivo di "ricucire i rapporti ed evitare che il solco che si è aperto e che sta incrinando il dialogo ebraico-cristiano così tanto faticosamente avviato, si approfondisca". "Si è colta una sostanziale equidistanza di giudizio tra la prima infame azione terroristica e la risposta difensiva - scrive la comunità ebraica - la velata accusa di genocidio rivolta a Israele ci ferisce profondamente. L'onta e la vergogna che scaturiscono da tale ipotetica accusa si stendono come un velo nero su tutto il popolo di Israele. Ciò è avvenuto, anche se i giuristi sanno che il reato non sussiste, mancando palesemente gli elementi costitutivi". Nel testo viene ricordato che "l'esercito israeliano è un esercito di popolo, che osserva i principi della morale e dell'etica ebraica, secondo le migliori regole di integrità morale, in accordo con la legislazione internazionale". Infine, la comunità italiana conclude: "Amanti della pace e del dialogo, siamo preoccupati per il peggioramento dei rapporti ebraico-cristiani che vacillano ogni qualvolta vengono espresse dai vertici religiosi della Chiesa accuse infondate contro di noi, che richiamano antichi pregiudizi che speravamo superati. Tutto ciò non facilita, bensì ostacola la reciproca comprensione". La lettera, firmata dal presidente della comunità ebraica italiana in Israele, Vito Enav, e dagli avvocati Beniamino Lazar e Renzo Ventura auspica che il cardinale Pizzaballa "trasmetta il messaggio a chi di dovere".
L'Arabia Saudita chiede la revoca della sanzioni sulla Siria
Il ministro degli Esteri dell'Arabia Saudita ha chiesto l'abolizione delle sanzioni sulla Siria dopo un incontro con alti diplomatici del Medio Oriente e dell'Europa, incentrato sul futuro del Paese devastato dalla guerra. "Abbiamo sottolineato l'importanza di revocare le sanzioni unilaterali e internazionali imposte alla Siria, poiché il loro mantenimento ostacola le aspirazioni del popolo siriano a raggiungere lo sviluppo e la ricostruzione", ha dichiarato il principe Faisal bin Farhan al termine dei colloqui a Riad.
Kallas: “Via le sanzioni a Siria se transizione sarà inclusiva”
"In Siria ci sono sia speranze che sfide. Oggi a Riad, parlerò con i ministri degli Esteri degli Stati del Golfo, del Medio Oriente e dell'Europa della transizione dopo la caduta del regime di Assad. È importante che sia presente anche il ministro siriano Hassan al-Shibani". Lo scrive su X l'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Kaja Kallas, a Riad per il vertice sulla Siria. "Vedremo come alleggerire le sanzioni. Ma questo deve seguire progressi tangibili in una transizione politica che rifletta la Siria in tutta la sua diversità. L'Ue è qui per aiutare in questa transizione, dove siamo necessari e possiamo essere più utili", aggiunge Kallas.
Diplomatici arabi e Ue a Riad per colloqui sulla Siria
Diplomatici del Medio Oriente e dell' Europa sono arrivati oggi a Riad, capitale saudita, per parlare del futuro della Siria e in particolare delle sanzioni in essere, con le potenze mondiali che stanno mettendo alla prova la stabilità del nuovo regime dopo la caduta di Bashar al-Assad. L'Arabia Saudita, la più grande economia del Medio Oriente, sta cercando di aumentare la sua influenza in Siria dopo che i ribelli guidati dagli islamisti hanno rovesciato Assad il mese scorso, affermano gli analisti. I colloqui includeranno un incontro tra rappresentanti dei Paesi arabi e un raduno più ampio che includerà anche Turchia, Francia, Unione Europea e Nazioni Unite, ha detto un funzionario saudita all'Afp. Il nuovo leader siriano Ahmed al-Sharaa, detto al Jolani, che ha guidato il principale gruppo ribelle nell'alleanza che ha rovesciato Assad, sta spingendo per l'allentamento delle sanzioni. La sua amministrazione è rappresentata ai colloqui di Riad dal ministro degli Esteri Asaad al-Shaibani. Le potenze occidentali, tra cui gli Stati Uniti e l'Unione Europea, hanno imposto sanzioni al governo di Assad per la sua brutale repressione delle proteste antigovernative nel 2011, che hanno innescato una guerra civile. Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha dichiarato lunedì scorso che avrebbe allentato l'applicazione delle restrizioni che riguardano servizi essenziali, tra cui energia e servizi igienici. Ma i funzionari statunitensi hanno anche detto di voler vedere progressi nella nuova giunta prima di un allentamento più ampio delle sanzioni. L'Alta rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea, Kaja Kallas, ha affermato venerdì che i 27 potrebbero iniziare a revocare le sanzioni se i nuovi governanti siriani prenderanno misure per formare un governo inclusivo che protegga le minoranze.
Media: “Giornata significativa a Doha per l'accordo sugli ostaggi”
"Una giornata significativa nei negoziati per la liberazione degli ostaggi e il cessate il fuoco a Gaza": così sono stati definiti ieri sera i colloqui previsti a Doha in una conference call tra gli inviati del presidente uscente Joe Biden e del presidente eletto Donald Trump. Lo riferiscono i media israeliani. Sul tavolo c'è la liberazione di 33 rapiti. Nel mentre, un alto funzionario di Hamas ha dichiarato al quotidiano qatariota al Araby al Jadeed che l'accordo è sostanzialmente completato e che i mediatori ora attendono l'approvazione di Benyamin Netanyahu. Al momento non ci sono conferme da parte israeliana. Al Araby al Jadeed ha anche riferito che, in base all'accordo, Israele non si ritirerà completamente dal corridoio Filadelfia lungo il confine tra Gaza e l'Egitto prima dell'ultimo giorno della fase finale dell'accordo, dopo aver ritirato gradualmente le sue forze nelle fasi precedenti. Secondo la fonte, Hamas ha accettato di rinviare diversi punti irrisolti di contesa con Israele a una fase successiva dell'accordo. Il report dal Qatar aggiunge che, se Israele accetta l'accordo, i Paesi mediatori terranno una conferenza stampa per annunciare i dettagli, il calendario e la data di inizio dell'accordo. Ieri il premier israeliano ha annunciato di aver deciso di inviare una delegazione di alto livello in Qatar per siglare un piano di cessate il fuoco con il gruppo terroristico. Del team partito ieri sera per Doha fanno parte i capi del Mossad e dello Shin Bet David Barnea e Ronen Bar, il rappresentante per l'Idf Nitzan Alon, e il consigliere politico di Netanyahu Ophir Falk. La decisione è stata presa dopo che Netanyahu ha incontrato ieri mattina a Gerusalemme Steve Witkoff, l'inviato di Trump per il Medio Oriente. Witkoff è arrivato in Israele dopo aver parlato nella capitale del Qatar venerdì con il primo ministro Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, che lo ha informato sui negoziati in corso. L'inviato di Trump, dopo il colloquio con il primo ministro israeliano, è tornato a Doha.
Media: Netanyahu vede Smotrich per convincerlo a non dimettersi su accordo ostaggi
Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu si incontrerà con il Ministro delle Finanze Bezalel Smotrich nel corso della giornata, nel quadro di una crescente spinta verso un potenziale accordo sul cessate il fuoco e sugli ostaggi. A riferirne è il sito di notizie Walla, citando una fonte politica secondo la quale Netanyahu sta cercando di valutare se Smotrich si dimetterebbe dal governo in caso di un accordo che vedrebbe centinaia di detenuti palestinesi liberati dalle carceri israeliane in cambio del rientro degli ostaggi.
Secondo quanto riportato, il premier ritiene che ci sia un'alta probabilità che il ministro per la sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir si dimetta dal governo in caso di accordo sugli ostaggi, quindi Netanyahu spera di convincere Smotrich a non andare oltre un voto contrario ad un accordo, rinunciando all'eventuale uscita dalla coalizione. A riferirne è il Times of Israel.
Siria, leader Hts riceve presidente Coalizione di opposizione a Assad: 'Incontro positivo'
Il leader dell'HTS Ahmed al Shara, alias Abu Mohamed al Golani ha ricevuto mercoledì scorso a Damasco rappresentanti della Coalizione nazionale siriana (SNC), uno dei principali gruppi di opposizione al deposto presidente siriano Bashar al Assad. L'incontro - cui ha partecipato il presidente della coalizione, Hadi Al Bahra - è stato "positivo". "Le parti hanno scambiato opinioni e posizioni con chiarezza e trasparenza sulle sfide della fase attuale”, secondo una dichiarazione pubblicata dall'NSC sul suo sito web oggi.
"Alla luce di queste difficili circostanze, è stato anche sottolineato il sostegno agli sforzi del governo provvisorio di Damasco”, aggiunge l'alleanza di opposizione, che ha chiesto alle autorità di integrare l'organizzazione nel processo di transizione. "Tutti i siriani sono sulla stessa barca e devono navigare insieme, il che richiede la condivisione degli oneri e dei compiti, il coordinamento e l'integrazione per raggiungere gli obiettivi prefissati".
Al via a Riad riunione internazionale sul futuro del Paese
E' iniziato nella capitale saudita l'incontro internazionale voluto per discutere del futuro della repubblica araba dopo la caduta del regime di Al Assad. Presenti numerosi rappresentanti stranieri dei Paesi arabi, dell'Unione Europea e il ministro nominato dalle nuove autorità siriane per discutere del futuro della repubblica araba dopo la caduta del regime di Al Assad, Hasan al-Shaibani. La massima diplomatica dell'UE, Kaja Kallas, ha riassunto sul suo account X lo scopo principale dell'incontro, che analizzerà la possibilità di revocare le sanzioni sul Paese, imposte a suo tempo contro l'ormai defunto regime siriano, se le autorità di Hayat Tahrir al Sham (Hts) manterranno le loro promesse di integrazione e pace.
Tripodi: l'Italia in prima linea a sostegno del popolo siriano
"A Riad, su delega del vicepremier e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani, partecipo alla Ministeriale sulla Siria. L'Italia costruttrice di pace è in prima linea a sostegno del popolo siriano e pronta a contribuire alla ricostruzione di un Paese strategico per stabilità del Medio Oriente". Lo scrive su X la sottosegretaria al ministero degli Affari Esteri Maria Tripodi.
Papa: chiediamo la pace in Ucraina, M.O. e mondo intero
"Chiediamo la pace in Ucraina, al Medio Oriente, al mondo intero", "non dimentichiamo che la guerra sempre è una sconfitta". Papa Francesco al termine dell'Angelus ha rinnovato il suo appello per la pace.
Siria, Madrid: sì a revoca sanzioni internazionali se autorità manterranno promesse
Il governo spagnolo si è espresso a favore di una possibile revoca delle sanzioni internazionali contro la Siria, comprese quelle imposte dall'Unione Europea, se le nuove autorità del Paese, che finora hanno compiuto "passi positivi", manterranno le promesse di garantire un paese "stabile, pacifico e inclusivo". Il Ministro degli Affari Esteri, dell'Unione Europea e della Cooperazione, José Manuel Albares, ha spiegato dalla Turchia che "la posizione della Spagna è che ci devono essere dialogo e contatti con le nuove autorità siriane", in linea con quelli avviati da altri Paesi europei come Italia, Francia e Germania, motivo per cui Albares si prepara a visitare la Siria e il vicino Libano il 15 e 16 gennaio.
Durante la sua visita a Damasco, Albares trasmetterà alle nuove autorità la sua "visione" di quella che "deve essere la Siria del futuro: una Siria pacifica, una Siria inclusiva". "Se questo sarà raggiunto, le sanzioni non avranno più senso".
Segre: il 7 e 8 ottobre hanno segnato profondamente la mia vita
"Il film? Breve storia della mia vita che mi vede sorridente sulla spiaggia di Pesaro da me molto amata, ma non erano ancora successe alcune cose. Il film era stato girato prima del 7 ottobre e prima dell'8 di ottobre, due date che hanno segnato profondamente il mio carattere, il mio umore, e la mia percezione dei fatti di cui sono ancora una volta testimone. Spero che il film venga capito per quello che è la storia di una vita". Lo ha detto la senatrice a vita, Liliana Segre, intervenendo con un video messaggio all'evento organizzato dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude e dalla giornalista e scrittrice Claudia Conte che si è tenuto ieri sera presso la Citroniera della Reggia di Venaria. La serata ha visto la proiezione del docufilm "Liliana", seguito da un dibattito a cui hanno partecipato il regista Ruggero Gabbai, il Presidente e la Direttrice del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude Michele Briamonte e Chiara Teolato, il Presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia, il Presidente della Comunità Ebraica di Torino Dario Disegni, Giulio Disegni, vice presidente Ucei, Ugo Foa, scrittore, costretto nel 1938, a seguito dell'emanazione delle "leggi per la difesa della razza" da parte del regime fascista, a vivere nascondendosi per non essere deportato. Anche il Ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha voluto inviare i suoi ringraziamenti alla senatrice a vita "per averci fatto dono non solo di questa sua testimonianza intima e personale, ma anche per il suo impegno costante rivolto alle nuove generazioni, e per tramandare il valore della memoria e della dignità umana". "Viviamo un momento pieno di sfide - ha continuato Zangrillo - non solo economiche e politiche, ma soprattutto sfide sociali che mettono a rischio pace e convivenza civile. Oggi più che mai ciascuno di noi è chiamato a fare la propria parte, perché barbarie come quella dell'Olocausto non si ripetano più. Contro i gesti di odio, di terrore, non c'è antidoto più forte della conoscenza". "Liliana Segre rappresenta un simbolo e una testimone instancabile della Shoah, e un baluardo contro l'antisemitismo - afferma Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura della Camera con la sua testimonianza inviata alla Reggia di Venaria - ascoltare la sua storia è un atto di amore verso la nazione e di responsabilità verso il futuro dello Stato". "Commemorare il Giorno della Memoria - continua Mollicone - non vuol dire solo ricordare quelle giornate tragiche, ma deve essere anche un monito per continuare a fare luce sull'antisemitismo latente che ancora purtroppo ancora falcidia alcune piazze e organizzazioni" Grande soddisfazione per l''evento anche da parte di Briamonte: "Ho voluto fortemente che alla Reggia di Venaria si tenesse questa iniziativa toccante dal valore non solo simbolico: una testimonianza storica di valori universali da tenere sempre in conto, con il riconoscimento di gratitudine verso una donna che continua a insegnare la virtù della dignità umana e della memoria". "Aver costruito un ponte di questo tipo tra passato e presente in un luogo patrimonio Unesco - conclude Briamonte - mi conferma ulteriormente quale ruolo e missione possono svolgere i beni culturali nella società civile".
Idf ha approvato piani per rapido ritiro truppe da aree Striscia di Gaza
Le Forze di Difesa Israeliane hanno recentemente approvato diversi piani per il rapido ritiro delle truppe da vaste aree della Striscia di Gaza, in concomitanza con i progressi nei negoziati per il rilascio degli ostaggi. A riferirne è oggi il quotidiano israeliano Ha'aretz. L'esercito ha esaminato diverse opzioni per il ritiro delle truppe da Gaza, compreso il corridoio di Netzarim, che divide la Striscia in due. L'esercito ha spiegato di avere la capacità di evacuare i soldati dall'area, nonostante le numerose infrastrutture e postazioni stabilite. Le Forze di Difesa, scrive ancora il giornale, si dicono pronte ad attuare qualsiasi accordo stipulato dal governo, compreso quello che prevede un rapido ritiro delle truppe da Gaza.
Gaza, 28 morti in 24 ore nella Striscia
Nuovi raid israeliani hanno causato 28 morti nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore, portaqndo a 46.565 il bilancio totale delle vittime palestinesi del conflitto. Lo riferisce il ministero della Sanità del territorio palestinese, gestito da Hamas.
Hamas: 'Sale a 46.565 bilancio dei morti a Gaza, 28 in 24 ore'
Il ministero della Sanità di Gaza, espressione di Hamas, ha aggiornato il bilancio dei morti totali palestinesi nella Striscia dal 7 ottobre 2023 a 46.565, dopo l'aggiunta di 28 vittime nelle ultime 24 ore. Il totale dei feriti è invece salito a 109.660.
In Iran esercitazioni antiaeree ai siti atomici di Fordow e Arak
L'esercito iraniano ha iniziato domenica un'esercitazione di difesa aerea contro l'eventualità di attacchi aerei israeliani o statunitensi, dopo le minacce di Donald Trump contro i siti nucleari della Repubblica islamica, in cui gli occidentali accusano Teheran di star sviluppando segretamente un programma di armamento nucleare. Lo rende noto la Tv di Stato iraniana. Simulazioni di attacchi aerei e missilistici si svolgono in corrispondenza del sito sotterraneo di arricchimento dell'uranio di Fordow e nel distretto di Arak, dove sorge un reattore ad acqua pesante a Khondab, rispettivamente nel nord e nell'ovest dell'Iran. Secondo la Tv di Stato, unità missilistiche, radar e di guerra elettronica prendono parte alle esercitazioni, che si svolgono in continuità con manovre delle forze armate iniziate ieri. Martedì scorso sono state simulate operazioni di difesa aerea presso il sito di arricchimento dell'uranio di Natanz, circa 250 km a sud di Teheran.
Malala: 'Israele ha decimato l'intero sistema educativo a Gaza'
"A Gaza, Israele ha decimato l'intero sistema educativo": lo ha detto Malala Yousafzai, premio Nobel per la Pace, parlando a un summit globale sull'istruzione delle ragazze nei Paesi musulmani ospitato dal Pakistan. "Hanno bombardato tutte le università, distrutto più del 90% delle scuole e attaccato indiscriminatamente i civili che si rifugiavano negli edifici scolastici. "Continuerò a denunciare le violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani da parte di Israele", ha concluso l'attivista pakistana per l'istruzione femminile che i Talebani cercarono di uccidere quando aveva 15 anni, nel 2012 e che da allora vive in esilio.
Malala ai leader musulmani: 'Non legittimate i talebani'
La Nobel per la Pace Malala Yousafzai ha esortato i leader musulmani a non "legittimare" il governo talebano afghano e a "mostrare una vera leadership" opponendosi alle loro restrizioni all'istruzione di donne e ragazze. La 27enne Yousafzai, attivista globale per l'educazione delle ragazze che i talebani pachistani tentarono di uccidere nel 2012, è intervenuta a un summit sull'istruzione delle ragazze nei Paesi musulmani svolto a Islamabad, in Pakistan: evento a cui i Talebani non hanno voluto partecipare. "Come leader islamici, ora è il momento di alzare la voce, usare il vostro potere. Potete mostrare vera leadership", ha detto.
Nuovi attacchi hacker all'Italia. Oltre ai filorussi Noname, in azione anche i palestinesi Alixsec
Dopo quelli di ieri, nuovi attacchi in mattinata degli hacker della crew filorussa Noname057(16) ad obiettivi italiani: questa volta nel mirino ci sono i siti di banche (come Intesa, Monte paschi), porti (Taranto, Trieste), aziende (Vulcanair). L'Agenzia per la cybersicurezza nazionale è al lavoro avvisando i soggetti colpiti e supportandoli nel ripristino delle funzionalità. Alcuni domini risultano intaccati dagli attacchi, che sono sempre di tipo Ddos, Distributed denial of service. La novità del giorno è che si registrano hackeraggi anche da un altro gruppo, i palestinesi Alixsec che, tra gli altri, hanno attaccato Olidata.
Siria, oggi il vertice tra Paesi arabi e Stati Ue sul futuro di Damasco
L'incontro, che si tiene in Arabia Saudita, arriva in un momento in cui le autorità di transizione guidate dal nuovo leader di Damasco, Ahmad Al Shareh, chiedono la revoca delle sanzioni internazionali. Nei giorni scorsi, il ministro degli Esteri Tajani ha incontrato Al Jolani e la comunità cristiana locale. LEGGI L'ARTICOLO
Esplosioni in distributori di benzina nello Yemen: 15 morti
Esplosioni si sono verificate in 4 stazioni di servizio nello Yemen, uccidendo 15 persone e ferendone altre 67 feriti. Lo riferisce il ministero della Salute che fa capo agli Houthi citato da Anadolu. E' successo nel governatorato di Al Bayda, nello Yemen meridionale.
Media: chiuso al 90% accordo prigionieri Israele-Hamas
Israele e Hamas hanno chiuso "il 90% dei dettagli dell'accordo" per lo scambio tra ostaggi e prigionieri che dovrebbe consentire un cessate il fuoco al Gaza. Lo scrive il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth.
Media: 'Ipotesi tremila detenuti palestinesi in cambio ostaggi'
Il capo del Comitato per i prigionieri palestinesi Kadora Fares ha dichiarato che, come parte dell'accordo sulla liberazione degli ostaggi che sta prendendo forma, nella prima fase dell'accordo dovrebbero essere rilasciati più di 3.000 detenuti palestinesi. Lo riferisce Ynet. Secondo Fares, saranno liberati anche 200 prigionieri ergastolani palestinesi, minorenni, donne e detenuti malati.
Wafa: 5 palestinesi uccisi in attacchi israeliani
Cinque persone, tra cui un paramedico del campo profughi di Jabalya, sono rimaste uccise in vari attacchi israeliani su Gaza, secondo quanto riporta l'agenzia palesitnese Wafa. Tre palestinesi, tra cui il paramedico, sono stati uccisi ieri sera mentre le forze di occupazione israeliane continuavano a bombardare varie aree della Striscia di Gaza, secondo fonti locali. Il corrispondente di Wafa ha riferito che due delle vittime, insieme a diversi feriti, sono stati trasferiti all'ospedale Al-Awda di Nuseirat in seguito a un attacco di artiglieria delle forze israeliane contro le abitazioni residenziali nei campi profughi di Bureij e Nuseirat, nella Gaza centrale. Nel frattempo, i veicoli militari israeliani hanno continuato a colpire i quartieri a nordovest di Gaza City, dove due palestinesi sono stati uccisi nelle prime ore del mattino.
Yemen, esplode deposito di Gnl, almeno 10 morti e 60 feriti
Almeno dieci persone sono morte e oltre 60 sono rimaste ferite a causa dell'esplosione di un deposito di gas naturale liquefatto nello Yemen centrale. Lo riferiscono fonti mediche. La deflagrazione è avvenuta ieri sera nel remoto distretto di Al Zahir, nella provincia di Al Bayda, circa 270 chilometri a Sud Est della capitale Sana'a. La maggior parte dei feriti soffre di gravi ustioni. Incidenti del genere non sono infrequenti in Yemen, a causa dello scarse condizioni di sicurezza nel Paese, straziato da oltre dieci anni di guerra civile. Lo scorso agosto l'esplosione di un deposito di Gnl ad Aden causò cinque morti e tredici feriti.
Da Siria e Libano impegno a relazioni dopo anni di tensioni
Il nuovo governante siriano e il primo ministro libanese si sono impegnati a costruire legami duraturi durante la prima visita di un capo di governo libanese a Damasco dall'inizio della guerra civile nel 2011. Il viaggio del primo ministro Najib Mikati è arrivato dopo che i ribelli islamisti hanno conquistato Damasco il mese scorso, ponendo fine al governo di Bashar al-Assad. I precedenti governi libanesi si sono astenuti dalle visite in Siria a causa delle tensioni in patria per il sostegno del gruppo militante Hezbollah ad Assad durante il conflitto. Il nuovo leader siriano Ahmed al-Sharaa ha detto che spera di voltare pagina nelle relazioni, giorni dopo che il Libano, colpito dalla crisi, ha finalmente eletto un presidente questa settimana dopo due anni di stallo. "Ci saranno relazioni strategiche a lungo termine tra noi e il Libano. Noi e il Libano abbiamo grandi interessi in comune", ha detto Sharaa. È giunto il momento di "dare al popolo siriano e libanese la possibilità di costruire una relazione positiva", ha detto, aggiungendo di sperare che la presidenza di Joseph Aoun inauguri un'era di stabilità in Libano. Mikati ha detto che i legami dovrebbero essere basati su "rispetto reciproco, uguaglianza e sovranità nazionale". Le nuove autorità siriane hanno anche detto che Sharaa ha telefonato ad Aoun per congratularsi con lui. La Siria è stata la potenza dominante in Libano per tre decenni sotto la famiglia Assad, con il presidente Hafez al-Assad che è intervenuto nella guerra civile del 1975-1990 e suo figlio Bashar al-Assad che ha ritirato le truppe siriane solo nel 2005 a seguito delle proteste di massa innescate dall'assassinio dell'ex primo ministro libanese Rafic Hariri. Dopo aver ricucito i legami con Damasco, suo figlio Saad Hariri è stato l'ultimo premier libanese a visitare la capitale siriana nel 2010 prima della guerra civile. Entrando in carica giovedì, Aoun ha giurato che avrebbe colto "l'opportunità storica di iniziare sul serio dialogo con lo Stato siriano".
Gaza, da Israele ordine evacuazione per civili Nuseirat
L'esercito israeliano ha emesso un ordine di evacuazione per i civili del campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza, ordinando loro di raggiungere la zona umanitaria di Mawasi, sulla costa. "Le organizzazioni terroriste stanno nuovamente sparando razzi da quest'area, che ha ricevuto diversi avvertimenti in passato", ha avvertito su X un portavoce dell'esercito israeliano, Avichay Adree, "si chiede ai civili di trasferirsi nella zona umanitaria designata da Israele prima che l'esercito lanci attacchi in quell'area".
Siria, ministro Esteri britannico a Riyadh, colloqui in agenda
Il ministro degli Esteri britannico David Lammy incontrerà i partner arabi e internazionali a Riyadh oggi per rafforzare il coordinamento internazionale in Siria in un momento critico per il futuro del paese, ha detto il suo dipartimento in una dichiarazione. Nella nota, il Foreign Office anticipa che i colloqui nella capitale saudita si concentreranno su quelli che saranno i prossimi passi che la comunità internazionale intraprenderà per sostenere le autorità siriane ad interim, compresi i meccanismi per ritenere il regime del deposto presidente Bashar al-Assad responsabile dei crimini di guerra commessi contro i suoi concittadini. Durante il suo soggiorno in quel paese, il ministro degli Esteri britannico incontrerà il suo omologo saudita, il principe Faisal bin Farhan, nonché diversi funzionari stranieri europei e arabi, secondo la sua agenda.
Yemen: scontri tra lealisti e Houthi in tre province
L'esercito lealista yemenita ha affermato di essersi scontrato nelle ultime 24 ore in tre province diverse con i ribelli filoiraniani Houthi, che da anni controllano il Nord Ovest del Paese, inclusa la capitale Sana'a. Secondo una nota delle forze armate del governo riconosciuto dalla comunità internazionale, che ha base ad Aden e ha l'Arabia Saudita come principale sostenitore, i combattimenti hanno avuto luogo "in seguito ad assalti degli Houthi sulle posizioni dell'esercito a Marib, nello Yemen centrale, Al-Jawf nel Nord e Taiz nel Sud-Ovest. Il comunicato rilanciato da Anadolu, sostiene che gli Houthi hanno subito "pesanti perdite umane e materiali" dopo il loro tentativo di avanzare sulla linea del fronte. Le ostilità tra le fazioni che si contendono lo Yemen erano state in larga misura sospese dopo la tregua dell'aprile 2022, giunta dopo otto anni di conflitto.
Inviato di Trump in Qatar per trattative sugli ostaggi
L'inviato in Medio Oriente del Presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, Steve Witkoff, è volato in Qatar per partecipare alle trattative in corso per il rilascio degli ostaggi dopo l'incontro con il primo ministro Benjamin Netanyahu a Gerusalemme. Witkoff sarà affiancato da una delegazione israeliana di alto livello. Secondo quanto riportato dai media israeliani, Witkoff, ha dichiarato al primo ministro Benjamin Netanyahu, durante il loro incontro, che il Presidente eletto degli Stati Uniti vuole un accordo sul rilascio di ostaggi entro il suo insediamento, il 20 gennaio.
Mo: Israele, '4 soldati uccisi nel nord di Gaza'
Quattro soldati israeliani sono morti ieri sera in combattimento nel nord della Striscia di Gaza. Lo ha reso noto l'Idf. Con queste vittime sale a 403 il numero totale di soldati uccisi nel territorio palestinese da quando Israele ha lanciato la sua offensiva di terra come rappresaglia per l'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Un ufficiale e un soldato riservista sono rimasti "gravemente feriti" durante lo stesso incidente e sono stati portati in ospedale, hanno scritto i militari in una nota.
Oggi in Arabia Saudita il summit sulla Siria
L'Arabia Saudita ospiteraà oggi i ministri degli Esteri europei e mediorientali per discutere della Siria, dove le capitali straniere sperano in un ritorno alla stabilita' dopo la caduta di Bashar al-Assad. "Ci saranno due incontri. Il primo tra gli Stati arabi. Il secondo tra gli Stati arabi e altri paesi", tra cui Francia, Regno Unito, Germania, Italia, Turchia e Spagna, cosi' come le Nazioni Unite, ha detto ieri all'AFP un funzionario saudita. L'incontro arriva in un momento in cui le autorità di transizione guidate dal nuovo leader del paese, Ahmad al-Shareh, chiedono la revoca delle sanzioni internazionali contro la Siria.