
Lo riferisce Al Jazeera online, citando la difesa civile palestinese, secondo cui la maggior parte delle vittime sono bambini. L'attacco ha preso di mira una casa a Jabalia, nella parte settentrionale della Striscia. Le forze di difesa israeliane continuano a negare l'accesso a Gaza alle operazioni umanitarie, ha detto il portavoce delle Nazioni Unite: "Le restrizioni e altre condizioni stanno severamente impedendo le operazioni umanitarie"
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Almeno dieci persone sono rimaste uccise in un attacco israeliano a Jabalia, a nord di Gaza. Lo riferisce Al Jazeera online, citando la difesa civile palestinese, secondo cui la maggior parte delle vittime sono bambini. L'attacco ha preso di mira una casa a Jabalia, nella parte settentrionale della Striscia, aggiunge la stessa fonte, precisando che al momento non si hanno maggiori informazioni.
Le forze di difesa israeliane continuano a negare l'accesso a Gaza alle operazioni umanitarie. Lo ha detto il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric, nel corso dell'incontro quotidiano con i media internazionali durante il quale ha ribadito come la situazione sia drammatica. "Le restrizioni e altre condizioni - ha aggiunto – stanno severamente impedendo le operazioni umanitarie. Le autorità israeliane hanno negato un'altra richiesta Onu di raggiungere le aree assediate a Nord di Gaza per portare cibo e acqua. Come risultato i palestinesi a Beit Hanoun, Beit Lahiya e parti di Jabalya sono rimasti tagliate fuori dagli aiuti fondamentali di cui hanno bisogno per sopravvivere".
Gli Stati Uniti hanno annunciato di aver ucciso un leader dell'Isis in un raid in Siria.
Gli approfondimenti:
- Siria, caduta del regime di Assad: festeggiamenti per le strade di Damasco
- Bashar al-Assad, chi è il presidente della Siria "cacciato" dai ribelli jihadisti
- Abu Muhammad al-Jolani, il ritratto del leader dei ribelli jihadisti in Siria
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La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata
L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele ha riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. L'APPROFONDIMENTO
Bashar al-Assad, il ritratto dell'ex presidente della Siria cacciato dai ribelli jihadisti
Dopo l'ingresso dei miliziani insorti a Damasco, il presidente è scappato dal Paese: è a Mosca, dove gli è stato concesso asilo. Al potere dal 2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil, primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli ultimi giorni il suo regime è stato rovesciato dall'invasione di vari gruppi ribelli, tra cui forze jihadiste filo-turche. È accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. IL PROFILO
Hezbollah, cosa sapere sul gruppo antisionista libanese
Tra i protagonisti dell'escalation di tensione in Medio Oriente c’è anche l’organizzazione militare e politica libanese. Sostenuta ideologicamente e finanziariamente dall’Iran, controlla una larga parte del Paese, quasi “uno Stato nello Stato”, e partecipa attivamente alla vita politica. Il suo leader è stato a lungo - dal 1992 - Hassan Nasrallah, che ha guidato il gruppo fino al 28 settembre 2024, quando è stato ucciso da un attacco israeliano su Beirut. L'ANALISI
Non solo Assad, chi sono le altre personalità in fuga accolte da Putin in Russia
L'ormai ex presidente siriano non è l'unica personalità di spicco che ha trovato rifugio all'ombra del Cremlino dopo la fuga dal proprio Paese. Da Viktor Yanukovich, leader ucraino scappato dopo la rivoluzione di Maidan, a Edward Snowden: ecco chi sono. DI CHI SI TRATTA

©Ansa
Medio Oriente, chi sono i leader eliminati da Israele in un anno di guerra
Yahya Sinwar, capo politico di Hamas, è stato ucciso il 16 ottobre dall'Idf. Ma i leader di peso “eliminati” da Israele nell’ultimo periodo, durante la campagna militare che va avanti da oltre un anno nella Striscia di Gaza, sono diversi. Un martellamento che ha preso di mira Hamas, ma anche altri gruppi legati a Teheran, come Hezbollah in Libano o le milizie delle Guardie rivoluzionarie iraniane. LE FOTO
Siria, le navi russe lasciano la base di Tartus. Cosa ci dicono le immagini satellitari
Continua a essere cauta la posizione della Russia nei confronti della situazione in Siria dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, in particolare per quanto riguarda la base aerea di Hmeimim e quella navale di Tartus, considerate da Mosca punti di appoggio strategici nel Mediterraneo. Nonostante il Cremlino abbia fatto sapere di essere in contatto con i ribelli jihadisti i quali avrebbero assicurato di voler garantire la sicurezza delle due strutture, alcune immagini satellitari degli ultimi giorni mostrano che le navi della marina russa hanno lasciato Tartus e alcune di queste hanno gettato l'ancora al largo della costa. LE IMMAGINI
Cos'è l'Idf, come sono organizzate e come funzionano le Forze armate israeliane
Create nel 1948, ogg contano su 170mila soldati effettivi, grazie alla coscrizione obbligatoria di tre anni per gli uomini e di due per le donne. Dispongono, inoltre, di 3.500 carri armati. L'APPROFONDIMENTO
Che cos'è il Captagon, la "droga della Jihad" trovata in Siria e che effetti produce
Si tratta di una metanfetamina conosciuta anche come "droga dei kamikaze", spesso mischiata con la caffeina. Non è molto diffusa in occidente, mentre è una sostanza che si trova relativamente in abbondanza in Medio Oriente. In Siria sono stati scoperti diversi laboratori per la produzione del Captagon. Ecco di cosa si tratta e quali sono gli effetti. DI COSA SI TRATTA
Usa: "Dall'incontro con Al Jolani segnali positivi"
"Dall'incontro abbiamo avuto segnali positivi". Lo ha detto un alto funzionario americano che faceva parte della delegazione guidata dall'inviata speciale Barbara Leaf, che ha incontrato a Damasco Abu Mohammad al-Jolani, il leader di Hayat Tahrir al-Sham (Hts), un'organizzazione classificata come terroristica da Washington. L'inviata ha anche comunicato ad al-Jolani che gli Stati Uniti hanno tolto la taglia sulla sua testa, un comenso nel caso di collaborazione all'arresto.
Siria, Leaf: "Gli Usa toglieranno la taglia su Al Jolani"
Un alto diplomatico americano ha detto che gli Usa stanno pensando di togliere la taglia sul nuovo leader siriano Ahmed al-Sharaa (Al Jolani). Barbara Leaf, la diplomatica degli Stati Uniti per il Medio Oriente, ha notato "messaggi positivi" dopo il suo incontro con Al Jolani a Damasco. "Sulla base della nostra discussione, gli ho detto che non avremmo mantenuto la taglia che è stata in vigore per alcuni anni", ha detto Leaf ai giornalisti.
Monsignor Shomali, 4mila permessi per cristiani palestinesi a Natale
Sono "circa 4.000 i permessi concessi da Israele ai palestinesi di fede cristiana della Cisgiordania per entrare a Gerusalemme nelle feste di Natale. I permessi", rilasciati dal Cogat, l'unità dell'Esercito che coordina le attività governative nei Territori, "hanno la durata di poco più di una settimana a differenza degli scorsi anni quando la validità era di circa uno, due mesi". Lo riferisce al Sir mons. William Shomali, vescovo ausiliare di Gerusalemme e vicario patriarcale per la Palestina. "La guerra ha provocato la riduzione del numero dei permessi e anche la loro durata. Vengono rilasciati soprattutto a persone di età superiore ai 55 anni" spiega il vescovo. Circa il prossimo Natale mons. Shomali tratteggia così lo stato d'animo dei cristiani locali: "Attendono il Natale con sentimenti contrastanti, un misto di frustrazione e di speranza, di disperazione e scoraggiamento. Anche di paura per quello che potrebbe accadere nel prossimo futuro. Molti pensano che dopo Gaza, un qualcosa di simile, potrebbe toccare ai territori della Cisgiordania. Ci affidiamo a Cristo, principe della pace, alla speranza che viene dal Natale per risollevarci. Il prossimo Giubileo possa donarci forza e riportare di nuovo i pellegrini in Terra Santa. Sarebbe un grande aiuto per tutti i nostri cristiani, sia spirituale che materiale".
Attacco di Israele a Jabaliya, almeno 10 morti
Almeno 10 palestinesi uccisi in un attacco israeliano a Jabaliya. Secondo quanto riferito dalla Protezione civile palestinese, la maggior parte delle vittime sono bambini. L'attacco ha preso di mira una casa a Jabaliya, nella parte settentrionale della Striscia di Gaza.
Siria, Idf sparano contro protesta anti-Israele nel sud: un ferito
Le Idf hanno confermato di aver aperto il fuoco contro "una minaccia" durante una manifestazione nell'estremo sud della Siria contro la presenza dell'esercito israeliano sul lato siriano delle Alture del Golan. Secondo le forze israeliane, riporta il Times of Israel, durante la protesta nel villaggio di Ma'ariya, i soldati che chiedevano ad alcuni sospetti di tornare indietro "hanno identificato una minaccia che richiedeva un'azione per essere rimossa".
L'esercito ha precisato che i militari hanno agito secondo le procedure e hanno sparato a uno dei manifestanti alla gamba. "Sottolineiamo che le Idf non intervengono negli eventi che si verificano in Siria", si precisa in una nota.
Il ministro di Israele Chikli: "Dal Papa calunnia sanguinaria"
Il ministro israeliano della diaspora, Amichai Chikli (Likud), ha accusato Papa Francesco di "calunnia sanguinaria" dopo che il Pontefice ha chiesto un'indagine sui possibili crimini di guerra israeliani a Gaza. In una lettera aperta su X, Chikli ha scritto che Francesco "ha riecheggiato la nuova calunnia sanguinaria, insinuando che lo Stato di Israele 'potrebbe' avere commesso un genocidio a Gaza". "Come nazione che ha perso sei milioni di figli e figlie nell'Olocausto, siamo particolarmente sensibili alla banalizzazione del termine 'genocidio', una banalizzazione che è pericolosamente vicina alla negazione dell'Olocausto", ha affermato Chikli. Il ministro ha aggiunto che uno dei "principali fautori di questa nuova accusa di omicidio contro Israele" è Amnesty International , che in un rapporto ha stabilito che gli attacchi di Israele a Gaza rientrano nella definizione legale di genocidio. "La vostra guida, le vostre azioni e la vostra leadership - dice Chikli al Papa - hanno un'enorme influenza in tutto il mondo. Ecco perchè vi chiedo gentilmente di chiarire la vostra posizione riguardo alla calunnia sanguinaria di genocidio da parte dello Stato ebraico", ha aggiunto Chikli.
Media: "Raid israeliano a Gaza, almeno 8 morti"
Un attacco aereo israeliano ha ucciso almeno otto palestinesi in un'abitazione nel campo profughi di Nuseirat, nella Striscia di Gaza centrale: lo hanno riferito i medici, come riporta Haaretz. Funzionari sanitari palestinesi hanno affermato che gli attacchi militari israeliani nell'enclave hanno ucciso oggi in totale 15 persone.
Siria, Erdogan: "Siamo in contatto con al-Jawlani per nuova Costituzione"
Il governo turco è "in contatto" con Abu Mohammed al-Jawlani, il leader di Hayat Tahrir al-Sham, per "aiutare a formare una Costituzione" in Siria. Lo ha dichiarato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, parlando con i giornalisti sul volo di ritorno dall'Egitto, dove ha partecipato al vertice dell'Organizzazione per la cooperazione economica D8. Nel corso del colloquio con la stampa, riporta il sito del giornale al-Sabah, Erdogan si è detto "felice" di vedere molti Paesi islamici e occidentali sviluppare contatti con al-Jawlani, alias Ahmed al-Sharaa. La Turchia, ha scandito il presidente, non abbandonerà la Siria nel suo processo di transizione dopo la caduta del regime di Assad e sosterrà la nuova leadership siriana nella costruzione dello Stato e nella lotta contro le organizzazioni terroristiche, a partire dalle Ypg, che la Turchia considera il braccio siriano del Pkk. "Daesh, il Pkk e le sue versioni che minacciano la sopravvivenza della Siria devono essere sradicati", ha affermato Erdogan, avvertendo che i leader di questi gruppi saranno "schiacciati nel più breve tempo possibile". "Ora che c'è una nuova Siria, i siriani determineranno il loro futuro" ha continuato Erdogan, annunciando che il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, si recherà presto nel Paese per discutere della "nuova struttura" dello Stato. "Se la Siria stabilisce una struttura veramente stabile con questa nuova formazione, avrà, a mio avviso, una posizione molto forte nel mondo islamico", ha aggiunto Erdogan, che ha ribadito il suo appello per la revoca delle sanzioni imposte sotto Assad.
Siria, Tajani: "Primi segnali positivi, tutelare i cristiani"
"I primi segnali sono positivi, sebbene sia vero che la guida oggi della Siria è in mano a ex combattenti dell'Isis. Le richieste dell'Italia sono molto chiare: riconoscimento e tutela delle minoranze religiose, a cominciare dalle minoranze cristiane. Noi lavoriamo per questo, è fondamentale". Così in un'intervista con i media vaticani il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani valuta la nuova realtà politica in Siria dopo il rovesciamento del regime di Bashar Al Assad. "L'altro obiettivo è l'unità dello Stato: occorre evitare - sottolinea il ministro - il frazionamento della Siria, e poi si chiede di agevolare il rientro volontario dei rifugiati da Turchia, Giordania, e Libano. Si tratta di siriani scappati in occasione della guerra civile e speriamo che coloro che rientrano possano essere accolti, che non ci sia una stagione di persecuzioni. Noi vigiliamo, siamo presenti, discutiamo con i nostri alleati, con il G7, con l'Unione europea, con la Turchia che, a sua volta, ha chiesto all'Italia di continuare ad avere una presenza diplomatica e di tenere aperta la nostra ambasciata a Damasco. La Turchia sta facendo un po' da garante della stabilità. Abbiamo chiesto, sia il presidente del Consiglio Meloni a Erdogan, sia io al ministro degli Esteri turco, una garanzia per le minoranze, in modo particolare per le minoranze cristiane".

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Medio Oriente, dal 7 ottobre almeno 45.206 palestinesi uccisi a Gaza
Almeno 45.206 palestinesi uccisi a Gaza dall'inizio della guerra. Lo afferma il Ministero della Salute, guidato da Hamas. I feriti sono 107.512.
Erdogan: "Ampia collaborazione con Al Jolani"
Il Presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ribadisce che la Turchia collaborerà in diversi ambito con il nuovo governo siriano e conferma che il dialogo con Abu Muhammad Al Jolani, leader del gruppo islamista Hayat Tahrir al Sham, va avanti. "Sosteniamo un processo di transizione politica in Siria per essere sicuri non vi siano incidenti. Soprattutto con Al Jolani il dialogo va avanti, discutiamo dei nomi dei membri del governo siriano, ma anche di collaborazioni nell'ambito della Difesa, energia e istruzione", ha dichiarato Erdogan di rientro dal vertice D-8 del Cairo.
Siria, delegazione Usa a Damasco: incontro "positivo" con al-Jawlani
E' stato un incontro "positivo" quello andato in scena a Damasco tra Abu Mohammed al-Jawlani (Ahmed al-Sharaa), leader di Hayat Tahrir al-Sham (Hts), fazione protagonista dell'offensiva delle forze anti-Assad, e la delegazione diplomatica americana arrivata nella capitale siriana per un primo contatto diretto con le nuove autorità. Lo ha indicato un responsabile siriano all'Afp, sottolineando che "l'incontro ha avuto luogo ed è stato positivo. Ed i risultati saranno positivi, se Dio vorrà".
E' stata invece "cancellata per motivi di sicurezza" la conferenza stampa programmata dalla delegazione Usa, che include Barbara Leaf, la più alta funzionaria del Dipartimento di Stato per il Medio Oriente. Lo ha indicato Rana Hassan, un funzionario dell'ambasciata statunitense

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Usa: "Ucciso leader dell'Isis in un raid in Siria"
Gli Stati Uniti hanno annunciato di aver ucciso un leader dell'Isis in un raid in Siria. In un post su X il Comando Centrale americano, Centcom, ha spiegato che l'attacco è avvenuto ieri nella provincia di Deir Ezzor, in Siria orientale. Nel raid sono stati uccisi uno dei leader dell'Isis, noto come "Abu Yusif", e un altro dirigente del gruppo.
Ong: "Da Israele ordini di sfollamento in Libano senza sicurezza"
I 136 ordini di sfollamento forzato imposti alla popolazione libanese da Israele sul 25% del territorio del Paese durante i 62 giorni di guerra non hanno garantito la sicurezza dei civili e con ogni probabilità possono essere considerati illegali. È la denuncia contenuta nel nuovo report "Forced Displacement Orders: Debunking the Myth of Humane Attacks", diffuso oggi da ActionAid e Oxfam. Il dossier rivela infatti che i cosiddetti ordini di evacuazione emessi tra il 23 settembre e il 31 ottobre 2024 potrebbero configurarsi come una campagna di trasferimenti forzati- ossia come una grave violazione del diritto internazionale umanitario - per non essere stati né legittimi né sicuri per le centinaia di migliaia di famiglie rimaste senza riparo o protezione, costituendo quindi potenziali crimini di guerra. Nel dettaglio gli ordini di evacuazione, così definiti da Israele, hanno riguardato sia luoghi precisi come villaggi, quartieri e città che aree non meglio specificate, tramite direttive vaghe. Il risultato è che complessivamente 1,4 milioni di persone hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni per trovare salvezza in rifugi sovraffollati o in alcuni casi per strada, mentre quasi ogni governatorato del Libano veniva colpito dagli attacchi.
Media: "Idf apre il fuoco su manifestanti in Siria, un ferito"
I media siriani riferiscono che una persona è rimasta ferita dopo che le truppe dell'Idf hanno aperto il fuoco sui dimostranti nel sud della Siria. Secondo il canale locale Daraa 24, gli abitanti delle città del bacino del fiume Yarmouk si sono radunati nei pressi di un'ex postazione dell'esercito siriano nei pressi del villaggio di Ma'ariya per protestare contro la presenza delle Idf in Siria. Secondo quanto riportato dal quotidiano, le truppe israeliane hanno aperto il fuoco in aria per impedire ai dimostranti di avvicinarsi e una persona è stata colpita direttamente e ferita.
Netanyahu teme l'arresto, non sarà all'anniversario della liberazione di Auschwitz
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non parteciperà il 27 gennaio alla cerimonia di commemorazione dell'80esimo anniversario della liberazione del campo di concentramento Auschwitz-Birkenau in Polonia. Lo scrive il giornale polacco Rzeczpospolita spiegando che il premier israeliano teme di essere arrestato dopo il mandato di arresto spiccato nei suoi confronti della Corte penale internazionale.
Militari israeliani distruggono 7,5 km di tunnel nel nord di Gaza
Le forze israeliane (Idf) hanno individuato e distrutto a Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, tre reti di tunnel che, messe insieme, correvano per 7,5 chilometri in quella che è stata descritta dagli esperti come la "dimensione sotterranea" dell'enclave palestinese. Lo hanno reso noto i militari, come riporta il Jerusalem Post. I tunnel raggiungevano profondità di diversi metri e le Idf hanno reso noto di aver trovato nelle gallerie equipaggiamento militare preso da Hamas durante l'attacco del 7 ottobre 2023 in Israele.
Baerbock: "Ankara contribuisca alla stabilizzazione della Siria"
La ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, ha chiesto alla Turchia di svolgere un ruolo costruttivo nella transizione pacifica della Siria. "La Siria potrà essere ricostruita e le persone potranno tornare solo se nessuno dovrà più temere di essere perseguitato", ha detto il capo della diplomazia tedesca dando il via a una missione di una giornata ad Ankara, avvertendo che "la Siria non deve diventare né il gioco di potenze straniere né un esperimento per forze radicali". Baerbock ha lanciato un monito sul rischio di "nuove violenze" nelle aree settentrionali della Siria, soffermandosi sulla situazione dei curdi nella città di confine siriana di Kobane e il timore di attacchi da parte delle milizie filo-turche. "Mentre a Damasco, Aleppo e Homs, dopo la caduta di Assad, migliaia di persone hanno festeggiato per strada, gli abitanti di Kobane, dopo un primo respiro di sollievo, trattengono già il respiro", ha affermato la ministra, evidenziando che "questo dimostra che la pace è ancora lontana" e "il futuro della Siria è ancora appeso a un filo". La visita di Baerbock ha preso il via con un incontro con il capo dell'intelligence turca, Ibrahim Kalin. Seguirà un colloquio con il ministro degli Esteri Hakan Fidan e alcuni rifugiati siriani.

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Siria, al-Jawlani: "Elezioni dopo il censimento, metà dei siriani all'estero"
''La Siria farà in modo che vengano garantite le condizioni per procedere a elezioni politiche'', ma ''quasi la metà della popolazione siriana vive all'estero'' ed è per questo che è ''necessario un censimento'' della popolazione. Lo ha dichiarato Abu Mohammed al-Jawlani, leader di Hayat Tahrir al-Sham (Hts), in un'intervista esclusiva al Tg1 che andrà in onda integralmente nell'edizione delle 20 di stasera e di cui è stata diffusa una prima anticipazione.
''La maggior parte di chi vive all'estero non ha legami giuridici con la madrepatria perché il regime precedente negava questa possibilità. Non permetteva di ottenere il passaporto e tutto quello che riguarda nascita e registrazione'', ha spiegato al-Jawlani.
''La Siria ha bisogno di un nuovo censimento e quando il ministero degli Esteri inizierà a lavorare avrà bisogno di tempo per poter contattare la comunità siriana che vive all'estero. Quando questo censimento sarà completato, saremo in grado di procedere alle elezioni. Questa è la strada da seguire'', ha dichiarato.
Al-Jawlani: "Il popolo sceglierà come sarà lo Stato e non i Paesi stranieri"
''E' una scelta del popolo come dovrà essere lo Stato'' siriano, ''una scelta del popolo e assolutamente non di Paesi stranieri''. Lo ha dichiarato Abu Mohammed al-Jawlani, leader di Hayat Tahrir al-Sham (Hts), in un'intervista esclusiva al Tg1 che andrà in onda integralmente nell'edizione delle 20 di stasera e di cui è stata diffusa una prima anticipazione.
''Ogni popolo è libero di decidere del suo Stato - ha dichiarato al-Jawlani - Noi ora siamo ancora in una fase di passaggio dei poteri, poi passeremo alla seconda fase che riguarda il Congresso nazionale''. Il leader di Hts ha spiegato che ''nell'ambito del congresso verranno create delle commissioni costituzionali con degli esperti che decideranno la giurisdizione del Paese, che forma avrà lo stato. Dopodiché sarà sottoposto al giudizio del popolo''.
Medioriente, cresce la tensione tra Israele e gli Houthi. VIDEO
Erdogan: "Siano tolte le sanzioni alla Siria, bene Jolani"
"La revoca dell'embargo e delle restrizioni imposte alla Siria a causa del regime di (Bashar Al) Assad aiuterà la ripresa del Paese". Lo ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, aggiungendo che è lieto di vedere che "molti Paesi dal mondo islamico all'Occidente stanno sviluppando contatti con (Abu Mohammad Al) Jolani", nome di battaglia del nuovo leader siriano, Ahmad Sharaa. Parlando con i giornalisti, durante il suo volo di rientro in Turchia dopo avere partecipato al vertice del D-8 in Egitto, Erdogan ha detto che la Russia ha affermato di non volere chiudere le sue missioni diplomatiche di Aleppo e Damasco e questa è una cosa positiva per la Siria, riferisce la presidenza della Repubblica di Ankara. "Faremo del nostro meglio per garantire che il regime di Assad, che ha oppresso il suo stesso popolo in questo modo, sia ritenuto responsabile ai sensi del diritto internazionale", ha detto Erdogan, aggiungendo che "devono essere create rapidamente nuove case e nuove opportunità di lavoro" affinché i rifugiati siriani possano rientrare nel loro Paese.
Gaza, 77 morti in 24 ore, più di 45.200 in 14 mesi
Almeno 77 morti e 174 feriti in 24 ore nella Striscia di Gaza. Lo denuncia il ministero della Salute dell'enclave palestinese che nel 2007 finì sotto il controllo di Hamas e che dall'attacco in Israele del 7 ottobre 2023 è nel mirino delle operazioni militari israeliane contro il gruppo. A riportare il bollettino è la tv satellitare al-Jazeera, mentre da Gaza denunciano un bilancio che parla di 45.206 morti e 107.512 in poco più di 14 mesi.
Erdogan: "Sradicare Isis e terrorismo curdo dalla Siria"
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che è tempo di "sradicare" sia l'Isis che i "gruppi terroristici curdi" dalla Siria.
Oim: donne assolutamente indispensabili per ricostruzione
Il ruolo delle donne è ''assolutamente indispensabile'' per la ricostruzione della Siria dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad. Lo ha dichiarato il direttore generale dell'Oim, l'Organizzazione internazionale per le Migrazioni, Amy Pope, nel corso di una conferenza stampa a Ginevra al suo ritorno dalla Siria. E' necessario, ha aggiunto Pope, riconoscere alle donne ''il loro posto nella nuova società''.
"Insieme agli altri nostri partner delle Nazioni Unite esortiamo il governo ad interim a continuare a rafforzare il potere d'azione'' delle donne ''poiché ricoprono un ruolo assolutamente indispensabile nella ricostruzione del paese", ha dichiarato.
Media: Netanyahu teme arresto e diserta commemorazioni Auschwitz
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, eviterà di recarsi in Polonia il mese prossimo per la commemorazione dell'80 anniversario della liberazione del campo di concentramento nazista di Auschwitz, per timore di essere arrestato. L'evento principale è pianificato per il Giorno della Memoria dell'Olocausto il 27 gennaio e si prevede la partecipazione di decine di leader e capi di stato, tra cui il re Carlo III d'Inghilterra. Secondo la testata polacca Rzeczpospolita, le autorità israeliane non hanno contattato le loro controparti polacche per partecipare all'evento e i funzionari di Varsavia ritengono che il motivo sia legato alla decisione della Polonia di rispettare il mandato di arresto spiccato dalla Corte penale internazionale nei confronti di per Netanyahu per possibili crimini di guerra a Gaza. Secondo la testata polacca, anche che il presidente Isaac Herzog non ha intenzione di partecipare alle commemorazioni.
Israele, indagini su attacco coloni a moschea Cisgiordania
La polizia israeliana e lo Shin Bet hanno annunciato l'apertura di un'indagine sul presunto incendio e gli atti vandalici commessi da un gruppo di coloni in una moschea nella città di Marda, in Cisgiordania. L'indagine è stata aperta in seguito a una valutazione della situazione e le autorità stanno raccogliendo prove dalla scena dell'attacco, si legge nel comunicato congiunto. "Consideriamo l'incidente con severità e lavoreremo con determinazione per assicurare alla giustizia i responsabili", conclude la nota.
Kiev, 'da Mosca 5 missili balistici Iskander sulla capitale'
L'aeronautica militare ucraina ha dichiarato di aver abbattuto stamattina cinque missili balistici Iskander e 40 droni in un attacco russo, mentre altri 20 droni non sono riusciti a raggiungere i loro obiettivi. Lo afferma l'aeronautica delle forze armate ucraine su Telegram, come riporta Rbc Ukraine. Secondo i militari, intorno alle 7 il nemico ha attaccato Kiev con cinque missili balistici Iskander-M/Kn-23. I lanci sono stati effettuati dalle regioni russe di Voronezh e Bryansk. La difesa antiaerea ha distrutto tutti e cinque i missili. Tuttavia, a causa della caduta dei frammenti dei missili abbattuti, si sono verificati danni, almeno un morto e 9 feriti.
Delegazione Usa incontra il nuovo leader siriano Al Jolani
La delegazione statunitense in Siria, la prima dopo il rovesciamento del regime di Bashar Al Assad, è arrivata presso la sede del capo della coalizione di governo di Damasco, in un grande albergo della capitale, per il primo contatto non ufficiale tra Washington e le nuove autorità, hanno rilevato i giornalisti dell'Afp. I diplomatici, che viaggiavano su un convoglio di 4x4 immatricolato in Giordania e battente bandiera americana, devono incontrare il leader di Hayat Tahrir al-Sham (Hts), un'organizzazione classificata come terroristica da Washington, Abu Mohammad al-Jolani.
Ministro Israele, da Svezia decisione coraggiosa e critica
"Una decisione coraggiosa e critica del governo svedese", plaude su X il ministro per la Diaspora Amichai Chikli. "L'UNRWA, il cui personale ha partecipato attivamente alle atrocita' del 7 ottobre, le cui strutture sono diventate centri terroristici e le cui scuole hanno diffuso propaganda e incitamento di Hamas, ha perso la sua legittimità di esistere".
Siria: uccisi da un drone due giornalisti turchi nel Nord
Due giornalisti turchi sono morti nel nord-est della Siria, nell'area controllata dalle milizie separatiste curde di Ypg. In base a quanto reso noto, Nazim Dashtan e Cihan Bilgin sono rimasti vittime di un attacco sferrato da un drone turco nel pomeriggio di ieri nelle vicinanze della diga di Tishreen (Tishrin) costruita a 90 km a est di Aleppo.
Secondo il portale indipendente turco Bianet, un drone dell'esercito turco ha colpito il veicolo su cui viaggiavano i giornalisti causando la morte dei due e il ferimento dell'autista. I due giornalisti, entrambi provenienti dalla provincia a maggioranza curda della Turchia, erano impegnati a documentare il conflitto nel nord-est della Siria. "Nazim e Cihan erano due giornalisti di valore, impegnati sul campo per raccontare la verita' della guerra. Continueremo a far sentire la loro verità con forza e insistenza", si legge nel comunicato pubblicato dall'associazione dei giornalisti Eufrate.
Svezia raddoppia aiuti a Gaza, anche se taglia con l'Unrwa
La Svezia ha deciso di raddoppiare gli aiuti alla popolazione civile palestinese, contestualmente alla decisione di tagliare i finanziamenti all'agenzia Onu Unrwa. Lo ha annunciato il ministro svedese alla cooperazione, Benjamin Dousa. "Abbiamo preso questa decisione perché vogliamo che arrivi più sostegno alla popolazione civile a Gaza" ha dichiarato il ministro Dousa a Tv4. La scelta di Stoccolma di fermare il supporto economico all'Unrwa è stata presa in seguito alla legge deliberata dal parlamento israeliano a fine ottobre, che impedisce all'Unrwa di operare nei suoi territori. La legge è stata criticata duramente da molti Paesi, inclusa la Svezia. Il governo svedese intende invece sostenere altri enti ed organizzazioni che lavorano per aiutare la popolazione a Gaza: "Il nostro supporto umanitario per Gaza aumenta di 400 milioni di corone (circa 35 milioni di euro), portando il totale a 800 milioni di corone svedesi (70 milioni di euro). I fondi andranno a diversi organi Onu che si occupano di distribuire medicine, cibo e altri generi di prima necessità" ha aggiunto il ministro Dousa.
Media, 'presenza smentita di Netanyahu al Cairo era un test'
L'indiscrezione, subito smentita, che martedì il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, fosse in viaggio per il Cairo, facendo impennare le speranze che un accordo per una tregua e lo scambio di ostaggi e prigionieri fosse in dirittura d'arrivo, era un falso "deliberato": si sarebbe trattato di un "test" israeliano per sondare le acque su come l'Egitto avrebbe reagito alla visita del premier e alla finalizzazione della tregua. Lo scrive il Times of Israel, che cita fonti anonime egiziane. L'ufficio di Netanyahu smentì molto presto l'indiscrezione, mentre il premier compariva a sorpresa sul versante siriano del monte Hermon.
Capo Cia lascia Doha, nessun progresso su accordo Gaza
Gli sforzi per raggiungere un accordo che garantisca un cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi israeliani non hanno registrato progressi: il direttore della Cia, William Burns, ha lasciato Doha dopo un solo giorno in Medio Oriente, secondo quanto riporta il Washington Post. Il quotidiano americano riferisce che, secondo una fonte statunitense, Burns ha lasciato Doha, anche se una delegazione Usa rimarra' nella regione. I negoziati in corso sono ostacolati da disaccordi su questioni chiave in tre fasi proposta. Al centro dell'impasse ci sono le controversie sul numero e l'identita' degli ostaggi che Hamas rilascera' durante la prima fase di sei settimane, nonche' sulla selezione e il numero di prigionieri palestinesi detenuti da Israele che verrebbero scambiati.
M.O.: la Svezia annuncia lo stop ai finanziamenti all'Unrwa
La Svezia non finanziera' piu' l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi Unrwa, ha dichiarato il ministro per la Cooperazione internazionale, Benjamin Dousa, alla rete TV4. Il ministro ha aggiunto che Stoccolma rafforzerà i suoi aiuti umanitari alla Striscia di Gaza tramite altri canali.
Soccorritori a Gaza, 30 morti per i raid israeliani odierni
L'agenzia di difesa civile di Gaza ha affermato che oggi a seguito di una serie di attacchi israeliani sono rimasti uccisi almeno 30 palestinesi, con l'esercito israeliano che ha confermato di aver preso di mira i militanti di Hamas in un attacco. La violenza nella Striscia di Gaza continua a scuotere il territorio costiero a più di 14 mesi dall'inizio della guerra tra Israele e Hamas, anche mentre i mediatori internazionali lavorano per negoziare un cessate il fuoco. Secondo il portavoce dell'agenzia di protezione civile Mahmud Bassal, almeno 13 persone, tra cui donne e bambini, sono rimaste uccise quando gli attacchi hanno colpito due scuole nella parte orientale di Gaza City. In un altro attacco, altre 13 persone sono state uccise quando un aereo da guerra israeliano ha preso di mira un gruppo di palestinesi nel campo profughi di Al-Shati nella parte occidentale di Gaza City, ha detto Bassal. Sono state segnalate altre quattro vittime in un altro raid contro una casa, sempre nel quartiere di Al-Daraj nella parte orientale di Gaza City.
Onu, Israele nega ancora l'accesso a Gaza per aiuti
Le forze di difesa israeliane continuano a negare l'accesso a Gaza alle operazioni umanitarie. Lo ha detto il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric, nel corso dell'incontro quotidiano con i media internazionali durante il quale ha ribadito come la situazione sia drammatica. "Le restrizioni e altre condizioni - ha aggiunto – stanno severamente impedendo le operazioni umanitarie. Le autorità israeliane hanno negato un'altra richiesta Onu di raggiungere le aree assediate a Nord di Gaza per portare cibo e acqua. Come risultato i palestinesi a Beit Hanoun, Beit Lahiya e parti di Jabalya sono rimasti tagliate fuori dagli aiuti fondamentali di cui hanno bisogno per sopravvivere".