
I ribelli yemeniti Houthi hanno rivendicato il lancio di missili contro Israele, poche ore dopo che lo Stato ebraico ha dichiarato di aver intercettato un attacco e di aver reagito colpendo porti e infrastrutture energetiche. Il portavoce del gruppo Yahya Saree ha affermato che i ribelli hanno preso di mira "due obiettivi militari specifici e sensibili nell'area occupata di Giaffa", a Tel Aviv, con "missili balistici ipersonici". L'Iran ha definito gli attacchi di Israele una "flagrante violazione"
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I ribelli yemeniti Houthi hanno rivendicato il lancio di missili contro Israele, poche ore dopo che lo Stato ebraico ha dichiarato di aver intercettato un attacco e di aver reagito colpendo porti e infrastrutture energetiche. Il portavoce del gruppo Yahya Saree ha affermato che i ribelli hanno preso di mira "due obiettivi militari specifici e sensibili nell'area occupata di Giaffa", a Tel Aviv, con "missili balistici ipersonici". Almeno nove persone sono morte negli attacchi aerei israeliani sullo Yemen. L'Iran ha definito gli attacchi una "flagrante violazione".
Procedono le trattative per la pace a Gaza e la liberazione degli ostaggi. Secondo una fonte di Hamas, si parla di un rilascio iniziale di 34 ostaggi in cambio di palestinesi all'ergastolo in Israele. Israele consentirebbe poi un flusso maggiore di aiuti e avrebbe anche accettato di ritirarsi dalle aree densamente popolate della Striscia. Secondo una fonte israeliana, "Hamas mostra flessibilità nei colloqui", "ma non sappiamo se sarà sufficiente per portare a un accordo".
Parla intanto alla Bbc il leader siriano in pectore Abu Mohammad al-Jolani: "Siamo sfiniti dalla guerra, non minacciamo l'Occidente", ha detto, chiedendo la revoca delle sanzioni.
Gli approfondimenti:
- Siria, caduta del regime di Assad: festeggiamenti per le strade di Damasco
- Bashar al-Assad, chi è il presidente della Siria "cacciato" dai ribelli jihadisti
- Abu Muhammad al-Jolani, il ritratto del leader dei ribelli jihadisti in Siria
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Onu chiede parere Cig su obblighi Israele con palestinesi
L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che chiede alla Corte internazionale di giustizia (Cig) di pronunciarsi sugli obblighi umanitari di Israele nei confronti dei palestinesi, mentre il governo israeliano è accusato di ostacolare l'accesso degli aiuti a Gaza.
La risoluzione, presentata dalla Norvegia, è stata adottata a
larga maggioranza: 137 paesi hanno votato a favore, 12 contrari e 22 si sono astenuti. Chiede alla Corte Internazionale di Giustizia di chiarire cosa è tenuto a fare Israele per "garantire e facilitare la consegna senza ostacoli di forniture essenziali per la sopravvivenza della popolazione civile palestinese". Sebbene le decisioni del tribunale, la piu' alta corte delle Nazioni Unite con sede all'Aia, siano giuridicamente vincolanti, la corte non ha mezzi concreti per applicarle. Ma aumentano la pressione diplomatica su Israele.
La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata
L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele ha riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. L'APPROFONDIMENTO
Bashar al-Assad, il ritratto dell'ex presidente della Siria cacciato dai ribelli jihadisti
Dopo l'ingresso dei miliziani insorti a Damasco, il presidente è scappato dal Paese: è a Mosca, dove gli è stato concesso asilo. Al potere dal 2000, è laureato in Medicina e ha studiato oftalmologia a Londra. Ha iniziato la carriera politica dopo la morte del fratello Basil, primogenito del padre Hafez, rimasto al potere per anni. Negli ultimi giorni il suo regime è stato rovesciato dall'invasione di vari gruppi ribelli, tra cui forze jihadiste filo-turche. È accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. IL PROFILO
Von der Leyen: "Rimpatri dei siriani siano volontari e sicuri"
"La situazione sul campo" in Siria "resta molto volatile, stiamo lavorando con l'Unhcr e una cosa è molto chiara: i rimpatri" dei siriani "devono essere volontari, sicuri e dignitosi". Lo ha ribadito la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in conferenza stampa al termine del vertice dei leader Ue.
Hezbollah, cosa sapere sul gruppo antisionista libanese
Tra i protagonisti dell'escalation di tensione in Medio Oriente c’è anche l’organizzazione militare e politica libanese. Sostenuta ideologicamente e finanziariamente dall’Iran, controlla una larga parte del Paese, quasi “uno Stato nello Stato”, e partecipa attivamente alla vita politica. Il suo leader è stato a lungo - dal 1992 - Hassan Nasrallah, che ha guidato il gruppo fino al 28 settembre 2024, quando è stato ucciso da un attacco israeliano su Beirut. L'ANALISI
Non solo Assad, chi sono le altre personalità in fuga accolte da Putin in Russia
L'ormai ex presidente siriano non è l'unica personalità di spicco che ha trovato rifugio all'ombra del Cremlino dopo la fuga dal proprio Paese. Da Viktor Yanukovich, leader ucraino scappato dopo la rivoluzione di Maidan, a Edward Snowden: ecco chi sono. DI CHI SI TRATTA
Medio Oriente, chi sono i leader eliminati da Israele in un anno di guerra
Yahya Sinwar, capo politico di Hamas, è stato ucciso il 16 ottobre dall'Idf. Ma i leader di peso “eliminati” da Israele nell’ultimo periodo, durante la campagna militare che va avanti da oltre un anno nella Striscia di Gaza, sono diversi. Un martellamento che ha preso di mira Hamas, ma anche altri gruppi legati a Teheran, come Hezbollah in Libano o le milizie delle Guardie rivoluzionarie iraniane. LE FOTO
Siria, le navi russe lasciano la base di Tartus. Cosa ci dicono le immagini satellitari
Continua a essere cauta la posizione della Russia nei confronti della situazione in Siria dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, in particolare per quanto riguarda la base aerea di Hmeimim e quella navale di Tartus, considerate da Mosca punti di appoggio strategici nel Mediterraneo. Nonostante il Cremlino abbia fatto sapere di essere in contatto con i ribelli jihadisti i quali avrebbero assicurato di voler garantire la sicurezza delle due strutture, alcune immagini satellitari degli ultimi giorni mostrano che le navi della marina russa hanno lasciato Tartus e alcune di queste hanno gettato l'ancora al largo della costa. LE IMMAGINI
Cos'è l'Idf, come sono organizzate e come funzionano le Forze armate israeliane
Create nel 1948, ogg contano su 170mila soldati effettivi, grazie alla coscrizione obbligatoria di tre anni per gli uomini e di due per le donne. Dispongono, inoltre, di 3.500 carri armati. L'APPROFONDIMENTO
Che cos'è il Captagon, la "droga della Jihad" trovata in Siria e che effetti produce
Si tratta di una metanfetamina conosciuta anche come "droga dei kamikaze", spesso mischiata con la caffeina. Non è molto diffusa in occidente, mentre è una sostanza che si trova relativamente in abbondanza in Medio Oriente. In Siria sono stati scoperti diversi laboratori per la produzione del Captagon. Ecco di cosa si tratta e quali sono gli effetti. DI COSA SI TRATTA
Usa, non siamo d'accordo su accusa di genocidio a Israele
Gli Stati Uniti hanno annunciato di non essere d'accordo con l'accusa di Human Rights Watch, secondo cui Israele sta compiendo "atti di genocidio" nella Striscia di Gaza danneggiando le infrastrutture idriche. "Quando si tratta di accertare qualcosa come un genocidio, lo standard legale è incredibilmente alto, e quindi non siamo d'accordo con questa conclusione", ha detto il vice ;;portavoce del Dipartimento di Stato Vedant Patel in un briefing. "Ciò non toglie che a Gaza sia in corso una terribile crisi umanitaria".
Hezbollah condanna l'"aggressione" israeliana contro lo Yemen
Il movimento sciita libanese filoiraniano Hezbollah ha espresso una dura condanna dell'"aggressione sionista e americana" allo Yemen, "che ha preso di mira le infrastrutture civili in una palese violazione di tutte le norme e leggi umanitarie e internazionali". Hezbollah, riferisce Al Jazeera online, ha aggiunto che Israele è un "cancro" che rappresenta una minaccia per l'intera regione. "Invitiamo tutte le persone libere e le forze di resistenza a essere unite in solidarietà nell'affrontare questa continua aggressione contro il nostro popolo", ha affermato il movimento in una dichiarazione.
L'Idf pubblica i video dei raid aerei contro gli Houthi
L'esercito israeliano ha pubblicato video degli attacchi aerei notturni sullo Yemen contro gli Houthi, in risposta ai raid missilistici e con droni del gruppo sostenuto dall'Iran contro Israele. Lo riporta The Times of Israel. Secondo l'Idf, 14 jet da combattimento dell'aeronautica militare israeliana, insieme a rifornitori e aerei spia, hanno volato per circa 2.000 chilometri e hanno sganciato oltre 60 munizioni su "obiettivi militari" Houthi lungo la costa occidentale dello Yemen e vicino alla capitale Sanaa. Tra gli obiettivi c'erano depositi di carburante e petrolio, due centrali elettriche e otto rimorchiatori utilizzati nei porti controllati dagli Houthi. Secondo l'esercito israeliano, la distruzione degli obiettivi rappresenta un duro colpo per le operazioni militari degli Houthi.
Houthi: intensificheremo gli attacchi a Israele
Il leader dei ribelli Houthi nello Yemen, Abdul-Malik al-Houthi, ha affermato che il suo gruppo continuerà ad intensificare gli attacchi contro Israele. Lo scrive l'agenzia di stampa yemenita Saba.
Sisi e Mikati: Siria sia stabile e sicura, obiettivo è la pace
Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha incontrato oggi il primo ministro libanese Najib Mikati a margine del vertice del G8 per la cooperazione economica, che si svolge nella nuova capitale amministrativa. Sisi ha reputato necessaria l'unità, la sovranità e l'integrità territoriale del Libano, sottolineando il desiderio di stabilizzare l'accordo di cessate il fuoco in Libano e attuare pienamente la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Quanto alla Siria le due parti hanno sottolineato l'importanza che entrambi i Paesi attribuiscono alla stabilità della Siria, alla sicurezza del suo popolo e alla sua integrità territoriale, e hanno messo in guardia contro l'espansione dei conflitti, sottolineando la necessità che tutte le parti dimostrino saggezza e responsabilità per ripristinare la pace nella regione.
Rifugiato in Turchia: "Non siamo pronti a tornare in Siria"
"La maggior parte dei siriani tornerà, nessuno vuole stare lontano dal proprio Paese, ma non subito, molti ora aspettano di capire come si evolverà la situazione della sicurezza". Mohammed è nato a Damasco e non era nemmeno adolescente quando è scoppiata la guerra civile nel 2011. A 13 anni si è trasferito con la famiglia in Turchia, il Paese che con 3 milioni di rifugiati ospita la maggior parte dei 5,5 milioni fuggiti dalla Siria. Da quando è caduto Bashar al Assad, circa 8mila di loro hanno attraversato il confine per tornare nel nord della Siria, dove il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha annunciato un progetto di almeno 240mila unità abitative per i profughi che rientreranno nel Paese. Secondo Mohammed i siriani partiti in queste settimane sono solo quelli originari delle zone del nord della Siria, mentre la maggior parte di quelli in Turchia deve ancora decidere se e quando rientrare. Il 21enne è tanto contento della caduta di Assad quanto sorpreso positivamente della rapidità con cui le forze di opposizione hanno conquistato Damasco. Vorrebbe partire ma sa che non sarà possibile subito, o almeno prima di 6 mesi, perché vede la situazione economica in Siria ancora precaria.
Idf, ritorno dei residenti in nord Israele non prima di 3 mesi
L'Idf ritiene che gli abitanti del nord di Israele evacuati, malgrado la fragile tregua in vigore cn Hezbollah, non dovrebbero ritornare alle loro case prima di tre mesi, cioè il prossimo marzo, e non più entro i primi di febbraio, come si stimava in precedenza. Lo riportano Cahannel 12 e Times of Israel. I circa 60.000 residenti dell'Alta Galilea sono stati evacuati dalle città settentrionali al confine con il Libano subito dopo l'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre, proprio nel timore, poi avveratosi, che Hezbollah avrebbe iniziato ad attaccare con un crescente lancio di razzi.
Al Jazeera: "Almeno 10 morti in raid Israele su Gaza City"
Almeno 10 palestinesi hanno perso la vita in raid Israeliani che hanno colpito altrettanti edifici ex scolastici usati per ospitare persone sfollate nella parte orientale di Gaza City: lo scrive Al Jazeera, che cita fonti mediche e la Reuters. Nella versione fornita dall'Idf, riportata dal Times of Israel, "caccia israeliani hanno colpito gruppi di addetti a due centri di comando di Hamas installati in due ex scuole" nel capoluogo della Strsicia di Gaza. Secondo i militari israeliani, dalle ex scuole di al-Karama e Shaaban, nel quartiere di Tuffah, Hamas "programmava attacchi contro le truppe" dello Stato ebraico. Il Times of Israel riporta anche la versione palestinese.
Media, Erdogan: isolare Israele, embargo armi e commercio
Imporre un embargo sulle armi a Israele, porre fine al commercio con lo Stato ebraico e isolarlo a livello internazionale. È la proposta del presidente turco Recep Tayyp Erdogan ai partecipanti al vertice D-8 in corso al Cairo, secondo quanto riporta Al Jazeera.
Manifestazione a Damasco per i diritti delle donne
Manifestazione a Damasco contro uno Stato confessionale e per i diritti delle donne. Centinaia di persone sono scese in piazza, dieci giorni dopo la caduta del regime di Assad per mano di una coalizione guidata da islamisti radicali. "Vogliamo la democrazia, non uno Stato religioso", "Siria, uno Stato libero e laico", hanno scandito i dimostranti, uomini e donne, radunati nella piazza degli Omayyadi. "Non esiste una nazione libera senza donne libere", tra le scritte nei cartelli.
Raid israeliano su un'auto in Cisgiordania: 4 morti
Il ministero della Sanità palestinese ha riferito che quattro persone sono rimaste uccise e altre tre ferite in un raid israeliano che ha colpito un veicolo vicino al campo profughi di Tulkarem, in Cisgiordania. L'esercito israeliano non ha al momento confermato questa informazione. In precedenza altre due persone - una donna di 80 e un giovane di 25 - sono morte dopo essere state raggiunte da colpi d'arma da fuoco in un blitz dell'Idf vicino a Nablus, sempre in Cisgiordania. Lo hanno reso noto lo stesso ministero delle Sanità e la Croce rossa palestinese, secondo cui almeno 4 persone sono rimaste ferite.
Putin: "Israele si ritiri dal territorio siriano"
Il presidente russo Vladimir Putin chiede a Israele di ritirarsi "dal territorio siriano". Parlando in conferenza stampa, il leader russo ha detto che "Israele è il maggior beneficiario" della crisi in Siria.
Crosetto: "Sarò in Iraq, Kuwait ed Israele"
"Non riusciremo ad essere vicini fisicamente ad ognuno di voi, ma ci siamo divisi, nei prossimi giorni io sarò in Iraq, in Kuwait, a Erbil e poi in Israele, il generale Portolano in Libia, il ministro degli Esteri in Kosovo, per testimoniare anche fisicamente la nostra vicinanza". Lo ha annunciato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel corso della cerimonia di auguri ai contingenti italiani impegnati nei teatri di operazioni internazionali.

©Ansa
Putin: "Non sappiamo se le nostre basi resteranno in Siria"
Il presidente Vladimir Putin ha detto di non sapere ancora se la Russia manterrà le sue basi militari in Siria, perché ciò dipenderà dai rapporti con le nuove autorità. "Non lo so - ha risosto Putin a una domanda in proposito durante la conferenza stampa di fine anno -. Dobbiamo pensarci, perché dobbiamo vedere come si svilupperanno le nostre relazioni con quelle forze politiche che ora controllano e controlleranno la situazione in questo Paese in futuro. I nostri interessi devono coincidere". Putin ha aggiunto che Mosca mantiene i rapporti "con tutti i gruppi che controllano la situazione lì e con tutti i Paesi della regione". "La stragrande maggioranza di loro - ha aggiunto - ci dice che sarebbero interessati a che le nostre basi militari rimangano in Siria". Il presidente russo ha detto che Mosca ha proposto per ora di utilizzare la base aerea di Khmeimim per convogliare aiuti umanitari alla Siria "e questo è stato accettato". Lo stesso, ha aggiunto, potrebbe essere fatto con la base navale di Tartus.
Erdogan: "Siria sia senza terrorismo e in pace con tutte le etnie"
"La costruzione di una Siria libera dal terrorismo, dove tutti i gruppi religiosi ed etnici vivano fianco a fianco in pace, è la nostra più sincera aspettativa". Lo ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, durante il suo intervento al vertice dell'Organizzazione per la cooperazione economica D-8 in corso in Egitto. "Il popolo siriano ha bisogno di unità e di far rivivere il suo Paese stanco della guerra. Stiamo cercando di contribuire a questo in quanto vicini, fratelli e sorelle", ha aggiunto Erdogan, come riferisce la presidenza della Repubblica di Ankara.

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Mattarella: "Auspichiamo stabilità in Libano"
"Auspichiamo stabilità per questo Paese così tormentato, gli aiuti alla popolazione civile e il contributo alla sanità è importante per la vita del Libano e non mi sorprende la riconoscenza da parte della popolazione e anche la nostra, dei nostri connazionali per quanto fate". Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando con il contingente italiano in Libano, parte della missione Unifil, durante la cerimonia di auguri ai contingenti italiani impegnati nei teatri di operazioni internazionali. "La formazione delle Forze armate libanesi è decisiva - ha aggiunto -, l'addestramento è un contributo di grande rilievo, che si inserisce nell'azione dell'Italia e del nostro Governo per rafforzare le Forze Armate libanesi, perché diano un contributo alla tranquillità. Un contributo fondamentale per il futuro del Libano".
Putin: "Evacuiamo 4.000 combattenti iraniani dalla Siria"
La Russia sta evacuando circa 4.000 combattenti iraniani dalla Siria "su loro richiesta": lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin nella sua conferenza stampa di fine anno, citato dalla Tass. Il presidente ha aggiunto che "la Russia spera ci saranno pace e tranquillità in Siria, e mantiene rapporti con tutte le parti". Putin ha quindi sottolineato che "la Russia ha in linea di massima raggiunto i suoi obiettivi in Siria".
Putin: "Non ho ancora visto Assad ma lo incontrerò"
Il presidente russo Vladimir Putin ha detto di non avere ancora incontrato l'ex presidente siriano Bashar al Assad, che si è rifugiato a Mosca, ma che lo farà.
Fidan contro Trump: "La Turchia non ha rovesciato Assad"
Il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan smentisce Donald Trump e nega che, come affermato dal presidente eletto, la Turchia abbia rovesciato il regime della famiglia Assad e preso il potere in Siria. "Le parole scelte dal presidente americano sono totalmente sbagliate e non riflettono quanto accade in Siria. Non abbiamo rovesciato Assad e tanto meno abbiamo preso il potere, è il popolo siriano che si è ripreso ciò che gli spettava ed è il volere del popolo siriano che conta, non quello della Turchia", ha detto Fidan ad al Jazeera. "Se Trump dice che il futuro della Siria è incerto allora gli posso garantire che avremo un ruolo chiave per mantenere il Paese integro e stabile", ha poi aggiunto Fidan.
Media: "Almeno 6 morti per l'artiglieria di Israele sul nord di Gaza"
Sei palestinesi sono stati uccisi e altri sono rimasti feriti dai colpi di artiglieria sparati dalle truppe israeliane ad Al-Nuzha Street a Jabaliya Al-Balad, nel nord della Striscia di Gaza. Lo ha riferito l'agenzia di stampa palestinese Wafa, precisando che da stamane il campo di Jabaliya è preso di mira da raid aerei, in particolare contro edifici residenziali di Al-Khulafa, oltre che da spari e colpi di artiglieria.
Anp: "Un morto e due feriti in raid Israele vicino Nablus"
Una palestinese è stata uccisa e altri due sono rimasti feriti durante un'operazione militare israeliana nei pressi della città di Nablus, nel nord della Cisgiordania. Lo ha riferito il ministero della Salute palestinese. Secondo la Mezzaluna Rossa, l'Idf sta sparando nelle vicinanze delle ambulanze, impedendo ad altre persone di ricevere cure. Il ministero della Salute di Ramallah ha fatto sapere che le vittime, provenienti dal campo profughi di Balata, sono una donna di 80 anni che è stata colpita al petto ed e' morta, un uomo di 65 anni che è stato colpito alla schiena e un 21enne ferito all'addome
Irlanda contro Israele: "Non ci metteranno a tacere"
"Non siamo anti-israeliani, siamo a favore dei diritti umani, a favore del diritto internazionale, a favore della pace. Non saremo mai intimiditi o messi a tacere". Lo ha detto il premier irlandese uscente Simon Harris, rispondendo alle critiche mosse da Israele all'Irlanda che ha portato Tel Aviv a chiudere l'ambasciata israeliana a Dublino in segno di protesta contro la posizione del governo irlandese sul conflitto a Gaza. "Mi rifiuto di rispondere a dichiarazioni molto personalizzate e false fatte dal governo israeliano", ha aggiunto il premier sottolineando che tali polemiche hanno il solo fine di "distrarre" l'opinione pubblica dalle "decine di migliaia di bambini che hanno perso la vita" a Gaza.
Yemen, raid israeliani contro raffinerie Houthi. VIDEO
Siria, Turchia: "Gli Usa non ci dicano cosa fare con i terroristi"
Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha ribadito che Ankara ritiene terroriste le forze curde Ypg nel nord della Siria, sostenute da Washington in funzione anti Isis, e affermato che gli Usa non possono chiedere alla Turchia di non intervenire contro di loro se venisse presa questa decisione. "Viene sempre posto l'accento su non interrompere le operazioni legate all'Isis, tuttavia, non possono chiederci di non affrontare una minaccia terroristica contro noi stessi", ha detto Fidan, in un'intervista ad Al Jazeera, mentre ci sono preoccupazioni da parte Usa rispetto ad una possibile operazione su larga scala di Ankara contro le forze curde nel nord est della Siria. "C'è una nuova amministrazione ora a Damasco e credo che questo sia per prima cosa una loro preoccupazione", ha detto il capo della Diplomazia di Ankara quando il giornalista gli ha chiesto se la Turchia avesse lanciato un'operazione militare oltre confine. "Se (la nuova amministrazione a Damasco) affronterà la questione in modo appropriato, per noi non ci sarebbe motivo di intervenire" militarmente, ha detto Fidan.
Riunione di Netanyahu coi vertici della sicurezza sugli ostaggi
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu dovrebbe tenere un incontro di alto livello oggi con i massimi funzionari della sicurezza, mentre gli sforzi per raggiungere un accordo di cessate il fuoco con gli ostaggi con Hamas sembrano prendere slancio. Lo riferisce Times of Israel citando la tv israeliana. Il confronto, che coinvolgerà il ministro della Difesa Israel Katz e il ministro degli Affari strategici Ron Dermer, arriva mentre il capo della Cia William Burns sarebbe arrivato in Qatar ieri sera per cercare di risolvere le questioni in sospeso. Il notiziario di Channel 12 ha affermato che se ci fossero stati progressi, alti funzionari israeliani si sarebbero uniti ai colloqui.

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Crolla scuola in Israele colpita da schegge degli intercettatori
Schegge, apparentemente provenienti dagli intercettatori lanciati dalle forze armate israeliane contro un missile proveniente dallo Yemen, sono cadute su una scuola elementare a Ramat Gan, vicino Tel Aviv, provocando il crollo dell'edificio. Altre schegge sono cadute in due punti nella città centrale di Modiin, ma hanno causato danni minori e non sono stati segnalati feriti, ha riferito il sindaco Haim Bibas.
Hamas: "L'attacco di Israele allo Yemen è uno sviluppo pericoloso"
L'attacco israeliano su porti e infrastrutture energetiche in Yemen e' uno "sviluppo pericoloso". Lo ha affermato Hamas, alla luce dei raid notturni delle forze armate israeliane in Yemen dopo aver intercettato missili Houthi contro lo Stato ebraico. "Consideriamo questa escalation uno sviluppo pericoloso e un'estensione dell'aggressione contro il nostro popolo palestinese, la Siria e la regione araba", ha affermato Hamas in una dichiarazione.
Houthi: "Lanciati missili balistici ipersonici su Israele"
I ribelli yemeniti Houthi hanno rivendicato il lancio di missili contro Israele, poche ore dopo che lo Stato ebraico ha dichiarato di aver intercettato un attacco e di aver reagito colpendo porti e infrastrutture energetiche. Il portavoce del gruppo Yahya Saree ha affermato che i ribelli hanno preso di mira "due obiettivi militari specifici e sensibili... nell'area occupata di Giaffa", a Tel Aviv, con "missili balistici ipersonici".
Siria, al-Sharaa: "Sanzioni devono essere revocate, erano dirette contro il regime"
Il leader de facto della Siria, Ahmed al-Sharaa chiede la revoca delle sanzioni contro il paese e la cancellazione dell'Hts dalla lista delle organizzazioni terroristiche. "Ora, dopo tutto quello che è successo, le sanzioni devono essere revocate perché erano rivolte al vecchio regime. La vittima e l'oppressore non dovrebbero essere trattati allo stesso modo", ha dichiarato, in un'intervista alla Bbc l'uomo noto durante l'avanzata dei ribelli verso Damasco come Abu Mohammed al-Jolani. Al-Sharaa chiede inoltre di rimuovere l'Hts dalle liste delle organizzazioni terroristiche, sottolineando che non si tratta di un gruppo terroristico e che non è stata presa di mira la popolazione o le aree civili ma che anzi i suoi seguaci si considerano vittime dei crimini del regime di Assad.
Nell'intervista al-Sharaa nega poi di voler trasformare la Siria in una versione dell'Afghanistan, un paese diverso e con tradizioni diverse, tiene a sottolineare. Afferma quindi di credere nell'istruzione per le donne: "Abbiamo avuto università a Idlib per più di otto anni", aggiunge. "Credo che la percentuale di donne nelle università sia superiore al 60%". Quanto al consumo di alcolici, "ci sono molte cose di cui non ho il diritto di parlare perché sono questioni legali", dichiara. Ci sarà un "comitato siriano di esperti legali per scrivere una costituzione. Saranno loro a decidere. E ogni governante o presidente dovrà seguire la legge".
Media: "Hamas non riesce a determinare quanti ostaggi detiene"
Hamas ha detto ai mediatori nei negoziati in corso che non può determinare il numero esatto di ostaggi che detiene. E' quanto ha riferito Sky News araba, citando una fonte nel team del presidente eletto americano Donald Trump. Questa circostanza, ha aggiunto la fonte, sta causando un ritardo nel raggiungimento di un accordo per la fine del conflitto a Gaza e la liberazione degli ostaggi.
Gli Houthi rivendicano il lancio di due missili contro Israele
Gli Houthi rivendicano il lancio di due missili contro Israele. Lo riferisce un portavoce militare. I ribelli Houthi dello Yemen hanno rivendicato la responsabilità di aver lanciato due missili contro Israele in seguito ai raid di ritorsione dell'esercito israeliano contro i porti e le infrastrutture energetiche yemenite. "Due obiettivi militari israeliani nella regione di Yafa (nome arabo di Jaffa) sono stati presi di mira da due missili balistici ipersonici di tipo Palestine 2", ha detto il portavoce Yahia al-Saree.
Iran: "Israele deve ritirarsi dalla Siria, dal Libano e da Gaza"
"Le forze israeliane devono immediatamente ritirarsi dai territori occupati di Gaza, dal Libano e dalla Siria". Lo ha affermato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, durante il suo intervento ieri sera al vertice ministeriale dell'Organizzazione per la cooperazione economica D-8 in Egitto, dove ha rinnovato l'appello di Teheran per arrivare ad un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. "La comunità internazionale ha vergognosamente fallito nel fermare gli atti di aggressione, i crimini di guerra, i crimini contro l'umanità e il genocidio del regime sionista. Ciò è ampiamente attribuito al sostegno politico, militare, di intelligence e finanziario dell'amministrazione statunitense a Israele", ha detto Araghchi, come riferisce Mehr, auspicando che la sessione, in programma oggi, dei capi di Stato del vertice del D-8 - di cui fanno parte Egitto, Turchia, Iran, Malesia, Indonesia Nigeria, Bangladesh e Pakistan - possa dare un forte messaggio contro le azioni dello Stato ebraico.
Siria, Mosca trasferisce sistemi di difesa aerea forniti ad Assad nell'est della Libia
La Russia ha trasferito nell'est della Libia i sistemi di difesa aerea che aveva dispiegato in diverse aree della Siria in sostegno dell'alleato Bashar Assad, ha reso noto un ex ufficiale di Assad all'agenzia di stampa tedesca "Dpa", confermando quanto in parte anticipato anche dal Wall Street Journal e dall'Osservatorio per i diritti umani in Siria. Analisti del ministero della difesa tedesco citati dall'agenzia tedesca parlano della possibilità che la Russia ottenga accesso privilegiato al porto libico di Tobruk per trasferirvi componenti militari, grazie al sostegno di Khalifa Haftar. Secondo la fonte della Dpa sarebbero stati portati in Libia anche carri.
Israele contro Hrw: "Accuse di genocidio a Gaza sono bugie"
Le accuse a Israele di Human Rights Watch sono "bugie". E' la risposta del ministero degli Esteri dello Stato ebraico, dopo che l'organizzazione umanitaria ha accusato Israele di aver commesso atti di genocidio a Gaza, danneggiando le infrastrutture idriche e interrompendo le forniture ai civili. "Human Rights Watch sta ancora una volta diffondendo le sue sanguinose diffamazioni per promuovere la sua propaganda anti-Israele... Questo rapporto è pieno di bugie che sono spaventose anche se paragonate ai già bassi standard di Hrw", ha affermato il ministero degli Esteri in una
dichiarazione.
Media, due questioni ancora da risolvere nei colloqui su Gaza
Nei colloqui in corso per giungere a un accordo tra Israele e Hamas, due questioni devono ancora essere risolte. Lo hanno riferito funzionari di Hamas citati dal quotidiano libanese Al-Akhbar, affiliato a Hezbollah, precisando che una di queste è il rilascio delle soldatesse israeliane nella fase uno dell'intesa.

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Iran: "Attacchi di Israele in Yemen una flagrante violazione"
L'Iran definisce gli attacchi israeliani sullo Yemen "flagrante violazione". Gli attacchi israeliani in Yemen costituiscono "una flagrante violazione dei principi e delle norme del diritto internazionale", ha dichiarato in un comunicato il portavoce del ministero iraniano degli Esteri, Esmaïl Baghaï, condannando "l'appoggio incondizionato degli Stati Uniti" dato a Israele.
Houthi: "Avanti con l'escalation fino allo stop della guerra a Gaza"
Il movimento Houthi "risponderà all'escalation con l'escalation". Lo ha affermato Muhammad al-Bukhaiti, un membro dell'ufficio politico dei ribelli filo-iraniani citato da Haaretz, dopo i raid israeliani sullo Yemen in risposta al lancio nella notte di un missile contro lo Stato ebraico. "I bombardamenti americano-israeliani di strutture civili in Yemen espongono l'ipocrisia dell'Occidente", ha aggiunto.
"Le nostre operazioni militari a sostegno di Gaza continueranno e risponderemo all'escalation con l'escalation finchè i crimini di sterminio di massa a Gaza non cesseranno e sarà consentita la possibilita' di portare cibo, medicine e carburante nella Striscia", ha assicurato.
Tv Houthi, almeno nove i morti negli attacchi di Israele sullo Yemen
Almeno nove persone sono morte negli attacchi aerei israeliani sullo Yemen, di cui sette al porto di Salif e gli altri due all'impianto petrolifero di Ras Issa, nella provincia occidentale di Hodeidah. Lo ha riferito Al Masirah Tv, la principale emittente gestita dagli Houthi, ripresa dalla Reuters. I raid aerei contro porti e infrastrutture energetiche in Yemen sono stati la ritorsione dello Stato ebraico al lancio di un missile dei ribelli filo-iraniani, intercettato dalle forze armate prima che entrasse in territorio israeliano.
Medio Oriente, forse la tregua nella Striscia scatta il 25 dicembre. LIVE
Raid di Israele anche su Sanaa contro strutture degli Houthi
Sono porti e infrastrutture energetiche degli Houthi i bersagli dei raid di Israele nello Yemen, sia nella capitale, Sanaa, che nella zona di Hodeida. L'azione, spiegano sempre i media locali, sarebbe scattata dopo che l'Idf aveva intercettato missili dei ribelli diretti verso Israele. Al momento è imprecisato il numero di civili uccisi e feriti dagli attacchi delle forze armate di Tel Aviv e le perdite tra i ribelli sarebbero rilevanti. L'attacco Houthi ha invece fatto scattare le sirene d'allarme nell'area centrale di Israele, costringendo milioni di persone a riparare nei rifugi, conferma il portavoce Idf che ha anche confermato che Israele non eisterà ad agire per difendere i suoi cittadini dagli attacchi. "Chiunque alzerà la mano su Israele se la vedrà tagliare, chiunque colpirà sarà colpito sette volte più forte", ha ribadito il ministro della Difesa Katz.
Medio Oriente, rapporto Msf denuncia: "Gaza è una trappola mortale"
I ripetuti attacchi militari di Israele contro i civili palestinesi negli ultimi 14 mesi, lo smantellamento del sistema sanitario e di altre infrastrutture essenziali, il soffocante assedio e la negazione sistematica dell'assistenza umanitaria stanno distruggendo la vita a Gaza. È quanto emerge dal nuovo rapporto internazionale di Medici Senza Frontiere (Msf) “Gaza è una trappola mortale”, nel quale la ong chiede a tutte le parti - ancora una volta, con urgenza - un cessate il fuoco immediato per salvare vite umane e agevolare il flusso degli aiuti umanitari. Israele deve fermare i suoi attacchi mirati e indiscriminati contro i civili e i suoi alleati devono agire subito per proteggere le vite dei palestinesi e rispettare le regole della guerra.
“Le persone a Gaza lottano per la sopravvivenza in condizioni apocalittiche, ma nessun luogo è sicuro, nessuno è risparmiato e non c'è via d’uscita da questa enclave distrutta. La recente offensiva militare nel nord della Striscia è un chiaro esempio della guerra brutale che le forze israeliane stanno conducendo a Gaza e stiamo assistendo a chiare evidenze di pulizia etnica dal momento che i palestinesi vengono sfollati con la forza, messi in trappola e bombardati - dichiara Christopher Lockyear, segretario generale di Msf che ha visitato Gaza all'inizio di quest’anno - Tutto quello che le nostre équipe mediche hanno visto sul campo durante questo conflitto è coerente con le descrizioni fornite da un numero crescente di esperti legali e organizzazioni secondo cui a Gaza è in corso un genocidio. Pur non avendo l'autorità legale per stabilire l'intenzionalità, le evidenze della pulizia etnica e la devastazione in corso - tra cui uccisioni di massa, gravi lesioni fisiche e mentali, sfollamento forzato e condizioni di vita impossibili per i palestinesi sotto assedio e sotto i bombardamenti - sono innegabili”.
In risposta ai terribili attacchi condotti da Hamas e da altri gruppi armati in Israele il 7 ottobre 2023 - in cui sono state uccise 1.200 persone e 251 sono state prese in ostaggio - le forze israeliane stanno schiacciando l'intera popolazione di Gaza. Secondo il ministero della salute, la guerra totale di Israele contro Gaza ha ucciso più di 45.000 persone, tra cui 8 membri dello staff di Msf.