Damasco è in mano ai ribelli a guida islamica che annunciano l'inizio di una "nuova era" in Siria dopo 50 anni di governo del partito Baath. Il leader degli insorti Al-Jolani si inginocchia e bacia la terra: "Il futuro è nostro". Poi in serata l'incontro con l'ex premier per la transizione. Il rais è fuggito a Mosca con i familiari e la Russia ha concesso loro asilo politico. Biden avverte sulla formazione di uno Stato Islamico. I ribelli concedono l'amnistia ai militari siriani
Siria: Nyt, 'Usa sono stati in contatto con ribelli tramite la Turchia'
Negli ultimi giorni gli Stati Uniti avrebbero trasmesso, indirettamente, messaggi ai gruppi ribelli che hanno guidato l'offensiva contro Bashar al-Assad in Siria. Lo scrive il New York Times, che cita funzionari statunitensi e turch secondo i quali gli Usa avrebbero iniziato a 'comunicare' con le fazioni armate tramite il governo turco - attraverso canali diplomatici, militari e d'intelligence - dopo l'avvio dell'offensiva, scattata la scorsa settimana, prima della caduta di Damasco.
Secondo una delle fonti del giornale, inizialmente l'obiettivo dei messaggi sarebbe stato dire ai gruppi armati "cosa non fare". Tramite il governo turco gli Stati Uniti, sostengono i funzionari, avrebbero fatto sapere alle forze anti-Assad che non avrebbero dovuto consentire ai jihadisti del sedicente Stato Islamico di partecipare all'offensiva. E, aggiungono, tramite gli 'interlocutori' turchi, i gruppi avrebbero risposto di non avere intenzione di far entrare elementi dell'Is nel loro movimento.
L'offensiva è stata guidata da Hayat Tahrir al-Sham (Hts), considerato organizzazione terroristica dagli Stati Uniti dall'epoca in cui Donald Trump era alla Casa Bianca. Le agenzie d'intelligence statunitensi e i vertici dell'Amministrazione Biden 'studiano' Hts e il suo leader, Abu Mohammed al-Jawlani. Così, stando a un funzionario Usa, "dobbiamo pensarci, dobbiamo osservare il loro comportamento e dobbiamo mandare messaggi in modo indiretto e vedere cosa ne viene fuori".
Siria: mercoledì discorso Khamenei su situazione in Medio Oriente
La Guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, terrà mercoledì a Teheran un discorso incentrato sugli sviluppi in Medio Oriente. Lo riferisce l'agenzia ufficiale iraniana Irna, dopo gli ultimi sviluppi in Siria, dove per anni l'Iran è stato uno dei più forti sostenitori di Bashar al-Assad.
Siria: media, aperta "linea diretta" Iran-forze opposizione
L'Iran ha aperto una "linea diretta di comunicazione" con le forze dell'opposizione armata all'interno della nuova leadership siriana dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, stretto alleato di Teheran nella regione. Lo ha detto alla Reuters un alto funzionario iraniano, nel tentativo di "prevenire una traiettoria ostile" tra i due Paesi.
Siria: oggi riunione d'emergenza Consiglio Sicurezza Onu
E' attesa per oggi una riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dedicata alla Siria. La riunione è stata chiesta dalla Russia e si terrà a porte chiuse, hanno confermato fonti diplomatiche all'agenzia Dpa.
Presidente Iran, 'il popolo siriano decida il proprio futuro'
"Il popolo siriano è l'unico che dovrebbe decidere del futuro del suo Paese e del suo sistema politico", ha dichiarato in serata il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, in riferimento alla caduta del governo del presidente Bashar Assad. Sottolineando l'importanza di "preservare l'unità, la sovranità e l'integrità territoriale della Siria", il presidente ha chiesto di tenere un "dialogo tra i diversi gruppi siriani per porre fine ai conflitti militari e alla violenza il prima possibile, in modo che il popolo siriano possa decidere il proprio destino, libero da preoccupazioni o interferenze esterne 'distruttive'". Secondo la Tv di stato, ha anche sottolineato la necessità di proteggere i luoghi sacri e tutte le missioni diplomatiche in Siria.
Non solo Assad in Siria: dalle Primavere arabe a oggi, i raìs deposti negli altri Paesi
Bashar al-Assad è solo l’ultimo degli autocrati che ha perso il potere negli ultimi 13 anni tra Africa e Medio Oriente: il primo fu il tunisino Zine el-Abdine Ben Ali, la cui caduta nel 2011 diede inizio alle Primavere Arabe. A seguire ci furono anche il libico Gheddafi, l’egiziano Mubarak, lo yemenita Saleh e il sudanese al-Bashir. Ecco una lista di tutti i leader deposti
Siria, media: opposizione controlla completamente Latakia
L'opposizione armata siriana controlla completamente la provincia di Latakia, dove si trovano le basi militari russe. Lo ha riferito all'agenzia russa Tass una fonte nella provincia siriana. Secondo la fonte, gruppi armati sono entrati nel territorio di Tartus e Jebla quando l'opposizione ha annunciato la caduta del presidente siriano Bashar al-Assad. La fonte ha inoltre sottolineato che i membri dell'opposizione non hanno invaso le basi russe a Tartus e Khmeimim. "Da ieri l'opposizione controlla completamente la provincia di Latakia, comprese le citta' di Tartus e Jable. Le forze armate dell'opposizione non hanno invaso e non intendono invadere il territorio delle basi militari russe, che operano normalmente", riferisce Tass.
Siria, cosa può succedere adesso che è caduto il regime di Bashir al-Assad? Gli scenari
L’offensiva dei ribelli jihadisti in Siria ha raggiunto il suo obiettivo. L’8 dicembre il regime di Bashar al-Assad è caduto, dopo 24 anni. L’ormai ex presidente si è dato alla fuga, colto alla sprovvista: nessuno si aspettava che l’insurrezione, lanciata il 27 novembre, riuscisse a essere portata a termine in così poco tempo. Ecco cosa piò succedere ora in Siria
Siria, cosa rischia Israele con la caduta di Assad? Gli scenari
Al termine di una rapida avanzata, i ribelli jihadisti in Siria hanno preso il controllo della capitale Damasco e hanno annunciato la fine del regime di Bashar al-Assad. La situazione è in continua evoluzione ma gli analisti si interrogano ora sui possibili riflessi nello scenario mediorientale. E in molti si chiedono quali potrebbero essere le conseguenze per Israele. GLI SCENARI
Abu Muhammad al-Jolani, il ritratto del leader dei ribelli jihadisti in Siria
Chi è Abu Muhammad al-Jolani, il leader dei ribelli jihadisti in Siria. L’APPROFONDIMENTO
Bashar al-Assad, il ritratto dell'ex presidente della Siria cacciato dai ribelli jihadisti
Chi è Bashar al-Assad, ex presidente della Siria cacciato dai ribelli jihadisti. L’APPROFONDIMENTO
Siria, caduta del regime di Assad: festeggiamenti per le strade di Damasco. LE FOTO
Gli abitanti di Damasco hanno festeggiato nella notte nelle strade della capitale la caduta del governo del presidente Bashar al-Assad, dopo 50 anni di governo del partito Baath. LE FOTO
La caduta di Damasco, Assad fugge da Putin
Dopo 54 anni si è dissolto in poco più di dieci giorni il regime siriano della famiglia Assad, col suo ultimo esponente, il presidente Bashar al Assad, al potere da un quarto di secolo, fuggito a Mosca assieme alla famiglia sotto la protezione di Vladimir Putin. A Damasco "liberata" è entrato oggi da trionfatore il leader dei jihadisti sostenuti dalla Turchia, Abu Muhammad al Jolani, che ha già chiesto espressamente di non esser più chiamato col suo epiteto di battaglia ma col suo nome originario, Ahmad Sharaa. Nel suo primo discorso pubblico nella capitale, pronunciato nella Grande Moschea degli Omayyadi, dove per secoli sovrani e conquistatori hanno parlato alle masse appena sottomesse, il 'condottiero generale' (al Qaid al Amm) ha però fatto un discorso più panislamico che pansiriano, togliendo ogni dubbio sulla matrice islamista del suo profilo e del suo progetto di governo: "Il dittatore è caduto, e questa è una vittoria per tutta la nazione islamica. E' un trionfo che segna un nuovo capitolo nella storia della regione, il futuro è nostro". Le parole di Jolani sono rimbombate tra le antiche arcate della Grande Moschea mentre Israele si annetteva, nel silenzio della comunità internazionale, un'altra fetta di territorio mediorientale: il versante orientale del Jabal Shaykh (Monte Hermon), parte di quelle Alture del Golan occupate nel 1967 e mai restituite a Damasco. La Siria è stata "un parco giochi per le ambizioni iraniane", ha aggiunto Jolani, a conferma del fatto che il nuovo equilibrio di potere sembra mettere ai margini non solo l'influenza russa ma anche quella iraniana. E mentre Mosca ha chiesto la convocazione urgente di una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, il Cremlino ha fatto sapere di aver raggiunto un accordo con gli insorti perché non prendano d'assalto le diverse basi militari russe nella Siria centro-occidentale, in particolare quella navale a Tartus e quella aerea di Hmeimim.
Per ricevere le notizie di Sky TG24
- La newsletter sulle notizie più lette (clicca qui)
- Il canale Whatsapp di Sky TG24 (clicca qui)
- Le notizie audio con i titoli del tg (clicca qui)