Damasco è in mano ai ribelli a guida islamica che annunciano l'inizio di una "nuova era" in Siria dopo 50 anni di governo del partito Baath. Il leader degli insorti Al-Jolani si inginocchia e bacia la terra: "Il futuro è nostro". Poi in serata l'incontro con l'ex premier per la transizione. Il rais è fuggito a Mosca con i familiari e la Russia ha concesso loro asilo politico. Biden avverte sulla formazione di uno Stato Islamico. I ribelli concedono l'amnistia ai militari siriani
I ribelli jihadisti ai profughi: 'La Siria libera vi attende'
Uno dei principali comandanti dei ribelli siriani Hasan Abdul Ghani ha incoraggiato su X i profughi scappati dal regime a tornare a casa: "Agli sfollati di tutto il mondo, la Siria libera vi attende". Nella Turchia meridionale, scrive Sky News, al valico di frontiera di Oncupinar, vicino alla città di Kilis, le famiglie siriane fanno la fila per rientrare nel loro Paese d'origine.
Cremlino: 'Un periodo molto difficile aspetta la Siria'
La Siria si avvia ad attraversare "un periodo molto difficile" contrassegnato da "instabilità", e la Russia intende mantenere in materia un dialogo con i Paesi della regione, compresa la Turchia. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Interfax.
Iran: 'Il nostro Esercito è pronto contro qualsiasi minaccia'
Le forze armate iraniane "sono pronte contro qualsiasi minaccia e questa preparazione ci sarà per sempre": lo ha affermato il comandante dell'Esercito dell'Iran, Abdolrahim Mousavi, come riferisce Irna. Le osservazioni del capo dell'esercito arrivano nel contesto degli ultimi sviluppi nella regione e delle possibili minacce contro l'Iran, dopo la caduta del presidente siriano Bashar Al Assad, sostenuto da Teheran, e le uccisioni nei mesi scorsi dei leader degli Hezbollah libanesi e del gruppo palestinese Hamas, entrambi sostenuti da Teheran.
Cremlino: quanto accaduto "ha sorpreso anche noi"
Il Cremlino si è detto "sorpreso" dalla presa del potere da parte dei ribelli in Siria. "Per quanto riguarda la posizione del presidente Assad, non ho nulla da dirvi", ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, aggiungendo: "Quello che è successo ha sorpreso il mondo intero e, in questo caso, non facciamo eccezione".
Siria, alla ricerca dei detenuti nelle celle segrete di Saydnaya
L'immagine di un bambino di pochi anni che si aggira spaurito tra le celle aperte della famigerata prigione di Saydnaya dà la misura del dramma e del caos nella capitale siriana. La voce che i detenuti erano rinchiusi in celle sotterranee nascoste si è sparsa subito dopo la presa di Damasco da parte dei ribelli islamisti e subito i familiari dei prigionieri si sono riversati nei corridoi alla ricerca dei propri cari. Un video mostra un uomo usare una specie di palo per abbattere un muro, rivelando uno spazio buio. In altri filmati si vedono i prigionieri che vengono liberati, tra cui il bambino piccolo detenuto con la madre. L'Associazione turca dei detenuti e degli scomparsi nella prigione di Sednaya (ADMSP) ha pubblicato un video di donne che vengono liberate e menre una voce le rassicura che "lui è caduto" e "non bisogna più avere paura". Migliaia di sostenitori dell'opposizione sono stati torturati e giustiziati sotto il regime di Assad e il gruppo di difesa civile siriano noto come Caschi Bianchi sta indagando sui resoconti dei sopravvissuti di Saydnaya dopo aver mandato cinque "team di emergenza specializzati" per scoprire le celle nascoste dove alcuni prigionieri stavano soffocando per la mancanza di ventilazione.
Russia: colloqui con nuova leadership su basi militari
Per ora è prematuro parlare del mantenimento della presenza militare della Russia in Siria, la questione sarà oggetto di discussione con le autorità locali. Lo ha affermato il portavoce presidenziale russo Dmitri Peskov. “È troppo presto per parlarne. In ogni caso, questo è argomento di discussione con coloro che saranno al potere in Siria”, ha detto Peskov ai giornalisti quando gli è stato chiesto se la Russia spera di mantenere la sua presenza militare in Siria.
I siriani ispezionano i tunnel del carcere-mattatoio a Damasco
Le squadre di protezione civile siriana stanno indagando sulle "celle sotterranee nascoste" nella famigerata prigione Sednaya, vicino Damasco, dopo che con la caduta del regime il carcere, definito da Amnesty un 'mattatoio umano', è stato aperto e i detenuti rilasciati. Ora si tratta di capire se nelle celle sottoterra ci siano ancora persone vive. Lo riportano i medi internazionali. Molti i video delle persone liberate dalla famigerata prigione. "Non abbiate paura... Bashar Assad è caduto", dice uno dei ribelli in un video mentre cerca di far uscire in fretta e furia fiumi di donne dalla prigione di Sednaya. Mentre escono dalle celle, si può vedere un bambino camminare lungo un corridoio. Secondo Rami Abdurrahman dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, decine di migliaia di detenuti sono stati finora liberati dalle prigioni siriane. In un rapporto del 2022, un rapporto indipendente Admsp ha affermato che Saydnaya "è diventata effettivamente un campo di sterminio" dopo l'inizio della guerra civile, riporta Bbc. Si stima che più di 30.000 detenuti siano stati giustiziati o siano morti a causa di torture, mancanza di cure mediche o fame tra il 2011 e il 2018. Citando i resoconti dei pochi detenuti rilasciati, almeno altri 500 detenuti sono stati giustiziati tra il 2018 e il 2021.
Cremlino: 'Putin non ha in programma incontro con Assad'
Il presidente russo Vladimir Putin non ha in programma un incontro con Bashar al Assad, che ha ottenuto asilo politico a Mosca dopo avere lasciato la Siria. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalle agenzie russe.
Cremlino: "Niente da dire" su dove si trovi Assad
Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha dichiarato che "non ha niente da dire" sulla questione di dove si trovo il leader siriano Bashar al-Assad, il cui regime è caduto ieri sotto l'avanzata dei ribelli armati. Secondo informazioni diffuse in precedenza dalla Tass, Assad è a Mosca con la sua famiglia e la Russia gli ha concesso asilo dopo la fuga dalla Siria. Lo riporta Ria Novosti.
Onu: proteggere minoranze ed evitare rappresaglie
Bisogna prendere tutte le misure per proteggere le minoranze siriane ed evitare rappresaglie: lo ha raccomanbdato il responsabile per i diritti umani delle Nazioni Unite, Volker Turk, durante una cobferenza styampa alla vigilia della Giornata internazionale per i diritti umani.
Cremlino: 'Putin ha deciso sull'asilo a Assad'
La decisione della Russia di dare asilo a Bashar al Assad è stata presa personalmente dal presidente Vladimir Putin. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato della agenzie russe.
Ministro Esteri turco: 'Iniziata una nuova era, noi sempre al fianco dei siriani'
"Una nuova era è iniziata in Siria, ora è il momento di concentrarci sulla strada da seguire". E' quanto ha affermato il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, in dichiarazioni da Ankara rilanciate dall'agenzia turca Anadolu. La Turchia, ha affermato Fidan durante la conferenza degli ambasciatori, "sarà ancora al fianco dei fratelli siriani in questa nuova pagina aperta a Damasco".
Siria, cosa cambia per la Russia con la caduta di Assad? Gli scenari
La Russia è da sempre convinta sostenitrice di Assad, per il quale è intervenuta militarmente nel 2015 nella guerra civile: un intervento cruciale, all'epoca, per la salvezza del regime alawita e delle strategiche basi russe nel Paese. ECCO I POSSIBILI SCENARI FUTURI
Siria, Crosetto: "Transizione piena di incognite, Ue si rafforzi"
In Siria "ora si apre una transizione difficile piena di incognite: da un lato, ribelli vittoriosi già spaccati in fazioni, dall'altro la volontà di ripristinare un sistema democratico. Ma anche divisioni nel mondo arabo, estremisti che si odiano tra loro, tensioni sui confini": ad affermarlo è il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un'intervista al quotidiano a La Stampa. Per il ministro la caduta del regime di Assad "è l'effetto di quanto accaduto non negli ultimi giorni, ma anni: l'indebolimento dell'Iran, dei suoi proxy, in primis Hezbollah, e della Russia, alle prese con il fronte ucraino". "Erdogan ha in mano un risultato che persegue da anni, ma non pensava così vicino", ha aggiunto, "e ora aumenta il suo potere di aprire e chiudere i rubinetti verso la Ue". A questo riguardo Crosetto ha sottolineato che "l'Ue è debole per molte cose, in primis la crisi economica, e la vittoria di Trump la mette, in modo impietoso, di fronte al nanismo politico di cui è affetta da decenni: non ha ruolo nel mondo ed è afona su ogni tema o crisi internazionale". "Parlano, semmai, le singole nazioni, per conto loro e spesso in modo diverso", ha osservato. Per il ministro della Difesa "questo contesto regala potere a Erdogan. Un pragmatico. Potrebbe non accontentarsi più di aiuti economici, ma sfruttare la fragilità Ue per puntare all'ingresso in Europa. Per la Turchia, una rivoluzione: stabilità monetaria e prospettive enormi per l'industria, ma con un impatto negativo, di pari entità, sull'industria Ue".
Parigi condiziona il suo sostegno al rispetto minoranze
Il sostegno della Francia alla transizione politica in Siria "dipenderà dal rispetto" dei diritti delle donne, delle minoranze e del diritto internazionale. Lo ha dichiarato il ministro dimissionario degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot, dopo la caduta di Bashar Assad. Una coalizione di ribelli guidata dal gruppo islamico radicale Hayat Tahrir al-Sham (Hts) di Abu Mohammad al-Jolani ha lanciato un'offensiva che ha portato al collasso delle forze governative. "Ora spetta a questo gruppo dimostrare il suo sincero desiderio di eliminare l'estremismo, di eliminare l'islamismo e il jihadismo da questa transizione e, soprattutto, di organizzare una transizione che permetta a tutte le minoranze siriane, alle quali teniamo molto, di prendere pienamente la loro parte", ha detto Barrot all'emittente France Info. “Il sostegno e il sostegno che la Francia in particolare fornirà a questa transizione politica in Siria dipenderà dal rispetto delle nostre richieste”, ha aggiunto.
Bandiera ribelli jihadisti in ambasciata a Mosca
Issata la bandiera dell'opposizione siriana presso l'ambasciata di Damasco in Russia. Lo riferisce il New York Times. L'agenzia russa Tass ha pubblicato una foto di uomini con il vessillo verde, bianco e nero.
Atene, 'accogliamo con favore la caduta del regime di Assad'
"La Grecia accoglie con favore la caduta del regime autoritario di Assad in Siria. Tuttavia, è necessario garantire immediatamente la pace nel Paese e una transizione ordinata verso un governo democraticamente legittimato": lo ha dichiarato il ministero degli Esteri ellenico in un comunicato, nella serata di ieri, sottolineando che la Grecia "sostiene l'unità, l'integrità territoriale e la sovranità della Siria". Il ministero ellenico ha ricordato anche l'importanza di proteggere "tutti i non combattenti, comprese le minoranze religiose, così come i monumenti religiosi e il ricco patrimonio culturale". Nel comunicato si legge: "Il ritorno alla normalità democratica deve porre fine ai flussi di migranti provenienti da questo Paese da tempo sofferente e aprire la strada al ritorno sicuro dei rifugiati siriani alle loro case. La Grecia, in quanto membro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e visti i suoi forti legami con il mondo arabo, contribuirà al più rapido ripristino della pace e della prosperità in Siria".
La Turchia chiede per la Siria un 'governo inclusivo'
"Ci aspettiamo che gli attori internazionali, soprattutto le Nazioni Unite, diano una mano al popolo siriano e sostengano la creazione di un'amministrazione inclusiva". Lo ha affermato il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, durante una conferenza ad Ankara con gli ambasciatori turchi nel mondo. "In Siria è iniziata una nuova era, ora è necessario concentrarsi sul futuro", ha detto il ministro. "La Turchia, che ha teso la mano ai suoi fratelli siriani in tempi difficili, sarà con loro in questa nuova pagina che è stata aperta a Damasco", riferisce la tv di Stato Trt.
Media, bandiera ribelli issata su ambasciata Siria a Mosca
La bandiera dell'opposizione siriana è stata issata stamattina sull'ambasciata siriana a Mosca: lo riporta la Tass. In precedenza, la bandiera della Repubblica Araba Siriana, simbolo del regime di Bashar al Assad, era stata rimossa dall'edificio dell'ambasciata dopo che l'opposizione dei ribelli jihadisti ha preso il potere nel Paese.
Media, Iran ha aperto canale di comunicazione coi ribelli
L'Iran ha aperto una linea di comunicazione diretta coi ribelli della nuova leadership siriana da quando il suo alleato Bashar al-Assad è stato destituiro: lo ha dichiarato a Reuters un alto funzionario iraniano spiegando che l'obiettivo è "impedire una traiettoria ostile" tra i due Paesi. L'alto funzionario afferma che i vertici religiosi dell'Iran, di fronte alla perdita di un importante alleato a Damasco e al ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca a gennaio, sono disponibili a collaborare con i nuovi leader siriani. "Questo impegno è fondamentale per stabilizzare i legami ed evitare ulteriori tensioni regionali", ha detto.