Guerra in Siria, Damasco ai jihadisti. Biden: non consentiremo che torni l'Isis

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Damasco è in mano ai ribelli a guida islamica che annunciano l'inizio di una "nuova era" in Siria dopo 50 anni di governo del partito Baath. Il leader degli insorti Al-Jolani si inginocchia e bacia la terra: "Il futuro è nostro". Poi in serata l'incontro con l'ex premier per la transizione. Il rais è fuggito a Mosca con i familiari e la Russia ha concesso loro asilo politico. Biden avverte sulla formazione di uno Stato Islamico. I ribelli concedono l'amnistia ai militari siriani

LIVE

Egitto: "Ingresso di Israele nella zona cuscinetto è occupazione"

L'Egitto condanna "l'ulteriore occupazione delle terre siriane" da parte di Israele. Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri egiziano, aggiungendo di considerare l'ingresso di Israele nella zona cuscinetto con la Siria un tentativo di "imporre una nuova realtà sul terreno". 

Israele ha spostato i carri armati oltre il confine nella zona cuscinetto con la Siria, definendo l'azione temporanea e limitata, e mirata a garantire la sicurezza dello Stato ebraico.

Germania e Austria bloccano procedure asilo per cittadini siriani

I governi di Germania e Austria hanno iniziato a bloccare le procedure d'asilo per i cittadini siriani. Secondo un funzionario dell'Ufficio federale per le Migrazioni e i rifugiati tedesco, interpellato dal quotidiano Der Spiegel, "la situazione in Siria è poco chiara, e prevedere come evolverà politicamente è troppo difficile". Pertanto, "al momento non è possibile formulare valutazioni affidabili. Altrimenti, ogni decisione sarebbe 'su piedi d'argilla'", aggiunge. Il blocco interesserebbe circa 47 mila domande d'asilo. Allo stesso tempo, il quotidiano austriaco Kronen Zeitung afferma che anche in Austria tutte le procedure d'asilo in corso verso cittadini siriani dovrebbero essere interrotte, citando fonti del ministero dell'Interno. 

Hezbollah: "In Siria trasformazione importante e pericolosa"

Il parlamentare libanese di Hezbollah Hassan Fadlallah ha rilasciaro oggi la prima dichiarazione del gruppo filo Iran dopo la caduta di Damasco in mano ai ribelli siriani: "Quello che sta accadendo in Siria è una trasformazione importante, pericolosa e nuova, e il come e il perché di ciò che è accaduto richiedono una valutazione, e la valutazione non viene fatta sui podi",ha detto.   Hezbollah ha svolto un ruolo importante nel sostenere Assad durante 14 anni di guerra in Siria, prima di riportare i suoi miliziani in Libano lo scorso anno per combattere contro Israele, un ridispiegamento che ha indebolito le linee del governo siriano.

Siria, cosa cambia per la Russia con la caduta di Assad? Gli scenari

La Russia è da sempre convinta sostenitrice di Assad, per il quale è intervenuta militarmente nel 2015 nella guerra civile: un intervento cruciale, all'epoca, per la salvezza  del regime alawita e delle strategiche basi russe nel Paese. ECCO I  POSSIBILI SCENARI FUTURI

Tv: Jolani sceglie premier di Hts per governo transitorio

Sarà Muhammad Bashir, e non l'esiliato ex premier siriano Riad Hijab o l'attuale primo ministro Muhammad Jalali, il capo del governo di transizione a Damasco. Lo riferisce la tv al Jazira nella capitale siriana secondo cui Muhammad Bashir è il premier del "governo di salvezza", che da anni amministra nel nord-ovest siriano le aree sotto controllo di Hayat Tahrir ash Sham (Hts), guidata da Abu Muhammad Jolani (Ahmad Sharaa). La scelta di Muhammad Bashir sarebbe stata imposta, afferma la tv, dallo stesso Jolani.

Von der Leyen sente re Giordania: 'Integrità Siria fondamentale'

Colloquio telefonico tra la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il re di Giordania Abdullah II sulle conseguenze della caduta del regime di Assad per la Siria e la regione. "Per noi, l'integrità territoriale della Siria e la protezione delle minoranze sono fondamentali. Resteremo in stretto contatto data la situazione instabile", ha riferito von der Leyen su X, indicando di avere in programma altri colloqui "con altri leader regionali oggi e nei prossimi giorni".

Media: 'Soldati siriani in fuga, oltre 4.000 in Iraq'

Oltre 4.000 soldati dell'esercito siriano sono entrati in Iraq da quando le forze ribelli hanno preso Damasco e rovesciato il governo di Bashar al-Assad: lo afferma un funzionario della milizia nell'Iraq occidentale, citato dai media internazionali. Il funzionario delle Anbar Tribal Mobilization Forces afferma che i soldati hanno consegnato le loro armi, munizioni e veicoli blindati e saranno ospitati in un campo senza precisare dove.

Mosca negozia con ribelli jihadisti garanzie di sicurezza per russi

La  Russia sta negoziando garanzie di sicurezza per i suoi cittadini in  Siria. Lo ha detto il capo del Foreign intelligence service Sergei  Naryshkin. "Stiamo conducendo delle trattative, principalmente per  quanto riguarda la sicurezza dei nostri cittadini, dei dipendenti  dell'ambasciata e di altre missioni nazionali. Garantire la sicurezza  per i nostri cittadini è il nostro obiettivo primario", ha detto. Gli è  stato chiesto se le trattative sulle questioni relative alla Siria  fossero condotte direttamente o tramite intermediari e se fosse  possibile concordare su future interazioni a questo punto.

Ue: 'Israele attore chiave sulla Siria ma ne rispetti integrità'

"Israele è un interlocutore fondamentale per garantire la stabilità in Siria e nella regione. Le sue legittime preoccupazioni in materia di sicurezza dovrebbero essere affrontate, consentendo a tutti i siriani di godere finalmente della sicurezza e della possibilità di partecipare alla costruzione della nuova Siria". Lo ha detto un portavoce del servizio di azione esterna della Commissione Europea, rispondendo a una domanda sul dispiegamento delle Forze di difesa d'Israele (Idf) nella zona cuscinetto tra Siria e Israele. "In generale - aggiunge - chiediamo a tutti gli attori esterni di rispettare la sovranità, l'unità e l'integrità territoriale della Siria".

Ue: 'Per ora i rimpatri in Siria sono insicuri'

"I rifugiati siriani sognano da 10 anni di poter tornare nel loro Paese e ci sono elementi che fanno ben sperare ma al momento è prematuro valutare gli effetti sulla dimensione migratoria". Lo dichiara un portavoce della Commissione Europea. "Il rientro o meno nel Paese è una decisione individuale, per ora giudichiamo che non ci siano le condizioni per rimpatri sicuri e dignitosi in Siria", ha precisato il portavoce.

Insorti siriani filo-turchi tolgono Manbij ai curdi

Le fazioni armate siriane filo-turche hanno preso il controllo della città siriana settentrionale di Manbij, tra Aleppo e l'Eufrate, togliendola di fatto alle forze curdo-siriane, espressione locale del Partito dei lavoratori curdi (Pkk). Lo riferiscono fonti sul terreno a Manbij. L'artiglieria e l'aviazione turca hanno partecipato all'offensiva di terra contro l'enclave di Manbij.

La Germania blocca le richieste di asilo dalla Siria

Il ministero dell'Interno tedesco ha deciso di stoppare le decisioni sulle richieste di asilo da parte dei siriani, in seguito alla caduta di Assad. Lo scrive il portale di Der Spiegel. Al momento non è chiaro come si svilupperà la situazione, ha affermato un portavoce del ministero citato dal magazine, per questo motivo non è possibile fare delle valutazioni fondate.

Ue: 'In Siria proteggere civili, minoranze, diplomatici'

"La caduta del regime criminale di Assad segna un momento storico per il popolo siriano. Esortiamo tutti gli attori a evitare ulteriori violenze, a garantire la protezione dei civili e a rispettare il diritto internazionale, compreso il diritto umanitario internazionale. Esortiamo in particolare a proteggere i membri di tutte le minoranze, comprese quelle cristiane e di altre confessioni non maggioritarie, nonché a garantire la sicurezza dei cittadini stranieri e il rispetto delle rappresentanze diplomatiche a Damasco". Lo dichiara l'Alto Rappresentate per la Politica Estera Kaja Kallas a nome dei 27 Paesi dell'Ue.

Siria, Ue: no contatti con Hts o suoi leader; sono sanzionati

"L'Unione europea non sta attualmente interagendo con Hts (Hayat Tahrir  al-Sham) o i suoi leader". Lo ha dichiarato il portavoce aggiunto  dell'Ue per la Politica estera, Anouar El Anouni, nel briefing  quotidiano con la stampa. "In termini di sanzioni contro Hts, è già nella blacklist sotto il  regime Isil Daesh e al Qaeda. Ed è nel quadro delle Nazioni Unite.  Quindi si applica a tutti gli stati membri delle Nazioni Unite", ha  evidenziato. "Posso confermare che un certo numero di individui  associati all'Hts sono sotto sanzione sia a livello Onu che Ue, incluso  il leader, Abu Mohammed al-Jolani", ha aggiunto. "Detto ciò, mentre Hts  assume maggiori responsabilità, dovremo valutare, non solo le loro  parole ma anche le loro azioni", ha concluso.

Media: 'Insorti Siria scelgono ex premier a guida transizione'

Potrebbe essere l'ex premier siriano Riad Hijab, in carica nel 2012 e da 12 anni fuggito all'estero e che da tempo aspetta di avere un ruolo politico nel post-Assad, come capo del governo di transizione a Damasco. Lo riferiscono media siriani e internazionali, senza che questa notizia abbia per ora trovato conferma da parte del comando militare del leader jihadista Ahmad Sharaa (Abu Muhammad al Jolani) sostenuto dalla Turchia.

Onu: transizione non cancelli "responsabilità" crimini

Qualsiasi transizione politica in Siria dopo la caduta del presidente  Bashar al-Assad non deve cancellare la sua responsabilità per lui e  quella di altri funzionari dei crimini commessi sotto quel governo. Lo  ha dichiarato l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti  umani, Volker Turk. "Qualsiasi transizione politica deve assicurare che siano consegnati  alla giustizia gli autori di gravi violazioni e garantire che i  responsabili ne rispondano", ha detto Turk ai giornalisti a Ginevra. "Ci sono effettivamente seri motivi per credere che l'ex presidente  della Siria e chiunque abbia ricoperto posizioni di leadership di alto  livello possano aver commesso crimini atroci", ha sottolineato. "È  fondamentale che tutte le prove vengano raccolte e conservate  meticolosamente per un uso futuro", ha ammonito Turk.

Siria, crisi su tavolo Consiglio Interni e vertice leader Ue

Nel  corso del prossimo Consiglio Ue Affari interni, che si svolgerà giovedì,  verrà discussa anche la situazione in Siria. Lo ha confermato un alto  funzionario europeo in vista della riunione dei ministri dell'Interno.  "Credo sia importante che questo aspetto venga discusso durante  l'incontro dei ministri di giovedì e anche, naturalmente, dal Consiglio  Affari Esteri”, ha dichiarato il funzionario. Inoltre i rappresentanti permanenti degli Stati membri hanno iniziato a  discutere della situazione siriana, che sarà affrontata nelle prossime  riunioni del Coreper, in vista del Consiglio Affari Esteri di lunedì  prossimo e del vertice dei leader del 18-19 dicembre. "Ci saranno  discussioni sulla preparazione del prossimo Consiglio europeo, perché  discuteremo per la prima volta la bozza di conclusione, ma credo che  vorremo anche dedicare tempo ed energie per esaminare i vari aspetti  della situazione della Siria", ha concluso il funzionario europeo.

Israele: 'Presenza nostre forze in Siria limitata e temporanea'

"Limitata, temporanea". Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa'ar, si è espresso così riferendosi alla presenza di forze israeliane in territorio siriano. "Il nostro unico interesse è la sicurezza di Israele", ha ribadito nelle dichiarazioni rilanciate dai media israeliani.

Onu: 'Chi ha commesso crimini sotto Assad ne deve rispondere'

Ogni transizione politica in Siria dopo la caduta del presidente Bashar al-Assad deve includere l'accertamento delle responsabilità nei confronti di coloro che hanno commesso crimini sotto il suo governo: lo afferma il responsabile delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk. "Ogni transizione politica deve garantire che i responsabili di gravi violazioni siano chiamati a rispondere delle loro azioni", ha detto Turk aggiungendo: "Devono essere prese tutte le misure per garantire la protezione di tutte le minoranze e per evitare rappresaglie e atti di vendetta".

Ministro Esteri turco: 'Impedire a Is e Pkk di sfruttare situazione'

"Impedire a Daesh (o Is) e al Pkk di beneficiare dell'attuale situazione" in Siria "garantirà che il Paese smetta di essere un rifugio sicuro per il terrorismo". E' quanto ha affermato il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, in dichiarazioni rilanciate dal giornale Sabah. "Continueremo con determinazione il nostro impegno in tal senso", ha aggiunto.



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