Elezioni USA 2024
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Usa, Trump eletto presidente, cosa succede ora ai suoi processi?

Mondo
©IPA/Fotogramma

Introduzione

Donald Trump ha vinto le elezioni e sarà di nuovo presidente degli Stati Uniti. Passerà alla Storia come il primo eletto alla Casa Bianca riconosciuto colpevole di reati e condannato. Il tycoon ha diversi fronti legali aperti. E quindi che fine faranno tutti i suoi guai giudiziari dopo il successo alle urne? L’elezione potrebbe cambiare completamente diverse cose (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI LIVE).

Quello che devi sapere

Il processo per i soldi a Stormy Daniels

Per approfondire: Elezioni Usa 2024, cosa potrebbe succedere ora che Trump ha vinto?

Cosa può succedere

  • Ma la vittoria elettorale potrebbe cambiare completamente le cose e diventare la "carta uscita di prigione" per Trump, affermava nei giorni scorsi un'analista legale della Cnn sostenendo che una vittoria del tycoon avrebbe potuto insabbiare tutto. È infatti attesa per il 12 novembre la decisione del giudice Merchan sul ricorso dei legali di Trump di annullare la condanna alla luce della decisione della Corte Suprema che ha concesso una parziale immunità all'ex presidente. È abbastanza probabile che questo procedimento finisca nel nulla. Nel caso in cui il giudice dovesse invece confermare la condanna del presidente eletto, gli avvocati di Trump chiederanno sicuramente un nuovo rinvio della sentenza per determinare la pena, spingendo la questione nei prossimi mesi, con gli occhi fissi all'insediamento del 20 gennaio. Da quel momento Trump godrà di nuovo dell’immunità presidenziale

La decisione della Corte Suprema

  • Lo scorso 1° luglio la Corte Suprema ha chiarito quando il presidente è coperto da immunità. Un modo per capire se Trump potesse essere ritenuto responsabile per l'assalto dei suoi sostenitori il 6 gennaio 2021 a Capitol Hill. Il presidente gode di immunità totale per le azioni compiute nel perimetro delle prerogative presidenziali. Dunque se al momento dell'irruzione in Campidoglio Trump era ancora formalmente il presidente in carica, non può essere accusato

Le minacce di licenziare il procuratore

  • A parte questo il “processo Stormy Daniels” ormai concluso, Trump ne ha altri pendenti, sia statali che federali. Per quanto riguarda quelli federali, Trump ha detto più volte durante la campagna elettorale, denunciando l'utilizzo da parte dell'amministrazione democratica della giustizia come arma politica, che nel primo giorno di mandato "licenzierà in due secondi" Jack Smith, il procuratore federale che lo ha incriminato per le carte segrete trovate a Mar a Lago e per i disordini di Capitol Hill

Le possibili “vendette”

  • In realtà, il presidente non può licenziare un procuratore speciale, ma dovrà farlo il ministro della Giustizia che sarà nominato da Trump facendo poi cadere le accuse che erano state presentate. Ma una cosa è certa: il tycoon e i suoi alleati non hanno fatto mistero della volontà di attuare misure per "vendicare" le ingiustizie subite. E oggi, subito dopo l'annuncio della vittoria di Trump, Mike Davis, che ha lavorato con il giudice della Corte Suprema Neil Gorsuch e si ritiene essere uno dei principali consiglieri legali del presidente eletto, ha provocatoriamente esortato Smith a "trovarsi un avvocato", ventilando quindi la possibilità di azioni legali contro di lui

Le carte a Mar a Lago

  • In effetti la giudice federale della Florida, Aileen Cannon, nominata da Trump durante il suo primo mandato, ha archiviato il caso delle carte segrete che Trump ha portato via dalla Casa Bianca, rifiutandosi poi di consegnarle alle autorità fino alla clamorosa perquisizione dell'Fbi, ed ha definito la nomina di Smith come procuratore speciale "illegale". Smith ha fatto ricorso contro questa sentenza. In questo caso avere l’immunità e controllare il dipartimento di Giustizia dovrebbero portare a far arenare il procedimento

L’incriminazione per le interferenze elettorali

  • Ma Trump deve fare i conti con un'altra incriminazione a livello statale, per i tentativi di interferenze elettorali in Georgia nelle elezioni 2020. L'amministrazione federale non avrebbe modo di intervenire sul corso di questo processo, ma la vittoria elettorale sicuramente metterà a rischio la prosecuzione di questo procedimento. Anche perché non arriverà prima del 2025 la decisione della corte d'appello che potrebbe togliere il caso a Fani Willis, la procuratrice distrettuale democratica finita sotto inchiesta disciplinare per una sua relazione con uno dei suoi procuratori. Se il caso verrà tolto a Willis è molto difficile che un altro procuratore voglia prendersi un caso contro Trump che ormai sarà presidente in carica. E fonti citate dalla Cnn affermano che è molto improbabile che giudici statali permettano di andare avanti con un procedimento contro un presidente in carica

La strategia

  • Appare chiaro insomma che Trump userà il periodo della sua presidenza per rimandare qualsiasi processo a dopo gennaio 2029, quando finirà il suo secondo mandato alla Casa Bianca. In questi tre mesi da “presidente eletto” (fino all’insediamento di gennaio 2025) è invece “scoperto” ma i suoi avvocati non avranno difficoltà a far rinviare i procedimenti fino al giorno del giuramento. Se poi il suo successore dovesse essere un repubblicano, magari un suo “delfino”, potrebbe concedergli il perdono presidenziale per ogni reato in cui venisse riconosciuto colpevole, chiudendo per sempre la porta a processi e condanne

Le cause civili

  • Trump è imputato in varie cause civili per l’assalto al Congresso. I suoi avvocati si sono appellati all’immunità ma anche qui, dopo il 20 gennaio il dipartimento di Giustizia potrebbe rinviare o bloccare tutto. Invece potrebbero proseguire i ricorsi in appello presentati dal tycoon contro alcune sentenze di condanna pecuniaria.

Per approfondire: Caso Jean Carroll, Donald Trump condannato a pagare 83,3 mln di dollari