Bangladesh, la premier Sheikh Hasina si è dimessa. Le foto delle proteste
La prima ministra ha anche lasciato il Paese dopo le settimane di manifestazioni studentesche. Il capo dell'esercito del Bangladesh, il generale Waker-Uz-Zaman, ha annunciato in un discorso alla nazione diffuso dalla tv di Stato che formerà un governo ad interim. L'esercito intanto ha deciso di revocare il coprifuoco indetto dal governo della premier deposta e di far riaprire domani le scuole e le università
- Il Bangladesh sprofonda nel caos: la premier Sheikh Hasina si è dimessa, è scappata in India lasciando il potere all'esercito che ha annunciato la formazione di un governo ad interim. Nel Paese proseguono le dimostrazioni e gli scontri con almeno 300 morti dall'inizio delle proteste, anche se si tratta di un bilancio provvisorio. Il capo dell'esercito, il generale Waker-Uz-Zaman, ha annunciato in un discorso alla nazione diffuso dalla tv di Stato che formerà un governo ad interim
- Il generale Waker-Uz-Zaman ha dichiarato che "il Paese ha molto sofferto, l'economia è stata colpita, molte persone sono state uccise. È tempo di porre fine alla violenza". "Se la situazione migliora, non ci sarà bisogno di ricorrere allo stato d'emergenza", ha assicurato, promettendo che le nuove autorità avrebbero indagato su "tutti gli omicidi" commessi durante le violente proteste. Solo oggi nella capitale Dacca si sono registrate almeno 56 vittime
- Sheik Hasina è atterrata in India nella città nordorientale di Agartala dopo essere fuggita dal Palazzo presidenziale di Dacca. Secondo fonti di intelligence, l'India è disponibile a offrire all'ex premier "un passaggio sicuro"
- La protesta studentesca è iniziata un paio di settimane fa all’Università di Dacca, e si è intensificata negli ultimi due giorni tanto da spingere le autorità a chiudere le scuole e gli atenei. Il motivo delle tensioni sono le quote degli impieghi pubblici riservate ai familiari dei reduci della guerra di indipendenza dal Pakistan del 1971. Nel Paese i posti nel settore pubblico sono particolarmente ambiti per l’entità degli stipendi
- La coalizione studentesca ha organizzato le prime proteste contro le quote di assunzione nel pubblico impiego,esortando i bengalesi a prendere parte alla disobbedienza civile. "Ciò include il mancato pagamento delle tasse e delle bollette, gli scioperi dei dipendenti pubblici e il blocco delle rimesse all'estero tramite le banche", aveva detto un membro dell'organizzazione studentesca. Anche i lavoratori delle fabbriche tessili, vitali per l'economia del Paese, sono stati invitati a scioperare
- Il sistema delle quote è stato attivato 52 anni fa ed era stato sospeso nel 2018 dopo una prima ondata di proteste da parte degli studenti in tutto il Bangladesh. A giugno 2024, l’Alta corte lo ha reintrodotto, dichiarando illegale quanto deciso sei anni fa e fissando al 30% dei posti di lavoro pubblici la parte spettante ai familiari dei reduci della guerra di indipendenza
- Dopo le prime fasi, il movimento si è allargato ad altre fasce sociali e ha coinvolto l'intera attività del governo. La prima ministra ha sempre rifiutato il dialogo, vedendo i promotori delle proteste come terroristi destabilizzatori. Successivamente il governo aveva decretato un drastico coprifuoco
- Oltre alle accuse di corruzione, molti attivisti per i diritti umani sottolineano che lo spazio per l'attività democratica si è ridotto negli ultimi 15 anni. Il principale partito di opposizione, il Partito nazionalista del Bangladesh (BNP), ha boicottato le elezioni nel 2014 e nel 2024 affermando che elezioni libere ed eque non erano possibili sotto Hasina e che voleva che le elezioni si svolgessero sotto un'amministrazione provvisoria neutrale
- Facebook è stata la piattaforma social più usata dagli studenti per organizzare le manifestazioni e condividere informazioni, ma durante le proteste è diventato parzialmente inaccessibile nel Paese
- “La scioccante violenza in Bangladesh deve finire”. È quanto aveva detto l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, esortando il governo a cessare di prendere di mira i manifestanti pacifici. "Sono profondamente preoccupato che ci potranno essere ulteriori perdite di vite umane al raduno di massa previsto domani a Dacca e per la presenza dell'ala giovanile del partito al governo che si è mobilitata contro i manifestanti", ha precisato Turk
- REVOCA DEL COPRIFUOCO E RIAPERTURA DELLE SCUOLE