Si contano più di un centinaio di agenti di polizia e 30 giornalisti feriti. Le proteste studentesche, che nel Paese sono in corso da settimane, sono contro le norme sull'assunzione del servizio civile. Il governo ha imposto il coprifuoco e ha deciso di dispiegare l'esercito per "mantenere l'ordine"
Violenti scontri tra polizia e studenti manifestanti in Bangladesh, dove oltre 700 persone persone sono rimaste ferite in 26 dei 64 distretti del Paese. Le manifestazioni nel paese sono in corso da settimane. Le proteste studentesche contro le norme sull'assunzione del servizio civile, hanno causato finora oltre 100 morti. Si contano almeno 104 agenti di polizia e 30 giornalisti feriti. "I manifestanti - ha detto la polizia - hanno appiccato il fuoco e compiuto atti vandalici" contro gli uffici della televisione statale BTV e dell'agenzia nazionale per la gestione dei disastri, nonché contro "vari" edifici della polizia e del governo.
Il governo del Bangladesh ha imposto il coprifuoco e ha deciso di dispiegare l'esercito per "mantenere l'ordine" dopo giorni di sanguinose proteste studentesche. "Il governo ha deciso di imporre il coprifuoco e di schierare l'esercito in aiuto delle autorità civili", ha detto all'Afp il portavoce di Hasina, Nayeemul Islam Khan.
La legge degli anni Settanta
Gli studenti bengalesi protestano contro un sistema di assegnazione degli impieghi nel settore pubblico che reputano discriminatorio e che vorrebbero sostituire con uno basato sul merito. In Bangladesh, per una legge che risale agli anni Settanta, il 30 per cento di questi posti di lavoro (che sono molto ambiti perché ben compensati e sicuri) è appannaggio dei familiari dei reduci della guerra di indipendenza dal Pakistan del 1971. Sono 400mila i laureati che ogni anno competono per 3mila posti di lavoro.
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La decisione dell'Alta Corte
Il sistema delle quote, nel 2018 fu sospeso dal governo di Hasina, proprio in seguito ad altre proteste di massa degli studenti, ma il mese scorso l’Alta Corte del Bangladesh aveva annullato la decisione in seguito ai ricorsi dei familiari dei veterani, generando le proteste attualmente in corso. La Corte suprema ha a sua volta sospeso la sentenza dell’Alta Corte, e dovrà pronunciarsi definitivamente sulla questione il 7 agosto.