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Guerra, Biden: accordo quadro Israele-Hamas su tregua e ostaggi

©Ansa

"Israele e Hamas hanno concordato il quadro generale di un accordo" che prevede una tregua e il rilascio degli ostaggi a Gaza, "ma il lavoro non è ancora finito". Lo ha annunciato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. "Il lavoro non è ancora finito e dobbiamo affrontare questioni complesse, ma sia Israele che Hamas hanno concordato un quadro generale", ha scritto Biden su X. "La mia squadra sta facendo progressi e sono determinato a portare a casa il risultato", ha aggiunto

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"Israele e Hamas hanno concordato il quadro generale di un accordo" che prevede una tregua e il rilascio degli ostaggi a Gaza, "ma il lavoro non e' ancora finito". Lo ha annunciato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. "Il lavoro non e' ancora finito e dobbiamo affrontare questioni complesse, ma sia Israele che Hamas hanno concordato un quadro generale", ha scritto Biden su X. "La mia squadra sta facendo progressi e sono determinato a portare a casa il risultato", ha aggiunto.


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Liveblog del 13 luglio 2024 sulla guerra Israele Hamas

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Idf, colpite strutture militari di Hezbollah nel sud del Libano

L'Idf ha riferito che aerei da combattimento israeliani hanno colpito questa sera un edificio, un posto di osservazione e altre infrastrutture utilizzate da Hezbollah a Kafr Kila, Taybe e Khiam, nel Libano meridionale. Lo riporta il Times of Israel. Hezbollah, nel frattempo, ha annunciato la morte di due membri, uccisi nei recenti attacchi israeliani in Libano, portando il bilancio dei membri eliminati dall'inizio della guerra ad almeno 366.

Germania, per ottenere il passaporto tedesco c’è l’obbligo di riconoscere Stato di Israele

È  la risposta del governo ai molti episodi di violenza degli ultimi mesi,  sia quelli di antisemitismo che quelli in cui si è visto inneggiare al  massacro di Hamas in Israele. LEGGI L'ARTICOLO

Algeria, rinviati festival artistici in solidarietà con Gaza

Le autorità algerine hanno rinviato tutti i principali festival artistici previsti per questa estate in solidarietà con Gaza, alla luce dell'"escalation di atrocità e massacri commessi dalle forze di occupazione sioniste". È quanto si legge in un comunicato del ministero della Cultura e delle Arti algerino pubblicato oggi sui propri social. "Le altre attività culturali e intellettuali saranno adattate alla posizione di solidarietà a favore della causa palestinese", si legge nella nota. Il dicastero ha sottolineato che questa decisione è stata presa sulla base della "ferma posizione dell'Algeria a sostegno della causa e del popolo palestinese nella loro legittima, valorosa e incrollabile resistenza alla brutalità sionista". È la seconda volta che le autorità del Paese nordafricano rinviano eventi e attività artistiche e culturali in solidarietà con la Striscia di Gaza, dopo quelle dell'ottobre 2023. 

Israele avrebbe organizzato una campagna di persuasione online rivolta a politici USA

Lo rivela il New York Times, che cita fonti del Ministero della Diaspora   di Israele. Anche OpenAI e Meta affermano di aver individuato   un’operazione di disinformazione portata avanti da una società   israeliana. LEGGI L'ARTICOLO

Media, 'Netanyahu blocca l'accordo con nuove richieste'

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu sta bloccando l'accordo di cessate il fuoco con Hamas con nuove richieste. Lo scrivono i media ebraici citando un alto funzionario israeliano coinvolto nei negoziati. Il funzionario - scrive il Times of Israel che cita a sua volta Channel 12 - ha affermato che il premier sta ora insistendo sulla creazione di un meccanismo di controllo che impedisca ai miliziani di Hamas di tornare nel nord di Gaza. "Questo è il momento della verità per gli ostaggi", ha affermato il funzionario. "Possiamo raggiungere un accordo entro due settimane e riportare a casa gli ostaggi" e "l'insistenza del primo ministro sulla creazione di un meccanismo per impedire il movimento dei miliziani bloccherà i colloqui per settimane e poi potrebbe non esserci nessuno da riportare a casa", ha aggiunto. Secondo il sito di notizie Walla, Netanyahu avrebbe sollevato la questione ieri sera in un incontro con la squadra negoziale. La squadra avrebbe detto a Netanyahu che erano contrari alla nuova condizione e che non era fattibile, ma Netanyahu ha continuato a insistere sul punto. "È una richiesta che non faceva parte della proposta israeliana del 27 maggio. Non è chiaro il motivo per cui Netanyahu stia sollevando questa richiesta ora", ha affermato il funzionario.



Houthi annunciano due attacchi a nave Charysalis

Gli Houthi dello Yemen hanno preso di mira la "nave Charysalis" due volte nel Mar Rosso e nello stretto di Bab al-Mandab con una serie di missili balistici e navali e droni, lo afferma il portavoce militare del gruppo allineato all'Iran, Yahya Saree.

I ribelli Houthi, che controllano le zone più popolose dello Yemen, da mesi attaccano le navi nelle acque al largo del Paese, sostenendo che gli attacchi sono un gesto di solidarietà con i palestinesi che combattono contro Israele a Gaza. 

Sondaggio, 3 israeliani su 4 per dimissioni Netanyahu

Secondo un sondaggio di Channel 12, il 72% degli israeliani (quasi 3 su 4) ritiene che il primo ministro Benjamin Netanyahu debba dimettersi a causa dei fallimenti del 7 ottobre, lo riferisce il Times of Israel. Di questi, il 44% ritiene che Netanyahu debba dimettersi immediatamente, mentre un altro 28% ritiene che dovrebbe dimettersi quando la guerra sarà finita. Il sondaggio ha anche scoperto che il 50% di coloro che si definiscono sostenitori dell'attuale governo ritiene che Netanyahu debba dimettersi prima della fine del suo mandato. Il quarantadue percento dei sostenitori afferma che dovrebbe portare a termine il suo mandato. Inoltre l'opinione pubblica ritiene Netanyahu il principale responsabile dell'attacco del 7 ottobre, quando circa 3.000 terroristi guidati da Hamas hanno fatto irruzione in Israele, uccidendo circa 1.200 persone, per lo più civili, e prendendo 251 ostaggi. Il trentanove percento ha affermato che Netanyahu è il principale responsabile, il 18% ha affermato che la colpa era in gran parte dell'ex capo dell'intelligence militare Aharon Haliva, il 10% ha individuato il capo di stato maggiore delle IDF Herzi Halevi, il 7% ha votato per il capo dello Shin Bet Ronen Bar e solo il 4% ha attribuito la colpa al ministro della Difesa Yoav Gallant. Tra questi, Netanyahu è l'unico che non ha ancora ammesso la propria responsabilità nel disastro. Il sondaggio rileva anche un ampio sostegno pubblico per un accordo con Hamas che vedrebbe un cessate il fuoco e il ritorno degli ostaggi, con il 64% a favore e il 15% contrario. Un ulteriore 21% afferma di non saperlo. 

Negoziatore, da Netanyahu richiesta che blocca intesa

Un alto funzionario israeliano coinvolto nei negoziati per un accordo di cessate il fuoco con Hamas afferma che il primo ministro Benjamin Netanyahu sta ostacolando l'accordo con nuove richieste, lo riferisce il Times of Israel. Parlando ai media ebraici, il funzionario ha affermato che il primo ministro sta ora insistendo sull'istituzione di un meccanismo di controllo che impedisca agli agenti armati di Hamas di tornare nel nord di Gaza. "Questo è il momento della verità per gli ostaggi", dice il

funzionario a Channel 12. Possiamo raggiungere un accordo entro due settimane e riportare a casa gli ostaggi". "L'insistenza del primo ministro nel creare un meccanismo per impedire il

movimento di agenti armati bloccherà i colloqui per settimane e poi potrebbe non esserci nessuno da riportare a casa", afferma il funzionario. 

Medioriente, Biden: accordo quadro Israele-Hamas su tregua e ostaggi

"Israele e Hamas hanno concordato il quadro generale di un accordo" che prevede una tregua e il rilascio degli ostaggi a Gaza, "ma il lavoro non e' ancora finito". Lo ha annunciato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. "Il lavoro non e' ancora finito e dobbiamo affrontare questioni complesse, ma sia Israele che Hamas hanno concordato un quadro generale", ha scritto Biden su X. "La mia squadra sta facendo progressi e sono determinato a portare a casa il risultato", ha aggiunto

Hamas: vuole garanzie guerra non riprenda dopo primi rilasci

Un funzionario di Hamas afferma che il gruppo terroristico palestinese continua a insistere affinche' i mediatori, impegnati nei negoziati per il cessate il fuoco in corso, eseguano garanzie scritte sul fatto che Israele non riprenderà la guerra dopo la liberazione del primo gruppo di ostaggi israeliani trattenuti a Gaza: lo scrive il Times of Israel. Mentre le due parti hanno concordato un quadro generale per un accordo, il punto principale di disaccordo rimane che Hamas vuole che si traduca in un cessate il fuoco permanente, mentre il primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato che qualsiasi accordo "deve consentire a Israele di tornare a combattere finche' non saranno raggiunti tutti gli obiettivi della guerra". Ahmed Abdul-Hadi, capo dell'ufficio politico di Hamas in Libano, ha dichiarato in un'intervista all'Associated Press che Hamas è stata "flessibile" su alcuni punti, ma continua a insistere sul fatto che "i negoziati per un cessate il fuoco permanente dovrebbero continuare finche' non verra' raggiunto un cessate il fuoco permanente", in contrapposizione alla formulazione della proposta attuale, secondo cui il cessate il fuoco dovrebbe continuare finche' proseguono i negoziati. "Netanyahu puo' fermare i negoziati e quindi riprendere l'aggressione" in qualsiasi momento, dice. "Vogliamo qualcosa di scritto per garantire che i negoziati continuino per raggiungere un cessate il fuoco permanente". 

Difesa civile Hamas: "60 corpi estratti nel sud di Gaza"

La difesa civile di Hamas ha detto che sono stati estratti "60 corpi dal sobborgo meridionale di Tel al-Hawa" e al Sina dove l'Idf ha operato nei giorni scorsi. Lo ha riferito il il portavoce della difesa civile Mahmud Bassal secondo cui "molti corpi sono ancora sotto le macerie e molti sono i dispersi". L'Idf ancora non ha dato la sua versione sulla notizia.

Israele: 'A Shujaia uccisi 2 comandanti di Hamas'

L'esercito israeliano ha annunciato di "aver ucciso il vice comandante del Battaglione Shujaia di Hamas, il terrorista Ayman Showadeh". Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui Showadesh "è stato in precedenza un operativo chiave nel Quartier generale di Hamas, coinvolto nella direzione del massacro del 7 ottobre. Durante la guerra è stato attivamente protagonista nel Battaglione Shujaia ed ha operato numerosi attacchi contro le truppe israeliane". Oltre Showadesh - ha detto la stessa fonte - è stato "ucciso anche il terrorista Ubadah Abu Heen, comandante di compagnia sempre nel Battaglione Shujaia che ha avuto un ruolo importante durante la guerra". Dall'inzio dell'operazione nell'area di Shujaia sono stati "oltre 150 i terroristi uccisi".

Egitto nega colloqui su sorveglianza confine con Gaza

Una fonte egiziana di alto livello ha smentito la notizia secondo cui negoziatori israeliani ed egiziani stanno discutendo su un sistema di sorveglianza elettronica lungo il confine tra Gaza ed Egitto. "Non c'e' niente di vero", ha affermato al canale televisivo Al Qahera. Smentita e' arrivata anche dal premier israeliano Benjamin Netanyahu che ha ribadito la richiesta avanzata ieri di mantenere il controllo della zona di frontiera, evitando quindi il ritiro delle truppe. "Il primo ministro insiste affinche' Israele rimanga sul corridoio Philadelfia e ha istruito di conseguenza le squadre negoziali, lo ha chiarito ai rappresentanti degli Stati Uniti questa settimana e ha aggiornato il gabinetto di sicurezza in tal senso ieri sera", ha fatto sapere l'ufficio del capo di governo. Nonostante cio', due funzionari coinvolti nei colloqui sugli ostaggi hanno riferito al Times of Israel che i negoziatori israeliani hanno discusso la possibilita' di un ritiro delle truppe come parte di un potenziale accordo di cessate il fuoco.



Media: raid drone israeliano nel sud del Libano, colpita una moto

Una moto sarebbe stata colpita nel sud del Libano da un raid di un drone. Lo riferisce la rete libanese al-Mayadeen, affiliata agli Hezbollah, che attribuisce l'operazione a Israele.

Stato Palestinese, quali sono i Paesi che lo riconoscono ufficialmente

Il  28 maggio Spagna, Norvegia e Irlanda hanno formalizzzato il   riconoscimento dello Stato di Palestina, il 30 sarà la volta della   Slovenia. A livello globale lo ha già fatto il 70% circa dei membri   Onu, tra cui non ci sono Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e   Stati Uniti. L'APPROFONDIMENTO

Israele avrebbe organizzato una campagna di persuasione online rivolta a politici USA

Lo rivela il New York Times, che cita fonti del Ministero della Diaspora   di Israele. Anche OpenAI e Meta affermano di aver individuato   un’operazione di disinformazione portata avanti da una società   israeliana. LEGGI L'ARTICOLO

Haaretz, 4 operatori internazionali uccisi a Gaza

Fonti palestinesi, citate da Haaretz, hanno riferito che "4 operatori umanitari internazionali sono stati uccisi in un raid israeliano a Mawasi nel sud della Striscia". Secondo queste fonti il raid è stato effettuato su "un magazzino contenente aiuti umanitari".   L'esercito israeliano non ha ancora commentato la notizia.   


Fonti, posizione irrigidita Netanyahu ostacola negoziati

La posizione irrigidita del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha posto come condizione per concordare una tregua impedire il ritorno di uomini armati nel nord di Gaza, viola gli accordi precedenti con i mediatori e complicherà o addirittura ostacolerà i negoziati. E' quanto riferito da Channel 12 citando fonti anonime di alto livello della sicurezza, secondo le quali alla fine di maggio lo Stato ebraico aveva rinunciato alla sua richiesta iniziale di mantenere il controllo del Corridoio Netzarim, che divide in due la Striscia e impedisce il ritorno di uomini armati nella parte settentrionale. "La richiesta di monitorare tutti coloro che si spostano verso nord è una ritrattazione della nostra concessione in materia" e "impedirà un accordo", ha affermato una fonte. "Nel migliore dei casi, si tratta di un ostacolo che renderà piu' difficile la continuazione (dei colloqui), e nel peggiore dei casi, mira a fungere da bastone nella ruota dei negoziati e a eliminare la possibilità di raggiungere un accordo", ha aggiunto, ricordando che questi sono "due giorni cruciali affinché l'accordo abbia successo: o adesso o tra molto tempo, forse mai".

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