Husam Badran, membro dell'ufficio politico di Hamas, ha dichiarato ad Al Jazeera che "è diventato evidente" a tutte le parti coinvolte nella negoziazione di un accordo di cessate il fuoco a Gaza che Netanyahu è "personalmente responsabile" per aver interrotto gli attuali colloqui e i precedenti round a causa di considerazioni personali e di quelle del suo governo di estrema destra
Husam Badran, membro dell'ufficio politico di Hamas, ha dichiarato ad Al Jazeera che "e' diventato evidente" a tutte le parti coinvolte nella negoziazione di un accordo di cessate il fuoco a Gaza che Netanyahu e' "personalmente responsabile" per aver interrotto gli attuali colloqui e i precedenti round a causa di considerazioni personali e di quelle del suo governo di estrema destra. Badran ha affermato che, mentre Hamas ha adottato un approccio costruttivo, il primo ministro israeliano "non ha mostrato alcuna reale positivita' che potrebbe portare a una soluzione". Il funzionario palestinese ha aggiunto che Netanyahu ha cercato di dare la colpa ad Hamas, ma che i mediatori, compresi gli Stati Uniti, sono consapevoli che Netanyahu sta "ostacolando qualsiasi accordo".
Gli approfondimenti:
- LO SPECIALE
- Guerra Israele-Hamas, cosa c'è da sapere
- Cos'è Hamas
- Chi sono gli Houthi che attaccano le navi nel Mar Rosso
- Il piano di Netanyahu per il dopoguerra
- Hamas, cosa significa il triangolo rovesciato
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Israele avrebbe organizzato una campagna di persuasione online rivolta a politici USA
Lo rivela il New York Times, che cita fonti del Ministero della Diaspora di Israele. Anche OpenAI e Meta affermano di aver individuato un’operazione di disinformazione portata avanti da una società israeliana. LEGGI L'ARTICOLO
Stato Palestinese, quali sono i Paesi che lo riconoscono ufficialmente
Il 28 maggio Spagna, Norvegia e Irlanda hanno formalizzzato il riconoscimento dello Stato di Palestina, il 30 sarà la volta della Slovenia. A livello globale lo ha già fatto il 70% circa dei membri Onu, tra cui non ci sono Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti. L'APPROFONDIMENTO
Germania, per ottenere il passaporto tedesco c’è l’obbligo di riconoscere Stato di Israele
È la risposta del governo ai molti episodi di violenza degli ultimi mesi, sia quelli di antisemitismo che quelli in cui si è visto inneggiare al massacro di Hamas in Israele. LEGGI L'ARTICOLO
Medioriente, Hamas: Netanyahu responsabile per stop colloqui
Husam Badran, membro dell'ufficio politico di Hamas, ha dichiarato ad Al Jazeera che "è diventato evidente" a tutte le parti coinvolte nella negoziazione di un accordo di cessate il fuoco a Gaza che Netanyahu è "personalmente responsabile" per aver interrotto gli attuali colloqui e i precedenti round a causa di considerazioni personali e di quelle del suo governo di estrema destra. Badran ha affermato che, mentre Hamas ha adottato un approccio costruttivo, il primo ministro israeliano "non ha mostrato alcuna reale positivita' che potrebbe portare a una soluzione". Il funzionario palestinese ha aggiunto che Netanyahu ha cercato di dare la colpa ad Hamas, ma che i mediatori, compresi gli Stati Uniti, sono consapevoli che Netanyahu sta "ostacolando qualsiasi accordo".
Eshkol Nevo: "Sogno l'abolizione della leva obbligatoria in Israele"
Abbiamo incontrato a Torino in occasione del Salone del Libro Eshkol Nevo che ci ha parlato della sua raccolta di racconti "Legami", della guerra in Medio Oriente e delle prospettive di pace. L'INTERVISTA
Non solo Netanyahu, da Putin a Gheddafi: chi sono i leader finiti nel mirino dell'Aja
Il procuratore capo della Corte penale internazionale ha chiesto di emettere un mandato di arresto contro il premier israeliano - e contro i numero uno Hamas Sinwar - per "crimini di guerra e crimini contro l'umanità". Se accolta, il primo ministro dello Stato ebraico finirebbe in un elenco in cui compaiono molte figure controverse. DI CHI SI TRATTA
Pentagono: molo temporaneo a Gaza cesserà presto di funzionare completamente
Il molo temporaneo per gli aiuti umanitari allestito dalle forze armate statunitensi sulla costa della Striscia di Gaza cesserà presto di funzionare completamente. Ad annunciarlo è stato il Pentagono. Il molo si è staccato ed è rimasto gravemente danneggiato a causa del mare mosso a giugno ed è stato rimorchiato ad Ashdod, sulla costa israeliana. Il portavoce del Pentagono Pat Ryder ha dichiarato oggi che il personale militare statunitense ha tentato senza successo di ri-ancorare il molo sulla spiaggia di Gaza ieri, ma non è riuscito a causa di problemi tecnici e meteorologici. "Il molo cesserà presto le operazioni, e maggiori dettagli su questo processo e sui tempi saranno disponibili nei prossimi giorni", ha detto Ryder.
Israele: dal kibbutz ai grattacieli di Tel Aviv, l’attesa degli sfollati del Sud
I residenti delle comunità attaccate il 7 ottobre aspettano un accordo che liberi gli ostaggi, metta fine alla guerra a Gaza e li riporti nelle loro case. IL REPORTAGE
Sullivan: tema ora è distribuzione efficace aiuti a Gaza
"Il vero problema in questo momento non e' portare aiuti a Gaza, ma distribuirli in modo efficace in tutta Gaza". Lo ha sottolineato il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, Jack Sullivan, cercando di minimizzare la chiusura imminente del molo temporaneo costruito a meta' maggio dall'amministrazione Biden al largo della costa della Striscia per aumentare l'afflusso di aiuti nell'enclave palestinese.
Netanyahu chiede controllo Corridoio Filadelfia e valico Rafah
Tra le condizioni di Israele per una tregua a Gaza c'è "il controllo del Corridoio Filadelfia e del valico di Rafah". Lo ha sottolineato il premier Benyamin Netanyahu ribadendo le 4 linee rosse di Israele per arrivare ad un accordo. Il Corridoio Filadelfia è una striscia di terra, piena di tunnel, che corre lungo in confine tra l'Egitto e Gaza con l'Egitto. Obiettivo di questo controllo - preso dall'Idf nelle scorse settimane con l'operazione di terra a Rafah - è impedire il contrabbando di armi per Hamas.
Idf: 'A Beeri abbiamo fallito, encomio a risposta residenti'
L'Idf "ha fallito nella sua missione di proteggere i residenti del kibbutz Beeri", uno dei più colpiti dall'attacco di Hamas del 7 ottobre. Lo ha stabilito l'indagine operativa dell'esercito israeliano che è stata resa nota oggi e presentata dal capo di stato maggiore Herzi Halevi ai membri del kibbutz stesso, alle famiglie degli ostaggi rapiti dal luogo e al ministro della Difesa Yoav Gallant. Al tempo stesso l'indagine ha messo in risalto "il coraggio dei residenti di Beeri e dei membri della squadra civile di risposta rapida del kibbutz che è encomiabile ed è stata fondamentale per stabilizzare la linea difensiva durante le prime ore di combattimento, impedendo che l'attacco si estendesse ad altre parti del kibbutz". Nell'attacco al kibbutz, ha precisato l'indagine, 101 sono stati i civili uccisi, 32 gli ostaggi portati via a Gaza, 11 dei quali sono ancora nella Striscia trattenuti a Gaza. Durante la battaglia sono caduti 31 addetti alla sicurezza, tra cui 23 soldati dell'Idf e membri della squadra civile di risposta rapida e otto ufficiali della polizia israeliana. Secondo l'inchiesta, sono stati "circa 340 terroristi infiltratisi, tra cui circa 100 agenti terroristici della unità d'elite Nukhba di Hamas, che hanno compiuto massacri omicidi, rapimenti di ostaggi, saccheggi e altri crimini brutali". Riguardo ad uno dei punti più controversi, quello in cui tank dell'Idf colpirono la casa di uno dei residenti in cui Hamas teneva ostaggi, uccidendo tutti, l'inchiesta ha sostenuto che "date le circostanze complesse e difficili, i comandanti e le forze armate hanno preso decisioni professionali e responsabili".
Casa Bianca; progressi nei negoziati per cessate il fuoco a Gaza
"Ci sono progressi. Vediamo la possibilità che venga raggiunto un accordo, ma non possiamo saperlo con certezza. Il nostro team è nella regione per discutere di tutto cio'": lo ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan commentando i negoziati sull'accordo per un cessate il fuoco ed il rilascio degli ostaggi a Gaza, in una call cui ha partecipato anche l'ANSA.
Gallant: 'Commissione di indagine su cosa ha portato a 7/10'
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha invocato l'istituzione di una Commissione di inchiesta sulle "condizioni che hanno portato alla costruzione del potere di Hamas negli ultimi 10 anni" e ai fatti del 7 ottobre. La richiesta - giudicata in aperta opposizione al premier Benyamin Netanyahu - ha sottolineato la necessità "che siano esaminati tutti: chi ha il potere decisionale, i professionisti, il governo, l'esercito e i servizi di sicurezza, questo governo e i governi dell'ultimo decennio che hanno portato agli eventi del 7 ottobre". "Si deve - ha spiegato - esaminare me come ministro della Difesa, il primo ministro, il capo di stato maggiore dell'Idf e dello Shin Bet, l'esercito e tutti gli organismi nazionali subordinati al governo".
Sullivan: "Fatti progressi, l'accordo è possibile"
"Ci sono progressi" nei negoziati sull'accordo per un cessate il fuoco ed il rilascio degli ostaggi a Gaza. "Vediamo la possibilità che venga raggiunto un accordo, ma non possiamo saperlo con certezza. Il nostro team è nella regione per discutere di tutto questo". Lo ha dichiarato ai giornalisti il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan.
Tajani ad Al Jazeera: "L'Italia lavora per la pace e la stabilità"
"Noi lavoriamo per la pace e la stabilità in Medio Oriente: Il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi sono per noi molto importanti. Lo abbiamo ribadito qui alla riunione Esteri del G7". Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervistato a Washington, a margine del vertice Nato, da Al Jazeera. "Ribadiamo il sostegno dell'Italia alla proposta di pace americana: noi lavoriamo per una soluzione di due popoli due stati".
Netanyahu: "Hamas insiste con richieste inaccettabili"
"Sono impegnato a favore del piano per il rilascio degli ostaggi ma gli assassini di Hamas insistono con richieste che contraddicono il piano e mettono in pericolo la sicurezza di Israele". Lo ha detto Benyamin Netanyahu aggiungendo che come "premier di Israele, e per responsabilità nazionale", non "è pronto ad accettare quelle richieste". Poi ha ribadito le 4 condizioni necessarie: "Consentire che Israele torni a combattere fino al raggiungimento degli obiettivi; nessun contrabbando di armi a favore di Hamas dall'Egitto; nessun ritorno di terroristi armati a Gaza nord; rilascio subito del numero massimo di ostaggi vivi". "Questi - ha continuato Netanyahu - sono i nostri principi ferrei. Sono sicuro che se resistiamo per loro raggiungeremo un accordo che permetterà di rilasciare i nostri ostaggi e garantirà che continueremo a combattere finché tutti i nostri obiettivi non siano completati". "Il modo per liberare i nostri rapiti - ha concluso - è continuare a fare pressione su Hamas con tutte le nostre forze".
Israele consegna una lista di 108 impiegati dell'Unrwa "operativi di Hamas"
Il ministero degli Esteri israeliano ha inviato una lettera al capo dell'Unrwa, Philippe Lazzarini, in cui si elencano i nomi di 108 dipendenti dell'Agenzia Onu per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi che sarebbero presunti terroristi di Hamas. Lo ha rivelato il quotidiano tedesco Bild, secondo cui nella lettera si afferma che i nomi fanno parte di una "lista più ampia" di operatori delle Nazioni Unite che sono sospettati di essere membri di Hamas o della Jihad islamica, ma che non sarà diffusa pubblicamente "per motivi di riservatezza".
Per la Bild, secondo cui le accuse sollevano nuovi interrogativi sul finanziamento da parte di Berlino all'Unrwa, Israele chiede che i presunti terroristi vengano immediatamente licenziati.
Medioriente, avanzano i colloqui: la squadra di Israele al Cairo
Proseguono gli sforzi negoziali per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas: dopo il ciclo di incontri a Doha, la delegazione israeliana guidata dal capo dello Shin Bet, Ronen Bar, si recherà in serata al Cairo per continuare i colloqui. Lo ha annunciato l'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu, il quale per tutta la giornata ha avuto dei faccia a faccia con i mediatori tornati dal Qatar per ricevere aggiornamenti, prima della riunione del gabinetto di sicurezza. Secondo il Washington Post, entrambe le parti avrebbero raggiunto un accordo "quadro" con un piano in tre fasi che prevede una 'governance a interim' della Striscia nella seconda fase. "Il quadro è concordato" e le parti stanno ora "negoziando i dettagli su come verrà attuato", ha riferito una fonte americana di alto livello, precisando che nella fase 2 nè Hamas nè Israele governerebbero Gaza. La sicurezza sarebbe fornita da una forza addestrata dagli Stati Uniti e sostenuta da alleati arabi moderati, tratti da un gruppo di circa 2.500 sostenitori dell'Autorità nazionale palestinese a Gaza che sono già stati vagliati dallo Stato ebraico. Sempre nella fase 2 Hamas dovrebbe rilasciare i soldati maschi rimasti in ostaggio ed entrambe le parti si accorderebbero per una "fine permanente delle ostilità" con "un ritiro completo delle forze israeliane" dall'enclave palestinese.
A spingere verso un accordo, secondo il Wp, per Israele è il
desiderio di preparare le forze in vista di un possibile confronto a tutto campo con Hezbollah e con l'Iran, mentre Hamas è "in pessime condizioni" nei suoi covi sotterranei con poche munizioni e rifornimenti. Intanto Hamas ha fatto notare di non aver ancora avuto dai mediatori alcun aggiornamento sui negoziati e ha accusato Israele di continuare a "temporeggiare" per guadagnare tempo e ostacolare l'attuale ciclo di colloqui.