Elezioni Francia, verso il secondo turno del 7 luglio: i numeri dei ballottaggi
Dopo gli appelli, 218 candidati tra macronisti e sinistra si sono ritirati in chiave anti-Rassemblement National. Quali sono ora i possibili esiti del voto? Anche di questo si è parlato nella puntata del 2 luglio di "Numeri", approfondimento di Sky TG24
- In Francia si infiamma la campagna elettorale a pochi giorni dai ballottaggi in programma domenica 7 luglio, che potrebbero decretare nuovi equilibri politici nel Paese. Per frenare l'avanzata del Rassemblement National, arrivato in testa al primo turno, tra il partito Ensemble del presidente Macron e il Nuovo Fronte Popolare di sinistra è scattato un patto di "desistenza" e 218 candidati si sono ritirati. Anche di questo si è parlato nella puntata del 2 luglio di Numeri, approfondimento di Sky TG24
- Secondo i dati definitivi annunciati dal ministero dell'Interno francese, al primo turno del 30 giugno scorso, il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella, alleato con i Repubblicani di Eric Ciotti, ha vinto con il 33,15% dei voti espressi, ovvero 10 milioni di preferenze. Il Nuovo Fronte Popolare, unione della sinistra, ha ottenuto il 27,99% dei voti, pari a quasi 9 milioni di preferenze. Alla maggioranza presidenziale, Ensemble e il suo alleato Horizons, è andato il 20,76% dei voti, con quasi 7 milioni di preferenze
- Nel sistema elettorale francese, l'accesso al ballottaggio è consentito a tutti i candidati che al primo turno abbiano superato il 12,5% dei voti. Le "desistenze", ovvero il ritiro dei candidati giunti dalla terza posizione in poi, puntano a favorire la vittoria di uno dei due ex avversari (in questo caso il candidato di sinistra o quello centrista)
- Domenica 7 luglio in 402 collegi gli elettori saranno chiamati a scegliere tra due candidati mentre in 98 circoscrizioni la sfida sarà a tre. Sono 76 i candidati già eletti al primo turno che si è celebrato domenica 30 giugno
- In vista del secondo turno due sembrano al momento gli esiti possibili: il primo è la conquista da parte del Rassemblement National della maggioranza assoluta dei seggi, a cui seguirebbe la nomina di Jordan Bardella a primo ministro (con o senza il supporto dei Repubblicani di Eric Ciotti). In alternativa si profila lo scenario di un'Assemblea Nazionale priva di maggioranza politica
- A seguito del patto di desistenza tra il centro di Macron e la sinistra, i dati elaborati da Le Monde stimano un crollo della competizione a tre (le cosiddette triangolazioni) su 300 seggi ancora da assegnare. La corsa multi partitica rimane in piedi in sole 88 circoscrizioni mentre in altre 218 si è verificato il ritiro del terzo classificato
- Secondo il monitoraggio del quotidiano francese, dei 188 collegi a tre in cui il Rassemblement National è arrivato primo (pur senza agguantare il 51%), in 151 il candidato terzo si è ritirato. Mentre nei restanti 37 la triangolazione è ancora in piedi, segno che il proposito di desistenza anti-Rn ha funzionato nella maggior parte dei casi. La desistenza è naufragata in particolare nei collegi in cui era in testa il candidato della France Insoumise, il movimento di Jean-Luc Melenchon
- Tra i candidati terzi che si sono ritirati i dati evidenziano come 129 provengono dal Nuovo Fronte Popolare. Sono invece 81 i candidati del polo Macron ritirati
- Nelle sfide a due, in 160 collegi il partito di Le Pen-Bardella affronterà un candidato del Nuovo Fronte Popolare. In 150 collegi invece la scelta sarà tra il candidato del Rn e quello di Ensemble. In altri 110 ballottaggi la sfida sarà tra altri partiti o in alternativa tra più forze in campo
- A differenziare i programmi tra i tre schieramenti restano in particolare le ricette economiche. In merito alle pensioni per esempio la legge attuale, varata sotto la presidenza Macron, prevede l'uscita dal lavoro a 67 anni. Lo schieramento di destra guidato da Bardella propone un abbassamento a 65 anni, uno in più di quello proposto dalla Gauche di Melenchon (64 anni)