Israele, capo dell'intelligence militare si dimette per fallimento dell'esercito

Il capo dell'intelligence israeliana, Aharon Haliva, ha rassegnato le sue dimissioni assumendosi la responsabilità dei fallimenti della sicurezza che hanno permesso a Hamas di sferrare l'attacco del 7 ottobre. Israele respinge con forza l'ipotesi di sanzioni degli Usa, per "violazioni dei diritti umani" in Cisgiordania, al Battaglione Idf  Netzach Yehuda. Attacco terroristico a Gerusalemme, dove un'auto ha investito due pedoni. Borrell: "Chiediamo in ogni modo possibile a Israele di non attaccare Rafah"

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Il capo dell'intelligence israeliana, Aharon Haliva, ha rassegnato le sue dimissioni assumendosi la responsabilità dei fallimenti della sicurezza che hanno permesso a Hamas di sferrare l'attacco del 7 ottobre. Lo rende noto l'esercito israeliano spiegando che il capo di Stato Maggiore ha accettato le dimissioni di Haliva. Si tratta della prima figura israeliana di spicco a dimettersi dopo l'attacco di Hamas.

Israele respinge con forza l'ipotesi di sanzioni degli Usa, per "violazioni dei diritti  umani" in Cisgiordania, al Battaglione Idf  'Netzach Yehuda'. 

Se è calma relativa con l'Iran, non si fermano i raid su Gaza e le operazioni militari in Cisgiordania mentre Israele si appresta a celebrare la Pasqua ebraica che comincia domani sera e che vede rafforzate le misure di sicurezza in tutto Israele, Gerusalemme compresa.

La polizia israeliana ha confermato che c'è stato un attacco terroristico oggi a Gerusalemme, dove un'auto ha investito due pedoni. I terroristi che erano alla guida dell'auto si sono dati alla fuga abbandonando la mitragliatrice perché si era inceppata, riferiscono gli agenti di polizia citati dal Times of Israel.


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Gerusalemme, auto su pedoni. Polizia israeliana: attacco terroristico

Le immagini riprese da una telecamera di sorveglianza mostrano i due  aggressori scendere dalla macchina e fuggire dopo aver cercato di aprire  il fuoco. Gli assalitori sono stati arrestati poco dopo mentre  cercavano di nascondersi in un negozio. LEGGI L'ARTICOLO

Spesa militare, quali Paesi hanno investito di più nel 2023

Secondo i dati dell'Istituto internazionale di ricerche sulla pace di  Stoccolma (Sipri), gli Usa sono al primo posto, seguiti da Cina e  Russia. Aumenta, a livello globale, la spesa militare, e raggiunge il  massimo storico di 2,4 trilioni di dollari. La classifica

Iran, dopo gli Usa l'Ue verso nuove sanzioni: dal petrolio alle banche i settori colpiti

In seguito all’attacco missilistico del 13 aprile contro Israele,  l’amministrazione Biden ha dato il via libera a un pacchetto che punta a  ridurre l’export di petrolio da parte di Teheran. Al Congresso i  Repubblicani in pressing per la linea dura. Bruxelles valuta sanzioni  sulla vendita di droni alla Russia. Ecco le conseguenze sull'economia  iraniana. IL PUNTO

Guerra in Medioriente, Olimpio a Sky TG24: "Iran ha vastissimo arsenale droni"

"Queste  armi sono state perfezionate, alcune sono state esportate in Russia che  le utilizza contro l'Ucraina", spiega a Sky TG24 l'esperto del Corriere  della Sera. L'INTERVISTA

Biden: condanno le proteste antisemite alla Columbia

Joe Biden ha detto di condannare le "proteste antisemite" che sono scoppiate in diverse università degli Stati Uniti tra cui la Columbia University a New York. "Condanno anche coloro che non capiscono cosa sta succedendo ai palestinesi", ha aggiunto il presidente americano parlando con i giornalisti al seguito.

Attacco di Israele contro l'Iran, perché Esfahan è un obiettivo strategico

L'area nella zona centrale del Paese ospita diversi siti nucleari e la  produzione di missili e droni. Secondo la World Nuclear Association,  l’Isfahan Nuclear Technology Centre comprende un impianto di conversione  dell'uranio (UCF) che produce esafluoruro di uranio. L'ANALISI

Sale a 283 il numero dei corpi nella fossa comune a Gaza

L'agenzia di protezione civile di Gaza ha affermato di aver recuperato finora 283 corpi da fosse comuni scoperte nelle vicinanze del Nasser Medical Complex a Khan Younis. Lo riporta Al Jazeera.

Israele, bruciato tavolo simbolico davanti casa premier

I manifestanti israeliani hanno bruciato un tavolo simbolico per la Pasqua ebraica fuori dalla casa del primo ministro Benjamin Netanyahu oggi all'inizio della festivita' ebraica, accusandolo di aver mancato gli ostaggi a Gaza. Centinaia di manifestanti si sono radunati davanti ai cancelli della casa nella citta' costiera di Cesarea, chiedendo il rilascio degli ostaggi rapiti dai militanti palestinesi il 7 ottobre e criticando la leadership di Netanyahu. La Pasqua ebraica commemora la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitu' in Egitto. Un pasto rituale, noto come seder, ha luogo la prima sera, con i partecipanti seduti attorno a un vassoio carico di cibo simbolico. Fuori dalla casa di Netanyahu, i manifestanti, alcuni dei quali erano parenti degli ostaggi, hanno dato fuoco a un tavolo simbolico del seder dopo aver disposto posti vuoti su un altro tavolo per ricordare la continua prigionia degli ostaggi. 


Macron chiama Al Sisi, rischio d'instabilità nella regione

Il presidente francese Emanuel Macron ha telefonato al presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, concordando sulla preoccupazione per la situazione in Medio Oriente e avvertendo del "rischio che la regione scivoli in uno stato di diffusa instabilità, che richiede l'impegno ai massimi livelli di saggezza e moderazione". I due hanno concordato anche, secondo una nota della presidenza egiziana, sulla necessità di fermare l'escalation a diversi livelli, "sottolineando che è necessario raggiungere una soluzione giusta e globale della questione palestinese attraverso la soluzione dei due Stati, che rappresenta la via verso il ripristino e il consolidamento della sicurezza, della pace e della stabilità". Durante il colloquio si è poi parlato delle relazioni bilaterali tra i due Paesi e sulle modalità per rafforzarle in vari ambiti. 

Blinken: esaminiamo presunte violazioni diritti da Israele a Gaza

Gli Stati Uniti stanno esaminando le accuse di violazioni dei diritti umani da parte di Israele nelle sue operazioni contro Hamas a Gaza. Lo ha detto il segretario di stato americano Antony Blinken presentando il rapporto annuale sui diritti umani del Dipartimento di Stato. Blinken ha negato che gli Usa abbiano un doppio standard quando si tratta di Israele e dei diritti umani. "Abbiamo un doppio standard? La risposta è no", ha assicurato.

Missili, droni e caccia: ecco i sistemi di attacco e difesa aerea di Iran e Israele

Dopo l'attacco della Repubblica islamica allo Stato ebraico e, in risposta,  il lancio di droni contro la base di Esfahan, torna l'attenzione degli  analisti internazionali sulle forze aeronautiche dei due Paesi. In caso  di guerra aperta, ecco quali armi e sistemi hanno in dotazione e chi  sarebbe avvantaggiato (anche grazie all'aiuto degli Usa). GUARDA LA GALLERY

Colosseo con i missili e la Tour Eiffel, i post del ministro israeliano: "Fermate l’Iran"

Il titolare degli Esteri, Israel Katz, in una serie di messaggi su X -  corredati da un video con un colpo d’arma da fuoco a Parigi e una mappa  che disegna una traiettoria di missili verso l’Europa - invita i suoi  omologhi dell’Ue a intervenire perché "il recente attacco a Israele è  solo un'anteprima di quello che le città di tutto il mondo possono  aspettarsi se il regime iraniano non verrà fermato". Il ministro Tajani:  "Dobbiamo evitare di creare il panico". LEGGI L'ARTICOLO

Israele, 'rapporto sull'Unrwa ignora la gravita del problema'

Il ministero degli Esteri israeliano afferma che il rapporto commissionato dall'Onu sulle attività dell'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite peri profughi palestinesi, "ignora la gravità del problema e offre soluzioni che non affrontano l'enorme portata dell'infiltrazione di Hamas nell'Unrwa a Gaza. Questo non è un esame reale e approfondito", ma "sembra voler aggirare il problema e non chiamarlo con il suo nome". Secondo il ministero israeliano "l'Unrwa non può essere parte della soluzione a Gaza, né ora, né in futuro". 

Netanyahu, pensiero agli ostaggi prigionieri di Hamas terrorista

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ricorda gli ostaggi ancora in mano ad Hamas in un messaggio prima della festività pasquale. "Mentre ci riuniamo attorno al tavolo del Seder per commemorare e celebrare il nostro viaggio dalla schiavitù alla libertà, i nostri cuori sono pesanti per la difficile situazione dei 133 israeliani che rimangono prigionieri nei tunnel del terrore di Hamas", scrive il premier israeliano in un post su X. 

Israele, attaccate postazioni di Hezbollah in Libano

Il portavoce delle forze armate israeliane (Idf) ha annunciato che "aerei da combattimento dell'aeronautica militare hanno attaccato" nel pomeriggio "un'infrastruttura terroristica di Hezbollah nel sud del Libano". Poco prima erano stati "attaccati due edifici militari ad Arzon e Al-Adaisa, dove operavano i terroristi dell'organizzazione". Lo stesso portavoce ha poi confermato che lacuni missili sono stati lanciati nel tardo pomeriggio dal sud del Libano verso l'Alta Galilea: "Sono stati rilevati circa 35 lanci di missili che hanno attraversato il territorio del Libano fino all'insediamento di Ein Zeitim, senza causare vittime", ha precisato. Lo riporta Ynet.

Deputato Iran: "Italia non si lasci condizionare da Usa-Israele"

"L'Italia è un Paese con un passato storico e di civiltà, che ha in comune con l'Iran. Le nostre relazioni possono essere anche migliori di prima a condizione che il Paese non si lasci ingannare dalle bugie e dai complotti di Israele e degli Stati Uniti e quindi prenda decisioni in modo indipendente". Lo afferma all'ANSA Mohsen Pirhadi, membro conservatore della Commissione per la sicurezza nazionale e la politica estera del Parlamento di Teheran, commentando le dichiarazioni del ministro degli Esteri israeliano Israel Katz che ha postato immagini del Colosseo e della Torre Eiffel presi di mira da missili iraniani, chiedendo di fermare Teheran. "L'Italia dovrebbe essere cauta, poiché il regime sionista cerca di rifarsi una reputazione associando altri Paesi ai suoi crimini", ha infine sottolineato.

Rapporto Colonna, l'Unrwa è insostituibile e indispensabile

L'Unrwa è "insostituibile e indispensabile" per i palestinesi di tutta la regione, e in molti la vedono come "un'ancora di salvezza umanitaria". Lo afferma l'analisi indipendente guidata dall'ex ministro degli Esteri francese Catherine Colonna. "In assenza di una soluzione politica tra Israele e palestinesi, l'Unrwa rimane fondamentale nel fornire aiuti umanitari salvavita e servizi sociali essenziali, in particolare nel campo della sanità e dell'istruzione, ai rifugiati palestinesi a Gaza, Giordania, Libano, Siria e Cisgiordania", si legge nel rapporto, presentato da Colonna all'Onu.

Sanchez ringrazia Al Sisi e re Abdullah per " gli sforzi per la pace"

In due messaggi postati su X il premier spagnolo Pedro Sanchez ha informato di due colloqui telefonici avuti oggi con il presidente egiziano Al Sisi e con il re Abdullah di Giordania, ai quali ha espresso "ringraziamento" per gli "sforzi" a favore "della pace e della stabilità" nel "convulso contesto" della regione. "Ho avuto una conversazione con il presidente di Egitto Al Sisi per trasmettergli il mio ringraziamento per gli sforzi che sta facendo per arrivare a un cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi" israeliani nelle mani di Hamas, ha scritto il premier socialista in un post. In cui assicura di aver informato il presidente egiziano "dell'impegno della Spagna nel riconoscimento della Palestina e per il suo ingresso come membro di pieno diritto nelle Nazioni Unite". Ad Al Sisi Sanchez ha trasmesso anche la "convinzione che dobbiamo lavorare assieme per spingere le parti", Israele e Palestina, "verso in processo politico". E ha ripetuto la posizione di Madrid: "La strada per la pace e la sicurezza in Medio Oriente passa per la soluzione dei due Stati e il mutuo riconoscimento".   In un altro post il leader socialista segnala: "Ho appena parlato con re Abdullah di Giordania al quale ho rinnovato l'appoggio nel convulso contesto regionale". E rileva che "gli sforzi della Giordania a favore della pace e della stabilità sono degni di elogio, così come la sua leadership per fare arrivare gli aiuti umanitari a Gaza". Anche al re giordano, incontrato nel suo ultimo tour in paesi del Medio Oriente ed europei, per esplorare adesioni alla soluzione dei due Stati e al riconoscimento di quello palestinese Sanchez ha confermato "l'impegno della Spagna" in questo senso. "Dobbiamo lavorare assieme per offrire un orizzonte politico di pace e sicurezza nella regione", ha ribadito Sanchez.

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