Ucraina, Meloni: "Non ho condiviso le parole di Macron, bisogna stare attenti ai toni"

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La presidente del Consiglio, in un'intervista a Fuori dal coro, ha detto: "Arrivo da un Consiglio Ue dove si parlava di protezione civile e mi ritrovo su diversi quotidiani che staremmo preparando l'Europa alla guerra". Al momento la premier si trova in Libano dove ha incontrato il suo omologo Najib Miqati. Domani sarà a Shama per la visita, saltata prima di Natale, ai contingenti militari italiani impegnati nella missione Onu Unifil e in quella bilaterale Mibil

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"Non ho condiviso le parole di Macron, l'ho detto anche a lui. Si deve fare attenzione ai toni che si usano. Però non vuol dire che non si debba fare ciò che è giusto. E bisogna stare attenti a come certe cose vengono vendute, tra virgolette". A dirlo è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un'intervista a Fuori dal coro parlando della crisi in Ucraina: "Arrivo da un Consiglio Ue dove si parlava di protezione civile e mi ritrovo su diversi quotidiani che noi staremmo preparando l'Europa alla guerra, perché c'era un passaggio che diceva che bisogna mettere in cooperazione la risposta alla crisi ma si parlava di protezione civile. Penso che si debba essere muscolari nei fatti e non negli atteggiamenti e penso che in due anni di guerra, quando stavo all'opposizione e dopo al governo, non ho mai utilizzato questi toni, proprio perché io penso che sulle cose serie si debba reagire in modo serio". La premier al momento si trova in Libanodove ha incontrato, a Beirut, il primo ministro Najib Miqati al Grand Sérail. Più tardi è prevista una cena informale alla residenza ufficiale del primo ministro. Domani, prima di fare rientro a Roma, Meloni sarà a Shama, per una visita ai militari italiani. Nel Paese dei Cedri la tensione è alta, dopo i razzi da Hezbollah verso la Galilea e raid israeliani sul Libano. Al primo ministro, la premier italiana ha ribadito la necessità di evitare ogni rischio di escalation al confine (GUERRA HAMAS-ISRAELE, LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI LIVE).

Meloni: "Se non molliamo costringiamo Putin a trattare" 

"Quello che Putin aveva in testa era una guerra lampo che gli avrebbe consentito di invadere l'Ucraina in qualche giorno. E se questo fosse accaduto, temo che non si sarebbe fermato. Chi cerca di aiutare l'Ucraina allontana la guerra rispetto alla possibilità che arrivi nel cuore d'Europa", ha detto ancora Meloni a Fuori dal coro. "Lo abbiamo fermato lì. E secondo me - ha aggiunto - se non molliamo lo costringiamo anche a sedersi a un tavolo delle trattative per cercare una pace giusta, che è ovviamente l'obiettivo che abbiamo. Perché non è che ci divertiamo nell'attuale contesto. L'importante è che noi sappiamo qual è l'obiettivo che vogliamo".

Meloni: "In Ue non si parlava di guerra ma di Protezione civile"

"Per risposta alle crisi, si intendeva le alluvioni, le calamità naturali. Tant'è che io ho difeso la Protezione civile italiana dicendo anche attenzione a mettere in cooperazione, che non significhi limitare le eccellenze degli stati nazionali. Per cui bisogna pure fare attenzione a come certe cose si vendono, perché se ci mettiamo pure noi a fare la propaganda come i russi oggettivamente abbiamo un problema", ha ribadito Meloni parlando delle conclusioni dell'Consiglio europeo. Alla domanda se quindi nessuno intendesse dire ai civili "preparatevi alla guerra", Meloni ha risposto: "No, si parlava di protezione civile, un errore forse è stato fatto inserendo questo tema nel capitolo generale sulla sicurezza. Tant'è che è stato spostato proprio per chiarire che non riguardava il tema del conflitto".

A soldier with a NATO Response Force patch during the North Atlantic Treaty Organization (NATO) Brilliant Jump 2024 exercise in Drawsko Pomorskie, Poland, on Monday, Feb. 26, 2024. Sweden cleared the final obstacle to gaining NATO membership in a move that will solidify the alliance's grip over Northern Europe and the Baltic region. Photographer: Liesa Johannssen/Bloomberg via Getty Images

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Meloni: "L'attentato a Mosca non aiuta Kiev né l'Occidente"

Meloni ha poi ricordato che l'attentato di Mosca "è stato rivendicato. Quindi si può dare la colpa a chi si vuole quando si fa propaganda, ma c'è qualcuno che ha dichiarato 'siamo stati noi'. E del resto le modalità sono quelle che noi conosciamo. Non vedo come un attentato del genere potrebbe aiutare l'Ucraina o l'Occidente. E penso che anche noi dobbiamo fare attenzione a una certa propaganda". "Quello che è accaduto a Mosca è stato scioccante. Sono immagini che lei ricorderà abbiamo già visto in altri contesti - ha aggiunto - Io ero a Parigi quando ci fu un attentato analogo al Bataclan che fu anch'esso rivendicato dall'Isis. Chiaramente colpisce molto. A me ha colpito molto anche la dinamica: immaginare in una città blindata, in uno Stato che è coinvolto in un conflitto, quattro attentatori che entrano e uccidono decine di persone e si allontanano praticamente indisturbati, obiettivamente colpisce".

20050707 - ROMA - CRO - LONDRA: GLI ATTENTATI IN METRO E STAZIONI NEL MONDO. Una immagine di archivio, datata 06 Febbraio 2004, mostra ambulanze e polizia al lavoro dopo l'attentato davanti l'entrata della stazione metropolitana Paveletskaia di Mosca. Gli attentati che hanno sconvolto stamani Londra colpendo la metropolitana e piu' in generale il sistema dei mezzi di trasporto pubblici della capitale britannica hanno una serie di sanguinosi precedenti in Europa e nel mondo. La metropolitana della capitale russa e' finita diverse volte nel mirino del terrorismo degli indipendentisti ceceni. Il 6 febbraio 2004, una bomba trasportata da uno o piu' kamikaze esplose su un convoglio tra le stazioni Paveletskaia e Avtozavodskaia, non lontane dal centro. L'esplosione causo' 41 morti e 134 feriti. L'attacco piu' recente fu sferrato il 31 2004: avvenuta all'ingresso della stazione Novoslabodskaia, la deflagrazione causo' dieci morti e 50 feriti. SERGEI CHIRIKOV/ARCHIVIO - ANSA - KRZ

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L’incontro con Najib Miqati

Tornando alla missione di Meloni in Libano, nell'incontro a Beirut con il primo ministro libanese Najib Miqati la premier, spiega una nota di Palazzo Chigi, "ha innanzitutto ribadito la volontà dell'Italia di continuare a contribuire alla sicurezza e alla stabilità del Libano, in particolare in questo momento storico. Il bilaterale ha rappresentato, infatti, l'occasione per portare una concreta vicinanza italiana e un messaggio chiaro sulla necessità di evitare ogni rischio di escalation lungo il confine con Israele". "Più in generale, durante il bilaterale si è svolto un approfondito scambio di vedute sulla situazione internazionale, con particolare riferimento agli ultimi sviluppi in Medio Oriente e alla situazione al confine sud del Libano - viene spiegato nella nota - Il Presidente Meloni ha rinnovato l'impegno dell'Italia nei settori della cooperazione allo sviluppo, nei quali l'Italia si conferma anche quest'anno tra i primi donatori a livello globale, e della sicurezza, dove l'Italia è presente in Unifil e con la missione militare bilaterale Mibil". Come riferisce Palazzo Chigi, "apprezzamento per il contributo italiano alla missione Unifil e alla attività di formazione delle forze armate libanesi è stato espresso dal Primo Ministro Mikati. Sono stati inoltre approfonditi i temi dell'agenda bilaterale, ed è stata ribadita la volontà di aumentare l'interscambio commerciale. Il dialogo si è concertato anche sul rafforzamento delle politiche migratorie nel Mediterraneo, con l'obiettivo di coordinare le politiche contro le migrazioni irregolari e il traffico di persone. Infine, vi è stato uno scambio approfondito di vedute al fine di esplorare soluzioni politiche per l'emergenza rifugiati che continua ad affliggere il Libano".

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La visita nella base di Shama

Domani, invece, Meloni sarà a Shama per la visita ai contingenti militari italiani impegnati nella missione Onu Unifil e in quella bilaterale Mibil. La visita era saltata prima di Natale per i problemi di salute della premier. I soldati schierati lungo la Linea Blu, la virtuale demarcazione fra Libano e Israele delineata nel 2000 dalle Nazioni Unite, sono circa un migliaio. L'Italia punta ad allontanare da qui i gruppi di Hezbollah, facendoli arretrare di alcuni chilometri fino al fiume Litani, con la consapevolezza però che sarà impossibile se prima non tornerà la pace a Gaza.

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