Tensione Nato-Russia, 100mila soldati nell'Est Europa: cosa sappiamo sulla Response Force
Il recente attacco terroristico contro la Russia ha alimentato le tensioni. Putin ha deciso di intensificare i raid sull'Ucraina con un missile da crociera russo che domenica scorsa ha violato lo spazio aereo della Polonia per 39 secondi, facendo infuriare Varsavia e scattare l'allerta dell’Alleanza Atlantica. Proprio la Nato starebbe mettendo in moto le unità speciali della “Response Force” (NRF) per far fronte a una possibile escalation di guerra
- Dopo l’attentato al Crocus City Hall, perpetrato da islamisti radicali, Putin e la Russia hanno deciso di intensificare gli attacchi sull’Ucraina. E la tensione è salita anche al confine con la Polonia, Paese in cui la Nato starebbe rafforzando la presenza della Response Force
- Sebbene Kiev si sia dichiarata estranea all'attentato, di recente il direttore dei servizi di sicurezza interni russi (Fsb) Alexander Bortnikov ha dichiarato che i servizi segreti ucraini hanno contribuito all'attacco terroristico che ha causato centinaia di morti e feriti. Mosca, negli ultimi giorni, ha intensificato i raid sull'Ucraina, con "190 missili, 140 droni e 700 bombe aeree in una settimana", come ammesso dal presidente Zelensky, fino a lanciare missili ipersonici nel pieno centro di Kiev
- Due missili Zircon dalla Crimea sono stati diretti contro la capitale e sciami di droni sono invece stati lanciati a più riprese nelle regioni di Mykolaiv e Odessa
- Attacchi, questi ultimi, che lambiscono le frontiere occidentali dell'Ucraina rischiando di sconfinare di nuovo verso il territorio Nato. Come successo, d’altronde, con il missile da crociera russo che domenica scorsa ha violato lo spazio aereo della Polonia per 39 secondi, facendo letteralmente infuriare Varsavia e contribuendo a far scattare l'allerta dell’Alleanza Atlantica
- "Abbiamo rafforzato in modo significativo la nostra posizione sul fianco orientale, anche con jet alleati per proteggere i cieli polacchi", hanno fatto sapere fonti Nato. Convocato dal ministero degli Esteri polacco per chiedere spiegazioni, l'ambasciatore russo Serghei Andreyev ha però ignorato "l'invito" e "non si è presentato". Una sorta di avvertimento di Mosca che ha deciso di non ascoltare la Nato, alimentando il rischio di escalation
- Intanto il viceministro degli Esteri polacco Andrzej Szejna, "ha ammesso che si sta valutando la possibilità di abbattere i missili che volano verso il territorio della Nato". Proprio nell’Alleanza, ha detto, “si stanno analizzando vari concetti, tra cui quello di abbattere tali missili quando sono già molto vicini al confine della Nato: questo dovrebbe avvenire con il consenso della parte ucraina e con la considerazione delle conseguenze internazionali”
- La Nato, come riporta “Il Messaggero”, avrebbe a disposizione diverse centinaia di migliaia di soldati pronti a schierarsi in Polonia e in generale nell'Est Europa, in caso di necessità. Lo avrebbe confermato il capo di stato maggiore polacco, Karol Dymanowski. E, secondo quanto trapelato, circa 100mila unità sarebbero pronte per essere schierate sul territorio
- Si tratta di uomini che fanno parte della cosiddetta “Response Force” (NRF), un'unità speciale multinazionale, specificatamente addestrata, formata da contingenti terrestri, ma anche da aerei, navi e Forze dedicate alle operazioni speciali (SOF). Queste truppe, tra l’altro, rientrano anche nell’ambito della strategia difensiva condivisa da Paesi quali Finlandia e Svezia
- In generale, la presenza militare della Nato nella parte orientale dell'Alleanza rappresenta una parte decisiva nell'ambito del rafforzamento della deterrenza, incrementata negli ultimi anni con l'obiettivo di riflettere "la nuova realtà" della sicurezza nell'area euro-atlantica dopo l'annessione della Crimea da parte della Russia
- In assoluto l'Alleanza Atlantica ha a disposizione otto gruppi tattici multinazionali, forniti dalle nazioni quadro e da altri alleati su base volontaria. Le truppe sono posizionate in Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria e Romania. Invece, in Lettonia, Polonia, Slovacchia e Romania sono presenti gruppi di difesa missilistica, senza dimenticare che in tutti i Paesi è sempre attiva la sorveglianza aerea
- A regime, il Commander-in-Chief alleato dovrebbe avere a disposizione "100mila uomini entro 10 giorni, 200mila tra 10 e 30 giorni, almeno 500mila tra 30 e 180 giorni". E questo dato, in generale, vale per tutta l'Alleanza, non solo per il fianco est