Russia, secondo l’Isw una guerra contro la Nato potrebbe verificarsi prima del previsto
L’Istituto per lo studio della guerra spiega che il conflitto non sarebbe imminente, ma potrebbe svilupparsi comunque in un arco temporale più breve di quello che alcuni analisti occidentali avevano inizialmente ipotizzato. Mosca, nel mentre, ha aumentato le spese militari
- Mosca si starebbe preparando per un conflitto su larga scala con armi convenzionali contro la Nato. Lo suggeriscono indicatori finanziari, economici e militari russi
- Lo scontro non sarebbe qualcosa di imminente ma potrebbe svilupparsi comunque in un arco temporale più breve di quello che alcuni analisti occidentali avevano inizialmente ipotizzato: lo scrive l'Istituto per lo studio della guerra, l’Isw
- La Russia, rileva il centro studi statunitense, non sembra aver affrontato una crisi finanziaria e l'aumento delle spese militari è diventato il più grande cambiamento nella politica di bilancio del Paese (in foto, Odessa)
- Pertanto, secondo gli analisti, gli sforzi per garantire il futuro finanziario della Russia saranno più probabilmente mirati a creare condizioni di lungo termine che a risolvere problemi finanziari immediati
- L’Isw ricorda inoltre che il presidente polacco Andrzej Duda due giorni fa ha affermato, in un'intervista alla Cnbc, che il presidente russo Vladimir Putin sta intensificando gli sforzi per mettere l'economia russa su un percorso militare per poter attaccare la Nato già nel 2026 o 2027, citando una ricerca tedesca non specificata (in foto, un attacco a Kiev)
- In precedenza, il 9 febbraio scorso, il ministro della Difesa danese Troels Lund Poulsen aveva dichiarato che secondo nuove informazioni di intelligence la Russia potrebbe tentare di attaccare un Paese della Nato entro 3-5 anni, ovvero prima di quanto previsto dall'Alleanza
- Secondo gli esperti dell'Isw, i tentativi di Putin di creare le condizioni per la stabilizzazione dell'economia e delle finanze russe fanno molto probabilmente parte dei preparativi finanziari e interni per un potenziale futuro conflitto su larga scala con la Nato, e non solo per una guerra di lunga durata in Ucraina
- In Russia si sono appena tenute le elezioni - da molti additate come una farsa - che hanno conferito a Putin la più grande vittoria per un capo dello Stato nella storia del Paese, con l'87,3% dei voti. Un plebiscito che può servire a Putin sia per continuare il conflitto sia, se l'occasione si presenterà, per avviare negoziati da posizioni di forza
- Nel frattempo Mosca continua a sostenere di essere pronta a negoziati che tengano conto della situazione sul terreno, cioè del controllo russo su parte dell'Ucraina. Lo ha ribadito il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ricevendo l'inviato cinese Li Hui, che nei giorni scorsi ha visitato vari Paesi europei
- Il capo della diplomazia di Mosca, ha fatto sapere il ministero degli Esteri, ha "confermato l'apertura della parte russa a una soluzione negoziata". Ma è "inaccettabile" la cosiddetta 'formula Zelensky', che prevede il ritiro completo dei russi dalle regioni occupate durante il conflitto e dalla Crimea