Omicidio Heather Barnett, 13 anni fa il processo contro Danilo Restivo a Winchester
La sarta inglese venne trovata morta nel 2002 dai figli nella sua casa di Bournemouth. Abitava vicino a Restivo, che per la sua morte è stato condannato nel 2011 all’ergastolo, commutato dalla Corte d’appello a 40 anni di carcere. L’accusa riuscì a dimostrare che il suo alibi era falso anche grazie a una testimone e alla collaborazione dei colleghi italiani. Il giudice: “Non trovo circostanze attenuanti, non uscirà più di prigione”. La sentenza è stata definita “epocale” da Giuliana Scarpetta, avvocata dei Claps
- L’8 novembre del 2010, 13 anni fa, Danilo Restivo compare per la prima volta davanti alla Crown Court di Winchester: è accusato di aver ucciso Heather Barnett, sua vicina di casa a Bournemouth, in Gran Bretagna. Si dichiara “non colpevole”. Il processo a suo carico viene fissato per il 4 maggio 2011 e si conclude con la condanna all’ergastolo (poi commutato dalla Corte d’appello a 40 anni di carcere). L’uomo è stato inoltre condannato con rito abbreviato a 30 anni di reclusione per l’omicidio di Elisa Claps, avvenuto a Potenza nel 1993
- Nel 2002 Danilo Restivo si trasferisce a Bournemouth, in Inghilterra. Vive nella zona di Richmond Park: la stessa di Heather Barnett, (in foto) sua vicina di casa. Il 12 novembre di quell’anno la donna viene uccisa e mutilata in casa, la trovano i figli. La vittima aveva fra le mani un ciuffo di capelli: un elemento che porta la polizia del Dorset a sospettare di Restivo. Quest’ultimo aveva infatti l’abitudine di tagliare ciuffi di capelli a donne incontrate per caso. Era emerso da alcune denunce sia a Potenza che a Bournemouth
- Oltre che per l'omicidio della sarta inglese in Uk, Danilo Restivo è stato condannato in Italia a 30 anni in rito abbreviato per l’omicidio di Elisa Claps. La ragazza 16enne scompare la domenica del 12 settembre 1993, l’ultimo ad averla vista è Restivo stesso, all’epoca 21enne. Si sono incontrati nella chiesa di Santissima Trinità di Potenza: è proprio qui che nel 2010 verranno ritrovati i resti della ragazza
- Le indagini sui due casi fanno un passo avanti a una settimana di distanza, nel 2010. Il 20 maggio Restivo è arrestato in Inghilterra e formalmente imputato per l'omicidio di Heather Barnett. Il 27 maggio la magistratura di Salerno dispone l’arresto del potentino ritenendolo responsabile dell'uccisione di Elisa Claps. In foto, il momento dell'arresto in Inghilterra
- L’11 maggio del 2011 si tiene la prima udienza del processo relativo al caso Heather Barnett. Si svolge nell’aula 2 della Crown Court di Winchester: Restivo, accusato di omicidio, si dichiara innocente e dice di non sapere nulla della vicenda. I pm inglesi - Michael Bowes e Roger Climie - chiamano a deporre i colleghi di Salerno. Ai giornalisti è richiesto riserbo per non influenzare la giuria popolare, che sarà chiamata a esprimersi. Restivo è difeso dall'avvocato David Jeremy
- Uno snodo importante nel corso del processo arriva quando il pm Micheal Bowes individua alcune falle nell’alibi usato da Restivo. Il 38enne aveva infatti detto di essere andato come tutti i giorni al centro di addestramento Nacro, dove prendeva lezioni di informatica. Affermazione che viene però smentita pezzo dopo pezzo dall’accusa, anche grazie alla testimone Claire George
- Il processo si conclude con la condanna all’ergastolo. L'assassinio di Barnett è stato così orribile e ''depravato'' che nessun periodo minimo di detenzione sarebbe stato appropriato, dice il giudice Ian Burnett. "Non trovo circostanze attenuanti. Lei non uscirà più di prigione", aggiunge. Ancora: ''L'accusa ha argomentato che le circostanze in cui è stata uccisa Claps assomigliano così strettamente a quelle in cui è stata uccisa Barnett che non possono esserci dubbi che gli assassini siano l'opera di una stessa persona: cioè di Restivo''
- La condanna arriva poco prima dei funerali di Elisa Claps, il cui cadavere viene ritrovato solo nel marzo 2010 nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza: ''L'ergastolo pesa come un macigno sulla vicenda di Elisa'', è stato il commento di Gildo Claps, il fratello della ragazza italiana uccisa il 12 settembre 1993 dopo aver incontrato Restivo proprio in quella chiesa. L'avvocata della famiglia Claps, Giuliana Scarpetta, ha definito la sentenza “epocale”. In foto la madre della ragazza, Filomena Iemma
- Successivamente, Danilo Restivo chiede di ricorrere in appello. Gli viene concesso, ma solo contro la pena dell'ergastolo. Significa che non potrà più dimostrare la sua innocenza in Inghilterra. La corte d'appello commuta il carcere a vita in 40 anni di prigione. In Italia, l’11 novembre 2011 Restivo è condannato a 30 anni di reclusione con rito abbreviato. Il 13 marzo 2013 si tiene il processo d’appello, cui partecipa in regime di estradizione provvisoria dalla Gran Bretagna
- In questa occasione l’uomo ribadisce la sua innocenza, porge le sue condoglianze alla famiglia Claps ed esprime il desiderio di ''poter portare dei fiori sulla tomba di Elisa''. La madre della vittima lascia l'aula. Poco dopo, la Corte conferma la condanna. Nel 2014 la parola va alla Cassazione: esclude l’aggravante di crudeltà, ma conferma la pena di 30 di anni reclusione. Oggi Restivo è in carcere, in Inghilterra