Se l’assassino di Elisa Claps è in prigione in Gran Bretagna, la ragione è legata al caso della sarta di Bournemouth, trovata morta il 12 novembre 2002. Restivo abitava a pochi passi dalla casa della donna: a incastrarlo furono i ritrovamenti nell'abitazione di Barnett e la sua ossessione per le ciocche di capelli femminili
"È chiaro da subito che quello non è un tentativo di furto andato male", racconta Pablo Trincia nel podcast originale di Sky Italia e Sky TG24, Dove nessuno guarda - Il caso Elisa Claps, realizzato da Chora Media. Il riferimento è al caso di Heather Barnett, sarta inglese ritrovata morta nel bagno della sua casa a Bournemouth, cittadina balneare nel sud dell’Inghilterra, esattamente 21 anni fa, il 12 novembre 2002. A scoprire il cadavere furono i figli della donna, di 11 e 14 anni, rientrando a casa da scuola. Un caso nel quale emergeranno alcune analogie con quanto accaduto in Italia, a Potenza, alcuni anni prima, quando una giovane sedicenne, Elisa Claps, era scomparsa dopo aver incontrato colui che sarebbe poi diventato il vicino di Barnett, Danilo Restivo.
L'omicidio di Heather Barnett
Restivo nel 2002 si era trasferito in Inghilterra da qualche mese, si era sposato ed era andato a vivere nella zona di Richmond Park di Bournemouth, a pochi passi dalla casa di Heather Barnett. A destare subito i sospetti della polizia del Dorset ci furono due particolari: il primo è che, pochi giorni prima dell’omicidio, Restivo era stato a casa di Barnett per commissionarle delle tende. In seguito a questa visita, la sarta aveva dichiarato di non trovare più le proprie chiavi di casa e di aver pensato che fosse stato proprio Restivo a prenderle, circostanza però da lui smentita. La seconda circostanza riguarda invece proprio il ritrovamento del cadavere, che aveva tra le mani due ciocche di capelli, particolare che riconduceva subito a Restivo e alla sua abitudine di tagliare ciuffi di capelli a donne incontrate per caso, com'era già emerso da alcune denunce sia a Potenza che a Bournemouth. Le indagini, però, all’inizio non portano molto lontano: Restivo è tra i principali sospettati, ma senza chiare prove nei suoi confronti.
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I ritrovamenti
La scena del crimine in casa Barnett presenta però alcuni indizi, come un asciugamano intriso di sangue lasciato lì e le tracce scoperte con il luminol, che evidenziano come l’assassino si sia pulito le scarpe prima di uscire dalla casa. Nel 2004 Restivo è sotto stretta sorveglianza della polizia che, ad un controllo, ritrova nella sua macchina un cambio di vestiti identici a quelli che indossava, un coltello per sfilettare, forbici, un passamontagna e guanti. La sua abitazione viene perquisita e sotto le sue scarpe da ginnastica vengono ritrovate delle piccole tracce di sangue, non meglio identificabili a causa del lavaggio con la candeggina.
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L'arresto e il processo
Restivo viene arrestato nel 2006 e, anche grazie al lavoro collegato con la polizia italiana, viene accusato dell’omicidio di Heather Barnett nel maggio 2009. "Non ho mai ucciso nessuno", dichiara al processo. Il procedimento dura due anni, tra accuse ai Claps di volerlo incastrare, molte omissioni e incongruenze che non convincono il giudice. Alla fine, il verdetto: Restivo viene condannato all’ergastolo, commutato poi dalla Corte d'Appello a 40 anni di prigione. Secondo il presidente della commissione, composta da cinque giudici, è "altamente improbabile" che Restivo - come del resto gli altri condannati - verranno mai rilasciati. Chi è stato condannato a pene la cui durata è 'prefissata' può infatti chiedere la libertà vigilata una volta che il termine minimo si sia esaurito. Per la riabilitazione completa, invece, bisogna che l'individuo non rappresenti più un pericolo per la società". Una sentenza che si somma a quella ottenuta in Italia per il caso Claps (30 anni), dove viene dimostrata la sua colpevolezza grazie alle tracce ritrovate sul corpo di Elisa. Attualmente Restivo si trova in carcere in Inghilterra.