
Russia, attentato allo scrittore nazionalista Prilepin: chi è e cosa sappiamo
L’attacco contro Zachar Prilepin, controverso protagonista della scena letteraria russa, è avvenuto nel villaggio di Pionerskoye, nella regione di Nizhny Novgorod, dove stava trascorrendo alcuni giorni di vacanza in una casa di famiglia. L’uomo è rimasto ferito, mentre il suo autista è morto nell’esplosione dell’auto. Gli inquirenti hanno annunciato di aver fermato una persona che avrebbe confessato spiegando di aver agito su istruzioni dei servizi segreti di Kiev, ma l’Ucraina nega qualsiasi responsabilità

Il terzo attentato in Russia in poco più di otto mesi ha preso di mira un protagonista dei media di Mosca tra i più attivi nel sostegno all'intervento in Ucraina. Questa volta il bersaglio, lo scrittore Zakhar Prilepin, è rimasto solo ferito da un ordigno che ha semidistrutto la sua auto, mentre il suo autista e guardia del corpo è stato ucciso
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Poche ore dopo gli inquirenti hanno annunciato che un uomo, fermato subito dopo l'attacco, ha confessato di esserne l'autore e di avere operato su istruzioni dei servizi segreti di Kiev. Il sospetto, identificato come Alexander Permyakov (nella foto), avrebbe confessato di aver piazzato un ordigno sulla strada che l'auto di Prilepin doveva percorrere in un villaggio circa 400 chilometri ad est di Mosca, e l'ha fatto saltare in aria con un congegno a distanza al passaggio dell’auto. Il reato per cui si indaga è quello di "terrorismo"
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L'attentato contro Prilepin è avvenuto nel villaggio di Pionerskoye, nella regione di Nizhny Novgorod, dove lo scrittore stava trascorrendo alcuni giorni di vacanza in una casa di famiglia. Il Comitato investigativo ha mostrato le immagini dell'auto dopo l'esplosione, rovesciata sul tetto e con l'intera parte anteriore mancante. Fonti locali hanno detto che Prilepin ha riportato fratture a una gamba e una commozione cerebrale, ma non sarebbe in pericolo di vita
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È invece rimasto ucciso il suo autista, Alexander Shubin, un ucraino del Lugansk di 27 anni arruolatosi nella Guardia nazionale russa. L'agenzia russa Ria Novosti ha dato notizia di una rivendicazione da parte di un sedicente gruppo partigiano della Crimea, Atesh. L'organizzazione afferma di essersi messo alla caccia di Prilepin fin dall'inizio di quest'anno, da quando si era saputo che lo scrittore si era arruolato nella Guardia nazionale per partecipare al conflitto in Ucraina
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Zachar Prilepin è da anni un controverso protagonista della scena letteraria nazionalista russa. Scrittore e giornalista, ha esordito in politica nel partito Nazional-bolscevico all'opposizione per poi avvicinarsi al presidente russo Vladimir Putin e diventare uno dei più accesi sostenitori della guerra in Ucraina. A gennaio era andato a combattere nel Donbass fra i ranghi della Guardia Nazionale
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Figlio di un insegnante e un'infermiera, Prilepin è cresciuto nella provincia russa di Nizhny Novgorod. Negli anni Novanta è comandante nei ranghi degli Omon, le unità antiterrorismo della polizia russa, e combatte poi in Cecenia fra il 1996 e il 1999. Diventa giornalista per varie testate, fra cui il quotidiano indipendente Novaja Gazeta
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Prilepin, che si descrive come "un nazionalista di estrema sinistra", aderisce nel 1996 al partito Nazional-bolscevico dello scrittore Eduard Limonov, reso celebre dalla biografia scritta su di lui da Emmanuel Carrere. Il movimento dei "nazbol", poi messo al bando dalle autorità russe, contava fra le sue principali figure anche l'ultranazionalista di estrema destra Alexander Dugin, sfuggito la scorsa estate a un attentato simile a quello contro Prilepin, in cui morì la figlia Daria Dugina

Nel 2019, Prilepin fonda il partito nazional-conservatore "Per la verità", che poi si fonde con "Russia giusta", formazione vicina al Cremlino di Vladimir Putin. Nel 2016 combatte con i filorussi in Donbass, svolgendo per un certo periodo anche il ruolo di consigliere dei vertici dell'autoproclamata repubblica del Donetsk

Oltre alla sua attività politica, Prilepin è anche un noto scrittore tradotto in undici lingue, compreso l'italiano, famoso per libri come Sankia, Patologie e Stivali peni di vodka calda. Nel 2018 fa anche parte della delegazione russa al salone del libro di Parigi

Molto presente sui media russi, Prilepin, sposato e padre di quattro figli, si è sempre più spostato su posizioni nazionaliste e conservatrici, affermando fra l'altro che la pandemia di Covid era una punizione divina contro l'Occidente per aver "riconosciuto i matrimoni omosessuali"

Nel 2020, Putin lo aveva inserito fra le 75 personalità incaricate di emendare la Costituzione. Nella lista delle persone russe sottoposte a sanzioni europee fin dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina, la scorsa estate Prilepin ha formato un gruppo in seno al Parlamento russo con l'obiettivo di escludere dalla vita culturale tutti gli artisti che non sostengono attivamente la guerra in Ucraina

Per l’attacco a Prilepin la diplomazia russa ha chiamato in causa anche gli alleati occidentali dell'Ucraina: gli Usa e la Gran Bretagna hanno una "responsabilità diretta" nell'attentato, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova

Kiev ha negato ogni responsabilità e il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak ha anzi accusato gli stessi russi di essere dietro l'attentato, in un crescendo repressivo di quello che chiama "il clan di Putin", che prenderebbe di mira ogni possibile fonte di dissenso anche tra i sostenitori dell'intervento in Ucraina

Un copione già visto in occasione dei precedenti attentati: quello dell'agosto dello scorso anno vicino a Mosca quando era rimasta uccisa da un'esplosione sulla sua auto la giornalista Darya Dugina, figlia del filosofo nazionalista Alexander Dugin, e quello del mese scorso in un caffè di San Pietroburgo, dove il blogger e corrispondente di guerra Vladlen Tatarsky ha perso la vita nell'esplosione di una statuetta-bomba

Mosca ha accusato l'Ucraina e gli Usa anche per i due droni esplosi la notte tra martedì e mercoledì sul Cremlino, il momento culminante di una serie di attacchi con velivoli senza pilota che nelle ultime settimane sono avvenuti sul territorio russo e che hanno preso di mira in particolare raffinerie e depositi di carburante nel sud del Paese

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