Aumenta ancora il bilancio dei morti e secondo l'Onu potrebbe anche peggiorare. Finora il terremoto in Siria ha causato circa 4.800 vittime e 2.500 feriti nelle aree controllate dal governo e circa 4.500 morti e 7.500 feriti in quelle sotto il controllo dei ribelli. Lo ha riferito il direttore generale dell'Oms, Adhanom Ghebreyesus, citato da Sky News
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"Sapevamo che c'era un certo livello di rischio nell'inviare la nostra squadra in quest'area della Turchia, che è vicina al confine siriano, ma abbiamo preso le misure necessarie per contenere i rischi per il bene della nostra missione", ha affermato Maisel.
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Prisco: "Orgoglioso dei nostri Vigili del Fuoco"
"Questo sistema - spiega - renderà più efficienti ed efficaci gli interventi mirati alla ricerca di persone sotto le macerie dei numerosi edifici crollati nella regione. Una scelta che ci rende orgogliosi di questi professionisti del soccorso che stanno lavorando incessantemente sin dalle prime ore e in condizioni proibitive. La prima squadra di 60 vigili del fuoco, diretta dal comandante Nicola Ciannelli, è in procinto di rientrare in Italia, sostituita dal nuovo contingente. Sin da lunedì scorso, a poche ore dalla prima, potentissima scossa, il gruppo ha lavorato h24, riuscendo a salvare due ragazzi, estratti vivi dalle macerie. Sono particolarmente orgoglioso di questi uomini e auguro buon lavoro al nuovo team in arrivo nella Turchia meridionale, in uno scenario che non è eccessivo definire apocalittico”.
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La squadra di soccorso israeliana United Hatzalah ha dovuto abbandonare la sua missione nelle zone terremotate in Turchia ed è tornata in Israele dopo aver denunciato "minacce alla sua sicurezza". "Abbiamo ricevuto informazioni su una minaccia concreta e immediata contro la delegazione israeliana e dobbiamo mettere al primo posto la sicurezza del nostro personale", ha dichiarato Dov Maisel, vicepresidente delle operazioni di United Hatzala.
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Ministro greco in Turchia per portare solidarietà e aiuti
Turchia e Grecia mettono da parte tensioni e rivalità in occasione della visita del ministro degli Esteri greco Nikos Dendias, che si è recato nel paese colpito dal terremoto per offrire l'aiuto del suo governo. Accompagnato dall'omologo turco, Dendias, parlando dal centro operativo di Antiochia ha espresso le "profonde condoglianze" del governo greco e riferito delle disposizioni date dal premier Kiriakos Mitsotakis perché "la Grecia faccia tutto ciò che è in suo potere, nel momento del bisogno, per la Turchia, che affronta questo momento così difficile".
"Non dovremmo aspettare che i disastri naturali diventino un fattore di miglioramento delle nostre relazioni", hanno dichiarato i ministri dei due paesi divisi da questioni che vanno dallo status di Cipro Nord, allo sfruttamento delle risorse nel Mediterraneo alla crisi migratoria lungo il fiume Evros, nella zona di confine.
"Mi sarebbe piaciuto essere qui per motivi più felici, ma il fatto, ora, è che siamo qui", ha sottolineato Dendias nei commenti raccolti dal quotidiano greco 'Kathimerini'. Il ministro degli Esteri ellenico incontrerà i membri della missione di soccorso greca, che opera nelle aree colpite, e discuterà con il suo omologo la possibilità di estendere la propria presenza nel paese nei prossimi giorni, nonché di ulteriori meccanismi di aiuto.