Terremoto in Turchia e Siria, le foto prima e dopo il sisma. MAPPA

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Raffaele Mastrolonardo

Raffaele Mastrolonardo

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La distruzione provocata dal sisma che ha colpito la regione al confine tra Turchia e Siria rivelata dai confronti fotografici. MAPPE

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Sono oltre 12mila - una cifra purtroppo ancora provvisoria - i morti provocati dal terremoto che il 6 febbraio ha colpito un’ampia regione nel sud est della Turchia e nel nord della Siria.

 

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Il sisma, che si è verificato alle 4 del mattino ora locale, ha fatto registrare una magnitudo di 7.8, un livello molto alto nella classificazione dell’energia liberata da un fenomeno tellurico.

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La potenza distruttrice dell’evento è testimoniata nel modo più eclatante dalla scia di macerie che ha lasciato dietro di sé. Un impatto reso ancora più sconvolgente dal confronto con il paesaggio così come appariva prima della tragedia. 

 

Gaziantep 

L’epicentro della scossa è stato individuato non lontano dalla città di Gaziantep, che è anche uno dei luoghi dove la forza dei sommovimenti del terreno ha provocato più danni radendo al suolo interi edifici. 

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I detriti di palazzi di svariati piani, che ospitavano appartamenti e negozi, invadono ora le strade della città. Secondo l'Organizzazione della sanità, complessivamente, potrebbero essere oltre 23 milioni le persone colpite dal sisma, di cui 1,4 milioni di bambini.

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Alessandretta

Scene analoghe di distruzione e morte ad Alessandretta, porto che si affaccia sul Mediterraneo. Anche in questo caso strade che prima erano attraversate da passanti e automobili sono ora occupate da palazzi crollati e da persone che cercano come possono di ripararsi dal freddo. 

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Gli altri terremoti

Nelle ore seguenti il primo terremoto la regione è stata colpita da una lunga serie di fenomeni sismici. Solo quelli con una magnitudo di almeno 4.5 sono stati decine. 

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Uno di questi, il cui epicentro è stato individuato circa 100 km più a nord della prima scossa, nel distretto di Elbistan della provincia di Kahramanmaras ha fatto registrare una magnitudo di 7.5. 

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Secondo il presidente dell’Istituto italiano di geofisica e vulcanologia (Ingv) Carlo Doglioni questa fase "potrebbe proseguire per giorni, forse mesi se non anni, come in qualche caso è avvenuto nel passato". Difficile fare previsioni, ma "fino a quando l’energia accumulata non sarà liberata, il fenomeno non si interromperà" (LA SCHEDA).

 

Malatya

A fare le spese della potenza del terremoto sono stati anche edifici storici, di valore artistico o culturale. Nella città di Malatya, capoluogo dell’omonima provincia, il terremoto ha semidistrutto la moschea Yeni Camii (Nuova Moschea). 

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Mentre a Gaziantep a subire danni enormi è stato anche il millenario castello della città, patrimonio dell’umanità Unesco.

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Di fronte alla portata del terremoto è scattata la solidarietà internazionale. Dall'Ue al Giappone, passando per gli Usa e l'India: sono molti i Paesi che si sono mobilitati per mandare aiuti e personale specializzato. Fra di loro, anche l'Italia con i Vigili del fuoco. 

 

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