
Guerra in Ucraina, il New York Times identifica 36 delle vittime del massacro di Bucha
Il quotidiano statunitense ha dato un nome e ha ricostruito le storie di alcune delle persone uccise dopo l’arrivo dei russi, a marzo, nella città a nord del Paese. Tanti sono stati freddati per strada mentre cercavano di raggiungere amici e parenti o di procurarsi del cibo. Altri sono stati portati via dalle loro case e giustiziati

Sono state oltre 400 le vittime del massacro perpetrato a inizio marzo dai russi a Bucha, in Ucraina. Il New York Times ne ha identificate 36 e ha ricostruito i loro ultimi minuti: si preparavano a lasciare la città quando i soldati di Mosca sono arrivati e li hanno uccisi
L'inchiesta del New York Times
Fra le vittime c'è Volodymyr Ruchkovskyi, che prima di salutare Bucha doveva fare un'ultima commissione, ovvero comprare dei generi alimentari per il padre che non voleva lasciare la città. Ruchkovskyi però non è riuscito a completare il suo ultimo compito: i soldati russi hanno sparato alla sua auto e lo hanno ucciso. I suoi resti sono stati trovati nella vettura settimane dopo
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A morire sotto i colpi di arma da fuoco anche Zhanna Kameneva, che aveva trascorso i primi giorni della guerra come volontaria per aiutare le evacuazioni. Il 5 marzo però aveva deciso di lasciare e aveva detto alla sua famiglia di tenersi pronta. Uscita di prima mattina per il suo ultimo turno di volontariato, Kamaneva non è mai più tornata a casa ed è morta sulla strada che percorreva ogni giorno a bordo della sua vettura
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Insieme a Zhanna sono morte anche Anna Mishchenko, sua madre Tamila e la 69enne Maria Ilchuk. Erano tutte nel furgone di Zhanna Kameneva che stava cercando di aiutarle a scappare
Bucha alle prese con una ricostruzione difficile. VIDEO
Anche Mykhailo Hrabovliak era in auto e cercava di lasciare Bucha quando i soldati russi gli hanno sparato uccidendolo sul colpo su Yablunska Street. Sua figlia si è salvata, ma ha perso un braccio. Sono sopravvissute anche la moglie e la figlia di Mykhailo Kovalenko, ucciso dal fuoco russo dopo essere uscito dalla macchina con le mani alzate
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Oleksandr Kovalevskyi è stato ucciso dopo che era uscito di casa per cercare del cibo, così come il 54enne Oleh Verba. Yevhen Davydov voleva far fuggire la madre, ma non ha mai raggiunto la sua casa distante pochi minuti di scooter

Ci sono poi le vittime scomparse nel nulla per giorni o settimane, fino al ritrovamento dei corpi. Fra loro il calzolaio Taras Panimash, Oleksandr Hutorovych - rimasto a Bucha per distribuire medicinali -, Ihor Didkivskyi, muratore rimasto per difendere la sua città, e le due guardie di sicurezza Oleh Bilas e Viacheslav Hordiichuk

Tante le persone che sono rimaste a Bucha per difenderla e per questo hanno perso la vita. Fra loro Denys Rudenko, Anatolii Prykhidko, Vitalii Karpenko, Valerii Kotenko, Andrii Matviichuk, Andrii Dvornikov, Sviatoslav Turovskyi, Andrii Verbovyi e Andrii Matviichuk, tutti prelevati e fucilati

Anche Oleh Abramov, 40 anni, viene trascinato fuori di casa dai russi e ucciso davanti alla moglie. Così come Maksym Kireev e il suo collega Dmytro Shkirenkov, uccisi a bruciapelo per strada, e Oleksandr Chumak, la cui moglie 10 giorni dopo ha partorito una bambina
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