Ucraina, nei territori occupati già in corso la “russificazione”. Il reportage di Sky TG24

Mondo

Jacopo Arbarello

Il processo è in atto nei territori occupati dall’esercito di Mosca, una pratica che l’Ucraina ha già conosciuto più volte. Parallelamente gli ucraini cercano di de-russificarsi

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La russificazione è una pratica che affonda le sue radici nei secoli passati, quando il principato di Mosca iniziò ad espandersi da tutti i lati e soprattutto verso il mare, conquistando e annettendo gli slavi del sud, o piccoli russi, come dispregiativamente sono stati a lungo chiamati gli ucraini. (GUERRA IN UCRAINA. LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - IL RACCONTO DEGLI INVIATI)

Processo di russificazione

L'usanza degli zar

La russificazione è una usanza imperialista che risale agli zar, lo hanno fatto in Crimea a scapito dei tatari ad esempio, e che è poi stata ripresa dall’Unione sovietica e da Stalin, che l’ha associata alle purghe e alle deportazioni di massa. Non stupisce che Putin la stia applicando adesso nei territori appena occupati in Ucraina, a Zaporisha, Kherson e Mariupol. Qui a molti residenti mancano ancora l’acqua e la luce, ma sono apparsi per le strade grandi maxischermi che trasmettono la televisione russa con la sua propaganda. Il curriculum scolastico da settembre sarà in russo, l’ucraino sarà vietato, come tante volte è stato vietato in passato, dal 1700 in poi. I russi russificano, lo hanno sempre fatto nella loro storia imperiale, che fosse zarista o sovietica. E hanno ripreso a farlo. 

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Russificazione dell'Ucraina

La de-russificazione

Gli ucraini, per effetto di queste diverse ondate di russificazione, sono sostanzialmente un popolo bilingue che con la Russia condivide profondi legami storici e culturali. Parallelamente però, dal 2014 in poi, dalla presa della Crimea e del Donbass, si è andato affermando un fenomeno uguale e contrario.  La de-russificazione dell’Ucraina. In particolare tra i più giovani. Incontriamo una coppia per le strade di Podil, quartiere di Kiev dove si va per bere e divertirsi, e lui ci dice quello che pensa: “I miei genitori parlano russo, io parlo russo, la mia ragazza parla russo, ma voglio che i miei figli parlino ucraino. Ci serve la de-russificazione e abbiamo bisogno di diffondere la nostra cultura perché abbiamo ancora molte voci del passato russo e sovietico”. 

ANSA/ALESSANDRO DI MEO

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Il racconto

Negli ultimi anni una serie di leggi hanno via via cancellato il russo come lingua ufficiale anche dove era parlato da una ampia parte della popolazione come in Crimea, a Kharkiv, Dnipro, Mikholaiv, Chernihiv, Odessa o Mariupol, e dal curriculum scolastico. Ma l’invasione di febbraio e la guerra sembrano aver dato una spinta ulteriore e irreversibile a questa novità per la società ucraina. Due ragazze fanno eco a quello che ci ha detto l’uomo poco prima. “Abbiamo la guerra nel nostro paese, quindi dovremmo rispettare la nostra cultura e parlare la nostra lingua” dice una. “Abbiamo sentito le esplosioni e ha cambiato tutto. Ogni tanto prima parlavo russo, ma adesso tutto è cambiato verso la cultura e la lingua russa. La nostra generazione non avrà niente in comune con la Russia e con la cultura russa” continua l’altra. 

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"Abbiamo solo una lingua ufficiale, è l’ucraino"

Le nuove generazioni, insomma, verosimilmente, non saranno più bilingue. Tolstoj e  Dostojesky, posto che se li leggano, li leggeranno nella traduzione ucraina. “Abbiamo solo una lingua ufficiale, è l’ucraino. E la nostra cultura è molto bella” ci spiegna l’enesima giovane di Kiev. L’aggressività degli imperi si declina sul piano culturale con la conquista linguistica. Noi europei lo sappiamo bene visto che in America si parla solo inglese, spagnolo o portoghese. I russi non fanno eccezione. Nella lingua risiede però anche la capacità di resistenza di un popolo. È quello che sta accadendo in Ucraina. Il russo, da queste parti, sembra non avere futuro. 

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