
Ucraina, mistero sulla sorte dei combattenti di Azovstal dopo evacuazione dell’acciaieria
Dopo l’ordine di Zelensky, circa 2.500 persone si sono consegnate alle forze russe ma non si sa che fine abbiano fatto e dove siano detenute. Nei filmati diffusi da Mosca non si vedono mai né il comandante del battaglione Azov Denis Prokopenko né il comandante della 36a brigata speciale della Marina ucraina Serhiy Volynskyy. Non è chiaro se il presidente ucraino abbia concordato un possibile scambio di prigionieri, scenario per ora negato - dopo una prima apertura - dal negoziatore russo Leonid Slutsky
È mistero sulla sorte dei difensori dell’acciaieria di Mariupol, definiti da Kiev gli “eroi di Azovstal”. Dopo l’ordine del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, circa 2.500 combattenti si sono consegnati alle forze russe, ma resta il mistero sulla loro sorte e sul luogo in cui sono detenuti
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Secondo Denis Pushilin, capo dell'autoproclamata Repubblica di Donetsk, “sono state detenute e sono in custodia 2.439 persone, di cui 78 donne”. La vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk ha ripetuto che Kiev "si batterà per il ritorno di ognuno di loro". Ma per ora di loro, dopo l’evacuazione dell’impianto, non si hanno notizie
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Nei giorni scorsi, la Russia ha diffuso alcuni video della resa dei combattenti ucraini. Ma nei filmati, ad esempio, non compare mai Denis Prokopenko (nella foto): il comandante del battaglione Azov, secondo la versione di Mosca, è stato portato via dall'acciaieria "con un veicolo blindato speciale" per proteggerlo "dall'ira" della folla
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Non si vede neppure Serhiy Volynskyy, detto Volnya, comandante della 36a brigata speciale della Marina ucraina, una delle principali forze a difesa dell'Azovstal
Chi è Denis Prokopenko. FOTO
Nei giorni scorsi Leonid Slutsky, il negoziatore russo e capo della commissione Affari Esteri della Duma, aveva fatto sapere che Mosca stava valutando "la possibilità" di uno scambio di prigionieri tra alcuni combattenti del reggimento Azov e l'oligarca filorusso Viktor Medvedchuk (uomo considerato vicino al presidente russo Vladimir Putin, catturato il mese scorso in un blitz degli 007 di Kiev). Ma poi ha smentito di aver aperto alla possibilità di uno scambio
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"La mia opinione non è cambiata: non ci dovrebbe essere uno scambio con i combattenti dell'Azov, che sono banditi nella Federazione russa, e il loro destino dovrebbe essere deciso dal tribunale", ha scritto in un post su Telegram, ripreso dall'agenzia Tass. Slutsky ha poi accusato i media di "prendere delle citazioni fuori contesto" e li ha invitati a non fare "sensazionalismo dal nulla"

Secondo Pushilin, leader dei separatisti filorussi di Donetsk, un processo davanti a un tribunale russo per i combattenti ucraini di Azovstal prigionieri di Mosca - tra cui alcuni non meglio precisati cittadini stranieri - è "inevitabile", perché si tratta di "una richiesta dei cittadini e della società"

Ma quella del tribunale, secondo alcuni analisti, è una prospettiva difficile, considerato che funzionari russi e media statali hanno bollato per mesi quei combattenti come neonazisti e criminali e ora come prigionieri di guerra

Non è chiaro se, prima di dare l'ordine di evacuazione dall'acciaieria, Zelensky abbia concordato anche un possibile scambio. Il presidente ucraino ha solo rivelato che l'intesa per arrivare all'uscita dei combattenti è stata complessa

"Ho negoziato con Turchia, Svizzera e Israele. In primo luogo con la Francia, per le relazioni dei leader con la Federazione Russa", ha detto Zelensky, citato da Ukrinform. Ha poi aggiunto che anche le Nazioni Unite hanno svolto un ruolo nelle trattative