
Guerra in Ucraina, ecco come gli oligarchi evitano le sanzioni contro la Russia
Secondo un’analisi del Washington Post, basata su documenti segreti dei Pandora Papers e dei Paradise Papers, almeno 1.000 miliardi di dollari di ricchezza russa sono custoditi in compagnie offshore, in paradisi fiscali come le Isole Vergini britanniche, le Bermuda e Cipro. Putin ha spesso condannato questa prassi, evocando l'evasione fiscale e il riciclaggio di denaro, ma l'ha tollerata e secondo alcuni esperti ne avrebbe approfittato anche lui
.jpg?im=Resize,width=335)
Sono ormai numerose le sanzioni emesse da diversi Paesi contro gli oligarchi russi in risposta alla guerra in Ucraina. Ma la maggioranza di loro ha trasferito da anni le ricchezze offshore, in paradisi fiscali come le Isole Vergini britanniche, le Bermuda (nella foto), Cipro e altre giurisdizioni che offrono uno scudo anche contro le misure imposte dall'Occidente
GUARDA IL VIDEO: Guerra in Ucraina: non c'è ancora accordo Europa su sanzioni
A riferirlo è il Washington Post in un’analisi basata su documenti segreti contenuti nei Pandora Papers e nei Paradise Papers. Secondo il quotidiano, Vladimir Putin il 24 febbraio - primo giorno dell’invasione in Ucraina - convocò 37 oligarchi per spiegare loro che la sua azione militare era una "misura necessaria" e per discutere delle sanzioni che sapeva sarebbero arrivate
L'inchiesta del Washington Post
Gli oligarchi convocati sono sostenitori fedeli dell'economia russa, di cui rappresentano le industrie chiave (gas e petrolio, banche, chimica, metallurgico), ma le loro fortune sono da tempo fuori del Paese
Il caso dei 6 oligarchi russi morti negli ultimi 3 mesi: 4 erano dirigenti Gazprom
Si stima che almeno 1.000 miliardi di dollari di ricchezza russa siano custoditi in compagnie offshore, una cifra pari a quella detenuta dall'intera popolazione russa dentro i confini. Putin ha predicato spesso contro questa prassi, evocando l'evasione fiscale e il riciclaggio di denaro, ma di fatto l'ha tollerata e ne avrebbe approfittato anche lui, secondo alcuni esperti
Guerra Ucraina, manager russi in fuga: il vicepresidente di Gazprombank lascia il Paese
Degli oligarchi presenti al Cremlino in febbraio, tutti sanzionati dall'Occidente tranne due, oltre la metà ha legami diretti o attraverso familiari stretti con società offshore che gestiscono transazioni (difficilmente tracciabili) per centinaia di milioni di dollari, facendo investimenti finanziari, concedendo prestiti e creando trust familiari
Putin, il rapporto con gli oligarchi e come incide sulla guerra
Un modo non solo per evadere le tasse ma anche per proteggere i loro beni dalle inchieste, dalle autorità fiscali, dai tycoon rivali, dai predatori finanziari che si celano anche dentro lo Stato russo. E dalle sanzioni
Guerra Russia-Ucraina, tutti gli aggiornamenti
Almeno 21 dei partecipanti o dei loro familiari hanno holding alle isole Vergini Britanniche, a Cipro e in altri luoghi noti per la segretezza finanziaria e i vantaggi fiscali. Tra loro Vagit Alekperov, ex presidente di Lukoil, Andrey Akimov, presidente di Gazprombank, German Gref, capo della Sberbank. (Nella foto German Gref con Vladimir Putin)

Dai Pandora Papers emerge inoltre che gli oligarchi convocati al Cremlino hanno usato le loro compagnie offshore per un'ampia gamma di progetti e attività. Non mancano gli yacht, come quello da 600 milioni di dollari di Andrey Melnichenko (nella foto), intestato ad una società registrata alle Bermuda

E i jet, come il Gulfstream G650 da 65 milioni di dollari di Leonid Mikhelson (nella foto), detenuto da una compagnia dell'isola di Man, che è una filiale di un'altra sua compagnia a Panama. Capita anche che gli oligarchi sbarchino insieme negli stessi paradisi fiscali, aprendo società comuni

"Il sistema finanziario offshore ha consentito a Putin e ai suoi sodali di proteggere la ricchezza che hanno rubato dal Paese senza leggi che hanno creato", ha accusato il deputato Usa Tom Malinowski (nella foto), autore di numerose proposte per rafforzare le leggi americane sugli investimenti. "Denunciamo la corruzione e gli abusi dei diritti umani in Russia ma abbiamo steso il tappeto rosso per gli amici di Putin che beneficiano di quella corruzione e di quegli abusi”