I decessi sono avvenuti poco prima o dopo l'invasione dell'Ucraina. Le autorità indagano per apparente suicidio: quattro di loro erano legati a vario titolo al gigante del gas o a una società controllata, mentre un altro sarebbe stato ridotto sul lastrico dalle sanzioni occidentali. Gli episodi si sono verificati tra la Russia, la Spagna e il Regno Unito
Dall’inizio dell’anno sono almeno sei gli oligarchi russi trovati morti in varie parti d’Europa, tutti apparentemente suicidi avvenuti poco prima e subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Tre di questi avrebbero ucciso membri della loro famiglia prima di togliersi la vita. Tra questi sei oligarchi, quattro erano a vario titolo associati alla compagnia russa Gazprom o a una sua controllata. Un altro invece sarebbe finito sull’orlo del lastrico a causa delle sanzioni occidentali. A far notare l’insolita coincidenza è la Cnn, che ha ricostruito l’identità e l’occupazione dei sei (GUERRA IN UCRAINA: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE).
Il responsabile dei trasporti di Gazprom Invest
La serie di decessi inizia il 30 gennaio del 2022, nel villaggio di Leninsky: un dirigente di Gazprom viene trovato morto nel suo cottage, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa russa RIA Novosti. L’uomo avrebbe lasciato un biglietto spiegando le ragioni del suicidio. L’emittente RenTv identifica poi la persona con Leonid Shulman, responsabile dei trasporti di Gazprom Invest.
I due casi subito dopo lo scoppio della guerra
Circa un mese dopo, viene trovato il corpo di un altro dirigente di Gazprom, sempre nella stessa cittadina. Il 25 febbraio - all'indomani dell'invasione russa - Alexander Tyulakov viene rinvenuto privo di vita nel garage della sua abitazione. Secondo il quotidiano indipendente Novaya Gazeta Tyulakov si sarebbe tolto la vita. Pochi giorni dopo, il 28 febbraio, viene trovato morto Mikhail Watford, un miliardario russo originario dell’Ucraina. Questa volta però la scena non è in Russia ma in Inghilterra: Watford viene infatti ritrovato nel Surrey. La polizia locale ha riferito alla Cnn che il caso è stato affidato al coroner.
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Il proprietario di una compagnia di forniture mediche
A fine marzo viene trovato morto insieme alla sua famiglia un altro imprenditore russo, Vasily Melnikov, questa volta a Nizhny Novgorod. Melnikov era il proprietario di MedStom, una compagnia di forniture mediche. Le fonti citate dall’emittente statunitense parlano di un uomo di 43 anni trovato morto insieme alla moglie di 41 e ai due figli di 10 e 4 anni: tutti sarebbero stati pugnalati il 23 marzo. Anche se l’identità delle vittime non è stata ufficialmente comunicata, l’identikit combacia con le informazioni pubblicate dal quotidiano russo Kommersant. Le autorità starebbero investigando per un apparente omicidio-suicidio. La società di Melnikov, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, sarebbe stata vicina al fallimento a causa delle sanzioni occidentali.
Gli ultimi due casi e i dubbi sulle dinamiche
Ci sono poi altri due casi su cui si indaga come possibili omicidi-suicidi. Il primo è quello Vladislav Avayev, ex vicepresidente di Gazprom, trovato senza vita insieme alla moglie e alla figlia in un appartamento a Mosca il 18 aprile. Igor Volobuev, anche lui ex vicepresidente di Gazprom che di recente ha lasciato la Russia per l’Ucraina, ha dichiarato di non credere alla versione del suicidio. E solo un giorno dopo arriva l’ultima morte, quella di Sergey Protosenya. L’uomo era un dirigente della Novatek, società parzialmente controllata da Gazprom. Il suo corpo è stato trovato insieme a quello della moglie e della figlia a Lloret de Mar, vicino a Barcellona. Anche in questo caso la teoria dell’omicidio-suicidio viene però messa in discussione, questa volta dal figlio di Protosenya: “Mio padre non l’avrebbe mai fatto”, ha dichiarato.