Ex Ilva, sciopero alle Acciaierie d'Italia. Urso: "Seguiamo strada per ripresa produttiva"

Cronaca

Lo stop di quattro ore su richiesta dei sindacati arriva nel giorno in cui è stata convocata una riunione del tavolo permanente a Palazzo Chigi. Al termine del vertice romano le sigle metalmeccaniche hanno deciso di interrompere la mobilitazione e i lavoratori hanno rimosso il blocco messo in atto sulla statale Appia a Taranto, nei pressi dell'impianto siderurgico. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy: "Il tavolo sarà nuovamente riunito lunedì al ministero del lavoro"

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Quattro ore di sciopero nazionale in tutti gli stabilimenti Acciaierie d'Italia oggi, quando - su richiesta dei sindacati Fim, Fiom, Uilm - è stata convocata una riunione del tavolo permanente a Palazzo Chigi per l'ex Ilva. "La richiesta", specificano i sindacati, "si è resa necessaria per avere gli aggiornamenti della situazione sia in ragione del gravissimo incidente presso lo stabilimento di Taranto e l'annuncio di raddoppiare la messa in cassa integrazione dei lavoratori, sia per avere chiarezza sul futuro del gruppo".

 

Rimosso il blocco sulla statale Appia

Dopo circa un'ora e mezza, intorno alle 15, il blocco stradale sulla statale Appia a Taranto, nei pressi del siderurgico, è stato rimosso. Intorno all'ora di pranzo alcune decine di lavoratori e delegati sindacali dell'ex Ilva avevano occupato un tratto della strada comportando inevitabili disagi alla viabilità. Una volta appreso della conclusione del vertice romano le sigle metalmeccaniche hanno deciso di interrompere la mobilitazione e informare i lavoratori sugli esiti. La protesta era stata attuata per l'impossibilità dei manifestanti di seguire in diretta la riunione con il governo in quanto il link fornito sarebbe risultato non funzionante. Davanti alla portineria Direzione era stato allestito un maxi schermo. 

Urso: "Seguiremo ogni strada per ripresa produttiva"

Al termine del vertice il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, rispondendo in question time alla Camera, ha fatto sapere che "il tavolo sarà nuovamente riunito lunedì al ministero del lavoro". Il governo, ha aggiunto il ministro, "intende perseguire tutte le strade possibili per garantire la ripresa produttiva del sito siderurgico in un percorso di piena decarbonizzazione attraverso 3 forni elettrici". Per l'ex Ilva, ha aggiunto ancora Urso, ci sono "tre condizioni preliminari" necessarie per "finalizzare il negoziato, come ci chiedono i proponenti" e realizzare l'"importante obiettivo, che consentirà all'Italia di diventare primo paese europeo a produrre solo acciaio green, il più avanzato nella tutela dell'ambiente, della salute e dei cittadini". Per prima cosa, ha spiegato, "il rilascio in tempi brevi di un'Aia che da un lato garantisca la piena tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini e dall'altro sia sostenibile sul piano economico; come seconda cosa, l'impegno delle autorità competenti al rilascio delle autorizzazioni per la nave rigassificatrice che dovrà fornire di gas agli impianti di Dri e alimentare con il preridotto i forni elettrici man mano che saranno realizzati: senza gas - ha sottolineato Urso - non c'è acciaio green". In terzo luogo, "il mantenimento in attività dello stabilimento per garantire un livello produttivo adeguato, al fine anche di mantenere quote di mercato e i livelli occupazionali e i livelli di indotto nella fase di transizione".

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