Papa Francesco chiude il viaggio in Grecia: "Populismi e imperi pericolosi per democrazia"

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Iniziato il 2 dicembre a Cipro, questo è stato il 35° viaggio apostolico all’estero del suo Pontificato. Dopo la visita del presidente del Parlamento greco, Konstantinos Tasoulas, il Pontefice si è recato in auto alle Suore Orsoline, dove si è tenuto l’incontro con i giovani, ultimo appuntamento prima di tornare a Roma dove è arrivato poco prima delle 13: "Quell'invito antico, 'conosci te stesso', vale ancora oggi: riconosci che vali per quello che sei, non per quello che hai"

"Contro la democrazia oggi vedo due pericoli: uno sono i populismi, che di qua e di là cominciano a far vedere le unghie. Penso al grande populismo del secolo scorso che è stato il nazismo". A dirlo è Papa Francesco sull'aereo che da Atene l'ha riportato a Roma dopo il viaggio a Cipro e in Grecia, il 35° viaggio apostolico all’estero del suo Pontificato. "Un altro modo di indebolire la democrazia - ha aggiunto -, più lentamente, è quando si sacrificano i valori nazionali, verso un 'impero', un governo sovranazionale. È una cosa che deve far pensare". Ieri il Pontefice ha visitato il campo profughi dell'isola di Lesbo, cinque anni dopo la sua prima visita del 2016. Oggi ad Atene, alle 8.15 locali presso la Nunziatura, il Pontefice ha ricevuto la visita del presidente del Parlamento greco Konstantinos Tasoulas. Alle 11.15 la cerimonia di congedo all'aeroporto di Atene e alle 11.30 la partenza per Roma-Ciampino. L'aereo del Pontefice è atterrato all'aeroporto della Capitale alle 12.50 ora italiana. 

L’incontro con i giovani

Dopo aver ricevuto la visita del presidente del Parlamento greco, Konstantinos Tasoulas, papa Francesco si è congedato dalla Nunziatura apostolica, dove ha alloggiato in questo suo soggiorno ad Atene. In seguito si è recato in auto alla Scuola San Dionigi delle Suore Orsoline, a Maroussi, dove si è tenuto l’incontro con i giovani, ultimo appuntamento del suo viaggio. Il Papa è stato accolto all'ingresso della Sala polivalente della scuola cattolica dal responsabile della Pastorale giovanile della Grecia, che durante l'incontro gli ha rivolto un breve saluto. Quindi ha ascoltato le testimonianze di tre giovani: una ragazza filippina, un'altra di Tinos e un ragazzo siriano. Al termine ha rivolto ai presenti il suo discorso.

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Il messaggio ai giovani: "Non scordate chi siete"

"Ricordate le famose parole incise sul frontone del tempio di Delfi? 'Conosci te stesso'. Oggi c'è il rischio di scordare chi siamo, ossessionati da mille apparenze, da messaggi martellanti che fanno dipendere la vita da come ci vestiamo, dalla macchina che guidiamo, da come gli altri ci guardano - ha detto Papa Francesco ai giovani nella Scuola San Dionigi delle Suore Orsoline a Maroussi - Ma quell'invito antico, conosci te stesso, vale ancora oggi: riconosci che vali per quello che sei, non per quello che hai". "Non vali per la marca del vestito o per le scarpe che porti - ha sottolineato -, ma perché sei unico, sei unica". "Penso a un'altra immagine antica, quella delle sirene - ha proseguito il Pontefice - Come Ulisse nel percorso verso casa, anche voi nella vita, che è un viaggio avventuroso verso la Casa del Padre, troverete delle sirene. Nel mito attiravano i naviganti con il loro canto per farli sfracellare contro gli scogli. Nella realtà le sirene di oggi vogliono ammaliarvi con messaggi seducenti e insistenti, che puntano sui guadagni facili, sui falsi bisogni del consumismo, sul culto del benessere fisico, del divertimento a tutti i costi...". Secondo Francesco, "sono tanti fuochi d'artificio, che brillano per un attimo, ma lasciano solo fumo nell'aria". "Certo, non è facile resistere - ha riconosciuto - Vi ricordate come ci riuscì Ulisse, insidiato dalle sirene? Si fece legare all'albero maestro della nave. Ma un altro personaggio, Orfeo, ci insegna una via migliore: intonò una melodia più bella di quella delle sirene e così le mise a tacere". "Ecco perché è importante alimentare lo stupore, la bellezza della fede! - ha concluso il Pontefice - Non siamo cristiani perché dobbiamo, ma perché è bello. E proprio per custodire questa bellezza diciamo no a ciò che vuole oscurarla".

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"Sul Natale l'Europa è fuori dal tempo"

Il documento dell'Ue in cui si sconsigliavano riferimenti al Natale "è un anacronismo", ha detto poi il Papa sull'aereo da Atene. "Nella storia - ha osservato -, tante dittature hanno cercato di fare queste cose, si penso a Napoleone, o alla dittatura nazista, alla comunista". "Oggi è una moda, di una laicità annacquata, è acqua distillata. Ma non funzionò durante la storia", ha aggiunto il Pontefice, puntando anche il dito contro le colonizzazioni ideologiche, di cui l'Ue "non deve farsi veicolo".

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"Io sempre pronto ad andare a Mosca"

Papa Francesco ha detto poi di considerare "non lontano" un incontro col patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill. "Credo che la prossima settimana venga da me il metropolita Hilarion per concordare un possibile incontro - ha risposto il Pontefice sul volo di ritorno da Atene - perché il patriarca deve viaggiare, non so, in Finlandia, ma non sono sicuro". "Io sono sempre disposto ad andare a Mosca - ha aggiunto - Per dialogare con un fratello non ci sono protocolli: il fratello è fratello". Come altri "fratelli", il Pontefice ha ricordato l'arcivescovo ortodosso di Cipro Chrysostomos e quello di Atene e di tutta la Grecia Ieronymos, incontrati in questo suo viaggio. "Siamo fratelli - ha detto -.Ci diciamo le cose in faccia, non balliamo il minuetto, ma come fratelli. È bello vedere litigare dei fratelli, perché appartengono alla stessa madre, la madre Chiesa". "La storia ci ha diviso - ha proseguito - ma noi dobbiamo andare insieme, dobbiamo camminare e lavorare un unità e per l'unità. Io sono riconoscente a Ieronymos, a Chrysostomos e a tutti i patriarchi che hanno questa voglia di camminare insieme". "I teologi continuino a studiare, questo ci fa bene - ha aggiunto il Papa - ma nel frattempo dobbiamo andare insieme, lavorare insieme, pregare insieme".

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"Monsignor Aupetit vittima del chiacchiericcio"

Il Papa poi, rispondendo ai giornalisti sull'aereo ha detto che l'arcivescovo di Parigi mons. Aupetit è stato vittima "del chiacchiericcio, che ne ha distrutto la fama: uno che ha perso la fama così pubblicamente non può governare. E questa è un'ingiustizia". Francesco ha ricordato "piccole carezze, massaggi, che Aupetit faceva alla segretaria". "Non è il peccato più grave - ha detto - Ho accettato le sue dimissioni non sull'altare della verità, ma sull'altare dell'ipocrisia". Aupetit era finito al centro delle polemiche in seguito a un'inchiesta giornalistica di Le Point, secondo la quale avrebbe avuto nel 2012 una relazione con una donna, circostanza da lui negata anche se aveva ammesso di aver "gestito male" la situazione.

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Al suo ritorno in Italia, Papa Francesco ha ricevuto un messaggio dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "In attesa di avere il piacere di incontrarla nuovamente tra pochi giorni in Vaticano, le rinnovo i sentimenti di affetto e vicinanza del popolo italiano". "Sono lieto di porgere a Vostra Santità, al rientro dal viaggio apostolico a Cipro e in Grecia, un affettuoso e deferente saluto a nome della Repubblica italiana e mio personale. - scrive ancora il capo dello Stato - Collocando al centro del Suo magistero - e della predicazione nel corso di questa visita pastorale - la promozione e la difesa della dignità umana, Vostra Santità offre un instancabile incoraggiamento a rafforzare il dialogo, la coesione e la concordia, elementi tutti imprescindibili per uno sviluppo autenticamente umano dei Paesi del Mediterraneo".

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