Passa, anche con il sostegno di un drappello di deputati repubblicani, la mozione per la messa in stato di accusa del presidente uscente. La procedura ora passa al Senato, dove serve un quorum dei due terzi. In giornata il vicepresidente Mike Pence aveva detto no alla rimozione di Trump con il 25esimo emendamento: “Non ritengo che sia nel miglior interesse del Paese o in linea con la Costituzione”
La Camera degli Stati Uniti ha approvato la mozione di impeachment contro Donald Trump, che ha raggiunto il quorum della maggioranza semplice dei 217 voti. La conta finale è di 232 voti a favore e 197 contrari. Tra i favorevoli all'impeachment ci sono anche 10 deputati repubblicani. Il capo d'accusa nei confronti del presidente uscente è contenuto in un unico articolo: incitamento all'insurrezione, per aver incoraggiato i suoi sostenitori ad assaltare il Congresso e contestare i risultati delle presidenziali vinte da Joe Biden. Trump diventa così il primo presidente della storia a finire in stato d'accusa due volte, dopo quella per l'Ucrainagate. La procedura passa ora al Senato dove è richiesta una maggioranza di almeno i due terzi dei senatori. Il Senato però al momento è sospeso e dovrebbe tornare a riunirsi il 19 gennaio, un giorno prima della scadenza del mandato di Trump (LO SPECIALE PER L'INSEDIAMENTO DI BIDEN ALLA CASA BIANCA).
Il no di Pence al 25esimo emendamento
La Camera ha avviato la procedura di voto sull'impeachment dopo il no del vicepresidente Mike Pence alla risoluzione - approvata dalla stessa Camera - che gli chiedeva di invocare il 25esimo emendamento (COSA PREVEDE) e rimuovere il tycoon dal suo incarico.
Pelosi: "Trump pericolo evidente ed immediato"
Trump è "un pericolo evidente ed immediato", aveva denunciato in aula prima del voto la speaker della Camera Nancy Pelosi, "ha incitato la ribellione armata contro la nazione, deve essere destituito". Pelosi ha definito i rivoltosi non "patrioti", come li ha chiamati il presidente, ma "terroristi".
L'appello di Trump: "Allentare tensioni, no alla violenza"
Intanto Trump è tornato a lanciare un appello alla calma. In una nota a Fox News, il presidente chiede che "alla luce delle informazioni di ulteriori manifestazioni" a Washington "non ci sia violenza e non ci siano vandalismi". Il tycoon chiede quindi l'aiuto di "tutti gli americani" a "stemperare le tensioni" e ribadisce di essere contrario alla violenza "di ogni tipo".
Pence: "25esimo emendamento non nel miglior interesse degli Usa"
Nella lettera recapitata a Pelosi con il suo no a invocare il 25esimo emendamento, Pence ha scritto che quella soluzione non è nel miglior interesse degli Stati Uniti "a otto giorni dalla fine del mandato del presidente". “L'energia della nostra amministrazione è diretta ad assicurare un'ordinata transizione", ha assicurato. “Ogni americano è scioccato e rattristato dall'attacco al Campidoglio”, ha aggiunto Pence, ringraziando Pelosi per la sua leadership nell'aver fatto riprendere i lavori dopo gli scontri dimostrando così agli "americani che l'unità è ancora possibile in Congresso". E ha concluso."Il 25esimo emendamento non serve per punire o per l'usurpazione. Invocarlo per questi motivi sarebbe un precedente terribile".
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La via dell’impeachment
Pence, oltre a chiudere alla rimozione di Trump, ha esortato anche Pelosi e il Congresso a "evitare azioni che dividerebbero e infiammerebbero ulteriormente la passione del momento". La lettera è arrivata mentre in Aula era in corso proprio il dibattito sulla risoluzione per chiedere al vicepresidente di ricorrere al 25esimo emendamento e rimuovere Trump. Il dibattito e il voto sono andati avanti lo stesso: la risoluzione è stata approvata con 223 voti a favore e 205 contrari. Ma si tratta di un via libera puramente simbolico. Con il no secco di Pence, ai democratici è rimasta così la via dell'impeachment.
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Trump sempre più isolato
Il presidente, intanto, è sempre più isolato e il suo stesso partito ne sta prendendo le distanze. Dieci deputati repubblicani hanno votato a favore dell'impeachment e probabilmente alcuni faranno lo stesso al Senato. Alla Camera a rompere il ghiaccio è stato John Katko di New York, seguito da Liz Cheney. La figlia dell'ex vicepresidente Dick Cheney e terza nella gerarchia repubblicana alla Camera ha usato parole dure contro Trump, accusato di aver "acceso il fiammifero" delle proteste. Mitch McConnell, il leader dei repubblicani in Senato, e per anni alleato del presidente, ha fatto sapere che non intende convocare una sessione d'urgenza del Senato per celebrare il processo di impeachment, facendolo così slittare a dopo la fine del mandato. Dice no all'impeachment, invece, il leader della minoranza repubblicana alla Camera, Kevin McCarthy, che ha affermato in Aula che Trump porta la responsabilità per l'assalto al Congresso ma si è detto contrario a un processo così a ridosso della fine del mandato.
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YouTube sospende il canale di Trump
Secondo la Cnn, nel frattempo il presidente uscente starebbe discutendo con crescente urgenza della possibilità di concedere la grazia ai figli e a se stesso. Trump, secondo alcune fonti, starebbe continuando a valutare l'ipotesi anche dopo gli scontri in Congresso. L'idea di graziarsi – hanno riferito le fonti a Cnn - affascina e ossessiona Trump da quando ha assunto l'incarico. Cnn riporta anche che Donald Trump Jr. non vuole la grazia dal padre perché non la ritiene necessaria. Intanto, YouTube ha deciso di sospendere il canale di Donald Trump per una settimana per aver postato un video che incita alla violenza. Il presidente non potrà caricare nuovi contenuti per un "minimo di una settimana".
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Il 20 gennaio Guardia nazionale avrà armi
Dall’altra parte, proseguono i preparativi per la cerimonia di insediamento di Biden a Washington il 20 gennaio. I 15mila agenti della Guardia Nazionale saranno in parte armati: avranno armi a disposizione quelle chiamate a proteggere il Campidoglio. Lo riporta il New York Times, citando alcune fonti del Pentagono. Pentagono che si dice preoccupato per le proteste previste per quel giorno. Il Secret Service sta allestendo una maxi-operazione di sicurezza per blindare la città. Il timore è di nuove proteste violente: almeno 16 gruppi, di cui alcuni hanno annunciato che saranno armati, si sono fatti avanti per manifestare.
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