Assalto al Congresso Usa, l’Fbi sapeva dei piani di “guerra” dei sostenitori di Trump

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Secondo il Washington Post all’interno dell’agenzia governativa di polizia federale era stato diramato un avvertimento sull’intenzione di alcuni estremisti di recarsi nella capitale per compiere violenze. Intanto primi due incriminati per l’assedio. Inchiesta sulla morte di uno degli arrestati trovato in casa in una pozza di sangue

L'Fbi era a conoscenza dei piani dei sostenitori di Donald Trump. Il giorno prima dell'assalto al Congresso Usa, un ufficio dell'Fbi della Virginia aveva diramato un avvertimento interno sull'intenzione di alcuni estremisti di recarsi a Washington per compiere violenze e una "guerra". È quanto scrive il Washington Post, dopo aver visionato il documento, che contraddice le dichiarazioni ufficiali sul fatto che l'agenzia governativa di polizia federale americana non aveva informazioni circa le intenzioni violente dei manifestanti pro-Trump. Anche la Capitol Hill Police, responsabile della sicurezza dell'edificio, ha negato responsabilità (LO SPECIALE PER L'INSEDIAMENTO DI BIDEN ALLA CASA BIANCA).

Condivisa anche una mappa dei tunnel del Campidoglio

Il rapporto visionato dal Washington Post si basa su diversi messaggi che circolavano in rete dai quali emerge uno scenario preoccupante di piani pericolosi: c’è perfino chi aveva condiviso una mappa dei tunnel del complesso del Campidoglio. Un funzionario dell'Fbi ha spiegato che 45 minuti dopo aver intercettato le conversazioni online, l’ufficio di Norfolk diramò il rapporto condividendolo all'interno dell’Fbi. Non è chiaro quante altre agenzie, oltre all'Fbi, ne fossero a conoscenza; la fonte ha rivelato però che le informazioni contenute nel rapporto furono comunicate ai funzionari Fbi a Washington, il giorno prima dell’attacco.

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Primi due incriminati per l'assalto

A sei giorni dall'assalto a Capitol Hill, intanto, il dipartimento di Giustizia americano ha incriminato formalmente i primi due imputati per i fatti di Washington. Tra di loro, scrive la Cnn, c’è Lonnie Leroy Coffman, proveniente dall'Alabama, accusato di aver parcheggiato un furgone carico di ordigni artigianali, pistole e munizioni a due isolati dalla sede del Congresso. Entrambi gli uomini erano stati arrestati la settimana scorsa. Su oltre 20 imputati per i fatti del Campidoglio, in cui sono morte cinque persone, Coffman sembra essere quello con le accuse più pesanti (17 capi di imputazione perlopiù per possesso di armi non registrate); al momento è detenuto. Il secondo incriminato è Mark Jefferson Leffingwell, al momento in libertà, che deve rispondere di sette capi di imputazione legati alle violenze dentro Capitol Hill.

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Trovato morto in casa in una pozza di sangue uno degli arrestati

E’ stata aperta invece un’inchiesta sulla morte di uno dei partecipanti all’assalto di Washington trovato, sabato scorso, privo di vita in una pozza di sangue in casa sua. Christopher Stanton Georgia, che aveva 53 anni, è stato trovato morto nella sua abitazione ad Alpharetta, in Georgia, secondo quanto riportano alcune testate tra cui Fox. La polizia ha trovato due fucili nell'abitazione. La notte dei disordini, il 53enne era stato fermato per violazione del coprifuoco che era stato imposto a Washington alle 18 dopo il caos provocato dalla folla di sostenitori di Trump.

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