Usa, presentata richiesta impeachment per Trump. Biden: non ho paura di giurare all’aperto
MondoI dem hanno presentato l'articolo contro il presidente uscente per aver incoraggiato l'assalto a Capitol Hill. Il capo d'imputazione è incitamento all'insurrezione. Chiesto anche il consenso per la risoluzione che chiede a Pence di invocare il 25esimo emendamento, ma i repubblicani si sono opposti. La Camera voterà comunque e Pence avrà 24 ore per rispondere. Allarme dell'Fbi per possibili nuove proteste il 16-20 gennaio e per il rischio di un attacco contro Biden
Tensioni ancora altissime negli Usa a quasi una settimana dall’assalto dei manifestanti pro-Trump a Capitol Hill e quando mancano 8 giorni alla cerimonia di insediamento di Joe Biden. Sul lato politico, i democratici spingono per l’impeachment contro il presidente uscente e hanno presentato alla Camera l'articolo per richiederlo formalmente. Il capo d'imputazione è incitamento all'insurrezione. Chiesto anche il consenso per una risoluzione che chiede a Pence di invocare il 25esimo emendamento, ma i repubblicani si sono opposti. La Camera voterà comunque, poi il vicepresidente avrà 24 ore per rispondere. Intanto proseguono gli allarmi dell'Fbi per possibili nuove proteste il 16-20 gennaio (LO SPECIALE PER L'INSEDIAMENTO DI BIDEN ALLA CASA BIANCA). Minacce anche per un possibile attacco contro Biden, che però ha fatto sapere: “Non ho paura di giurare all’aperto”. Intanto Trump ha acconsentito alla dichiarazione di emergenza per Washington in vista della giornata della cerimonia di insediamento del suo successore.
L’impeachment contro Trump
"Incitamento all'insurrezione", per aver istigato i propri sostenitori ad assaltare il Congresso contestando la certificazione della vittoria di Joe Biden: i dem hanno presentato formalmente alla Camera l'unico articolo per l'impeachment di Donald Trump, il secondo dopo quello per l'Ucrainagate. Ma prima di metterlo ai voti fanno un ultimo tentativo con Mike Pence perché invochi il 25esimo emendamento per rimuovere il presidente. "Trump non dovrebbe essere in carica, punto", ha detto in serata lo stesso Biden. La speaker della Camera Nancy Pelosi ha detto che l’Aula voterà mercoledì sull'impeachment di Donald Trump, se non si dimetterà o se Pence non invocherà il 25esimo emendamento.
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Cosa succede ora
Dopo l’approvazione della Camera, Pence avrà 24 ore di tempo per rispondere. Il vicepresidente, che ha già preso le distanze da Trump e ha annunciato la sua partecipazione all'insediamento di Biden il 20 gennaio, ha fatto sapere che è disponibile a ricorrere al 25esimo emendamento solo nel caso il Commander in chief mostri ulteriori segni di instabilità. Ma per farlo ha bisogno anche della maggioranza del governo (otto ministri). Se poi il presidente si opponesse, alla Camera sarebbero necessari i due terzi dei voti per cacciarlo e non è detto che ci siano. Molti repubblicani preferirebbero una mozione di censura. Se comunque Pence rispondesse di no, la Pelosi farebbe scattare subito la procedura di impeachment, con un voto atteso per metà settimana: la mozione è già stata firmata da 218 deputati dem, ossia la maggioranza semplice necessaria per approvare il provvedimento. Si fa largo poi l'ipotesi di inviare la trasmissione del capo di imputazione al Senato, e il relativo processo, dopo i primi 100 giorni dell'insediamento di Biden, per consentirgli di incassare velocemente la conferma delle nomine di governo ed avviare la sua agenda. Un'opzione contestata da alcuni giuristi conservatori, per i quali si può mettere sotto impeachmente solo un presidente in carica. In ogni caso al Senato sarebbero necessari i due terzi dei voti: all'appello mancano 17 repubblicani e finora solo un paio hanno invitato Trump a dimettersi.
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I timori dell’Fbi
Ma resta altissimo il timore di proteste tra il 16 e il 20 gennaio in poi, in tutti i campidogli dei 50 Stati, da parte di organizzazioni di estrema destra come Boogaloo, stando all'allarme diramato dall'Fbi. Un gruppo armato intende andare a Washington domenica prossima e ha messo in guardia su una possibile rivolta nel caso il Congresso rimuovesse il presidente col 25esimo emendamento. La sindaca della capitale Muriel Bowser ha chiesto un rafforzamento della sicurezza ed entro fine settimana saranno dispiegati sino a 10 mila uomini della guardia nazionale, 15 mila invece il giorno del giuramento di Biden, quando Capitol Hill sarà come un fortino protetto anche da un'alta recinzione metallica. Trump ha accolto la richiesta della sindaca e ha approvato una dichiarazione di emergenza per Washington dopo l'assalto al Congresso ordinando l'assistenza federale da oggi al 24 gennaio per garantire la sicurezza in vista del giuramento di Joe Biden.
Fbi: allarme per minacce contro Biden, Harris e Pelosi
L'Fbi inoltre, secondo quanto riferisce la Cnn, sta monitorando notizie di "varie minacce di possibili attacchi contro il presidente eletto Joe Biden in vista della cerimonia di giuramento" del 20 gennaio. Altre notizie indicano minacce contro la vicepresidente eletta Kamala Harris e la speaker della Camera Nancy Pelosi", secondo l’Fbi. Biden ha detto che non teme di giurare all'aperto sul fronte occidentale di Capitol Hill. "Non ho paura di fare il giuramento all'esterno, siamo stati informati", ha assicurato Biden dopo l'allerta dell'Fbi, mentre alcuni ex dirigenti del Bureau consigliano di spostare la cerimonia all'interno del parlamento per motivi di sicurezza.
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Le indagini per l’assalto al Congresso
Intanto il dipartimento e l'Fbi stanno perseguendo oltre 150 sospetti nelle indagini sull'assalto al Congresso, dopo averne già arrestati e incriminati una quindicina. Il Bureau ha ricevuto oltre 70 mila 'soffiate' dopo aver chiesto l'aiuto pubblico per identificare i sospetti che appaiono in varie foto e video. Nel frattempo la polizia di Capitol Hill ha aperto un'indagine interna su 10-15 agenti per il loro ruolo nell'assalto. Due sono già stati sospesi. Infine Twitter ha chiuso "oltre 70mila account" legati alla teoria cospirazionista di estrema destra QAnon. Alla luce "dei violenti eventi di Washington DC e dell'accresciuto rischio di pericolo, venerdì pomeriggio abbiamo cominciato a sospendere in modo permanente migliaia di account dedicati soprattutto alla condivisione di contenuti QAnon", ha reso noto Twitter. "Da venerdì oltre 70.000 account sono stati sospesi come risultato dei nostri sforzi, con molti casi di numerosi account gestiti da un singolo individuo".