Casi sospetti in Canada e a Vienna, confermato il quinto negli Usa. Ministro della Sanità: numero di infettati può crescere. Martedì il volo per evacuare gli americani. Più controlli a Fiumicino e Malpensa, gli italiani potranno lasciare la regione dell'Hubei via terra
È salito a 80 il bilancio delle vittime del coronavirus in Cina, dove secondo l’ultimo bilancio diffuso dalle autorità ci sarebbero circa 2.300 persone infette (DAL PRIMO CASO AI CONTAGI: LE TAPPE - VIRUS CINA: INCUBAZIONE, SINTOMI E COME SI TRASMETTE - I MEDICI EROI). Inoltre, l'Oms ha fatto sapere che in Vietnam è stato registrato il primo caso di trasmissione da uomo a uomo finora avvenuto al di fuori della Cina (SCIENZIATI: ISOLATO IL PRIMO CEPPO, SI LAVORA AL VACCINO). E sempre fuori dal Paese, si parla di un caso sospetto a Toronto, in Canada, e di un altro a Vienna, mentre negli Stati Uniti è stato invece confermato il quinto. Pechino ha annunciato un divieto temporaneo al commercio di animali selvatici, ma la capitale non metterà in atto misure di isolamento. Chiuso Disneyland a Hong Kong (I CONTAGI NEL MONDO - USA E GIAPPONE INIZIANO RIMPATRI - IN ASIA CAPODANNO CON LE MASCHERINE - BURIONI: TRASMISSIONE ANCHE SENZA SINTOMI). Controlli rafforzati negli aeroporti di Roma Fiumicino e Milano Malpensa. La Farnesina fa sapere che gli italiani che si trovano nella regione dell'Hubei possono lasciare la zona via terra, ma questo comporta un successivo periodo di osservazione di 14 giorni in una struttura ospedaliera. (PECHINO DESERTA - I CONTROLLI A MALPENSA)
Changsha possibile destinazione italiani evacuati
Gli italiani che vogliono lasciare l'Hubei e il capoluogo Wuhan potrebbero andare a Changsha, capitale della provincia dell'Hunan, nella Cina centro-meridionale. L'ipotesi è all'esame, ma è ancora da sottoporre al vaglio delle autorità cinesi che hanno messo in 'quarantena', di fatto isolandola del mondo, la zona da dove è partita l'epidemia. La città è a 400km da Wuhan, a sud, ed è anche quella a cui sta pensando il governo francese, che ha circa 500 connazionali sul posto, come meta per il possibile trasferimento (AZIENDE FERMANO ATTIVITÀ IN CINA).
Mascherine obbligatorie in 2 province e 3 città
Intanto due province cinesi e tre città hanno ordinato ai cittadini di indossare obbligatoriamente le maschere per il viso in pubblico, in modo da aiutare a controllare la diffusione del coronavirus. La misura è obbligatoria nelle province del Guangdong e nel Jiangxi e nelle città di Nanchino, Ma'anshan (Anhui) e Xinyang (Henan).
Autorità Pechino: virus non potente come la Sars
Secondo le autorità sanitarie cinesi il coronavirus "non è potente quanto la Sars", ma sta diventando più contagioso. "Da ciò che emerge fino ad ora, questa malattia non è certamente potente quanto la Sars", ha detto Gao Fu, a capo del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie. Sembra tuttavia che "la capacità di diffusione del virus stia aumentando" ha aggiunto Ma Xiaowei, a capo della Commussione nazionale per la Salute.
"Il numero dei malati può salire ancora"
"In termini di sequenza del genoma, si tratta di un coronavirus di nuovo tipo", ha detto Ma Xiaowei, ammettendo che la conoscenza del virus è ancora limitata, ribadendo che è possibile che il passaggio all'uomo sia arrivato dagli animali selvatici e dicendo che non sono chiari i rischi posti dalla mutazione del virus. "Nei prossimi giorni - ha concluso - è possibile che l'infezione possa continuare" e che le misure di contenimento, come le restrizioni ai trasporti, la cancellazione di eventi e la chiusura di luoghi pubblici, siano intensificate. Dalla notte di sabato sono morte quindici persone e almeno 688 nuovi casi sono stati confermati, secondo la Commissione nazionale per la Salute. Dei nuovi decessi, 13 si sono verificati nella provincia di Hubei, quella di Wuhan, al centro dell'epidemia. L'uso della mascherina per coprire naso e bocca è diventato da oggi obbligatorio in due province e tre città. Il provvedimento, secondo quanto reso noto dalle autorità locali, è stato adottato nelle province di Guangdong, nel sud del Paese, in quella di Jiangxi, nella regione centrale, oltre che nelle città di Nanchino e Ma'anshan, nella provincia di Anhui, e quella di Xinyang nella provincia di Henan. (LA CITTÀ DESERTA - A WUHAN SARÀ COSTRUITO UN SECONDO OSPEDALE - FOTO - LE FOTO DEL MERCATO DA CUI È PARTITO IL VIRUS).
Pechino non chiuderà la città
Nonostante le tante misure restrittive messe in atto in Cina, la Commissione per i Trasporti di Pechino ha smentito la possibilità che la capitale possa essere soggetta a isolamento. Lo riferiscono i media statali cinesi, chiarendo che "Pechino non chiuderà la città". Le autorità di Shantou, nel frattempo, hanno invece precisato che il trasporto pubblico sarà temporaneamente sospeso, ma che limiteranno "l'accesso dei veicoli" o delle persone. La decisione, per la quale non è stata data nessuna spiegazione, è arrivata a poche ore dall'annuncio in cui le autorità affermavano che l'ingresso nella città di 5,6 milioni di persone, a 1.100 chilometri a sud di Wuhan, sarebbe stato vietato. Stop agli autobus a lunga percorrenza a Shanghai, dopo la decisione analoga di Xi'an, Pechino e Tianjin.
La capitale cinese vieta il commercio animali selvatici
Da Pechino arriva anche la decisione di vietare il commercio di animali selvatici, legata all'ipotesi che l'epidemia di coronavirus sia stata generata in un mercato che li vendeva come cibo. L'allevamento, il trasporto o la vendita di tutte le specie di animali selvatici è vietato "dalla data dell'annuncio fino alla fine della situazione epidemica nazionale", si legge in una direttiva congiunta di tre agenzie di alto livello, tra cui il ministero dell'Agricoltura.
Il contagio in Vietnam
Il caso del Vietnam, ha fatto sapere l'Organizzazione Mondiale della Sanità, è "un caso confermato che non aveva precedenti di viaggio in nessuna parte della Cina, ma - si legge nella - era un familiare di una persona che aveva visitato Wuhan". Ciò, rileva l'organizzazione internazionale, "suggerisce un esempio di trasmissione uomo a uomo avvenuta in Vietnam". Secondo la nota dell'Oms, sono finora 1.320 i casi confermati per il nuovo coronavirus 2019-nCoV a livello globale. Di questi, 1.297 casi sono stati segnalati in Cina, inclusa Hong Kong (5), Macau (2) e Taipei (3), mentre sono 23 i casi confermati al di fuori della Cina, in 9 Paesi. (PLAGUE INC È L'APP PIÙ SCARICATA IN CINA - LE 4 DOMANDE SU NATURE - LO STUDENTE ABRUZZESE BLOCCATO A WUHAN - ILARIA CAPUA A SKY TG24: SIMILE A SARS)
Più controlli a Malpensa e Fiumicino
Per quanto riguarda l'Italia, la task-force del ministero della Salute, riunitasi nella mattina del 26 gennaio alla presenza del titolare Roberto Speranza, ha deciso di rafforzare le dotazioni e di intensificare i controlli negli aeroporti di Fiumicino e Malpensa. "Sono state rafforzate le dotazioni di personale medico e infermieristico e intensificati i controlli negli aeroporti di Roma Fiumicino e Milano Malpensa dove tutto procede regolarmente", si legge nella nota del ministero. "Al momento - si rileva - tutti i casi sospetti segnalati in Italia si sono rivelati infondati".
Annullati festeggiamenti del Capodanno a Milano e Roma
A Milano non si terrà però la parata pubblica per il Capodanno cinese prevista per il 2 febbraio. È un segno di solidarietà "verso il popolo cinese in Cina, colpito dal coronavirus che non ha potuto festeggiare il capodanno lunare attraverso manifestazioni pubbliche", ha spiegato Francesco Wu, membro del direttivo di Confcommercio Milano-Monza Brianza e rappresentante dei commercianti cinesi della Chinatown di Milano. Il coordinamento delle associazioni cinesi del capoluogo lombardo ha comunicato che il budget previsto per la parata sarà devoluto in beneficienza in Cina e in particolare verso Wuhan, dove verranno mandati mascherine e guanti ed altro materiale sanitario richiesto dalle autorità sanitarie cinesi. "Ci scusiamo per i tanti amici italiani e cino-milanesi che avevano previsto di venire alla parata del 2 febbraio - si legge nella nota del coordinamento - siamo sicuri che ci saranno altre occasioni utili per festeggiare insieme". Una decisione condivisa dalla portavoce della comunità cinese a Roma, Lucia King, che ha a sua volta annunciato: "Abbiamo deciso di rinviare la festa per il Capodanno cinese in programma il 2 febbraio di San Giovanni" perché "c'è gente che sta male e non è il caso di festeggiare. In questo momento è la scelta migliore".
Cinque casi negli Stati Uniti, uno sospetto a Vienna
Gli Stati Uniti intanto, riportano i media, hanno confermato cinque casi nel Paese. Un caso sospetto anche a Vienna, riguarda un'assistente di volo cinese che il 24 gennaio è arrivata nella capitale austriaca e che nei giorni precedenti è stata a Wuhan. La donna si trova in isolamento nell'ospedale Kaiser Franz Josef dopo essere stata ricoverata con sintomi influenzali. "Non possiamo escludere che si tratti di coronavirus", ha detto il direttore medico degli ospedali viennesi Michael Binder in una nota. Le analisi, che saranno effettuate all'Istituto di virologia dell'università di Vienna, sono attese entro 48 ore. Nel frattempo vengono controllate anche le persone che a Vienna sono state in contatto con l'assistente cinese prima del ricovero. "Non c'è motivo di preoccupazione, gli ospedali viennesi sono preparati al meglio a situazioni del genere", ribadisce l'assessore comunale alla sanità Peter Hacker.
I rimpatri di PSA, Stati Uniti e Giappone
Nel frattempo, come annunciato, gli Stati Uniti si stanno organizzando per evacuare i propri connazionali da Wuhan. Il volo partirà martedì e porterà i passeggeri a San Francisco, ha scritto il dipartimento in una e-mail indirizzata agli americani in Cina, avvertendo che lo spazio per i privati cittadini sarà limitato: "Se non ci sarà posto per tutti, verrà data priorità agli individui a maggior rischio di coronavirus". Anche il premier giapponese Shinzo Abe ha annunciato che il governo si incaricherà di evacuare in aereo i cittadini nipponici che desiderano lasciare Wuhan, e ha detto che il ministero degli Esteri è in contatto con le autorità di Pechino per ottenere l'autorizzazione all'invio di un aereo charter appena possibile. Chi ha già rimpatriato i propri dipendenti è invece la casa automobilistica francese PSA, che produce i marchi Peugeot e Citroen. L'evacuazione - ha fatto sapere la Psa in una nota - è stata "attuata in piena collaborazione con le autorità cinesi e il consolato francese" e ha coinvolto 38 persone formate da membri dello staff e dalle loro famiglie che lavorano a Wuhan regione. Sarebbero stati messi in quarantena nella città di Changsha, a circa 300 chilometri da Wuhan, prima di essere autorizzati a tornare "nei loro Paesi di origine", ha dichiarato la società.
Chiude Disneyland a Hong Kong
E, dopo quello di Shanghai, ha sbarrato le porte anche il Disneyland di Hong Kong. Lo ha annunciato la società di gestione precisando che la chiusura, in atto da oggi, durerà fino al giorno seguente a quello in cui le autorità dichiareranno conclusa l'emergenza virus. "Come misura precauzionale in linea con gli sforzi di prevenzione in atto a Hong Kong, stiamo temporaneamente chiudendo il parco Disneyland di Hong Kong per motivi di salute e per la sicurezza dei nostri ospiti e dei membri del cast", ha dichiarato il parco in una nota. Intanto in giornata, a Hong Kong, due manifestanti vestiti di nero e con il capo coperto da un passamontagna, hanno assalito una struttura pubblica che si pensava dovesse essere utilizzata per i pazienti contagiati dal coronavirus. I due hanno fatto irruzione all'interno del centro medico e hanno appiccato il fuoco.